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Autore: babykit87l    02/10/2020    0 recensioni
Cosa fai quando la tua vita cambia rotta all’improvviso? Quando un evento del tutto inaspettato ti travolge, come un’onda più alta di te e ti trascina via verso le acque più profonde, dove non si tocca e non ci sono appigli? Cosa fai quando una relazione di cinque anni finisce senza che tu possa chiedere anche solo “perché”?
*RAMES*
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo12 – parte 2

 

È davanti al portone del palazzo e sta cercando il coraggio di suonare il citofono. Prende un respiro profondo e schiaccia il pulsante del suo interno. Sente il portone aprirsi senza nemmeno chiedere chi è e questo gli mette ancora più ansia, perché è chiaro che lo stesse aspettando. Sa perfettamente che si sono dati l’appuntamento, ma il suo inconscio gli gioca brutti scherzi, dato anche forse dal fatto che sta dormendo e mangiando proprio poco.  

Entra in casa, la porta è stata lasciata aperta, e va verso l’angolo cottura dove Stefano sta sistemando la cucina e lo ignora come se neanche fosse lì. Lo saluta e lui alza lo sguardo, serio come non mai e gli fa cenno di mettersi seduto al tavolo. Quello stesso tavolo dove appena una settimana prima avevano deciso di provarci, tirando il freno a mano su quella relazione, regredendola a una semplice frequentazione. Si rende conto che non avrebbe dovuto tirarla ancora, rischiando di spezzare ogni rapporto con lui. Avrebbe dovuto interromperla già lì, ma ha avuto troppa paura di affrontare i suoi sentimenti per fare la cosa giusta; non può più andare avanti così però, non è giusto per nessuno. 

“Vuoi una birra?” 

“No, non ho mangiato granché e non vorrei che mi desse alla testa.” 

“Okay. In effetti si vede che sei stravolto.” 

“Non dormo o mangio molto da un po’ di giorni. Mi succede quando ho troppi pensieri per la testa.” 

“Si vede...” 

Entrambi si mettono seduti al tavolo e poi Stefano prende la parola per primo. “Allora, prima che tu mi dica qualsiasi cosa, vorrei scusarmi con te.”  

Come? Martino rimane allibito per un momento. Come può essere che sia Stefano a scusarsi quando il casino lo ha creato lui stesso? 

“Di cosa?” 

“Di come ho reagito. Dopo il tuo messaggio, ho iniziato a pensare a come devi esserti sentito. Mi sono immedesimato per un momento se il mio ex, che per me è stata la persona più importante della mia vita, anche se è finita davvero male, ho pensato se mi avesse detto che quando stavamo insieme ha provato a uccidersi. E anche solo a immaginarlo, mi sono sentito morire. Non deve essere stato facile sapere questo. Tanto più visto il disturbo di cui mi hai detto.” 

Martino scoppia a piangere, per la prima volta si sente libero di farlo senza essere giudicato. Non che Giovanni o Elia lo facciano, ma sono fin troppo coinvolti, conoscendo bene anche Niccolò. Con Stefano invece è diverso, con lui può dire e fare cose che non potrebbe quando è con gli altri.  

“Sai che sei la prima persona finora ad averlo fatto? A provare a capire quello che provo, come mi sono sentito?” 

“Mi dispiace tantissimo, Martino, davvero. Non so proprio dove trovi la forza. Mi hai scritto che non sei coraggioso, ma ci vuole coraggio a non crollare davanti a cose così. Alla tua età poi.” 

“Grazie. Se posso permettermi il tuo ex è stato davvero un idiota a lasciarsi sfuggire uno come te.” 

Stefano sorride amaramente, poi lo guarda di nuovo serio. “Quindi tra noi?” 

Martino sospira e con più coraggio di quello che credeva di avere, dice “non credo sia il caso di continuare a frequentarci. Però ti prego credimi, non volevo illuderti, non è mai stata quella la mia intenzione.” 

“Lo so, Marti. Non si possono controllare i sentimenti.” 

“Credevo di aver superato tutto, ma avevi ragione. Sono ancora innamorato di lui. Non volevo ammetterlo perché mi ha fatto davvero male, ma non ce la faccio più. Lui ha bisogno di me e non ce la faccio a stargli vicino solo come amico. Mi sa che non lo siamo neanche mai stati in realtà.” 

“C'è solo una cosa che non capisco." 

“Cosa?” 

“Come fai a voler stare con una persona così problematica?” 

Martino sorride e non è la prima volta che gli pongono questa domanda. Ogni volta non può che ripensare a quella sera a casa sua, quando parlando con Eva, lei gli aveva fatto i complimenti come coppia. 

“Non è facile, anzi vivo costantemente con l’ansia per lui. Di quello che potrebbe fare quando non è con me, di quello che prova ma non dice perché la paura lo blocca. Però sai quando ci siamo messi insieme, ufficialmente, venivamo da una settimana pessima, uno schifo proprio perché avevo appena scoperto del suo disturbo ed ero stato malissimo per questo, però poi siamo tornati insieme e parlando con la mia migliore amica le dissi che ‘è talmente bello quando va bene che non fa niente se ogni tanto va male, perché ne vale comunque la pena, anche se dovesse finire’ ed è ancora così. Perché quando sta bene ed è in sé, è il ragazzo dei miei sogni.” 

Stefano rimane in silenzio mentre l’altro parla. Lo ascolta con attenzione e quando Martino si interrompe, come perso nei suoi pensieri, prende la parola. 

“Mi sto rendendo conto che non ho mai avuto una vera chance con te. Quello che provi è troppo forte, troppo intenso. Lo ami così tanto che chiunque perde davanti a questo. Non che sia una gara, ma... hai capito, no?” 

“Sì, penso di sì. Mi dispiace Ste, davvero.” 

“Purtroppo in certe cose ci vuole fortuna. La persona giusta, i tempi giusti. Non è il mio caso. Tu invece l’ha già trovata questa persona.” 

“So che fa tanto cliché, ma arriverà anche per te. Perché credimi sei davvero tanto tanto meraviglioso. E meriti qualcuno che te lo dimostri.”  

“Lo spero... grazie di avermi parlato sinceramente, almeno per una volta.” 

“Avrei dovuto farlo prima, lo so... Ora devo andare.” 

“Vai da lui?” Chiede Stefano, forse una punta di gelosia che ancora riaffiora senza che possa fermarla. 

“No, con Nicco ho litigato e devo trovare il coraggio di andare lì e affrontarlo. Devo andare al lavoro.” 

“A proposito, Gerardo ti cercava nei giorni passati, diceva che ti voleva parlare...” 

“Di cosa?” Gerardo è il direttore della redazione e colui che l’ha effettivamente assunto dopo lo stage.  

“Non lo so.” 

“Okay. Grazie!”  

Stefano lo accompagna alla porta e lo saluta con un ultimo abbraccio, di quelli da togliere il fiato, che ti entrano dentro le ossa e non te li scordi più. 

Quando esce dal palazzo, Martino si sente finalmente più leggero. Giovanni aveva ragione, ora può spuntare una casella tra le cose da fare per rimettere a posto la sua vita.  

*** 

Si sta preparando per uscire quando sua madre entra in camera con un sorriso. 

“Stai uscendo?” 

Martino annuisce mentre si allaccia la scarpa e si guarda allo specchio per vedere l’effetto finale.  

“Sei bellissimo!” 

“Dici?” Chiede lui voltandosi verso la donna con un sorriso.  

“Assolutamente sì. E non lo dico perché sei mio figlio eh.” 

“Come no...” Martino ride, scuotendo la testa.  

La donna lo guarda e avvicinandosi gli prende il volto tra le mani. “Stai meglio?”  

Martino poggia le mani su quelle della madre, poi in uno slancio d’affetto inaspettato persino per lui, l’abbraccia stretto a sé. “Sì, sto rimettendo insieme i pezzi della mia vita.” 

“Tra questi c’è anche Niccolò?” 

“Soprattutto lui.” Le dice, staccandosi dall’abbraccio per guardarla.  

“Ti vedo di nuovo meglio... Più sereno, anche se tanto stanco.”  

“Sì, non ho dormito molto in queste ultime notti. L’ho rivisto e abbiamo un po’ litigato. Però ci siamo chiariti su alcune cose e ho capito che...” 

“È l’uomo della tua vita?”  

“Sì, direi di sì. Sto andando da lui adesso. Che ne dici?” Si indica l’outift per chiedere un consiglio. 

“Cadrà ai tuoi piedi. E farete pace, perché quel ragazzo è innamorato pazzo da te.” 

“E io di lui...” Risponde sentendo le guance imporporarsi. 

Lo mette sempre in imbarazzo parlare di queste cose con sua madre, essendo poi lui una persona molto riservata sulle sue emozioni, ma lei rimane la persona più importante della sua vita e sente ormai il bisogno di confidarsi con lei. È diventato così naturale, nonostante tutto che, anche se con i suoi tempi, gli sembrerebbe strano non parlare con lei di quello che gli succede. Un po’ come accade con Giovanni, Filippo o Eva. 

“Vabbè, me lo vado a riprendere, eh!” 

“Vai e torna vittorioso!” Entrambi ridono e lei lo accompagna alla porta.  

Lo farò!  

*** 

Entra nella struttura, ripetendosi nella testa il discorso che si è preparato. In realtà sa benissimo che finirà per non dire una parola di quello che ha pensato perché Niccolò lo spiazzerà come sempre e alla fine andrà a braccio. Spera solo di non fare casini come l’ultima volta.  

Si fa dare il cartellino dall’infermiera al bancone e sale al piano di Niccolò, arrivando alla sua porta, che nota essere accostata. La apre piano e guarda verso l’interno per vedere se Niccolò sia lì o meno. E quando lo vede sul letto,con un foglio davanti a sé e la matita in mano, concentrato su ciò che sta disegnando, il respiro si spezza. Sembra così piccolo e indifeso, su quel letto, che avrebbe solo voglia di proteggerlo dai mali del mondo. Spesso da quello che gli procura lui stesso. Si fa forza e bussa sul legno scuro della porta per palesare la sua presenza.  

Niccolò alza la testa e appena lo vede, il suo volto diventa una maschera fredda, glaciale, che lo mette un po’ in soggezione.   

“Che ci fai qui? Ti avevo detto che ti avrei chiamato io.” 

Martino entra e si avvicina al letto, rimanendo ancora in piedi. “Sì, lo so, ma non sei tu a decidere.” 

“Ah no?” 

“No, non stavolta.” 

“Che vuoi?” Niccolò è chiaramente a disagio, Martino lo vede mentre si tortura le mani rigirandosi la matita tra le dita.  

Si siede sul letto, di fronte al ragazzo che continua a tenere la testa bassa, senza guardarlo in faccia.  

“Prima di tutto voglio scusarmi per quello che ti ho detto. Tu dici di conoscermi e che sai quando sono sincero e quando no, beh stavolta ti sei sbagliato perché non era vero niente di quello che ti ho detto. Ero arrabbiato, forse in parte lo sono ancora, ma non ho mai, e dico mai, pensato che tu mi manipoli, so che non è così. Non l’hai mai fatto.” 

“Lo pensano tutti.” Mormora Niccolò, iniziando a piangere. 

“Eh ma io non sono tutti.” Si avvicina di più e gli prende le mani tra le sue. “Ascolta, è più di una settimana che non dormo, fatico a mangiare e a volte persino a respirare. E questo perché quello che mi hai raccontato mi ha sconvolto. Non i tradimenti, quelli hanno fatto male ma lo so, so che non eri tu, non del tutto. Sai a cosa mi riferisco.” L’altro annuisce, ancora non in grado di alzare a testa per guardarlo. “E mi ha sconvolto perché per la prima volta, davvero, ho avuto paura di perderti. Non faccio altro che pensarci Nì, cosa avrei fatto se quel ragazzo non ti avesse fermato? Se fossi andato fino in fondo? Non lo so e non voglio saperlo. Non voglio arrivare a dover affrontare tutto quello. Non credo sopravvivrei.” Martino sente le lacrime scendere sul suo volto.  

“Okay. Quindi è finita?” Chiede Niccolò, alzando finalmente lo sguardo verso il ragazzo di fronte a sé. 

“No, per niente.” 

“Non capisco dove vuoi arrivare con questo discorso, allora.” 

“Nicco io non ti avrei mai lasciato se non l’avessi fatto tu. E sai perché? Perché ti amo. Non ho mai smesso, anche dopo che mi hai mollato, anche dopo avermi detto che mi hai tradito. Io continuo ad amarti.” 

“Davvero?” Chiede, dando ormai sfogo alle lacrime che per mesi aveva trattenuto, bloccato dalle crisi del suo disturbo che lo avevano intrappolato come non capitava da anni. 

“Davvero. E so che per te è lo stesso.” 

Niccolò annuisce, cercando la forza di rispondere anche a parole. “Ti amo da morire, Marti. Mi sento così in colpa per quello che ti ho fatto. Non so come tu voglia stare ancora con me.” 

“Non posso farne a meno Nì. Non credevo di poter trovare qualcuno da amare tanto quanto amo te. Eppure è successo e non posso lasciarmi sfuggire tutto questo.” 

“Quindi torniamo insieme?” Lo chiede con una voce così piccola e impaurita che a Martino stringe il cuore vederlo così. Non doveva arrivare a questo. Niccolò è così pieno di paure e paranoie e lui avrebbe dovuto rassicurarlo da subito, ma il dolore che aveva provato gli aveva oscurato così tanto ogni aspetto della sua vita che non era riuscito a vedere oltre e a ricordare quella luce che Niccolò aveva portato nella sua esistenza.  

“Non ti liberi di me così facilmente, sai?” Risponde Martino, sorridendo. “Stavolta però ti terrò d’occhio, non ti farò da balia eh, non sono proprio il tipo, ma starò più attento a quello che ti succede, a quello che senti e combattiamo insieme.” 

“E quel tipo con cui uscivi?” 

“Non usciamo più, gli ho detto che amo te e che voglio stare con te, perché sei il ragazzo dei miei sogni.” 

“Quanto sei melenso...” Dice Niccolò, finalmente con un sorriso che spunta sul suo volto ancora rigato dalle lacrime.  

Poi chiude gli occhi e poggia la testa sul petto dell’altro, accucciandosi ancora di più su quel letto. Martino lo stringe a sé poi gli prende il volto tra le mani e gli fa alzare la testa, avvicinandosi per unire le labbra a quelle dell’altro, sentendo di nuovo il sapore del ragazzo sulle labbra. È un bacio lieve, delicato, quasi stessero nuovamente riscoprendosi l’un l’altro. Eppure l’intensità che trasmette loro questo bacio è quasi più forte di qualunque atto passionale. È una conversazione di anime che si ritrovano, è ti amo e non ho mai smesso, è stavolta sarà per sempre, è ho promesso che non sarai mai solo e così sarà. 

 

 

 

 

 

 

 

Notes:

Ebbene, avevo promesso che non avreste dovuto attendere molto ed eccoci qui con la seconda parte.
Che dire? Ce l'abbiamo fatta a farli tornare insieme sti due (sì a me piacciono gli happy ending :P)
Maaaaa... non è finita qui! Ci sono tante altre cose da dire e quindi vi aspetto con il seguito "Il cuore vicino" che inizierò a pubblicare nei prossimi giorni :)
Fatemi sapere che ne pensate e come sempre grazie del sostegno... siete sempre preziosissimi (come direbbe Sana)
A presto
Babykit

   
 
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