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— Giglio
Personaggi:
Louisa May Alcott, Francis
Scott Fitzgerald, Lucy Maud Montgomery, John Steinbeck, Nathaniel Hawthorne
La Morte non fa
distinzioni
Tra santi e peccatori
E ghermisce e ghermisce e ghermisce.
Con
un sospiro, Louisa socchiude gli occhi
e si appoggia allo schienale della sedia, la testa che pulsa sotto
un’intensa emicrania.
È dal mattino che si sente priva di forze, nonostante non
abbia fatto, sentito
o vissuto nulla d’inconsueto: le mani hanno bevuto tutto
l’inchiostro che la
carta non ha assorbito, volumi con strategie raffinate e argute si sono
accumulati davanti a lei come mura protettive, e, al di là
dello studio in cui
si è rifugiata, i compagni della Gilda non hanno ancora
smesso di farsi udire;
che sia l’ennesimo battibecco tra il reverendo Hawthorne e
Margaret oppure le
esclamazioni entusiaste di Twain, anche questo rientra nel normale
scorrere
delle giornate insieme.
Fitzgerald è più loquace e allegro che mai,
poi, tanto che la giovane ode la sua voce superare tutte le altre
mentre discorre
con John e Nathaniel e impartisce gli ordini del giorno; e le verrebbe
da
sorridere a sentirlo così gioviale, se non fosse per quel
diffuso malessere a
cui non sa dare nome… tutto, come niente.
D’improvviso, mentre la porta dello studio
si apre senza una reale causa e i rumori salgono
d’intensità, il tono di Lucy riempie
anche quella piccola stanza, spingendo Louisa a girarsi. «Oooh,
ma quelli sono gigli!», la sente esclamare mentre la vede
saettare come una
freccia dietro al segretario James e al vaso di splendidi, candidi
fiori che questi
sta sorreggendo.
«Calma, Montgomery, non
sono per te.»
«Ne voglio accarezzare uno!»
«È un dono1 per il signor
Fitzgerald, non lo rovinare.»
«Uff, non avrei fatto
alcun danno!»
Le ultime parole della
rossa non ottengono risposta perché James ha ormai raggiunto
lo studio di Fitzgerald;
allora, e solamente allora, un profondo silenzio cala sulla babele di
voci,
lasciando intatte unicamente le più lontane da quelle stanze.
Un brivido percorre la
schiena di Louisa, che lascia cadere la penna e si alza: è
una forza estranea a
lei a spingerla, ma che le detta di abbandonare la camera e incontrare
le
espressioni stupite e adombrate di chi occupa il corridoio che divide
l’ambiente
dallo studio di Francis. Senza spostarsi di molto, ora la ragazza lo
può
vedere: seduto alla scrivania, con il vaso di gigli alla sua destra,
sta
accarezzando i fiori con espressione lontana. Non
c’è ombra di riso sul viso
che, nella luce del vivido mezzogiorno, appare stanco e più
vecchio di quanto
in realtà sia.
«Non… non le piacciono,
signor Fitzgerald?», chiede James con una punta di confusione
nel tono, mentre
Lucy indietreggia leggermente e si avvicina a Louisa.
Increspando il volto in
un piccolo sorriso, Francis scuote la testa. «Sono
bellissimi, invece», mormora,
«non per nulla Zelda li adora. E ha passato questo amore
anche a nostra figlia…»
La voce s’incrina, quindi Francis alza una mano e si rivolge
a Nathaniel e
John, rimasti silenziosi e immobili per tutto il tempo.
«Andate pure, sapete
cosa fare. E, James, quando esci chiudi la porta.»
Mentre tutti ubbidiscono,
Louisa ritorna nella sua stanza, tuttavia senza poter
fare a
meno di udire John mormorare qualcosa sottovoce, con asprezza.
«La sofferenza ha i suoi
tempi e modi per mostrarsi, signorino Steinbeck. Non possiamo
giudicarlo per questo,
non è un nostro diritto.»
Spentasi la voce di Hawthorne, il corridoio resta silenzioso, ma la ragazza non riprende subito il suo lavoro: rimane
invece a fissare
i volumi che ha già colmato, un’ombra sul cuore.
Si è unita alla Gilda ben
sapendo che cosa stesse facendo, e tuttora ne è convinta:
non si può tirare
indietro davanti al dolore, non a un dolore vicino a lei.
E
cosa posso fare in
merito?
Con
delicatezza ma fermezza,
Louisa impugna l’unica arma di cui abbia bisogno, e riprende
a scrivere; a ora,
non c’è altro posto dove dovrebbe stare.
NOTE
1 Il giglio simboleggia sia la purezza e l’innocenza, che l’orgoglio. È quindi collegato sia alla figura della figlia di Francis che a lui stesso, ma in questo caso il significato preponderante è quello di purezza.
ANGOLO DI MANTO
Diciamocelo:
se non inserivo qui qualche riferimento a
“Hamilton”,
il musical su uno dei padri fondatori degli Stati Uniti
d’America, dovevo
vergognarmi profondamente.
Il capitolo di oggi è dedicato a tutti i fan della Gilda
(non siamo mai
abbastanza) ♥♥, ma vi confesso che non
sarà l’unico che li vedrà coinvolti
perché
ho un vero e proprio debole per questa banda di americani casinisti.
Alla prossima! Un
abbraccio,
Manto