Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Scape01    06/09/2020    1 recensioni
Per Kristoff, Dirt era molto di piú. In quel videogioco ci intravedeva una passione, un sogno. Amava sfrecciare tra stradine di campagna, tra le foreste innevate svedesi, nella fanghiglia delle strade del Galles o nella ghiaia dei sentieri finlandesi.
La disciplina sportiva conosciuta come Rally e' la grande passione di Kristoff. Dopo un'incontro inaspettato il suo sogno potrebbe diventare realtà...
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Partenza e Traguardo


I due ragazzi stavano per arrivare a destinazione. La fredda neve era compattata e i loro passi lasciavano una pista in impronte.

“Lo sapevi che in questo tratto di strada ci fanno il Rally di Svezia?” domandò il ragazzo.

“Veramente?" disse incredula. "Allora tu non hai neanche bisogno di un biglietto, basta che ti affacci alla finestra no?”

“Gia...”

"Wow! Che fortuna! Dai dimmi com'è!" 

Per Anna Kristoff pareva un tipo molto riservato. Esteticamente era diverso da come se lo aspettava: alto, biondo, corporatura robusta ma non troppo grossa. Per non parlare dei suo occhi, color ambra e con un'espressione dolce come il miele. Era poco loquace però. Poche ore fa si era un po' aperto, probabilmente perchè erano in una effimera e anonima chat vocale. 

La camminata verso la piccola città proseguì silenziosamente, con solo qualche piccola interazione quà e là.

Akresund si presentava accogliente  e tradizionale. Le vecchie case che adornavano il paesello erano messe in un piacevole contrasto ai nuovi e moderni edifici; la tradizione era in armonia con l'innovazione. Le strade erano mediamente affollate, piene di calorosi sorrisi e sfiziosi profumi.

Appena arrivati Kristoff iniziò a fare un piccolo e conciso tour della città.

"Ecco, adesso siamo al centro del paese. Hai visto quanto è piccolo?"

"Si, ma sempre meglio della città in cui abitavo prima. Akresund è bellissima!"

"Son contento che ti piaccia" a questa affermazione il biondo arrossì.

Anna sorrise, poi iniziò a un piacevole profumo.

"Cos'è questo profumo? Dolce, zuccheroso… Cioccolato?"

"Probabilmente viene da quel negozietto lì, ci passiamo dopo se vuoi… e ti ricordo che abbiamo ancora andare a lasciare i pacchi" fece notare Kristoff, che ne teneva due sotto le ascelle.

"Hai ragione. Seguimi, ti mostro dove ho l'appartamento che ho comprato."

 

***

 

A quanto pareva Kristoff lavorava davanti alla casa di Anna. Dal negozietto si riusciva a vedere la sua finestra e viceversa.

"Ta-dah! Abito qua. Per me è perfetto: è vicino al centro, due camere, rientra nel mio budget e nel complesso è anche carino e accogliente."

"Vedo che ti sei sistemata per bene… Io lavoro qua davanti, laggiù, in quel bar " indicò il ragazzo.

" ‘Caffetteria Querciola Vagabonda’... Ah allora siamo praticamente vicini di casa! Aspetta no, vicini di… casa-lavoro! Hmm no, non mi convince. Vicini di -"

"Si, siamo vicini casa-lavoro. Dai, andiamo a mettere dentro queste scatole."

L'appartamento di Anna era moderno, nonostante da fuori l'edificio era di fattezze tradizionali, ma ancora spoglio.

"Bel posticino" disse il ragazzo.

"Grazie! Devo ancora arredare, qualche ritocco qua e là e sarà perfetto" disse con tono allegro. "Appoggia le scatole qui… Grazie ancora per avermi aiutato Kristoff. Dopo chiamerò per rimuovere il mio pickup da davanti casa tua. Scusami ancora per il disturbo."

"Non è niente, tranquilla." 

Anna era ancora mortificata. Nonostante sapeva di non potercela fare da sola, e che Kristoff si era pure offerto di aiutarla, ella si sentiva ancora in debito con lui.

"Posso offrirti qualcosa? Ho qualcosa in frigo: acqua, qualcosa da mangiare, una birra…"

"No no, sono apposto grazie. Forse è meglio che vada. Tolgo il disturbo."

"Ah ok…" disse con tono leggermente deluso.

Kristoff stava per avviarsi alla porta "Aspetta! Non conosco nessuno qua, apparte te… aspetta non che ti conosca così tanto, anche se ieri abbiamo parlato un bel po' delle nostre vite e di altro. Vabbè, il punto è: potrei avere il tuo numero? Non che voglia chiamarti ogni giorno, o ogni ora. Aspetta che?!" Anna arrossì a quello che aveva appena detto.

"Ehm, si certo. Ecco" e Kristoff iniziò a dettare.

"Grazie. Un'altra cosa… Un giorno ti andrebbe di continuare il tour della città? Solo se sei libero ma soprattutto solo se vuoi. Oddio ma che cosa sto dicendo? Probabilmente sei un uomo molto occupato, forse è una brutta idea. In fondo chi mai aiuterebbe una ragazza appena arrivata e spaesata in questo piccolo paradiso? Sto ancora blaterando, vero? Lo so, scusami. È un problema che ho sin da piccola, me lo dicono tutt-"

"Lo farò volentieri. Dimmi quando e vedrò di esserci. Tranquilla"

"Ah grazie mille! Ah, un'ultima cosa, come fai di cognome? Per la rubrica..."

"Bjorgman, Kristoff Bjorgman"

"Bjorgman? Bjorgman come il pilota? Quello che ha vinto nel 2005?"

"Già, Arvid Bjorgman, mio padre"

"Wow! Che onore!"

"Già… senti, è stato bello conoscerti Anna, ma devo proprio andare. Ci sentiamo."

"Va bene. Buona giornata Kristoff!" e fu così che la rossa gli diede un piccolo e veloce bacio sulla guancia.

Kristoff arrossì in un istante.

"Grazie ancora di tutto".

"Non c'è di che".

***

 

Kristoff era contento di vedere che Anna stava giocando a Dirt. Vedere il suo nome nella classifica della prova giornaliera lo rese felice.

"Oggi ti sei data da fare, eh? 3 minuti e trentacinque secondi? Non male…" pensò il ragazzo.

Poco dopo aver battuto il tempo della ragazza (anche sta volta per pochi millesimi), il telefono squillò.

Era Anna.

"Pronto, Anna?"

"Si, ciao Kristoff! Domani sei libero? È domenica, quindi dovresti esserlo. Volevo andare in giro per Akresund, e una guida mi sarebbe comodo non credi? Ne abbiamo parlato stamattina…"

"Anna te l'ho già detto: sono libero e ci sarò. Vengo davanti a casa tua per le dieci?"

"Perfetto. Non vedo l'ora di conoscere per bene questo magnifico posto! Ci vediamo allora, a domani!"

"A domani. Ah, aspetta! Guarda un po' la classifica di oggi…" disse Kristoff con un tono di sfida. La ragazza aprì il gioco e caricò la classifica dello stage giornaliero.

"Wow. Per l'ennesima volta mi hai battuto. Beh sono sempre pochi millesimi di differenza… la prossima prova ti batterò, stanne certo".

"Ci conto... Ci vediamo, Anna".

"A domani Kristoff".

Il biondo era entusiasta, ma allo stesso tempo si sentiva diverso. In tutta la sua vita aveva avuto grandissime difficoltà a relazionarsi con le persone: preferiva stare da parte, stare nel suo piccolo e tranquillo mondo, lontano dalle delusioni degli altri. Ma dopo aver conosciuto Anna sentiva che qualcosa stava cambiando. Si stava aprendo. Era da anni che non parlava, conversava con qualcuno (ovviamente ignorando i clienti e colleghi del suo mestiere). Però parlare con Anna sembrava più facile, naturale. Stava nascendo un'amicizia? Non lo sapeva, non poteva saperlo. La sua indole riservata non gli aveva mai permesso di creare legami con qualcuno (tranne che con suo padre e Lars). Nonostante tutti questi dubbi, Kristoff riuscì a dormire bene, anzi, molto bene. E per la prima volta quel sonno non fu senza sogni.

***

Anna sentì la sua guancia bagnata. Anzi, forse era il cuscino. Si toccò la faccia e notò il rigolo di saliva che scorreva sulla sua guancia. Stava sbavando. Era una cosa che faceva ogni volta che era molto stanca. Il trasloco le aveva prosciugato le forze, ed era da un po' che non dormiva così bene.

Dopo qualche istante sentì qualcosa vibrare sotto il suo cuscino. Era il suo cellulare e qualcuno la stava chiamando. Prese il dispositivo e aprì un occhio per vedere chi la stesse cercando.

Lo schermo mostrava: Kristoff Bjorgman.

"Pronto, Kristoooooff?" disse mentre sbadigliava.

"Ehm, ciao Anna. Sono qua, davanti a casa tua da un po'. Ti sto aspettando… oddio se hai cambiato idea capisco..."

"No no, tranquillo. Aspetta, ma che ore sono?"

"Sono le… undici e trenta".

Anna non poteva crederci. Era andata a dormire alle nove di sera (data la stanchezza) e si era svegliata quattordici ore dopo. Un nuovo record per lei.

"Aspetta che?!" urlò e controllò l'orologio del telefono. Sì, erano proprio le undici e mezza. "Oddio,  scusami Kristoff! Adesso scendo. Dammi dieci minuti e arrivo."

"Va bene, son sempre qua".

Anna riuscì a farsi una doccia, ad asciugarsi i capelli, a lavare i denti e a vestirsi in tempo record, e come promesso uscì dopo dieci minuti. Aperto il pesante portone di casa si trovò il biondo davanti. 

"Scusa ancora il ritardo. Ieri ero molto stanca e si vede che ho dormito proprio bene stanotte. Il mio materasso è veramente comodo! Non so cosa ci mettano in quei cosi, ma sembra proprio di dormire su una nuvola! No, seriamente, scusami Kristoff…"

"Anna tranquilla. Oggi non ho niente da fare, poi ho ripassato qualche curiosità storica del paesello, così avrai una guida con i fiocchi." a queste parole Anna si rilassò un po'.

Entrambi rimasero in silenzio per qualche istante, sorridenti.

Kristoff era là davanti a lei, con un sacchettino di carta in mano.

"Ah, dato che sembra che ti sia appena svegliata ho preso qualcosa da mangiare per te. Non hai fatto colazione, vero?"

Lo stomaco di Anna brontolo rumorosamente. Kristoff sorrise le offrì il sacchettino.

"Sono dei bagel al formaggio. Mangiali pure tutti se hai fame."

La rossa li e iniziò a mangiare, tutto ovviamente sotto lo sguardo compiaciuto del ragazzo.

"Piacciono a tutti, sono i bestseller."

***

 

Kristoff era un'ottima guida. Era preparato su tutto. Iniziarono il tour dal centro città fino alle foreste che circondavano Akresund. Anna fece moltissime foto (anche troppe) ed incominciò ad innamorarsi sempre di più del territorio.

La ragazza notò come tutti i passanti li salutavano o li fermavano, per poi chiedere a Kristoff del perché si trovasse in città e chi fosse la ragazza che stava accompagnando. "È un amica, è appena arrivata e le sto facendo vedere il paese" rispondeva. Tutti erano estremamente gentili e aperti, alcuni l'avevano persino invitata ai vari eventi che avvenivano settimanalmente in quel posto. Quel tour, durato solo due ore, era bastato per far sentire Anna parte della comunità. Il giro continuò anche oltre Akresund: il ragazzo le fece vedere i numerosi laghetti e le fitte foreste che circondavano la piccola città.

Erano le due di pomeriggio e i giovani si erano fermati su una piccola altura. Dietro di loro iniziava una folta foresta, davanti si presentava un bellissimo paesaggio, nel centro di tutto ciò c'era Akresund.

"È bellissimo. Tutto questo… wow."

"Già. A volte vengo qui per rilassarmi. In pochissimi sanno di questo posto. Forse solo io e mio papà". La ragazza si sedette affianco a lui. “Allora, cosa si prova ad essere figlio di un pilota? Dai raccontami un po’ della tua famiglia!”

Kristoff era consapevole che non aveva molto da dire, e di ciò ne era un poco imbarazzato.

"Beh non c'è tanto da dire. Non ho mai conosciuto mia madre, a quanto pare lei abbandonò me e mio papà, dopo avermi dato alla luce, per un uomo d'affari ricco sfondato. Invece mio padre è originario della Norvegia. Ci trasferimmo quà in Svezia perchè così lui era più vicino alla sua squadra di rally. A quei tempi stava gareggiando nel campionato europeo, ed io ero ancora un bambino. Poco dopo riuscì a entrare nella squadra junior della Ford, che ha sede quà ad Akresund. Era talmente veloce che riuscì a gareggiare nel World Rally Championship l’anno successivo e a vincere il Rally di Svezia nel suo primo anno nel campionato’’ raccontó Kristoff.  “Ma poco dopo ha dovuto abbandonare le corse.”

Quella affermazione aveva un sapore amaro in bocca. 

"Era malato. Un tumore celebrale lo stava disintegrando dall'interno. Era troppo tardi, poche settimane dopo la diagnosi si è spento…"

Il biondo aveva pianto tanto, troppo dopo la morte di suo padre. Ricordava ancora il freddo che gli pizzicava le guance rigate dalle lacrime, il mugolo che portava in gola, le notti passate senza riposo. Nonostante questi ricordi facevano ancora male non riusciva a piú a piangere. Era ormai vuoto, aveva infine accettato quella perdita ed era andato avanti. Provava solo una strana emozione, tra la tristezza e rabbia.

Anna era seduta vicino a lui, la sua mano era poggiata su quella di Kristoff. “Non lo sapevo Kris, se lo avessi saputo non ti avrei mai fat-”

"Ha vissuto con dignità e coraggio. È riuscito a realizzare il suo sogno: vincere un rally… probabilmente il suo desiderio successivo sarebbe stato vincere il campionato. Mi manca tanto. Veramente tanto". Il suo sguardo era fisso a guardare i ciottoli di ghiaia per terra. Non era facile parlarne, infatti non ne aveva mai parlato con nessuno. Una mano gli si poggiò sulla spalla.

"Mi dispiace un sacco Kris, sembrava un uomo straordinario." e la ragazza lo abbracciò. Lui era molto più grosso di lei, le sue braccia snelle non riuscivano a tenerlo tutto, a confortarlo come lei voleva.  

Kristoff alzò lo sguardo e rimase a fissare il panorama. La ragazza si staccò dall'abbraccio.

"Sai, anche io ho perso i miei genitori, sei anni fa. Incidente stradale... Erano i proprietari della Arendelle Books, una casa editrice. La loro auto è stata colpita da una che aveva perso il controllo… Entrambi finirono in coma, ma non si svegliarono più." a quelle parole la voce di Anna si fece più fragile e triste. "Dopo un anno dall'incidente la loro sofferenza finí e se ne andarono".

Nel viso della ragazza iniziarono a scendere le prime lacrime, che finirono per terra, come gocce di pioggia.

"Io non ero pronta, non ci credevo. Non potevo perderli così... Ma in fondo sapevo che non ce l'avrebbero mai fatta…" sospirò la rossa mentre si asciugava gli occhi.

Entrambi rimasero fermi, immobili e in silenzio per qualche minuto. Il vento soffiava lievemente, le nuvole volavano alte.

"Alla fine la perdita di un caro è una cosa che non si può rimandare. La si vive, la si affronta e la si supera. Però fa comunque male…" sospirò il biondo.

"Hai ragione… Grazie ancora di tutto Kris… per esserti confidato con me, di avermi offerto la tua fiducia… so che non è facile parlarne."

"Hai fatto la stessa cosa anche te… grazie per avermi ascoltato."

Entrambi erano seduti, uno affianco all'altro. Anna era appoggiata sulla sua spalla; la sua mano era ancora su quella del ragazzo. Pochi istanti dopo Kristoff se ne accorse e arrossì. Quel gesto, quel momento era così… naturale, così perfetto. Dopo qualche minuto il suo stomaco brontolò.

"Ops, dovremmo andare. Andiamo a mangiare qualcosa?"

"Hmm, qui si sta proprio bene… ma va bene, andiamo."

E fu così che i due amici si avviarono verso la città, molto affamati ma soprattutto un po' più vicini.

 

NOTE:
Nuovo capitolo!
Questo weekend c’era il Rally d’Estonia e quindi ho preso un po’ di ispirazione per continuare questa storia. Probabilmente i capitoli con piú azione arriveranno tra un po’ di tempo, sto cercando di costruire una buona relazione tra i due protagonisti. Spero che non vi annoino questi capitoli piú “introspettivi” (o almeno cerco di farli cosí).
Ricordo a tutti di farmi sapere cosa ne pensate della storia fino ad adesso, apprezzo ogni tipo di feedback! Grazie ancora a tutti i lettori che hanno aperto questa storia (molti di piú di quelli che mi aspettavo). Buon proseguimento a tutti!

   
 
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