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Autore: G RAFFA uwetta    21/09/2020    0 recensioni
La Vita è il ticchettio che scandisce l'ora.
La Morte è il silenzio tra una oscillazione e l'altra del pendolo.
Il Tempo è la velocità con cui la ruggine polverizza l'orologio. (G RAFFA uwetta)
Sarà una raccolta con tema principale i sogni e le sue molteplici sfumature.
Scelgo te si è classificata quarta al contest ‘Tattoo Studio’ indetto da wurags, rilevato da Juriaka, sul forum e quinta al contest ‘L’enigma dell’Uroboro’ indetto da _ Freya Crescent _ sul forum.
Pieghe tra le lenzuola partecipa al contest 'Scriptophobia' indetto da Soul_Shine sul forum.
Anche gli incubi hanno fame partecipa al contest 'Generi a catena' indetto da Dark Sider sul forum e al contest "Hold my Angst (Flash contest - Edite e inedite)" indetto da GaiaBessie sul forum di efp. Ha vinto il 'Premio come migliore storia in conorso'.
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Prefazione: per Samantha contano solo i soldi e il prestigio.

La sua carriera di avvocato è al culmine quando un uomo, che lei, sotto lauto compenso, aveva tenuto lontano dalla galera, compie una strage nella discoteca della sua cittadina. Scoppia lo scandalo e, inevitabilmente, la trascina con sé.

La vita della donna imbocca una pericolosa discesa. Saprà ravvedersi o scivolerà fin dentro l’inferno?



Pendolo arrugginito



Nel letto sfatto, Samantha Qalby si rigirava tra le lenzuola madida di sudore. Gli occhi si muovevano frenetici, quasi a rincorrersi nel volto pallido. Mentre digrignava i denti, masticava purulente parole di paura.

China su di lei, l’emissaria della Morte la vegliava, le dita scheletriche aperte a raggiera sopra il suo corpo.

«Guarda,» sussurrò, pregustando il suo terrore.



L’interno della casa era avvolto nell’oscurità. La fioca luce dei lampioni annaspava, imbrigliata nelle tende smosse dalla frescura della notte.

Per alcuni istanti, la sagoma di un uomo macchiò il pallore delle finestre; si muoveva a scatti, come un pendolo arrugginito.

Il silenzio greve, caliginoso come cenere lavica, si accartocciò in mille schegge che implosero assieme alla polvere da sparo.

Poi ci furono solo urla e dolore.

La Morte aveva di che sfamarsi in quella notte gravida di luna.



«Ti prego, ti scongiuro. Non voglio più vedere, non voglio più sentire,» supplicò la donna, accartocciata nell’angolo più buio di quella casa che odorava di ruggine.

«Non puoi esimerti, è una tua creatura. La tua avidità l’ha generato.»

«No! No! Non c’entro nulla, non è colpa mia.» L’emissaria della Morte si eclissò e la sua risata sprezzante fece tremare l’anima della donna.



Samantha scattò seduta sul letto, lo strascico del sogno imbrigliato nelle ciglia umide. Con un lembo del lenzuolo tamponò il sudore dalla pelle diafana. Da mesi era perseguitata dagli incubi: uno diverso dall’altro e tutti premonitori. Era così provata, per le frequenti notti insonni, che aveva perso il lavoro, tanto distratta e stanca da addormentarsi in aula.

Eppure, qualcosa era cambiato. Quell’ultimo incubo le era sembrato così reale, così vivido. Aveva avvertito la pelle sfrigolare nel punto in cui il primo proiettile esploso aveva colpito la carne della ragazza del sogno. Ed ebbe paura.

Si grattò il mento. Se avesse avvisato per tempo la ragazza? Forse avrebbe spezzato la catena e la sua vita sarebbe tornata quella di una volta.

Non aveva tempo da perdere, così recuperò in fretta i faldoni dei vecchi processi e cercò l’indirizzo.



Le villette a schiera a nord di Memphis sonnecchiavano addossate le une alle altre e le poche finestre illuminate ammiccavano alla luna.

Il viale che affiancava le case era silenzioso. Lampioni in ottone disegnavano ombre ai piedi dei tigli in fiore, la brezza della sera spandeva il loro profumo caldo e intenso. Era così concentrato, che il sapore dolciastro dei petali gialli scivolava lungo la gola.

L’uscio del numero civico 14 si spalancò; ne uscì una figura esile, i capelli lunghi che ondeggiavano a ogni passo. Scese i pochi gradini tenendosi avvinghiata alla ringhiera, un sacco nero a impedire i movimenti. Arrivata in fondo, buttò il fardello dentro un grande bidone nero, si stiracchiò come un gatto e sfilò da una tasca dei pantaloni l’occorrente per fumare. Assorta, sbuffò il fumo che ascese e si perse nel fitto fogliame.

«Mi scusi.» Samantha sbucò da dietro i tronchi. Indossava un maglione infeltrito, una gonna plissettata e basse scarpe dall’aria vissuta ma comoda. «Non mi conosce ma ho delle informazioni vitali da darle,» si affrettò spiegare, gli occhi incollati a quelli castani di lei.

Presa in contropiede, la ragazza si allontanò.

«La prego, Jennifer, mi deve ascoltare!» le intimò Samantha, afferrandola per il braccio.

«Non so come fa a sapere il mio nome ma mi lasci andare o comincerò a urlare così forte che mi sentiranno fino a...» Infastidita, e anche un po’ intimorita, cercò di liberarsi della presa ferrea della sconosciuta.

«Mi deve dare retta,» l’interruppe seccata. «Stanotte, lui...»

«Jennifer! C’è qualcuno lì con te? Ci stai mettendo troppo tempo.» La finestra del piano terra del civico 14 si illuminò e la sagoma di un uomo tarchiato occupò quasi tutto lo spazio.

«No. No, papà, arrivo!» Jennifer sussultò e buttò il mozzicone di sigaretta sull’asfalto. «Spero non mi abbia visto fumare,» borbottò terrorizzata.

«Faccia come crede.» Samantha allentò la stretta.

Jennifer si divincolò, affrettandosi poi verso casa, gli occhi bassi per non infastidire il padre. Prima di oltrepassare l’uscio, sbirciò verso la strada: quella signora emaciata se ne stava ancora lì, a guardarla accusatoria.



Più tardi, dall’altra parte della città, Samantha rincasò nel suo elegante attico, spalle curve e morale a terra.

«Stupida ragazzina!» mugugnò tra sé. Era una mocciosa sciocca come tutti i giovani d’oggi. Avrebbe dovuto ascoltarla, ma avrebbe imparato a sue spese.

Guardò disperata il suo appartamento vuoto in cerca di risposte. Cosa avrebbe dovuto fare? Un altro incubo e avrebbe potuto perdere del tutto la ragione.

Abbandonò le chiavi sulla mensola all’ingresso, si tolse le vecchie scarpe e le nascose sul fondo dell’armadio dei cappotti. Percorse il salone adiacente fino a raggiungere la propria camera. Solo allora si accorse che l’aria puzzava di stantio. Mentre sfilava dalla testa il logoro maglione, oltrepassò l’uscio e...



Nel letto sfatto, Samantha Qalby giaceva immobile, le lenzuola candide intrise del suo sangue; gli occhi spalancati e vitrei spiccavano sul volto cinereo. L’emissaria della Morte vegliava assorta, tra le dita scheletriche rigirava la pistola con cui la donna si era tolta la vita.

«Bentornata,» l’accolse.

«Non capisco. È uno scherzo? Siamo sul set di un film?» biascicò Samantha.

«Niente di tutto ciò. Prima di esalare il tuo ultimo respiro ti ho proposto un patto: in cambio di una vita salvata, avresti avuto un premio. Ricordi?»

«Chiunque tu sia, questa farsa è durata abbastanza. Fuori da casa mia e portati dietro il tuo stupido siparietto,» inveì, gesticolando forsennata verso il letto.

L’emissaria sorrise ferina e schioccò le dita. L’involucro che conteneva la donna si dissolse nell’aria e l’anima di Samantha si ritrovò nuda, inchiodata al pendolo che scandiva il Tempo.

«Non hai proprio ritegno. Pensi di essere più furba della Morte? Per un’ultima volta, ho voluto darti credito, ma non hai fatto ammenda dei tuoi errori. In vita sei stata un avvocato corrotto, che ha contribuito a lasciare in libertà dei criminali: papponi, pedofili, uomini violenti. Nella morte, ti condanno a subire in eterno i frutti delle tue colpe. Di volta, in volta, la tua anima abiterà il corpo acerbo di un adolescente che sarà perseguitato, maltrattato, violato. Così è deciso.»



La Vita è il ticchettio che scandisce l’ora.

La Morte è il silenzio tra una oscillazione e l’altra del pendolo.

Il Tempo è la velocità con cui la ruggine polverizza l’orologio. (G RAFFA uwetta)



Note dell’autrice: si pensa che a un passo dalla morte si riveda l’intera esistenza. E se così non fosse? E se ci venisse chiesto di rimediare a un torto fatto?


Buona lettura e i commenti sono graditi.



Leggenda

Genere: drammatico – soprannaturale.

Rating: giallo.

Note/Avvertimenti: nessuno.

Coppia: nessuno.

   
 
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