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Autore: Btsuga_D    09/10/2020    1 recensioni
[COMPLETA] Nello slang giovanile, "Hook-up" é il famoso rimorchio senza impegno. L'accordo riguarda la possibilità di fare sesso senza che ci sia un sentimento sottostante. Suga, famoso Idol e rapper del gruppo BTS, è conosciuto per le sue "scappatelle di una notte" con le sue fan. La sua regola numero uno: tutto è concesso, tranne i baci sulla bocca. Per delle sfortunate circostanze, Kang Yorin è costretta a dover andare ad un fan-sign dei BTS al posto della sua migliore amica, venendo subito notata dal bel rapper. Yorin accetterà la sua offerta o resterà fedele alla sua regola numero uno, donarsi solo all'uomo che ama?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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❖ Desire



⚜⚜⚜


Yorin’s Pov

 

Non riuscivo a credere ai miei occhi. Continuavo a fissare come una deficiente il volto del ragazzo che stava tranquillamente dormendo al mio fianco. Mi venne persino l’impulso di sfiorarlo per accertarmi che fosse tutto reale, ma finii soltanto per risvegliarlo dal suo sonno. Sospirò e si mosse leggermente, il suo braccio avvinghiato alle mie spalle nude per assicurarsi di non lasciarmi andare nemmeno mentre dormiva.
 
«Che hai da guardarmi in quel modo?» domandò facendomi sussultare. Non mi aspettavo un tono così fresco e riposato da uno che si era appena svegliato.
 
«Non ti stavo guardando,» mentii come la peggiore delle bugiarde.
 
Yoongi sogghignò, gli occhi ancora chiusi. «E io non mi sono svegliato con la stessa donna della notte scorsa nel letto.» Sollevò le palpebre e i nostri occhi s’incontrarono. «La mia donna.»
 
Arrossii. Era questo che mi aveva lasciata senza parole. Il fatto che fosse ancora con me nonostante l’ultima volta fosse scappato con la coda tra le gambe.
 
«La tua donna questa volta merita di trovarti al suo fianco dopo aver condiviso il letto con te?»
 
Non volevo essere cattiva, ma una ragazza già ferita in passato tirava fuori le unghie per evitare di ricaderci una seconda volta. Era istintivo.
 
«Non solo questa volta. Tutte le volte che succederà meriterai di trovarmi al tuo fianco. Non scapperò più.» Mi fissò ancora, poi dischiuse le labbra mentre mi accarezzava una guancia. «Sei andata a letto con Jongin?»
 
La domanda non mi sorprese più di tanto. Sapevo che prima o poi me l’avrebbe chiesto. Era solo questione di tempo. «No. Non sono andata a letto con Jongin.»
 
Yoongi annuì piano, per poi dire, «Sei bellissima.»
 
Lo guardai sconvolta. «Min Yoongi, sei diventato pazzo?»
 
«No, sono ritornato me stesso,» affermò lasciandomi senza parole. «Però adesso muovi il culo. Questa giornata è cominciata benissimo ma finirà sicuramente di merda. Dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo scatenato.»
 
Strinsi forte gli occhi dopo essere ritornata alla realtà. Aveva ragione. Non potevamo rifugiarci per sempre in quella camera d’albergo. Sarebbe stato bello chiudere fuori il resto del mondo e concentrarci soltanto su noi due, ma la nostra popolarità ce lo avrebbe impedito a qualunque costo.
 
Spostai lo sguardo sulla televisione spenta mentre Yoongi si alzava dal letto per mettersi qualcosa addosso. Quella semplice scatola quadrata ebbe il potere di farmi attorcigliare le viscere.
 
«Hai paura?» gli domandai con un nodo in gola.
 
Yoongi si voltò verso di me, e forse vide la preoccupazione impressa sul mio viso. Abbandonò la t-shirt bianca che stava indossando e si arrampicò sul letto per venirmi vicino. Il suo bacio infuocato mi prese alla sprovvista e affondai nel materasso dopo essere stata sottomessa dal peso del suo corpo.
 
Ricambiai non appena sentii le sue labbra sulle mie. Le nostre lingue non ebbero pietà l’una dell’altra e ci ritrovammo a lottare come due animali selvaggi in mezzo a un groviglio di lenzuola bianche. Io gli graffiavo la schiena mentre lui mi marchiava il collo con la bocca. Quel dolore si mischiò ad un piacere intenso quando mi accarezzò la curva del seno e spinse il bacino contro il mio.
 
«Con te al mio fianco, di cosa dovrei avere paura?» mi sussurrò con voce roca mentre mi prendeva il viso per riportare la mia bocca sulla sua.
 
Le nostre lingue s’incontrarono nuovamente, sprigionando un calore che mi fece girare la testa. Mi sporsi in avanti e rotolai su di lui ribaltando le nostre posizioni. La stoffa del suo jeans sfregò contro le mie gambe nude, desiderose del suo tocco e delle sue attenzioni. Ogni parte di me bramava ogni parte di lui, e mi sorpresi del fatto che non ne avrei mai avuto abbastanza.
 
Mi sistemai a cavalcioni sui suoi fianchi e lui accolse di buon grado quel mio gesto sfacciato. Anzi, mi assecondò piantandomi una mano sul sedere per schiacciarmi contro la sua eccitazione coperta dai pantaloni. Staccò le labbra dalle mie per farle scivolare sul mio collo, sulla clavicola e infine su un seno, per poi impossessarsi del capezzolo, che succhiò con la lingua e con i denti mentre mi schiacciava a sé per ottenere e darmi sempre di più.
 
Non capivo più nulla. Volevo lui. Soltanto lui. Lasciai ricadere la testa all’indietro e affondai le mani tra i suoi capelli mogano. Lo sentii armeggiare con la zip dei pantaloni e l’attimo dopo dovetti ricacciare indietro un gemito di dolore. Era entrato in me con un’unica spinta e mi appoggiai alle sue spalle per evitare di perdere l’equilibrio, oltre alla razionalità.
 
Ero ancora dolorante a causa della notte scorsa, ma strinsi i denti cercando di adattarmi ai suoi movimenti. Per nulla al mondo l’avrei fermato. Sentirlo dentro di me era tutto ciò che volevo, e non sarebbe bastato un po’ di dolore ad impedirmi di provare tutte le bellissime emozioni della notte precedente. Volevo rivivere tutto daccapo, all’infinito.
 
«Ti faccio male?» mi domandò dopo aver rallentato il ritmo. Cercò subito i miei occhi e mi prese il volto con una mano per obbligarmi a guardarlo. «Yorin, dimmelo se ti sto facendo male.»
 
Scossi la testa. «No. No, ti prego. Continua,» lo supplicai con il fiatone, muovendomi su di lui per incoraggiarlo. «Continua. Non fermarti.»
 
Non avrebbe mai potuto negarmi una richiesta del genere. Mi ribaltò con la ferocia di un leone e mi ritrovai intrappolata sotto il suo corpo. Le sue spinte possenti mi causarono dei brividi incontrollati, sensazioni che non avrei provato con nessun altro, perché lui era l’unico in grado di portarmi in paradiso.
 
La stanza si riempì dei nostri gemiti, di ogni piccolo affanno che dettava le regole confusionarie del nostro amore. Eravamo sudati, stremati, ma persi nella nostra passione. Una passione che ci portò a raggiungere l’orgasmo nello stesso momento, a tremare di piacere all’unisono.
 
«Pronta a tornare alla realtà?» sussurrò Yoongi stampandomi un piccolo bacio sulle labbra. Aveva il fiatone.
 
«Prima facciamo colazione,» risposi sfinita. «Per affrontare una giornata del genere ho bisogno di recuperare le energie.»
 
«Non potrei essere più d’accordo.»
 

Yoongi’s Pov

Ci sedemmo al tavolo della colazione senza guardare in faccia nessuno. Solo dopo aver sopportato interminabili minuti di silenzio, mi decisi a sollevare lo sguardo, accorgendomi che Yorin li stava già fronteggiando a testa alta. Quanto amavo la sua strafottenza. No, anzi. Amavo tutto di lei.
 
«Se dovete dirci qualcosa, fatelo prima che inizi a mangiare,» gli disse Yorin afferrando un tozzo di pane. «Non vorrei che mi si chiudesse lo stomaco. Ho bisogno di mettere qualcosa sotto i denti.»
 
«Vi siete divertiti stanott- AHI!» si lamentò Jimin dopo la gomitata di Taehyung per farlo tacere. Il più grande si massaggiò la parte indolenzita. «Stavo solo cercando di smorzare la tensione! Accidenti!»
 
«Ci siamo divertiti anche questa mattina,» li informai cominciando a spalmare della marmellata d’arancia su un toast preso a caso. Appena finito, lo passai a Yorin e mi leccai le dita per ripulirle. «Prossima domanda.»
 
«Avete già visto le notizie?»
 
Sollevai lo sguardo su Jin. Io e il maggiore ci fissammo negli occhi finché non decisi di lasciarmi ricadere contro la sedia e poggiare un braccio sullo schienale di Yorin. «No, ma direi che è ora di fare i conti con la realtà. Cosa abbiamo scatenato?»
 
«Un putiferio,» rispose Jungkook. Il maknae se ne stava immobile sulla sedia con le braccia incrociate sul tavolo. «Bang PD sta cercando di salvare il salvabile. Siamo primi nelle ricerche su internet e #YOGA è primo in tendenza su Twitter.»
 
«YOGA?» ripeté Yorin mandando giù un pezzo del toast che le avevo offerto.
 
Hoseok ridacchiò. «Yorin e Suga.»
 
La rossa quasi soffocò con il boccone che stava mandando giù mentre io mi bloccai dal riempire una tazzina di caffè. Scossi la testa. «Che fantasia.»
 
«Di certo non supera quella di Yorin,» s’intromise Namjoon chinando la schiena in avanti. I suoi occhi erano due coltelli affilati, e li stava rivolgendo proprio contro la mia ragazza. «Lo ammetto. Non mi sarei mai aspettato una mossa del genere da parte tua. Mi hai colto… di sorpresa. Così come hai colto di sorpresa mezza popolazione mondiale.»
 
«E Jackson Wang,» scoppiò a ridere Jimin. «Avreste dovuto vedere la sua faccia! È diventato un meme!» Prese il suo cellulare e lo rivolse verso di noi, mostrandoci il volto incriminato. Yorin ridacchiò.
 
 
Seokjin annuì. «È la prima cosa che ho visto stamattina quando ho acceso il telefono. Hanno ripreso la sua reazione mentre voi eravate incollati come due sanguisughe. A proposito, le riprese del bacio sono venute davvero bene. Dovreste riguardarle.»
 
«Ok, ma queste sono le buone notizie,» intervenne Taehyung. «Adesso che ne dite di dirgli quelle cattive?»
 
Yorin mandò giù un altro boccone di toast. «Avrei preferito cominciare con quelle.»
 
«Ah, non guardate me!» esclamò Hoseok alzando le mani al cielo. «Non sono bravo a dare cattive notizie. Per quello esiste Namjoon.»
 
Il Leader sospirò e picchiettò le dita contro il tavolo di marmo. Riempii la tazzina di caffè e la passai a Yorin, che mi ringraziò a bassa voce dopo avermi dato una veloce occhiata. La sua attenzione tornò subito su Namjoon.
 
«Beh, da dove potrei cominciare?» si domandò il ragazzo seduto di fronte a me. Aprì gli occhi dopo essersi massaggiato le tempie. «Forse dal fatto che Yorin è stata additata come puttana e traditrice. Kai questa mattina ha rilasciato un’intervista e di certo non si è risparmiato. Ha detto che sei stata davvero brava a recitare la parte della fidanzatina perfetta. Scoprire che lo tradivi lo ha distrutto.»
 
Il tavolo sobbalzò quando vi schiantai sopra la caraffa piena di caffè. «Figlio di puttana,» sibilai tra i denti rischiando di spaccare in due il pregiato contenitore di porcellana. «Ovviamente ha pensato solo a coprirsi le spalle.»
 
«Prevedibile,» rispose Yorin mandando giù un sorso di caffè. «La reputazione di un idol viene prima di qualsiasi altra cosa.»
 
«E la tua è stata macchiata, Yorin,» disse Taehyung sporgendosi verso di lei. Il suo volto tradiva tutta la sua preoccupazione. «Dobbiamo ripulirla, così come dobbiamo ripulire quella di Yoongi-hyung. Alcune persone non hanno preso bene il bacio che vi siete scambiati. Dato che Hyung ha ricambiato, la gente pensa che abbia mancato di rispetto a Jongin. L’unico modo per risolvere questa situazione è parlarne con lui e cercare di arrivare ad un accord-»
 
«Non credo proprio,» lo interruppe Yorin schiantando la tazza di caffè sul tavolo. Gli altri sei rimasero basiti. «Non me ne frega un cazzo della mia reputazione. La mia carriera da idol è finita nel momento stesso in cui ho scoperto la verità su mia sorella.» Si voltò verso di me e il suo volto di marmo si addolcì un po’. «E per quanto riguarda la reputazione di Yoongi… rilascerò un’intervista in cui mi addosserò tutta la colpa. Lui ne uscirà pulito, e così anche i BTS.»
 
«Assolutamente no,» replicai severo. La rabbia cominciò a consumarmi il cervello. «Tu non farai proprio un cazzo di niente.»
 
«Lo farò eccome, invece,» ribatté con la mia stessa determinazione. I suoi occhi mandavano scintille. «Non provare a fermarmi, Min Yoongi. Non ti conviene. Sai bene che è solo tempo sprecato.»
 
Balzai in piedi e lei mi seguì a ruota. Ci trovammo l’uno di fronte all’altra, a guardarci in cagnesco come se dovessimo saltarci addosso da un momento all’altro. Ma stavolta non per la passione che ci ardeva nel cuore.
 
«E a te non conviene sfidarmi, tesoro,» l’apostrofai. «Non ti permetterò di rovinarti la vita per una cazzata del genere. Hai idea delle ripercussioni che potrebbe avere su di te e sulla tua famiglia?!»
 
«Quale famiglia!» mi gridò dritto in faccia. «Sei tu la mia famiglia, brutto stronzo senza cervello! Mio padre è morto. Mia sorella è morta. Mia madre mi odia perché non riesce a perdonare il fatto che non sia stata vicina a Yoona quando aveva più bisogno di me. Ho perso anche il mio migliore amico e la fiducia della mia migliore amica, quindi…» Si bloccò con le lacrime agli occhi. «Mi resti soltanto tu.»
 
Tutta la mia determinazione andò a farsi fottere. Un moto di dolcezza sostituì la mia rabbia e fu solo il mio maledettissimo orgoglio a impedirmi di prenderla tra le braccia e baciarla lì, davanti a tutti. Nessuna donna mi aveva mai detto una cosa del genere, a parte mia madre. Era una sensazione strana. Mi sentivo grato, incredulo e amato allo stesso tempo. Il mio cuore traboccava di emozioni che non ero più abituato a tenere sotto controllo.
 
«Non hai perso la fiducia della tua migliore amica,» le dissi dopo essermi calmato. «Quella ragazzina mi ha fatto il culo a strisce per difenderti. Mi ha messo praticamente in ginocchio.»
 
«É stata sempre dalla tua parte,» s’intromise Jungkook con una nota d’orgoglio nella voce. «Non ha mai smesso di fare il tifo per te. Avresti dovuto vederla quando ti esibivi nei programmi musicali. Ad ogni tua vittoria, impazziva di gioia.»
 
«E imprecava contro Jongin,» aggiunse Hoseok ridendo.
 
L’espressione di Yorin tradì la sua sorpresa e la sua commozione. «Ji Woo… è rimasta sempre con voi?» domandò incredula. «Pensavo fosse tornata nella sua crew visto che non l’ho più vista farvi da back-up dancer.»
 
«Diciamo che qualcosa l’ha trattenuta,» ridacchiò Taehyung lasciando sottinteso un pensiero che io conoscevo fin troppo bene. «O meglio, qualcuno
 
Cazzo. Dopo tutto quello che era successo, non avevo avuto modo di aggiornare Yorin sulla situazione che riguardava Ji Woo. Cominciavo già a sentire le imprecazioni rivolte contro il sottoscritto, in ordine alfabetico.
 
«Da non credere,» si lamentò improvvisamente Jin. Scosse la testa e incrociò le braccia al petto, frustrato. «Da non credere,» ripeté con lo stesso tono stizzito.
 
Mi veniva da ridere. Non solo per la faccia indignata di Jin, ma soprattutto per l’espressione persa di Yorin. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo e continuava a voltarsi verso di me per chiedermi silenziosamente spiegazioni. Era così carina che non potei fare a meno di ridacchiarle in faccia. Quando l’avrebbe saputo, sarebbe rimasta davvero senza parole.
 
«Yorin!»
 
Ci voltammo tutti verso le scale. La ragazza di cui stavamo parlando si precipitò giù dai gradini e dovetti spostarmi per evitare di farmi colpire in pieno da una spallata. Ji Woo non mi aveva ancora perdonato per quello che avevo fatto alla sua migliore amica. Si lanciò sulla rossa e l’abbracciò come se non la vedesse da dieci anni nonostante fossero passati soltanto sei mesi.
 
«Mi sei mancata da morire,» affermò la più piccola con le lacrime agli occhi.
 
Yorin ricambiò l’abbraccio e mi sedetti al tavolo della colazione quando vidi una lacrima rigarle il viso. Ancora una volta, dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non andare da lei e stringerla fra le braccia. Il mio istinto di protezione non era mai stato così fuori controllo. Mi ficcai una fetta biscottata in bocca e mi versai anche del caffè per tenermi impegnato e non pensare al fatto che avevo una voglia matta di caricarmela in spalla e tornare in camera da letto per farle tornare il sorriso.
 
«Mi dispiace tanto, Ji Woo,» disse Yorin con voce tremante. Staccai con rabbia un altro pezzo di fetta biscottata per riempirmi la bocca e non imprecare. Odiavo vederla stare male. «In questi mesi mi sono concentrata solo sulla mia vendetta e non ho pensato a te. Ti ho allontanata e non avrei dovuto farlo…»
 
«No, no,» negò la mora di fronte a lei. «Capisco perché lo hai fatto. Un tradimento può essere peggio di una pugnalata.» Ji Woo mi scoccò un’occhiata inceneritrice e mi sentii sprofondare sottoterra. Il pezzo di fetta biscottata che avevo in bocca mi sembrò improvvisamente amaro. «Ma mentire e tradire non sono due concetti poi così diversi, no? Quindi, come io sono stata perdonata, anche tu dovresti dare una seconda possibilità a chi ti ha fatto soffrire.»
 
Tornai a guardare le due ragazze e vidi la sorpresa negli occhi di Yorin.
 
«Perdonata?» domandò la rossa. La mora annuì felice.
 
Lasciò andare la sua amica e si diresse dall’altra parte del tavolo, accomodandosi di fianco a Jungkook. La mascella di Yorin toccò terra quando quest’ultimo si chinò sulla mora per rubarle un bacio che la fece ridacchiare.
 
«Dormito bene?» le domandò il maknae con gli occhi che gli brillavano.
 
Ji Woo annuì e si mordicchiò il labbro inferiore. «Perché non mi hai svegliata? Sai che morivo dalla voglia di salutare Yorin visto che ieri sera non ho potuto farlo.»
 
«Pensavo fossi stanca,» rispose il maknae facendole l’occhiolino.
 
«Da non credere,» sibilò Jin continuando a borbottare come una ciminiera. «Robe da matti. Nello stesso letto…»
 
«Jin-hyung, smettila di fare il puritano!» saltò su Jimin. «Il primo a perdere la verginità nei Bangtan sei stato tu! Con una truccatrice!»
 
«E tu sei stato il primo ad andare a spifferarlo ai quattro venti! C’era bisogno di scriverlo nella chat di gruppo e cambiare il nome in “Jin-hyung è il nostro eroe”?!» sbraitò Seokjin.
 
Jimin balzò in piedi con gli occhi fuori dalle orbite. «Adesso ho capito!» urlò indicando il maggiore. «Sei tu che continui a cambiare il nome del gruppo facendomi passare per un idiota! Ti stai vendicando!»
 
«Sei tu che ti rendi idiota da solo! Chi è che non sa cosa viene dopo il tre?!»
 
«Ero ubriaco!!!»
 
Hoseok s’intromise, «Non mi pare fossi ubriaco quando hai chiesto come facessero le mietitrebbie.»
 
«Stavo dormendo!!!»
 
«Ma esiste un momento in cui sei normale?» domandò Taehyung. «Sicuro che non sei un alieno? Si spiegherebbe perché siamo migliori amici.»
 
«Sono Park Jimin!!!»
 
Diedi un altro morso alla mia fetta biscottata. «No, davvero? Pensavo fossi Jeon Jungkook.»
 
Jimin prese la palla al balzo. «Esatto. Parliamo di Jeon Jungkook.»
 
«Già, parliamo di Jeon Jungkook,» lo appoggiò Yorin.
 
Il maknae fece una smorfia. «Stanno cominciando a fischiarmi le orecchie.»
 
«Mi spiegate che succede? Non ci sto capendo più un cazzo,» disse Yorin voltandosi ancora una volta verso di me. Feci spallucce e mandai giù un sorso di caffè. Non sarei stato di certo io a spiegarglielo. Era tutto troppo incasinato.
 
«Succede che dopo essermi liberato di un problema, ecco che ne spunta fuori un altro,» spiegò Namjoon con rabbia. «Ero a malapena riuscito a liberarmi di te ed ecco che la tua migliore amica fa breccia nel cuore del nostro maknae. Ma cosa devo fare per avere un po’ di pace, si può sapere? Non bastava Yoongi, ora devo andare a bussare anche alla porta di Jungkook per dirgli di fare silenzio!»
 
Bevvi un altro sorso di caffé. «Il piccoletto impara in fretta.»
 
«Maledette donne!» si lamentò Jin lasciando ricadere la testa all’indietro.
 
«La tua amica è davvero una pessima bugiarda,» disse Jungkook a Yorin. Si voltò verso la ragazza al suo fianco e le sorrise con dolcezza. «Ji Woo, vuoi raccontarle tu come sono andate le cose?»
 
La ragazzina puntò lo sguardo sul pavimento, incapace di guardare la sua amica negli occhi mentre le spiegava la situazione. Io decisi di godermi semplicemente la scena e accavallai le gambe per mettermi più comodo. Sarebbe stato divertente.
 
«Beh, ecco…» cominciò Ji Woo, rossa come un pomodoro. «Io e Jungkook eravamo in sala prove. Sai che quando sono troppo agitata comincio a parlare a raffica e non faccio caso a quello che dico. Beh, è capitato che durante la coreografia ci siamo ritrovati in una posizione un po’… beh…»
 
«Compromettente,» venne in suo aiuto Jungkook.
 
Ji Woo annuì. «Sì, compromettente. E io… beh… Ecco, io… Io ho detto: ‘Oh Santo Namjoon’.»
 
Hoseok storse le labbra. «Da quando Namjoon è un santo?»
 
«Da quando devo sopportarvi,» rispose prontamente il Leader.
 
Yorin si spalmò una mano sulla faccia e io non potei fare a meno di ridacchiare. «Dimmi che non l’hai fatto davvero,» la pregò la rossa.
 
Ji Woo si morse un labbro. «L’ho fatto… Ma non è questa la parte più sconvolgente. Vuoi sapere cosa mi ha detto dopo Jungkook? Se n’è uscito con un: “Cavolo, ce ne hai messo di tempo.”»
 
Yorin guardò Jungkook come se avesse appena visto un fantasma. «Lo sapevi?»
 
Il più piccolo sbuffò e mise un braccio intorno alle spalle della sua ragazza. «Certo che lo sapevo. L’ho capito quando ho incontrato Ji Woo per la seconda volta. Era ovvio che fosse lei la ragazza con cui mi scambiavo i messaggi. Senza offesa, Yorin, ma i tuoi modi di fare non possono essere paragonati ai suoi. Tu sei acida e scorbutica, lei è dolce come lo zucchero. Stavo solo aspettando una conferma che alla fine è arrivata.»
 
«Frena la lingua, maknae,» lo minacciai. «Rispetta chi è più grande di te.»
 
«Hyung, non puoi mettere a confronto la mia ragazza con la tua. E ti ho già detto che Yorin te la cedo volentieri. Non c’è bisogno che continui a fare il gelosone.»
 
«Non mi devi cedere niente. Lei è già mia.»
 
«Quindi… nessun rancore?» gli domandò Yorin. «Non sei arrabbiato perché ti abbiamo mentito?»
 
Jungkook fece spallucce. «Come ho già detto a Ji Woo, sono più arrabbiato per il fatto che c’abbia messo così tanto a dirmelo. E poi… lei almeno posso sollevarla quando mi pare.»
 
Yorin inarcò un sopracciglio. «Cosa?»
 
Il moro si alzò in piedi e si caricò in spalla Ji Woo come se pesasse a malapena un chilo. La ragazza dai lunghi capelli neri scoppiò a ridere e si aggrappò alle spalle possenti di Kookie mentre lui ruotava lentamente su se stesso.
 
«Visto?» domandò il ragazzo come se nulla fosse. «Lei non soffre di vertigini. Posso prenderla in braccio senza rischiare che mi vomiti addosso.»
 
Lo fulminai. «Jeon Jungkook, un’altra parola offensiva nei confronti della mia ragazza e giuro che ti appendo al lampadario a testa in giù.»
 
Il maknae sbuffò e rimise gentilmente a terra Ji Woo. Molto gentilmente. «Quanto sei noioso, Hyung.»
 
«Bene, direi che è arrivato il momento di parlare di cose serie,» disse Namjoon alzandosi in piedi. Posai la tazzina vuota sul tavolo e Yorin prese nuovamente posto accanto a me. Pendevamo tutti dalle sue labbra. «Yorin, ciò che hai fatto ieri sta già avendo delle ripercussioni sul nostro gruppo e sul nostro lavoro. La SM Entertainment ha rilasciato un comunicato in cui specifica che non intende prendersi la responsabilità delle tue azioni. Sei da sola. Jongin e la tua agenzia ti hanno abbandonata e lì fuori troverai un mare di squali pronti a divorarti alla prima occasione.»
 
«Non ho paura degli squali,» rispose Yorin con la solita fermezza che la contraddistingueva. «Non ho paura di rimanere da sola.»
 
«Non lo sei,» la incoraggiò Taehyung. «Puoi contare su di noi.»
 
Namjoon annuì e continuò, «Bang PD si sta già occupando dei giornalisti che continuano a chiedere notizie e aggiornamenti sulla situazione. Vogliono la risposta della Big Hit alla SM Entertainment che la accusa di aver introdotto una loro artista nella loro agenzia per creare uno scandalo e favorire la Big Hit. Se la questione non verrà chiarita al più presto, la Big Hit potrebbe perdere credibilità, e con lei tutti i suoi artisti. Capisci cosa sto cercando di dirti, Yorin? Io e i Bangtan siamo disposti a supportare te e Yoongi, ma non sarà facile convincere le persone che il vostro è stato un gesto dettato dall’amore e non dalla smania di successo.»
 
«L’importante è che se ne parli, non importa se bene o male,» rifletté Seokjin.
 
Namjoon annuì. «Esatto. Tutti pensano che la Big Hit lo abbia fatto per far parlare di sé. É pur sempre pubblicità.»
 
«Io non voglio che il vostro lavoro vada sprecato,» affermò Yorin. «Ieri ho baciato Yoongi perché volevo essere libera di amarlo alla luce del sole. Ognuno dovrebbe essere libero di fare ciò che vuole senza sentirsi obbligato a indossare una maschera. Mia sorella è morta per questo. L’ha indossata troppo a lungo e ha finito per identificarcisi. E guardate com’è andata a finire. Sono sicura che anche Jungkook e Ji Woo vogliono amarsi liberamente.»
 
Jungkook prese la mano della sua ragazza e se la portò alle labbra mentre rifletteva. «A dire il vero… io preferisco non far sapere niente di Ji Woo. Questo non vuol dire che non m’importi di lei. Anzi, lo faccio proprio per proteggerla.»
 
«Cosa vuoi dire?» gli domandò Yorin. Jungkook sospirò e stampò un tenero bacio sul palmo di Ji Woo.
 
«Tu sei forte, Yorin. Tu puoi difenderti se le persone proveranno a farti del male a causa dell’invidia o chissà che altro. Ji Woo è indifesa. Non riuscirei a vivere tranquillo sapendo che potrebbe essere in pericolo per colpa mia. Preferisco essere un codardo ma continuare a proteggere le persone che amo. Mi dispiace, ma questo è ciò che penso.»
 
Le parole di Jungkook mi fecero riflettere. Nel momento in cui avevo ricambiato il bacio di Yorin in diretta tv, avevo accettato di lottare insieme a lei a discapito delle critiche che ci avrebbero rivolto. Ma non avevo messo in conto che avrebbero potuto farle del male fisicamente. In fondo non era la prima volta che i fan si comportavano in maniera isterica e possessiva nei confronti di un idol. In giro c’era gente poco raccomandabile, pericolosa anche per una ragazza forte e abile come Yorin.
 
Al pensiero di cosa avrebbero potuto farle, mi si rivoltò lo stomaco e la fetta biscottata che avevo appena mandato giù sembrò fare dietrofront.
 
«Chiamo In Guk,» dissi tirando fuori il cellulare. «Voglio che ti stia sempre intorno, Yorin. Da questo momento in poi non metterai un piede fuori di casa a meno che non ci sia lui con te. Chiaro?»
 
«Wow, wow. Frena,» mi bloccò la rossa mettendomi una mano davanti al viso. «Stai davvero chiamando un bodyguard per proteggere un altro bodyguard? Non ho bisogno della balia, Yoongi. Mi so difendere benissimo da sola. Mi sembra di avertene già dato prova.»
 
«Non me ne frega un cazzo se sei in grado o meno. Lui è un uomo e la sua stazza è dieci volte la tua!»
 
«La stazza non c’entra nulla! Tutti gli uomini finiscono al tappeto con un calcio nei coglioni. Anche In Guk.»
 
Roteai gli occhi al cielo. La ignorai e iniziai a digitare il numero del suo ex-capo, ma Yorin riuscì a rubarmi il cellulare con un movimento svelto della mano. Si alzò in piedi e io la imitai, sovrastandola di parecchi centimetri.
 
«Ti ricordo che In Guk è riuscito a slogarti un polso, quindi ridammelo,» ringhiai a denti stretti riferendomi al cellulare. Feci un passo e mi ritrovai a sfiorarle il naso con il mio quando rimase immobile per contrastarmi a testa alta. «Non sto scherzando, Yorin. Ridammi quel fottuto cellulare.»
 
«Altrimenti?»
 
«Fidati, non ti conviene saperlo.»
 
Era incredibile il grado di tensione sessuale che si respirava tra noi quando eravamo incazzati fino al midollo. Era una cosa istintiva. Più Yorin mi faceva girare le palle, più provavo un insano desiderio di possederla per diventare un’unica cosa con lei. Forse in questo modo sarebbe riuscita a comprendermi. Non la stavo trattando come una bambina. Ero semplicemente preoccupato.
 
«Non lo farà mai,» mi avvisò Ji Woo poggiandosi alla spalla di Jungkook. «Fidati, la conosco. Yorin non se ne andrà mai a spasso con un bodyguard. È fin troppo orgogliosa.»
 
«L’orgoglio non c’entra niente,» s’impuntò la rossa. «Non ne ho bisogno e basta.»
 
Namjoon intervenne per calmare gli animi. «Ascoltate, rimandiamo la questione a quando saremo tornati in Corea. Il nostro volo parte tra due ore e siamo riusciti a prenotare un posto anche per Yorin.» Si voltò a guardarla e sospirò come se volesse evitare la domanda che le fece subito dopo. «Tuttavia, ho bisogno di sapere che intenzioni hai. Che cosa farai una volta lì?»
 
«Io non mi pento di nulla,» rispose senza un briciolo di esitazione. «Combatterò per la mia libertà e per quella di Yoongi, se è quello che vuole anche lui.»
 
«Certo che lo voglio,» le risposi senza lasciarle il tempo di concludere la frase. «Ma voglio anche tenere i Bangtan fuori da questa storia. Loro non devono pagare per le nostre scelte. Lo so che ci supportano e ci sostengono, ma io non voglio che si sacrifichino per noi. Non dopo tutta la fatica che hanno fatto per arrivare fino a qui.»
 
Jimin sembrò piuttosto alterato. «Hyung, smettila di parlare come se tu non ne facessi parte. I Bangtan Sonyeondan sono sette, te lo sei forse scordato? Ognuno di noi ha dato qualcosa al gruppo e siamo arrivati a questo punto proprio perché abbiamo unito le forze e ci siamo sostenuti a vicenda. Siamo tutti sulla stessa barca. Se uno di noi salta, saltiamo tutti. I BTS non esistono senza Yoongi. Non esistono senza Namjoon, Seokjin, Jimin, Jungkook, Hoseok e Taehyung. Perciò, se tu sei fuori, lo sono anch’io.»
 
«E anch’io,» si unì Namjoon sollevando il braccio al cielo.
 
«Anch’io,» ripeté Taehyung.
 
Uno ad uno, alzarono tutti la mano ribadendo quella piccola affermazione che mi fece sciogliere il cuore. Ero grato di aver trovato delle persone come loro, dei fratelli che non si preoccupavano della fama e del successo, ma solo di ciò che avevamo costruito insieme: una famiglia.
 
Yorin si voltò verso di me. «Vedi? È per questo che devo farlo. Lascia che le persone sfoghino le loro frustrazioni su di me. In fondo sono stata io a dare inizio a tutto questo. È giusto che sia io a pagarne le conseguenze. Non voi.»
 
Mi avvicinai a lei e le agguantai il viso con entrambe le mani. «Yorin… Io-»
 
«Domani parlerò in conferenza stampa,» affermò lacerandomi ancora di più il cuore. Non volevo che fosse l’unica a sacrificarsi per il nostro amore. Non era giusto. Anche io dovevo fare la mia parte. «Non mentirò. Dirò semplicemente la verità. Rivelerò che ho usato Jongin per raggiungere il successo ma che alla fine mi sono resa conto di non poter più ignorare il mio cuore. Di non poter più ignorare te.»
 
Taehyung si mosse sul posto. «Così però passerai per un’arrampicatrice sociale.»
 
«Ma voi sarete al sicuro,» disse la mia ragazza guardandomi negli occhi. «È questo quello che conta.»
 
***
 
Mi sentivo inquieto. Quella sera il tempo era più freddo del solito e rispecchiava alla perfezione il gelo che sentivo nel cuore. Eravamo tornati in Corea con un po’ di difficoltà a causa dello scandalo che avevamo scatenato in Giappone, ma non pensavo che le cose avrebbero preso una piega differente da quella prevista.
 
I programmi musicali facevano a gara per invitarci. A quanto pare i pettegolezzi alzavano l’audience a livelli inimmaginabili e tutti volevano accaparrarsi la loro fetta di gloria ricoperta d’oro. E noi, in quanto artisti di un’agenzia, dovevamo sottostare alle regole dello spettacolo per mantenere alta la nostra popolarità. Aveva ragione Yorin. Eravamo ricchi e famosi, ma ci mancava qualcosa di fondamentale. La libertà.
 
Mi venne un groppo in gola quando pensai al suo nome. Tra poco ci sarebbe stata la conferenza stampa e io, invece di essere al suo fianco, mi stavo preparando a fare ciò che il pubblico si aspettava da me. Che sia chiaro, adoravo fare musica con i Bangtan e avrei voluto continuare a farlo per il resto dei miei giorni, ma in quel momento desideravo solo mollare tutto e raggiungere l’unico luogo in cui il mio cuore avrebbe voluto essere. Accanto a Yorin.
 
«Quanto manca?» mi domandò Taehyung mentre si sistemava il microfono.
 
«Fra meno di un’ora è il nostro turno.»
 
«No, no. Intendo quanto manca alla conferenza stampa.»
 
Nessuno di noi voleva davvero essere lì. Avevamo accettato solo per calmare i pettegolezzi e per una questione di correttezza nei confronti dei fan che continuavano a supportarci nonostante tutto. Non avremmo mai potuto ringraziarli abbastanza.
 
«Tra un’ora,» risposi controllando l’orologio per la centesima volta. Avevo i nervi a fior di pelle.
 
Jimin ci raggiunse proprio in quel momento e mi allarmai non appena vidi il suo sguardo accigliato. Mi alzai dal mio posto e mi avvicinai a lui.
 
«Che c’è?» gli domandai con un brutto presentimento.
 
«É per te,» disse porgendomi il suo cellulare. Pensavo si trattasse di una chiamata, ma mi ritrovai a guardare lo schermo del telefono e a stringere convulsamente il pugno.
 
 
Stava facendo sul serio? Feci per riconsegnare il telefono a Jimin ma quest’ultimo scosse la testa facendomi cenno di tenerlo.
 
«Magari è davvero importante.»
 
Sollevai gli occhi al cielo.
 
 
 
  
Iniziai seriamente a sudare freddo. Cosa stava cercando di dirmi quel maledetto bastardo? Perché non dovevo lasciare Yorin da sola? Ma ora lei era in quel fottuto palazzo per parlare in quella fottuta conferenza stampa. E io non ero con lei. Perché Jongin mi stava dicendo che era in pericolo? Mi stava prendendo per il culo o stava semplicemente cercando di spaventarmi?
 
Sobbalzai quando il mio cellulare vibrò per avvisarmi che mi era appena arrivato un messaggio. Avevo i nervi a fior di pelle. Restituii il cellulare a Jimin, e mentre lui leggeva i messaggi tra me e Jongin, io controllavo quello che era appena arrivato sul mio cellulare. Spalancai gli occhi quando lessi il nome sul display.
 
 
 
Stavolta mi vennero i brividi a causa della paura e del senso di disagio che provai nel leggere l’ultimo messaggio di Jennie. Lasciai cadere a peso morto il braccio che sorreggeva il telefono e tutto intorno a me iniziò a farsi ovattato e confuso. Stavo impazzendo. Mi portai le mani in testa e tornai in me solo quando qualcuno cercò di scuotermi gentilmente dal mio torpore.
 
«Hyung,» mi chiamò Namjoon guardandomi con apprensione. Il mondo si fece nuovamente rumoroso. «Che succede?»
 
«Succede che sto per impazzire,» ringhiai voltandomi verso lo staff che stava preparando tutto il necessario per la nostra esibizione imminente. Mancavano quindici minuti. «Seijin!» urlai richiamando l’attenzione del nostro Manager.
 
L’uomo alto e dall’aspetto amichevole finì di parlare con altri due membri dello staff e poi mi venne vicino. Abbassò gli occhi per riuscire a guardarmi in faccia.
 
«Yoongi-a? Qual è il problema? Se è a causa delle stylist, le ho già licenziate la settimana scorsa come mi avevi detto di far-»
 
«No, no. Le stylist non c’entrano nulla, anche se hai fatto bene. Ascolta. Per caso ricordi il nome di qualche ragazza con cui… mi sono tenuto impegnato in albergo?»
 
Di fronte a quella domanda singolare, il volto di Seijin si accigliò. «Non hai mai voluto sapere il nome delle ragazze che ti portavi a letto.»
 
«Ma tu sì perché mi ricordo che ti piaceva chiacchierare con loro mentre le riaccompagnavi a casa. Allora?»
 
«Vuoi sapere il nome di qualcuna in particolare?»
 
L’unica che mi venne in mente fu la rossa che stava studiando per diventare psicologa. Fra tutte, lei si era dimostrata la più umana. Mi aveva trattato come un essere umano, un ragazzo innamorato che doveva ancora relazionarsi con i suoi sentimenti. Era stato grazie a lei se avevo capito di amare Yorin. Sperai con tutto il cuore che stesse bene.
 
«La rossa. Ti ricordi della ragazza rossa ai Billboard Music Awards? Dimmi che sai il suo nome.»
 
«Il suo nome no, ma ho il suo numero di cellulare.»
 
Lo guardai scioccato. «Perché?»
 
«Perché mi aveva detto di scriverle quando tu e Yorin vi foste messi insieme. Era curiosa di come sarebbe andata a finire tra voi due, ma immagino che non ce ne sia più bisogno visto che siete la coppia più chiacchierata del momento.»
 
Salvai il suo numero sul mio cellulare e la trovai subito su WhatsApp. Aveva una mia immagine come foto profilo. Un senso di sollievo mi pervase quando la vidi online.
 
 
Per poco non lasciai cadere il telefono a terra. Tutte le mie paure si erano concretizzate in quell’unica verità che avevo cercato di negare fino alla fine. Era troppo, veramente troppo da sopportare. Mi sentivo tradito, disgustato e fortemente vulnerabile.
 
Prima di fare qualsiasi altra cosa, scrissi altri due messaggi alla rossa. Era il minimo che potessi fare.
 
 
E il mio sogno qual era? In quel momento non ne avevo idea perché avevo un solo ed unico desiderio. Raggiungere Yorin.
 
«Yoongi-a!» mi chiamò Seijin quando vide che mi ero sbarazzato del microfono e dell’auricolare e li avevo lanciati a terra. «Che fai? Dovete esibirvi tra meno di cinque minuti!»
 
Scossi la testa. «Non posso.»
 
Anche quella volta avrei dovuto dire così. Avrei dovuto mandare tutto al diavolo e correre dalla persona che mi stava aspettando. Forse, se avessi detto quelle parole, Yoona sarebbe ancora viva.
 
Ma ora non dovevo pensare a ciò che era stato. Dovevo pensare a Yorin, che non era di certo il mio passato. Era il mio presente e il mio futuro, qualunque esso fosse stato.
 
 
‘Lo ricordo come se fosse accaduto ieri. A volte, quando ci ripenso, mi risale il cuore in gola e tremo come un bambino. Quello fu uno dei giorni peggiori di tutta la mia vita, perché qualunque cosa facessi, non riuscivo a fermare le tue lacrime.’ -Min Yoongi


Angolo.Autore


Ben ritrovati! Come sempre mi scuso per l'enorme ritardo, ma finalmente sono riuscita a postare il nuovo capitolo di questa storia. Vi comunico che d'ora in avanti mi dedicherò a Hook Up fino a quando non sarà conclusa, perciò, per chi segue l'altra mia storia (Be My Knight) vi avviso che per l'aggiornamento potrebbe volerci un po' più del previsto. 

In questo capitolo sono tornati finalmente i messaggi in chat, cosa che mi era mancata da morire! Mi diverte davvero troppo scriverli 😂 E per quanto riguarda il meme di Jackson, devo ringraziare alcune di voi che mi hanno dato l'idea nei commenti o in chat. Ci stava troppo 🤣

Sono ritornati anche i siparietti comici di Jimin e compagnia bella, ma l'angst è sempre in agguato (altrimenti non sarei io). Nell'ultima parte ho fatto riferimenti a varie cose senza tuttavia fare nomi. Avete capito di chi stiamo parlando? E Jongin che cosa starà nascondendo?

Ma passiamo alla coppia che finalmente è scoppiata: Ji Woo e Jungkook. So che alcuni di voi avrebbero preferito leggere direttamente il momento in cui tutto è finalmente venuto a galla, ma non preoccupatevi. Quando Hook-Up sarà finito ho intenzione di scrivere un capitolo extra su ciò che Jungkook e Ji Woo ci hanno semplicemente raccontato. Spero che l'idea vi piaccia 😘

E spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, e che Hook Up continuerà a intrattenervi fino alla fine. Non dimenticatevi di lasciarmi un commentino, sapete che lo apprezzo tantissimo. Un bacio e alla prossima! 🥰

Instagram: btsuga_d

   
 
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