Jack
percorre lento i pochi passi che lo
separano da una donna che ha volutamente cancellato dalla mente e dal
cuore, ma
la cui presenza è tornata a pesare come un macigno,
riaprendo ferite che solo
gli anni hanno curato.
Sente
il petto esplodere, le mani sudare, le
tempie pulsare con forza, quasi a volerlo frenare
dall’affrontare qualcosa di
troppo doloroso.
Ma
Frost non intende arrendersi alla
sofferenza e ai vecchi ricordi. Lo deve ad una famiglia che
l’ha accolto e gli
vuole bene, lo deve ad Anna e ai suoi figli, a Kristoff e Ingrid, ad
Elsa, che
conosce appena, e soprattutto a Letizia, che ha il diritto di
proteggere.
Così
avviene l’incontro: varca l’uscio e la
vede.
Non
è Sandy fisicamente. E’ l’esatta copia
della regina e questo, in qualche modo, lo aiuta a non esplodere ed
urlargli
contro.
“Cosa
desidera?” – chiede la nobile, con gli
occhi fissi su vecchi documenti che ha tra le mani.
“Vorrei
chiederle di poter prestare servizio
a palazzo” – dice, attendendo con ansia il momento
di incrociare gli occhi
della donna.
Eppure
Sandy sembra intenzionata ad
ignorarlo, considerandolo uno dei tanti disturbi di giornata.
Una
risatina beffarda accompagna la sua
risposta – “Qui pensate tutti che il lavoro piova
dal cielo? Come posso
assumerti così, su due piedi?”
“Mi
manda Ingrid Bjorgman” – a quel punto,
Jack cerca di ottenere una raccomandazione citando la suocera della
sovrana.
Sentire
il nome della madre di Kristoff
sembra scuotere in quell’istante la finta Anna che,
accidentalmente disperde i
documenti reali sul pavimento.
“Vi aiuto, maestà” – si
inginocchia Frost, istintivamente.
“Lascia,
non toccare” – si altera subito
Sandy, infastidita dallo sconosciuto, costringendolo ad indietreggiare.
“Perdonate”
– si scusa, il ragazzo,
mostrandosi gentile, seppure irritato dal trattamento ricevuto da una
persona
che finge di esserne un’altra e ha architettato un piano
diabolico per
distruggere un intero regno.
“Senti,
cinque minuti sono passati. Vattene
che ho da fare” – si sfoga la reale, cercando di
non pensare alle pressioni
paterne e alla notizia che da lì a poco avrebbe dovuto
comunicare al regno
assieme a Hans.
“C’è
qualcosa che vi turba? Sappiate che io
sono un buon ascoltatore, so come gestire certe situazioni, dato che
mia madre
abbandonò me e mia sorella anni fa e ho dovuto cavarmela da
solo” – così Jack
lancia la prima frecciatina.
Eppure
Sandy non coglie, troppo presa da sé,
ed evita di rispondergli.
Essere
tanto ignorato alimenta la rabbia del
giovane.
“Mantieni
la calma” – ripete a se stesso –
“Non
dire cose che possono mandare all’aria il piano”.
Di
fronte alla scarsa considerazione da parte
della madre, Jack cerca una soluzione alternativa. Si guarda intorno,
scrutando
l’ambiente. Magari qualcosa, anche di piccolo, avrebbe potuto
lanciargli un’idea
sul da farsi.
Infatti,
nota l’ennesimo specchio a pochi
passi dal trono e così domanda – “Anche
a voi piacciono gli specchi, vero?”
“Come?”
– chiede lei, inarcando un
sopracciglio, in segno di fastidio.
“Ne
avrò visti a centinaia tra i vari
corridoi, perfino uno nelle cucine. Amate osservarvi?”
“Senti,
non ho tempo da perdere con un
ficcanaso come te, ti dico da subito che non ti assumerò
mai. Vattene” – gli tuona
contro, indicandogli la porta.
Prima
di uscire, Frost lancia l’ennesima
frecciata, sperando di colpire in pieno centro –
“Anche mia madre Sandy amava
gli specchi! ” – si volta e sentendo su di
sé gli occhi della regina, va via
soddisfatto.
Così
mentre percorre quei pochi metri che lo
separano dall’uscita, avverte una sensazione di leggerezza.
Non ha sfogato su
Sandy la sua rabbia, ma l’avrebbe sicuramente fatto al
momento giusto. Si era
limitato ad innescare un meccanismo vantaggioso per i nobili di
Arendelle, un
meccanismo che avrebbe distrutto dalle fondamenta il piano malefico di
Pitch
Black.
“Allora?
Che ti ha detto? Ti ha assunto?” –
domanda Olaf all’amico, una volta incontratisi fuori dai
cancelli.
“No,
però direi di rimanere nei paraggi. Se Anna
è Sandy, mi vorrà sicuramente parlare. Meglio non
farsi vedere assieme, sarò io
a cercarti quando è il momento, tranquillo”
– così i due si separano,
speranzosi di una vittoria sul nemico.
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La
finta sovrana osserva dalla finestra della
sala del trono il ragazzino che prima ha trattato con freddezza e
totale
disinteresse.
“Ha
detto che sua madre si chiama Sandy e
amava gli specchi…che ha una sorella minore, che sono stati
entrambi
abbandonati…” – riflette ad alta voce.
“CHE
SUCCEDE QUI?” – Pitch Black giunge nella
sua solita maniera, sorvegliando l’operato della figlia.
“Nulla,
padre. A breve Hans ed io daremo l’annuncio”
“PERFETTO!
SEMBRI STRANA, PERO’. E’ ACCADUTO
QUALCOSA DI PREOCCUPANTE?”
“Non
saprei. Un giovane è venuto qui per
essere assunto, poi mi ha detto cose strane…”
“TIPO?”
La
donna non sa se rivelarlo a Black sia
utile, perciò cambia subito discorso –
“No, dimenticatelo. Sono cavolate…piuttosto,
mio fratello come sta?”
“ESEGUE E NON DISOBBEDISCE. MI ASPETTO LO STESSO DA TE,
SANDY. SAI BENE CHE I
GENITORI VANNO RISPETTATI”
“Già”
– commenta lei, spostando lo sguardo
sulla finestra e sul giovane sconosciuto che continua ad essere
l’oggetto dei
suoi pensieri.
Nel
momento in cui Pitch si dilegua,
tranquillo e fiero dei suoi gemelli, Sandy prende una decisione.
Afferra il suo
soprabito e, a passo veloce, lascia il castello.
Percorre
le strade di Arendelle cercando lo
straniero, spiazzando la gente che non era più abituata a
vederla mischiarsi a
loro.
“Dove
sei?” – si chiede, mentre alcuni
ricordi le rimbombano nella mente.
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FLASHBACK
“Mamma
cos’è questo?”
“Piccolo
mio, è uno specchio. Trovo sia bello
esposto sulla parete della nostra camera, cosa ne pensi?”
– domanda Sandy ad un
bambino di cinque anni.
“Bellissimo,
mammina! Così possiamo guardarci
sempre!”
“Esatto,
e pensa che da questo vetro, ci sarà
sempre chi veglierà su di noi”
“Davvero?”
“Non
saremo mai soli”
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La
finta regina gira in lungo e in largo e
quando sembra perdere le speranze, ecco comparire Frost.
“Maestà,
cosa ci fate qui?” – chiede,
fingendosi colpito. Ovviamente era certo di aver colto nel segno,
parlandogli
di una madre che l’ha abbandonato e che ha il suo stesso nome.
“Cercavo
te, sei sempre dell’idea di lavorare
a palazzo?”
“Mi
avete detto che…”
“Dimenticalo!
Anzi, posso domandarti una
cosa?”
“Dite
pure”
“A
te gli specchi piacciono?”
“Cosa?
Non vi capisco”
“Rispondimi…mi basta solo un si o un no”
“Si,
signora! Li ho sempre trovati belli.
Poi, mia madre diceva che averne uno ci rendeva meno soli,
perché è come se
tramite quel vetro qualcuno ci potesse osservare e
proteggere” – racconta Jack,
spiazzando la donna che impallidisce.
Lo
shock la costringe a sedersi su una panca
poco distante.
Il
ragazzino fa lo stesso, notando l’espressione
della nobile, ormai vicinissima alla verità.
“Posso
farti un’ultima domanda?”
“Certo”
“Come
ti chiami?”
A
quel punto Sandy Black trema, ipotizzando
la risposta che sta per ricevere, pregando non sia come crede.
E
quando lui le risponde – “Mi chiamo Jack”
–
il suo cuore sobbalza. Lentamente solleva il capo incrociando,
finalmente, gli
occhi azzurri del tipo di fronte a se.
“Come
ho fatto a non riconoscerti subito. Hai
i miei stessi occhi” – pensa, mentre lo sguardo le
si ammorbidisce, mostrando la
sua più intima fragilità.
“Sei
assunto” – esclama, asciugandosi le
lacrime sulle gote.
“Perché
piangete? Ho detto o fatto qualcosa
di sbagliato?”
“Assolutamente
no! Voglio che inizi da
subito. Sarai il mio confidente”
“Il
vostro cosa?”
“Confidente”
“Di
solito non c’è la dama di compagnia per
queste faccende? Se volete ho mia sorella che è
brava…”
“Tua sorella? E’ qui con te?” –
sobbalza Sandy, con il cuore a mille. Vedere anche
la bambina che abbandonò troppo presto e che a stento
ricorda, la riempie di
gioia.
“Certo.
Io mi vedo più nelle stalle, maestà”
–
puntualizza, imbarazzato nel doverle addirittura manifestare preferenze
lavorative.
“D’accordo!
Affare fatto. Voglio te e Letizia
a palazzo già da domani” –
così dicendo si alza e si allontana, cercando di
ricomporsi e di non mostrare altre lacrime.
Jack
Frost la osserva mentre va via, fiero
della sua prima vittoria.
Lui
non ha mai pronunciato il nome di
Letizia, eppure la regina ne era a conoscenza.
Questo
la dice lunga. Si è tradita da sola!
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“Non
ci sono dubbi, famiglia! Ne ho avuto la
prova, Anna di Arendelle, la donna che oggi indossa la corona,
è Sandy Black!” –
comunica Frost a Kristoff e company.
“Davvero?
E dove tiene mia moglie e le mie
figlie, maledizione!?” – si altera Bjorgman.
“Tranquillo,
ho voluto che assumesse me e
Leti per poter indagare dall’interno. Se fino ad ora sono
stati loro ad
ingannare noi, si cambiano le carte in tavola. Preparatevi, la guerra
è solo
all’inizio” – sostiene deciso Jack, forte
di aver in pugno la persona che più
di tutte gli ha recato male nella sua giovane vita.
Non
ha nulla da perdere, ma solo da
guadagnare.
Racimolate
le sue cose e quelle di sua
sorella, si incammina con lei, mano nella mano, alla volta del
castello.
“Vinceremo
noi” – dice il ragazzo alla
consanguinea, sorridendole.
“Vinceremo
noi” – ripete lei, sorridendo.
Poi
un bel respiro profondo, ed ecco i
cancelli spalancarsi di fronte a loro.
Adesso
si che comincia la partita!