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Autore: 18Ginny18    30/09/2020    1 recensioni
[Missing moment della serie "The Black Chronicles"]
Cos'è successo alla Coppa del Mondo? Questa breve storia, che avevo tagliato da un capitolo di 'Secrets' e che adesso ho rivisitato, vi darà qualche delucidazione.
Piccolo assaggio:
- Lunastorta – lo chiamò Sirius, con tono mieloso.
- Che vuoi? - brontolò Remus, che era alle prese con un panno umido di disinfettante. Ginevra cercò di nascondere un sorriso divertito nel vedere il modo in cui il suo padrino puliva la bacchetta. Quella bacchetta aveva visitato un luogo che una bacchetta non avrebbe mai dovuto conoscere.
Sirius picchiettò le dita sul tavolo. - Hai intenzione di tenere il muso per sempre?
Remus finse di pensarci. - Non lo so... Però ti garantisco che se ti uccidessi tornerei a sorridere.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric Diggory, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Arthur/Molly, Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~The Black Chronicles~'
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CAPITOLO 5

- KRUM PRENDE IL BOCCINO, MA VINCE L’IRLANDA! Santo cielo, che partita! Credo che nessuno di noi se lo aspettasse! - urlò il commentatore alla fine della partita.
La folla era in delirio.
- È stata una partita fantastica! – esultò Charlie, felice come un bambino a Natale.
- Peccato che non sia potuta durare di più… - concordò suo fratello Bill.
- Puoi dirlo forte, ragazzo – gli fece eco il signor Chang.
Erano tutti imbottigliati nella folla in uscita dallo stadio verso il campeggio. Canti rauchi si levavano nell’aria notturna mentre ripercorrevano il cammino lungo il sentiero illuminato dalle lanterne.
Cedric provò più volte ad avvicinarsi a Ginevra, ma Cho non glielo permetteva: - Ho paura di perdermi tra la folla – diceva e lui non se la sentiva di lasciarla da sola.
La verità era che il Tassorosso era troppo gentile e, a volte, troppo ingenuo. Cho ne approfittava, ovviamente. Voleva passare più tempo possibile con lui e allontanarlo da quella che era la sua fidanzata.
“Ma non per molto”, fu il pensiero carico di soddisfazione della Corvonero.
Infatti, lei era convinta che, una volta confessato il suo amore per lui, Cedric avrebbe lasciato Ginevra su due piedi.
Non le avrebbe detto di no, ne era certa.
Aumentò la stretta sul braccio di Cedric e gli si avvicinò ancora di più, lui la strinse tra le braccia con fare protettivo e questo mandò Ginevra su tutte le furie.
Quando finalmente raggiunsero le tende, le tre famiglie si divisero. Cedric approfittò dell’occasione per allontanarsi, con la sua solita gentilezza, da Cho.
- Ti raggiungo dopo, papà – disse sbrigativo.
Il signor Diggory gli sorrise bonario e s’incamminò verso la loro tenda. - Beata gioventù e i loro amori - lo sentì sospirare mentre correva verso Ginevra.
- Ehi – le sorrise.
Lei lo fissò per un secondo. Poi si voltò per andarsene.
Le corse dietro. - Che ti prende? Sei arrabbiata con me? Ho fatto qualcosa di sbagliato?
- Cosa te lo fa pensare? - Il suo tono era sprezzante e al ragazzo non sfuggì.
Ginevra continuava a camminare impettita verso la tenda, ma lui la bloccò.
- Ti prego, dimmi cosa è successo.
Gli scoccò un’occhiata fulminante. - Fai sul serio?
Incrociò le braccia al petto e, senza rendersene conto, iniziò a battere nervosamente il piede destro sul terreno. - Carina la tua amica… quando avevi intenzione di dirmi che siete intimi? - chiese seccamente.
Lui aggrottò la fronte, confuso. Fissò lo sguardo su di lei, cercando di capirla. - Intimi? Cosa… non capisco.
- Lascia perdere! - esplose Ginevra.
Gli voltò le spalle e camminò spedita verso la tenda. Cedric provò a chiamarla, ma lei fece finta di non sentire.
A quel punto, lui scattò.
La prese per un polso, bloccandola per la seconda volta. - Ma che diavolo ti prende?
Le persone lì attorno iniziarono a guardarli.
- Perché non sei con Cho? Si starà chiedendo dove sei finito.
Cedric aprì e chiuse la bocca senza parlare, poi sentì un sorriso sbocciare sulle sue labbra. - Sei… sei gelosa?
Ginevra ispirò profondamente. - Gelosa! Io? Cosa te lo fa credere? Solo perché hai passato tutto il tempo con lei che ti stava avvinghiata al braccio? O forse perché vi abbracciavate e lei ti riempiva di baci così spesso che mi veniva la voglia di lanciarle più maledizioni possibili fino a polverizzarla? - finse di pensarci un attimo. - Prova a rifletterci!
- Sei gelosa di Cho?
- Cedric! - chiamò una voce in lontananza.
Infastidita, Ginevra alzò gli occhi al cielo. - Parli del diavolo...
Cedric la tirò a sé prima che potesse scappare un’altra volta. Incrociò il suo sguardo e le sorrise, dispiaciuto. - Scusa, non pensavo fossi gelosa.
Lei sbuffò, contrariata, e distolse lo sguardo dai suoi occhioni da cucciolo. Erano il suo punto debole e non aveva alcuna intenzione di cedere.
- Cho è come una sorellina, per me. La conosco da quando avevo cinque anni! Lei è solo… molto affettuosa e non vuole essere lasciata da sola. Tu sei la mia ragazza e… - esitò qualche istante, - non posso fare a meno di te.
Ginevra lo fissò, restando a lungo in silenzio.
Non sapeva cosa fare.
Forse era solo paranoica. Se Cho era come una sorellina per Cedric… non doveva temerla. Ginevra voleva bene a Cedric, non voleva perderlo… ma era troppo orgogliosa per ammetterlo.
Cedric le scostò una ciocca ribelle dal viso.
- Cedric! - continuò a chiamare a gran voce la Corvonero, lo stava cercando.
Ginevra sospirò, cercando di calmare l’istinto di agguantare la bacchetta e puntargliela contro. - Non si arrende, devo dargliene atto.
Quelle parole lo fecero ridere di gusto. - Ti adoro quando sei gelosa. Potrei abituarmici – disse.
Per quanto avesse provato a non farlo, Ginevra gli sorrise.
Poi, incapace di trattenersi, lui la strinse in un tenero abbraccio e la baciò. Le loro labbra si fondevano in un bacio senza fine, dal quale lei si lasciò trasportare senza esitare.
“Sei troppo debole, Black”, si rimproverò.
Cho li guardava da dietro una tenda lì vicino, provando invidia.
“Dovrei essere io al suo posto! Perché Cedric preferisce lei a me? Sono molto più carina e lo conosco meglio di chiunque altro!”, pensò Cho tra sé e sé. “Sarai mio, Cedric, in un modo o nell’altro”.
- Cuginetta? Che fai non entri? - la chiamò Nymphadora dalla tenda. - Oh, scusate… Fate con calma...
Anche se controvoglia, i due ragazzi si separarono.
Lui appoggiò la fronte sulla sua e le infilò le dita nei capelli. - Sono perdonato?
- Forse - sussurrò lei, godendosi quella carezza.
A quel punto, Cho decise di uscire fuori dal suo nascondiglio e di andare a separare la giovane coppietta.
- Eccoti qua! - cinguettò, aggrappandosi al braccio di Cedric. - Ti ho cercato dappertutto! Voglio comprare dei fuochi d’artificio per festeggiare la vittoria. Vieni con me?
Cedric le rivolse un sorriso gentile. - Certo – rispose, poi guardò Ginevra, un po’ esitante. - Non ti dispiace, vero?
Ginevra annuì, aveva ormai capito che Cho Chang non era una ragazza abituata a sentirsi dire di no, tuttavia sentiva che, per quanto fossero paranoici i suoi pensieri, poteva fidarsi di Cedric. Ma ignorava gli oscuri pensieri della giovane Corvonero.
- Vai, tranquillo. Ci vediamo domani.
- Bene! - esclamò prontamente Cho, tirando Cedric per il braccio.
Con un gran sorriso sulle labbra, Ginevra cominciò a camminare all'indietro. - Non farmene pentire, Diggory – gli urlò prima che sparisse tra la folla insieme a Cho.
Voltandosi in modo da non cadere, Ginevra si diresse verso la tenda per poi sparire al suo interno. Guardandosi intorno, notò che nessuno aveva voglia di dormire e, a giudicare dalla confusione fuori dalla tenda, nemmeno i tifosi irlandesi.
Il signor Weasley aveva deciso che i suoi figli e i loro amici potevano stare svegli ancora un po’ per prendere un’ultima cioccolata tutti insieme prima di andare a dormire. Dopodiché andò subito in cucina a preparare le bevande e, quando i suoi figli si offrirono di aiutarlo, lui insistette di non averne bisogno. - Nel frattempo, perché non fate un gioco tutti insieme? - disse.
- Ho io il gioco perfetto! - esclamò Charlie, gioioso. Guardò Nymphadora. - Tesoro, prendi le carte.
Ognuno di loro prese posto attorno al tavolo, mentre Charlie spiegava le regole del gioco che stavano per fare. Percy sembrava l’unico contrario alla cosa; avrebbe preferito leggere un buon libro piuttosto che fare uno stupido gioco.
- Dov’eri finita? - le chiese Harry quando vide la sorellastra.
- Era con il suo fidanzato – cinguettò Nymphadora armeggiando con delle carte da gioco babbane come una vera esperta.
Charlie era seduto al suo fianco e le passò un braccio sulle spalle. - Ah, allora avete fatto pace!
- Dovevi vedere com’erano avvinghiati!
- Sei sempre la solita impicciona! - la rimbeccò giocosamente la cugina, per niente imbarazzata da quelle parole.
- Ci sei andata a letto?
- Bill! - lo rimproverò Percy, scioccato. - Ti sembra il caso? Ci sono delle signorine, qui! E poi papà potrebbe sentirti – sussurrò infine, tenendo d’occhio il signor Weasley che era in cucina. Per loro fortuna era intento a trafugare una fetta di torta al cioccolato avanzata dal pranzo.
Ron incrociò le braccia al petto. - Ecco perché non voleva aiuto – borbottò imbronciato, ma come al solito nessuno gli diede ascolto.
- Solo perché non sai come nascono i bambini, Perc, non vuol dire che gli altri non lo sappiano! - lo prese in giro Bill, guardandolo dritto negli occhi. - Tu no, Ginny. Tu sei ancora troppo piccola. Tappati le orecchie!
Percy lo trucidò con lo sguardo. - Per tua informazione, io so benissimo come nascono i bambini – bofonchiò, le guance erano leggermente imporporate.
Bill e Charlie strabuzzarono gli occhi, sorpresi. - Dopo ti aspetta un interrogatorio, sappilo! - lo minacciò Charlie.
Fu Harry a riportare l’attenzione su Ginevra. - Allora? Lo avete fatto? No, aspetta… non sono sicuro di volerlo sapere.
Fred e George finsero di non ascoltare, ma provarono comunque molto fastidio al solo pensiero di Cedric e Ginevra avvinghiati l’uno all’altra.
Notarono che Bill e Charlie avevano iniziato a scrutarli in un modo strano, come per valutarli. Così, per non destare sospetti, iniziarono a prendere in giro Ron per la sua “venerazione” nei confronti del Cercatore Bulgaro Viktor Krum. Ma era ormai troppo tardi nascondersi, perché i loro fratelli maggiori li avevano scoperti.
- Allora? Lo avete fatto sì o no? - chiese Charlie senza distogliere lo sguardo dai gemelli. Sul volto aveva un sorrisetto malizioso che contagiò anche Bill.
Scuotendo la testa, esasperata, Ginevra prese posto su una sedia vicina alla sua amica Hermione che, nell’attesa che il gioco iniziasse, si era immersa nella lettura. Era talmente concentrata da non accorgersi quale fosse la natura dell’argomento che avevano sollevato Bill e Charlie.
- Non è successo niente di quello che pensi – rispose Ginevra.
Fred e George si sentirono come se fossero liberati di un’enorme peso. Si lasciarono sfuggire un sospiro di sollievo e quel dettaglio non sfuggì ai loro fratelli. Era ormai scattato un tacito accordo tra loro due: dovevano stuzzicarli fino a farli esplodere di gelosia.
- Neanche una strusciatina?
- Charlie!
- Che c’è? Domandare è lecito e rispondere è cortesia! - replicò lui.
- Be’, non so dove vuoi andare a parare, Charlie, ma credo proprio che questi non siano affari tuoi – sentenziò Ginevra, regalandogli un sorriso. - È una questione privata.
Poi abbassò lo sguardo concentrandosi sulle carte da gioco che sua cugina aveva appena distribuito.
- Ha ragione – sentenziò la cugina. - Io mica racconto le nostre cose personali! Smettetela di fare i ficcanaso.
- Non è giusto, però – protestò Bill. - Voi che ne pensate, ragazzi? - Si rivolse a Fred e George, che raggelarono sul posto.
- Vi prego, basta! - sbottò Harry all’improvviso. - Non voglio che questo pensiero mi tormenti in eterno.
Quando iniziarono a giocare a carte Bill e Charlie sembravano aver chiuso l’argomento ma ogni tanto punzecchiavano i gemelli con frasi sussurrate come: “ - Quel Diggory è davvero fortunato!”, “- Chissà se tra qualche anno ci sarà uno sgambettio di piedini qua e là”.

Quando il signor Weasley decise che era arrivato il momento di andare a dormire, ognuno di loro iniziò a prepararsi per la notte.
Dopo aver indossato il pigiama con una maglietta a maniche lunghe, per nascondere la cicatrice, Ginevra si distese sul letto insieme a Hermione. Dall’altra parte del campeggio si sentivano ancora i canti e l’eco di festeggiamenti.
Nella tenda era quasi caduto il silenzio. Charlie e Nymphadora si sbaciucchiavano l’uno tra le braccia dell’altra e Bill li punzecchiava dal letto accanto lanciandogli contro delle palline di carta mentre la sua sorellina lo intimava a smettere tirandogli i capelli; non aveva ancora sonno, così aveva deciso di stare un po’ insieme a lui, dato che non lo vedeva da tempo. Harry e Ron, invece, parlavano della partita, di Krum e delle sue manovre spettacolari. Percy fingeva di dormire, con la speranza che prima o poi tutta quella confusione si concludesse. Hermione leggeva ancora il suo amato libro, ma si distraeva più volte, ripensando agli occhi del bel Serpeverde.
“No, Hermione. Smettila di pensarci”, intimò a sé stessa. Ci riuscì… ma solo per cinque secondi.
La giovane Black, invece, si era addormentata in pochi attimi. Accadeva spesso, ormai, e faceva sempre lo stesso sogno.
Vedeva un calice.
Un calice dal quale uscivano delle fiamme blu e biancastre, non emettevano alcun calore. Erano fredde, come il ghiaccio. Ma, ad un tratto, quelle fiamme divennero rosse e un pezzo di pergamena bruciacchiata fuoriuscì dal calice. Sembrava ci fosse scritto qualcosa, ma Ginevra non riuscì nemmeno ad avvicinarsi per leggerlo, perché un verso acuto e straziante la fece crollare sulle sue gambe e tappare le orecchie con le mani. Poi udì un grido di dolore che le fece accapponare la pelle.
- È stato ucciso un ragazzo! – riecheggiò una voce.
Mentre delle figure incappucciate avanzavano verso di lei, Ginevra venne circondata dalle fiamme che fuoriuscirono dal calice.
- Il Signore Oscuro sorgerà… di nuovo.
Si svegliò di soprassalto, grondante di sudore.
Il signor Weasley entrò nella tenda, urlando. - Dobbiamo andare via. Subito!
Senza preoccuparsi di prendere una giacca, Ginevra uscì dalla tenda insieme agli altri. Ci fu un’esplosione improvvisa, che li fece sobbalzare. Bagliori sinistri, tende incendiate. Esplosioni, grida di terrore e fragorose risate provenienti da una schiera di figure incappucciate, che torturavano ogni persona che intralciasse il loro cammino.
Ginevra incominciò a tremare. Le sembrava di essere ancora nel sogno.
Le persone correvano e urlavano disperate: - I Mangiamorte! Arrivano i Mangiamorte, scappate!
  
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