Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Scape01    10/09/2020    1 recensioni
Per Kristoff, Dirt era molto di piú. In quel videogioco ci intravedeva una passione, un sogno. Amava sfrecciare tra stradine di campagna, tra le foreste innevate svedesi, nella fanghiglia delle strade del Galles o nella ghiaia dei sentieri finlandesi.
La disciplina sportiva conosciuta come Rally e' la grande passione di Kristoff. Dopo un'incontro inaspettato il suo sogno potrebbe diventare realtà...
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Decisi


La Querciola Vagabonda era poco affollata: c'era il solito gruppo di anziani che stava su un tavolino a giocare a carte, leggere il giornale o bere una tazza di caffè insieme. Era la tipica tranquilla giornata di lavoro per Kristoff, non troppi clienti e poca interazione.

La porta si aprì e il campanello sopra di esso suonò. Era Anna e il ragazzo era contento di vederla.

"Ciao Anna! Cosa posso darti?" chiese gentilmente il biondo.

"Un latte macchiato grazie. Ah, e un bagel con crema al cioccolato."

"Arrivano subito" disse sorridendo.

"Posso sedermi?" chiese la rossa gentilmente.

"Certo, dove vuoi."

Anna si sedette nei tavoli con i divanetti di pelle in fondo al locale e tirò fuori un portatile. Poco dopo Kristoff si avvicinò alla ragazza con il suo ordine. 

"Ecco il latte e il bagel. Offre la casa."

"Ah wow!” disse felice ”e a cosa devo questa generosità?"

"Sconto nuovi arrivati."

"Ah che bello!"

Anna iniziava a vedere Kristoff sotto un'altra luce. I suoi capelli dorati e spettinati, i suoi occhi dolci come il miele, la sua stazza robusta e muscolosa iniziavano a piacerle sempre di più. Per poco non iniziava a incantarsi a tutto quel bel vedere.

"Ehi Anna? Ci sei?” chiese il ragazzo. ”Su che cosa stai lavorando?" Ok, si era incantata.

"AH, si. Sto scrivendo un libro, un racconto per i giovani."

"E che cosa narra?"

"Non voglio spoilerare troppo. Comunque, per riassumere: mostra la vicenda di due sorelle che, a causa dei poteri della maggiore, sono costrette a vivere uno separata dall'altra e isolate dal mondo che le circonda. Questi poteri metteranno a rischio tutto ciò che hanno a cuore, ma in fondo la minore sa  sa che questi sono un dono e non una maledizione."

"Carina la trama".

I due rimasero insieme tutta la giornata. Pochi erano i clienti, quindi Kristoff passò la maggiorparte del tempo a chiaccherare con Anna. 

Quando il suo turno finì, rimase fino a sera con lei, fino alla chiusura del locale in tardo crepuscolo. Tutto quel tempo passò in un battibaleno, tempo passato tra racconti e risate.

"Buonanotte Anna. A domani, se ci sei..."

"Si, ci sono! Ho apprezzato molto la tua compagnia. Buonanotte anche a te” Anna inserí le chiavi dentro la serratura della porta.

"Ah! Una cosa! Ci ho pensato, riguardo al rally di febbraio. Mi farebbe piacere andarlo a vedere… insieme a te" a queste parole il biondo arrossì in un istante, ma ció non si notava dalla poca luce della notte.

"Ma certo! Benissimo! Prenoto i biglietti questa settimana allora…"

"Propongo di venire a casa mia e guardarlo gratuitamente. So che ogni percorso passa sulla strada davanti alla mia abitazione. Quindi se vuoi puoi venire a fare un salto da me" propose Kristoff.

"Ancora meglio! Affare fatto allora. Non vedo l'ora che sia già febbraio! Il mio primo Rally di Svezia! Che emozione!" la ragazza saltelló sul posto per l’emozione.

"Già. Allora siamo d'accordo. Bene! A domani Anna!"

"Notte Kris” e i due si salutarono.

Entrambi andarono a letto compiaciuti. Si, erano buoni amici ora.

 

***

 

I due erano inseparabili e ogni giorno si tenevano compagnia: che fosse al bar o al telefono non faceva differenza. Numerose erano le ore passate a chiacchierare al locale, guardare un film insieme mentre conversavano in chat vocale, giocare e sfidarsi a Dirt o ad altri giochi. Entrambi si sentivano a proprio agio tra di loro. 

Anna era la più socievole. Si era fatta molti amici nel paese, e quasi tutti gli abitanti ormai la conoscevano. Ormai era parte della comunità di Akresund e di ciò ne era contentissima. Per la prima volta nella sua vita si sentiva veramente a casa.

Dicembre era appena iniziato. Anna stava lavorando sul suo romanzo, quando il telefono squillò.

"Pronto, Elsa?"

"Ciao Anna! Ti ho disturbato? Ho chiamato per chiederti come stai..."

"Qui tutto bene. Sono a casa, sto finendo il libro.” affermó la ragazza “Ah, stai tranquilla, il trasloco è terminato."

"Bene, bene… hai bisogno di qualcosa?” chiese in tono quasi materno Elsa. “No, grazie. Sono responsabile e indipendente, proprio come una vera adulta!” scherzó Anna.

“Sicura? Va bene. Allora com'è Akresund?"

"È PERFETTA. Tranquilla, circondata dalla natura, le persone sono fantastiche… sai un ragazzo mi ha pure aiutato con i pacchi."

"Che intendi?"

"La mia auto si era fermata nel mezzo del nulla. Per fortuna c'era Kristoff, un locale, che mi ha portato la maggiorparte delle scatole, tutto questo a piedi!"

"Ah capisco… fai comunque attenzione agli sconosciuti... Mi sono informata e ho visto che Akresund è la 'capitale del rally svedese'. Vedo che ti sei scelta il posto perfetto" e la bionda rise.

"Già… a febbraio vado a vedere il mio primo Rally di Svezia. Ti va di venire?"

"Lo sai che non mi fa impazzire quello sport… però va bene, vedrò di ritagliarmi qualche giorno. Verrò anche per Natale, se vuoi. Sai, mi manchi tanto Anna."

"Certo, lo sai che sei sempre la benvenuta! Manchi tanto anche a me sorellona. Ti aspetto per anche per Natale allora!" Anna voleva veramente bene ad Elsa, nonostante abbia passato la maggior parte della sua vita divisa dalla sorella. Le due ragazze continuarono a parlare per qualche ora: parlarono del trasloco, della cittá, degli affari della loro casa editrice e cose da ragazze. Alla fine si salutarono calorosamente, la loro mancanza reciproca era percepibile dalle loro voci.

"Un'ultima cosa: com'è questo Christopher… è carino?" chiese scherzosamente.

"ELSA! E comunque si chiama Kristoff..." e Anna arrossì in un nanosecondo.

 

***

In quel freddo giorno di dicembre la neve non stava cadendo. Era tutto fermo, immobile e muto. 

Kristoff guardava in basso, non riusciva ad alzare il capo. Il mugolo alla gola gli dava fastidio, le lacrime avevano segnato le sue guance.

Le persone erano attorno a lui e a suo padre. La bara era ormai chiusa, pronta per essere poggiata in quella fredda e scura terra.

Lars si fece avanti. Voleva salutare un'ultima volta il suo migliore amico.

"Arvid non ha mai avuto paura. Sia in pista che nella vita. Il Rally, lo sport che lui amava, io amo e noi amiamo, si basa completamente su un unico aspetto: il coraggio" disse. Successivamente si rivolse al piccolo Kristoff.

"Tuo padre ha vissuto una vita da invidiare, ne sono sicuro. Nessuno era buono, deciso e abile come lui. Probabilmente stai pensando che ora non c'è più, che sia svanito. Invece è ancora qui con noi, nei nostri cuori e nei nostri ricordi. Quando gareggiavamo insieme sfidavamo la morte, la guardavamo dritto negli occhi e la deridevamo. Sai, mi ricordo ancora lo stile di guida di tuo padre: selvaggio, sempre al limite e rischioso. A volte andavamo a scontrarci, ma lui al posto di spaventarsi e andare piú piano premeva l'acceleratore fino al massimo. La cosa bella é che riusciva sempre a tagliare qualche secondo dalla concorrenza, nonostante l’auto si lamentasse ai suoi comandi. Alla fine di ogni rally ridevamo: la nostra vettura era sempre quella messa peggio esteticamente, ma vincevamo. Ci mancherai tanto Arvid. Insegna agli angeli a derapare."

 

Kristoff era davanti alla lapide del padre. La neve cadeva piano, leggera e candida. Era il 10 dicembre, il tredicesimo anno senza lui. 

"Ehi papà. Come va lassù?" disse a bassa voce. Si inginocchiò e si poggiò sulla sua fredda lapide.

"Ho preso una decisione. Quest'anno gareggerò. Ho ventiquattro anni, la stessa età di quando tu iniziasti a gareggiare per la prima volta. Da quando conosciuto questa ragazza, si chiama Anna, si è riacceso qualcosa in me. La sua vivacità, la sua voglia di vivere è contagiosa… Ho intenzione di seguire le tue orme, di onorarti, oppure di creare la mia strada, la mia carriera. Comunque vada il mio primo Rally spero che tu sia fiero di me… Mi manchi tanto…" e una piccola lacrima gli rigò il viso.

"Augurami buona fortuna, papà."

Il giovane si rialzò e si mise in cammino verso Akresund. 

 

***

Anna era sdraiata comodamente sul divano. In tv stavano tramettendo un documentario su Sebastien Loeb, pilota di rally considerato leggenda per aver vinto il Campionato Mondiale di Rally nove volte consecutive. 

"Allora, qual'è il segreto del tuo successo?" chiese l'intervistatore.

"Innanzitutto la mia squadra. Loro hanno avuto fiducia in me e io ho fatto lo stesso. Adesso che ci penso è proprio la fiducia ad essere parte fondamentale del Rally. Un pilota può essere bravo quanto vuoi, ma se non si fida del suo co-pilota e della sua squadra non potrà mai andare veloce. Lo stesso vale all'inverso." dichiaro il campione.

"Bene, bene… per terminare, che cosa consiglia ai fan dello sport che vogliono approcciarsi al mondo del rally?"

"Innanzitutto consiglio di unirsi a un club automobilistico e decidere se diventare pilota, copilota, meccanico, commissario… sono tante le possibilità. Successivamente consiglio di fare più esperienza possibile. Qualsiasi rally di qualsiasi tipologia va bene. Infine consiglio di farsi coraggio e provare, almeno una volta. Non ve ne pentirete. Tutti possono gareggiare, ma pochi riescono a essere veri piloti".

A quel discorso Anna riuscì a convincersi. Doveva partecipare ad un evento. Ormai aveva 21 anni, era grande e indipendente, poteva decidere per se, no? Ma a quale evento partecipare? Prese il portatile e si mise a cercare online.

Dopo qualche ricerca su Internet scoprì che un campionato aperto di Rally si svolgeva vicino ad Akresund, e che il club della città avrebbe voluto partecipare. Mancavano però un pilota e un co-pilota dilettanti. 

“Dovrei guidare? No, non ho esperienza al volante” pensó. Certo, nel videogioco era velocissima, nonostante utilizzasse un banale controller e non un volante con pedali, ma non si sentiva pronta per pilotare una di quelle vetture. “Meglio fare da co-pilota” concluse.

"Ok. Devo iscrivermi."

 

***

 

Kristoff avanzava con passo deciso verso il club automobilistico di Akresund, la AkresundRally Team. Era proprio davanti al locale in cui lavorava, affianco alla casa di Anna. 

Arrivò in tempo record, i suoi passi erano veloci e con di una falcata consistente.

Aprì la porta ed entrò. L'entrata era accogliente, il profumo del legno di cedro avvolgeva la stanza. Appese ai muri c'erano tante foto e trofei, per non parlare delle bottiglie di champagne. In mezzo a tutte quelle Kristoff riuscì a scovare quella di suo padre e Lars, che insieme alzavano il loro trofeo. Il giovane s’incantó alla vista di quelle foto, c’erano cosí tanti piloti importanti che avevano iniziato in questo posto.

"Posso aiutarti Kristoff?" chiese Lars alle sue spalle.

"Ciao Lars” Kirstoff lo guardó dritto negli occhi ”ho deciso. Voglio parteci-"

"Ho capito tutto ragazzo mio, appena sei entrato” Lars gli sorrise, il suo sguardo era caloroso come quello di un padre. ”Sono fiero di te. So che tuo padre lo é ancora di più. Dai, seguimi, ti prendo la documentazione per iscriverti al nostro club. Successivamente ti dovrò formare e insegnare l'arte del rally. Vuoi diventare un pilota no?"

"Ehm sì, pilota."

"Perfetto. Proprio come Arvid… so che hai grande talento, me lo sento. Tutta la gente del posto lo sa".

"Ma non mi avete mai visto guidare…"

"L'essenziale è invisibile agli occhi. Vedo in te un grande pilota. Proprio come ho visto in tuo padre un campione".

Kristoff sorrise, ma non era ancora fiducioso in se stesso.

"Figliolo, posso farti una domanda? Che cosa ti ha convinto a partecipare?"

"Ehm, non saprei… me lo sento dentro. Voglio provare, devo provare" rispose. Dopo qualche istante la sua voce si fece piú decisa “Sono stanco di non avere ambizioni. Amo questo sport e nella mia vita non ho mai avuto il coraggio di fare niente. Voglio vivere come mio padre, senza paura e indecisione, e credo che questa sia la mia opportunitá.”

"Capisco, sei proprio come Arvid… dai, andiamo nella stanza dietro che ti faccio entrare nel Club".

I due stavano per entrare nell'ufficio sul retro quando la porta all'entrata si aprì. Arvid giró il capo per vedere chi fosse entrato.

"Ciao Anna! Che piacere vederti qui! Sei venuta a restituirmi il documentario sulla Categoria B?" chiese Lars.

Kristoff si voltò, era proprio lei.

"Ciao Lars! E Kristoff!” non si aspettava di vederlo. ”Sono venuta per entrare nel club e diventare co-pilota. Vorrei partecipare al campionato aperto." disse con voce decisa.

"Ma certo! Dai seguimi che vi iscrivo entrambi allora!"

I due giovani si guardarono negli occhi per un istante. Uno sguardo fulmineo, quasi impercettibile, ma pieno di speranza, voglia e comprensione. Avrebbero gareggiato insieme.

***

I documenti da firmare erano veramente tanti. Entrambi passarono più di 20 minuti a segnare quei fogli. 

Dopo che i due finirono Lars spiegò che entrambi dovevano passare un test teorico per poi passare a uno pratico.

"L'esame sarà agli inizi di gennaio. Iniziate a studiare" e diede ad entrambi un fascicoletto con tutte le regole, norme di sicurezza e segnaletiche dello sport.

"Da domani farete parte ufficialmente del nostro club. Se passate l'esame farete parte della AkresundRally Team categoria principianti” spiegó. ”Sono contento per voi. Spero possiate lavorare bene insieme. Vi farò sapere in caso di aggiornamenti" e li salutó calorosamente.

Entrambi ringraziarono Lars e si avviarono verso l'uscita. Improvvisamente il vecchio fermò Kristoff.

"Ehi Kris, ho visto come guardavi Anna… allora ti piace eh?"

Il biondo era imbarazzato, il sangue scorse nel viso in un’istante. 

"Non so di che cosa tu stia parlando. Ci siamo appena conosciuti… e siamo solo amici"

"Certo, certo. Vi vedo sempre insieme, lá al locale. State bene insieme."

"Ehm ok, grazie, ma ora devo proprio andare…"

"Va bene, vai. Stammi bene ragazzo".

E così Kristoff uscì.

"Che ti ha detto?" domandò Anna.

"NIENTE!" si schiarì la voce "niente".

"Ah, ok. Prendiamo qualcosa da mangiare?" 

"Va bene, ho una fame…" e così i due passarono la giornata insieme, a chiacchierare, passeggiare e mangiare, da buoni amici. 

***

Era sera, la gente stava rientrando a casa e la luna splendeva alta in cielo. I due ragazzi si trovavano davanti a casa di Anna e si stavano salutando. 

"Grazie per la compagnia Kristoff".

"Mi sono trovato bene anche io".

Entrambi rimasero in silenzio, sorridendo a vicenda. 

Entrambi vedevano l’uno nell’altro qualcosa di diverso quella sera, qualcosa di speciale.

"Bene, allora buonanotte Kris!" e la rossa gli diede un bacio sulla guancia.

"Sogni d'oro, principessa" e si avviò verso casa.

"Kristoff?" gridò Anna, ormai lontana.

"Si?"

"Hai qualche impegno a Natale?"

Il giovane non rispose immediatamente. Aveva smesso di festeggiarlo dopo la morte di suo papà.

"No, non credo. Sono libero".

"Ti va di passarlo con noi? Io e mia sorella. Lei viene qua tra pochi giorni. Siamo noi due e se vuoi ti puoi unire…"

"Ehm, va bene. Ci penserò su".

"Perfetto! Ci sentiamo!"

"A presto".

Anna aveva uno strano effetto su Kristoff. Lo spingeva ad essere più sociale, aperto, felice. La sua solarità, allegria e ottimismo erano contagiose. Lei era completamente il suo opposto, ma in qualche modo funzionavano, si trovavano bene.

Quella notte le stelle brillavano forti,  la luna ancora di più. Qualcosa stava cambiando, il ragazzo iniziava a vedere tutto sotto una nuova luce.

***

Appena rientrata a casa Anna non si sentiva bene. Gli occhi erano pesanti, il naso tappato e le guance rosse. Probabilmente aveva preso freddo, oppure era solo emozionata. Tra pochi mesi avrebbe partecipato a un Rally, per lo più con il suo 'dolce' Kristoff. 

"Aspetta, che?" pensò.

Ok, non era in se stessa. Doveva riposare. Si spogliò completamente dai suoi pesanti vestiti e si infilò nel suo comodo pigiama. Dopo essersi lavata i denti andò subito a rintanarsi nel suo grandissimo letto.

Si toccò la fronte. Era bollente.

"Fantastico, ho la febbre" disse al vuoto.

Anna odiava essere malata, andava contro la sua natura vivace e avventurosa. Per non parlare poi dello stato quasi allucinatorio che le provocava: spesso, quando aveva la febbre, sognava scene bizzarre, inimmaginabili. Nonostante tutto il sonno la travolse completamente e lei entrò così nel suo bizzarro mondo dei sogni…

Un leggero raggio di sole entrava dalla finestra. L'alba era bellissima da vedere dalla sua stanza, ma spesso lei preferiva dormire fino a tarda mattina. Quel raggio le abbagliava il viso, quindi lei si girò verso l'altra parte del letto. 

Non poteva crederci. Affianco a lei stava dormendo Kristoff. Capelli biondi spettinati, spalle larghe, addominali lievemente scolpiti e pettorali di ferro. Sì, doveva essere era proprio lui. 

"Buongiorno Anna…"

"Wow Kristoff, sei uno splendore".

Anna lo stava mangiando con lo sguardo. Era bellissimo, come una divinità greca o un bronzo di Riace.

"Tu ancora di più" e in un istante si mise sopra di lei.

"Posso?"

"Oddio SÌ! Non sai quanto ti desidero..."

*DRIIIN DRIIIN*

Anna si svegliò di colpo. Qualcuno stava suonando alla sua porta. Era confusa. Che razza di sogno stava facendo?

*DRIIIN DRIIIN*

"A-a-arrivo. Un m-momento" cercò di gridare.

Appena si alzò dal letto le partì un colpo di vertigini. Aveva ancora la febbre.

Aperta alla porta si trovò un Kristoff sorridente, con in mano un sacchetto pieno di bagel al formaggio (i suoi preferiti) e sotto l'ascella il libricino da studiare per l'esame.

"Ciao Anna, pronta a studiare?"

"Eh?"

"Ieri pomeriggio avevi proposto di studiare insieme il regolamento e le norme di sicurezza… non ti ricordi?"

"Ehm… AH SI! Scusa Kris, sono un disastro. Mi dimentico sempre tutto".

"Se hai cambiato idea non mi offendo sai..."

"NO! Ehm, no, per favore, entra pure".

"Va bene".

Anna era ancora in pigiama, senza trucco e con dei capelli selvaggi. 

Il libretto di Kristoff gli scivolò dall'ascella e finì per terra. Anna lo raccolse, ma nel rialzarsi perse l'equilibrio. Delle mani forti ma delicate fermarono la caduta.

"PRESA! Anna, stai bene?" chiese preoccupato il biondo.

"Ehm… sinceramente non tanto. Ieri notte mi è venuta una febbre… e non credo sia passata".

"Oddio Anna, torna a letto subito! Ti devi riposare. Dov’é la tua stanza?"

Anna lo guidò verso la sua camera. 

"Dai, sdraiati" disse "ti preparo qualcosa di caldo".

La ragazza si sdraiò sul letto e Kristoff coprì il suo esile corpo con le coperte. Si sedette sul bordo del letto e tese la mano verso la sua fronte. 

"Oddio Anna, sei bollente. Hai chiamato il medico?"

"No, non ancora. Se peggiora chiamerò…"

"Sicura?"

"Si si… probabilmente è il cambio di stagione".

"Ok, se lo dici tu…” le sorrise. “Resta qui e riposati, va bene? Adesso vado in cucina e ti preparo una bella cioccolata calda".

"Ehm, non credo di averne in dispensa".

"Tranquilla, l'ho comprata prima. È là, nel sacchetto" indicò verso quello contenente i bagel.

"Ah perfetto".

"Allora vado, possiamo studiare un'altra volta" e Kristoff si alzò dal letto.

"Aspetta!" esclamò Anna.

"Hm?"

"Ehm, grazie Kris".

"Non è nulla".

Dieci minuti dopo tornò con due tazze colme di cioccolata calda, il quale profumo ricopriva l'intera stanza.

"Ecco prendi. Attenzione che è calda". 

Anna appoggiò la schiena sul poggiatesta e sorseggiò la deliziosa e calda bevanda. Kristoff era in piedi, appoggiato alla porta, anche lui beveva con gusto la sua cioccolata. 

Il silenzio tra i due non era imbarazzante, anzi, era calmo, tranquillo e piacevole. Entrambi si erano incantati nel vedere la neve, candida e leggera, cadere fuori.

"Posso?" si avvicinò per prendere la tazza, ormai vuota.

"Si. Era buonissima, che marca era?"

"Cioccolato Weaselton, mio papà me la preparava sempre quando ero malato".

"Beh si vede che funziona, mi sento già meglio!" e si alzò dal letto. Perse ancora una volta l'equilibrio e cadde sul biondo.

"Ehi furia scatenata! Piano! Devi riposare… per favore".

Kristoff notò che non era più calda come prima, ma doveva ancora riprendersi per bene.

"Dai, dormi un po' e starai meglio subito"

"Ma ho dormito per ore e ore stanotte! Non ho sonno!"

"Lo so, ma non puoi muoverti così! Per il tuo bene vacci piano ok? Ora ti lascio riposare, sono a studiare in sala se hai bisogno" e si avviò verso l'uscita.

Kristoff era così premuroso, gentile, disponibile: era perfetto.

"No, per piacere… resta". I suoi grandi occhi blu lo fissavano con speranza.

"Va bene. Allora, vuoi vedere qualche film? Ti leggo qualcosa?"

"Hmm… me la suoni?" disse, indicando la chitarra appoggiata sul muro.

***

Anna sembrava così fragile, piccola. Appena aprì la porta Kristoff capì che qualcosa non andava. Probabilmente aveva preso freddo il giorno prima. Infatti dopo essersi iscritti al Rally hanno passato tutta la giornata tra i mercatini del villaggio, il tutto sotto una fitta nevicata. 

"Fortuna che ho comprato la cioccolata… anche oggi fa freddo" pensò il biondo.

Anna si era sistemata i capelli nelle sue tipiche trecce. Era bellissima, anche se era ammalata. Kristoff si era messo l'anima in pace e ammise a se stesso di essere interessato ad Anna, in ogni senso. I quei pochi mesi era riuscita a conquistarlo con la sua vivacità, il suo ottimismo, la sua tenacia e il suoi modi di fare strampalati.

"No… per favore, resta" a quella frase il tempo rallentò. Lei voleva stare con lui, avere la sua compagnia. I suoi grandi occhi blu lo stavano implorando, erano così vivi, speranzosi.

Non poteva negarle ciò; non voleva negarle niente. E quindi decise di farle compagnia.

"Mi suoni qualcosa?" fece lei, indicando la chitarra infondo alla stanza.

Kristoff la prese in mano. Era un bel modello, acustica ma piena di polvere. Probabilmente non suonata da tanto tempo.

Il biondo prese una sedia e si sedette davanti a lei.

"Allora, cosa desidera la principessa?" disse scherzando.

"Qualsiasi cosa" sorrise.

Mentre pensava a che cosa suonare, Kristoff accordò lo strumento.

Decise di suonare una canzone che descriveva il suo stato d'animo, quello che provava dopo aver conosciuto quella magnifica ragazza sdraiata davanti a lui.

***

Quella chitarra le era stata regalata da sua madre. Lei aveva notato le doti da scrittrice di Anna e voleva esplorare anche quelle musicali. Inoltre alla ragazza piaceva cantare, soprattutto sotto la doccia.

La rossa ricordava ancora le prime volte che l'aveva suonata: le dita doloranti, le difficoltà a suonare gli accordi e ad arpeggiarli, gli incoraggiamenti dei genitori… poi ci l'incidente. Tutto si fermò, quella chitarra non cantò più alcuna nota, fine dello show.

Kristoff una volta le aveva detto che sapeva suonare la chitarra, quindi Anna colse l'occasione al volo.
Il ragazzo era seduto davanti a lei, chitarra accordata in mano e pronto a suonare. Un dolce arpeggio uscì dallo strumento, seguito da un altro, e un altro ancora.

"Wise men say, only fools rush in. But I can't help falling in love with you."

Anna era immobile. A voce di Kristoff era profonda e ricca, ma allo stesso tempo tranquilla e calma. La melodia della chitarra era dolce, rilassante. Il giovane aveva gli occhi chiusi, stava cantando con l'anima.

"Shall I stay? Would it be a sin? If I can't help falling in love with you."

"Take my hand, take my whole life too. For I can't help, falling in love with you. Cause I can't help falling in love with you."

***

Kristoff rimase fermo. La melodia terminò e il tempo con essa. Aprì gli occhi e alzò lo sguardo.

Anna lo stava guardando dritto negli occhi. Quei grandi occhi, blu come il cielo, gli stavano guardando l'anima. Rimasero così per un po'.

"Anna, tutto bene?"

"Si, benissimo. Era stupenda, la canzone intendo. Wow".

"Mi fa piacere che ti piaccia… altro?"

"Suona quello che vuoi"

"D'accordo principessa…" e si mise a strimpellare la chitarra con dolci e rilassanti melodie. Dopo qualche minuto notò il viso rilassato e addormentato della ragazza. Un piccolo sorriso le si era formato sullafaccia. Si avvicinò a lei, le toccò la fronte delicatamente: non era più calda.

"Riposa Anna, riposa..." si alzò, sistemò le coperte attorno al corpicino di Anna, chiuse le tende, ripose la chitarra e andò in sala a studiare. Sarebbe rimasto lí anche al suo risveglio, non l'avrebbe mai lasciata sola.

NOTE:
Rieccomi con un nuovo capitolo! Volevo far avvicinare i due protagonisti ancora un pochino prima di passare all'azione. La gara arriverá tra uno o due capitoli, intanto godetevi queste aggiunte ancora "calme". Ancora una volta, il feedback per me é importante! Grazie a tutti i lettori che stanno seguendo questa storia!

-Scape01

   
 
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