Questa piccola raccolta nasce
come un divertimento personale (senza troppe pretese) a
seguito della mia long Seasons
e la venuta di Frozen 2. Per questo motivo, diciamo, che è necessario avere conoscenza di entrambe le cose per capire meglio il tutto ed evitarsi spiacevoli spoiler. Non so di preciso dove mi porterà tutto questo ma sentivo che Elsa e Jack avessero ancora delle cose da dire, per cui eccole. |
Personaggi: Elsa, Jack
Tipo
di coppia: Elsa/Jack
Note: Missing Moments
Contesto:
Post Frozen 2
Genere:
Lime, Hurt/Comfort (invertito)
Rating:
Arancione
Tipo: One-shot
Parole: 1915
Un leggero
solletichio, lungo la colonna vertebrale,
risvegliò il Quinto Spirito dal suo riposo. Prona, nel
giaciglio di quella che
era la loro tenda, aprì appena gli occhi, quel tanto che
bastava per vedere il
suo amore, seduto al suo fianco, giocare assorto con una ciocca dei
suoi
capelli, sfiorandole la pelle nuda della schiena.
«A
cosa pensi?» gli chiese, quindi, con un sorriso divertito.
Lui
bloccò istintivamente la mano, aggrottò le
sopracciglia – come se si fosse
reso conto solo in quel momento di cosa stesse facendo – e la
guardò a sua
volta «Scusa, non volevo svegliarti» le disse, ma
non rispose alla sua domanda.
Elsa
sospirò ma non indagò oltre, sapeva benissimo
cosa lo tormentasse, per
questo evitò di rassicurarlo dicendogli di non preoccuparsi
e che il sonno era
per lei, ormai, un vezzo e non una necessità.
Scosse
appena il capo: quanto gli piaceva darle della testarda ma,
decisamente,
lui non era da meno. Si tirò a sedere e i capelli
chiarissimi le ricaddero addosso,
smettendo di farle da aureola sul cuscino e diventando, di fatto,
l’unica cosa
a coprirla un poco. Affrontò il suo sguardo senza timore o
alcuna vergogna,
ormai i rispettivi corpi non avevano più segreti, o meglio,
Jack li aveva ma
solo per se stesso.
Aveva
cominciato a percepire qualcosa quando il suo potere era iniziato a
crescere, attirato dal richiamo di Ahtohallan, ma era stato solo
toccandolo la
prima volta, dopo essere divenuta il Quinto Spirito, che non aveva
avuto più
dubbio alcuno.
L’intervento
di Anna le aveva, di fatto, impedito di dirglielo subito e,
successivamente, era stata la Luna a pregarla di attendere, quello
non
era ancora il momento. L’Inverno, però, era ormai
alle porte e non c’era
davvero più bisogno di aspettare.
Vedendolo
di nuovo distratto dai suoi pensieri, gli sfiorò la mano con
la
propria per richiamarlo «Oggi ti porto in un posto»
gli disse, incoraggiante.
«Mm-hm…»
annuì lui in risposta.
Elsa
sbuffò dal naso leggermente infastidita, non
l’aveva neanche ascoltata.
Assottigliò lo sguardo e sorrise furbamente, scivolando
sinuosa verso di lui: in
un attimo gli fu addosso e, stringendogli le gambe attorno alla
schiena, lo
attirò inesorabilmente verso di sé «Ho
la tua attenzione, adesso?»
Lo
sguardo di Jack tornò immediatamente attento
«Ah-ha…» le concesse,
muovendosi un poco per farle capire quanta
ne avesse attirata.
Lei
combatté l’impulso di lasciar perdere e
approfondire quell’invitante
contatto «Ti ho detto che ti porterò in un
posto»
Lui,
però, non fu altrettanto stoico: portò una mano
alla sua nuca,
intrecciando le dita con i suoi capelli morbidi, e le
imprigionò le labbra con
le sue. Senza trovare resistenza alcuna, si spinse in avanti,
adagiandola sulle
coperte «Subito?» le chiese, staccandosi
leggermente.
Il
Quinto Spirito fece finta di pensarci un attimo «Direi che
possiamo anche
ritardare qualche minuto»
L’uomo
ghignò «Qualche minuto?» le fece eco,
scostandosi ulteriormente e
fingendosi offeso «Mi sottovaluti»
L’altra
alzò gli occhi al cielo «Taci» gli
intimò «E torna qui» lo
invitò, più
conciliante.
E
colui che era
stato il Signore dell’Inverno non poté fare a meno
di
obbedire.
Jack guardò Elsa a cavallo di Nokk, per niente convinto.[1]
Davanti alla sua titubanza, il destriero d’acqua nitrì, impennandosi sulle zampe posteriori per riabbassarsi subito dopo e spruzzargli dalla bocca un deciso getto sulla faccia. Scartò un paio di passi sul posto, scoppiando in quella che sembrava una risata cristallina, talmente contagiosa che si fece largo, inesorabilmente, anche sulle labbra della donna che aveva su di sé.
L’altro assottigliò gli occhi, pulendosi il grosso con una mano «Molto maturi…» si complimentò, per ghignare un secondo dopo «… ma, se non vi dispiace, chiederei un passaggio ad un vecchio amico»
Non fece nemmeno in tempo a finire di dire quella frase che il vento lo avvolse nei suoi sbuffi, asciugandolo completamente e costringendolo ad un paio di piroette a diversi metri da terra.
«Ciao Gale[2]…» lo salutò felice. Sempre con il suo aiuto, affiancò gli altri due «Sono pronto»
Elsa gioì internamente del suo buon umore «Coraggio, Ahtohallan ci aspetta»
«Benvenuto
a casa…» lo accolse Elsa, non appena misero piede
sulle spiagge ghiacciate dell’Isola dei Ricordi.
«Cosa?»
chiese Jack, non capendo.
L’altra
annuì «Qui è dove dimorano le memorie
di tutti, ognuno può sentirsi a
casa» gli spiegò incoraggiante
«Seguimi»
Lui
obbedì ma, non appena arrivarono all’ingresso di
quella che aveva tutta
l’aria di essere una grotta, il Quinto Spirito lo
guardò e un lampo di sfida
saettò nei suoi occhi chiari «Stammi dietro, se ci
riesci» non gli diede
neanche il tempo di comprendere a pieno le sue parole:
scattò, sparendo dalla
sua vista.
«Ma
che diavolo?» borbottò l’altro confuso
ma l’idea di perdere lo pungolò
nell’orgoglio e, in un attimo, le fu alle calcagna.
Calpestò,
un passo dopo l’altro, quei pavimenti di ghiaccio, sempre
più vicino.
Lasciandosi trasportare dalla pendenza dell’ennesimo
corridoio imboccato, il
suo peso maggiore gli fece recuperare terreno, così tanto
che se avesse
allungato una mano avrebbe sfiorato con le dita uno dei veli del suo
etereo
vestito. Prima che riuscisse effettivamente a farlo, però,
lei saltò improvvisamente
e saltò ancora. Lui fu costretto ad una brusca frenata, non
avrebbe saputo dire
come
riuscì a bloccarsi fra quei pavimenti scivolosi e quelle
pareti
gelate ma, di fatto, lo fece: davanti a lui si estendeva un baratro
buio, senza
fondo, l’unico modo per attraversarlo era, appunto, saltare
fra enormi piloni
di ghiaccio che svettavano nell’oscurità.
«Che
c’è?» rimbombò la voce della
bionda, fra le pareti della caverna, al
sicuro dall’altro lato «Hai paura, per
caso?»
Era
chiaramente una pazza ma, probabilmente, era anche per questo suo
spropositato coraggio che l’amava.
«Mai!»
sibilò, incurante che a quel livello, lei non potesse
sentirlo. Prese
una discreta rincorsa ed emulò le sue gesta: arrivato
dall’altro lato di lei
non c’era più traccia ma un’inspiegabile
euforia, fomentata dall’adrenalina
appena provata, rinnovarono il suo impulso di correre.
Attraversò in un lampo
un lungo corridoio, per poi superare a grandi falcate
un’enorme sala
completamente vuota, ad eccezioni di enormi e trasparenti colonne
laterali.
Varcò, così, l’ennesima soglia ma,
quello che trovò lo stupì talmente tanto
che, quasi, si bloccò sul posto: attorno a lui, centinaia di
statue di neve –
alcune dall’aria decisamente familiare – si
muovevano e bisbigliavano parole.
Raggiunse
Elsa vicina ad una particolare coppia di fantocci: l’uomo
teneva in
mano un lungo bastone e, con aria beffarda, si prodigava in un profondo
inchino
sotto lo sguardo sospettoso della donna di fronte a lui.
Jack
sgranò definitivamente gli occhi «Ma
questi…»
«Siamo
noi, sì» concluse il Quinto Spirito «Le
memorie di tutti sono qui,
comprese le tue» e, così dicendo, gli
mostrò altre figure che lo ritraevano da
bambino, ragazzo, uomo. A volte era solo, altre accompagnato da
qualcuno.
Assottigliò
gli occhi davanti a un suo doppione di neve che si accucciava verso
un bastone da pastore mentre, al tempo stesso, cercava di
tranquillizzare un
ragazza più giovane, sussurrandole dolcemente “Andrà
tutto bene, te lo
prometto…”
Quella
era… «Mia sorella!» esclamò,
come folgorato dalla comprensione «Mentre
tornavamo a casa il ghiaccio del lago si è incrinato, era
ancora troppo
sottile… poi, non ricordo bene, a parte un freddo
terribile»
Elsa
gli prese la mano fra le sue, quasi commossa «Ti sei
sacrificato per
salvarla, è per questo che l’Uomo della Luna ha
scelto te per diventare il
nuovo Spirito dell’Inverno»[3]
«Ora,
però, non lo sono più…» si
rabbuiò l’altro.
«Possibile
che non lo capisci?» lo spronò lei
«Quali difficoltà hai incontrato
seguendomi? Sei, forse, mai scivolato una volta?» gli
scostò appena i capelli
castani dagli occhi «Quale temperatura pensi che ci sia qui
dentro? Non mi pare
tu stia congelando…»
«Che
cosa mi stai dicendo?»
«Di
aprire gli occhi»
«Mi
pare di averli aperti…» le rispose, si stava
innervosendo, lo percepì.
Decise di cambiare approccio, fece leva sulle loro mani di nuovo unite
e lo
attirò a sé «Ti sto chiedendo di
credere» e, detto questo, si alzò sulla punta
dei piedi per andare a toccare la fronte dell’altro con la
sua. Il contatto
sprigionò un’ondata di potere tale che
cristallizzò tutte le statue di neve che
li circondavano. Quando cessò, il Quinto Spirito
riaprì gli occhi, ritrovando
di fronte a sé il Signore dell’Inverno.
Jack
non ebbe bisogno di guardarsi per capire di essere tornato ad essere
quello
di sempre, lo percepiva dentro
«Io non capisco…»
Elsa
sorrise «Me l’hai detto tu, no? Non sei mai andato
via, eri solo nascosto…
solo che non avevamo ancora scavato abbastanza a fondo»
«Ma
come è stato possibile tutto quello che abbiamo vissuto
finora?»
«E’
stata una specie d’illusione» gli spiegò
«Prima necessaria a me, per capire
come avessi bisogno di te perché sei tu e non per quello che
rappresenti e
farmi arrivare fino a qui…» sorrise
«Poi, credo che i giorni a venire siano
stati come un regalo, per tutti gli anni di solitudine che siamo stati
costretti a sopportare. Tuttavia, per quanto l’Uomo della
Luna sia potente, non
può più cambiare ciò che sei
diventato. A proposito…» si staccò da
lui per un
attimo e protese le mani in avanti, il bastone dello Spirito
dell’Inverno si
materializzò fra di esse «Credo proprio che questo
sia tuo»
Non
appena il legno tornò in contatto con il suo padrone
brillò, come se la
felicità che si era dipinta sul volto di Jack, proprio in
quel momento, avesse
potuto avvertirla anche l’oggetto stesso.
Quella
reazione ebbe il potere di riempire di gioia anche il Quinto Spirito
«Prendimi» lo sorprese con un salto, andando a
circondare il suo collo con le
braccia. Per quanto preso alla sprovvista, lui non la fece cadere. La
guardò
con un muto interrogativo nello sguardo e lei, semplicemente,
alzò le
sopracciglia invitandolo a volare. Chiaramente quello obbedì
e si librò
nell’aria: su, sempre più su.
«Guarda»
lo spronò nuovamente l’altra, ora che il simbolo
dell’unione dei
quattro elementi – il suo simbolo – era interamente
visibile sull’enorme
decorazione del pavimento della stanza
«Cos’è quello?»
«Un
fiocco di neve?» le buttò lì, non
capendo dove volesse andare a parare.
«Esatto,
è me che rappresenta… e di cosa sei il Signore
tu?» continuò con un
sorriso, stringendosi a lui maggiormente «Non capisci? Noi
siamo nati
per stare insieme»
Quelle
parole ebbero un potere quasi inebriante sul ritrovato Spirito,
tant’è
che non si limitò solo a baciarla ma la trascinò
in un volo vorticoso.
«Ehi:
fermo, fermo» cercò di bloccarlo lei scombussolata
ma, chiaramente,
divertita «Non è una cosa a cui sono
abituata»
«Ah,
giusto… tu non sai volare» ghignò lui
«Però sai creare dal nulla abiti
pazzeschi» la punzecchiò.
Lei
accolse la sfida con piacere «A proposito…
sarà il caso che tu indossi qualcosa
di più consono» e così dicendo,
staccò una mano da lui per trasformare i suoi
abiti Northuldri in un principesco abito blu.
Jack
si guardò «Non avrai un po’
esagerato?»
Elsa
rise e mosse l’altra mano per ridonargli il suo classico
aspetto ma, aggiungendo
– giusto per rimarcare in maniera disinteressata il loro
legame – alcuni diamanti
ad impreziosirgli la camicia «Meglio?»
«Meglio»
concesse lui ma il sorriso che le regalò fu
tutt’altro che
rassicurante e si trasformò, ben presto, in un molesto
ghigno laterale.
Approfittando del fatto che non si stesse più reggendo,
allargò le braccia
lasciando la presa.
«Uh?»
fece appena in tempo a dire lei, sgranando gli occhi, prima
d’iniziare a precipitare.
«Jack-son!»
fu il richiamo rabbioso che arrivò alle orecchie del
riscoperto
Spirito dell’Inverno.
Fischiò
«Ahia, è davvero arrabbiata…»
sussurrò divertito, per poi lanciarsi in
picchiata al suo salvataggio.
La colpa è tutta del richiamo del canon che mi attira come la sirena di Ahtohallan e, quindi, di Frozen 2 che, mannaggia alla pupazza, ha pensato bene di rendere Elsa uno Spirito, non specificando apertamente se sia diventata immortale o meno ma temo che il concetto di Spirito sia, per definizione, qualcosa che trascende la natura umana, così come anche Kristoff sottolinea dicendo "Hai qualcosa di diverso..." per cui è estremamente probabile.
Fatto sta che io non ho amato molto questa cosa, ok, adoro Jack come Signore dell'Inverno e rendendo lei uno spirito hanno strizzato l'occhio a noi Jelsa shipper (i riferimenti a ROTG in Frozen 2 si sprecano) ma, come avrete abbondantemente capito, io li shippo in maniera viscerale per le loro personalità, i poteri per me sono solo un contorno, quindi nel mio cuore potevano anche rimanere insieme mortali e prodigarsi a fare taaaanti bambini perché, è vero: amo Elsa, amo Jack ma amo anche Anna e, sinceramente, l'idea che Elsa si ritrovi senza di lei per l'eternità mi sembra una cosa tremendamente triste, più una condanna che non un premio. Il fatto che per amor di tempistiche Elsa non spenda nemmeno un secondo su questo pensiero, mi ha lasciata un pochino basita ma vabbé.
Almeno ci facessero felici dandole un aitante Spirito dell'Inverno con cui tenere occupati i suoi giorni - e le sue notti - per Diana.
Via, sarà il caso che la smetta, altrimenti queste note rischiano di diventare, come al solito, un trattato. Insomma quello che volevo dire è che è questo il motivo per cui quest'ultimo capitolo si chiama "Contenuto Speciale", perché devia dal sentiero battuto da Seasons per riprendere la strada segnata da Frozen 2.
Siete liberi di seguire il percorso che preferite, personalmente, mi crogiolerò in entrambi a seconda del mood della giornata.
Al momento questa raccolta termina qui ma non è detto che non potrà arrivare qualcosa in futuro che me la farà riaprire.
Nel frattempo, ho un altro progetto in testa per un AU... quindi, se vi va, state all'occhio.
Grazie davvero per avermi seguito fino a qui, lasciandomi le vostre impressioni, listando o, semplicemente, leggendo silenziosamente.
A presto
Cida
[1] Fra le varie strizzate d'occhio a ROTG, se così vogliamo chiamarle, c'è la netta somiglianza di Nokk con gli incubi di Pitch Black e sebbene qui non abbia mai avuto a che fare con essi, Jack avverte comunque un certo disagio in presenza del destriero d'acqua.
[2] Gale è il nome originale di Zefiro, lo preferisco e, giustamente, non può non avere una qual certa affinità col nostro Jack.
[3] La scena che Jack rivede nei pupazzi di neve di come è diventato lo Spirito dell'Inverno è, chiaramente, come quella di ROTG, leggermente modificata in relazione alla sua età maggiorata: anche Emma è più grande, non stavano giocando ma stavano semplicemente rientrando a casa dopo aver effettuato delle commissioni per la famiglia.
I personaggi di Jack e Elsa,
ovviamente, non mi appartengono ma sono di
proprietà
dei rispettivi autori e case cinematografiche. |