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Autore: AlmaKarma    09/10/2020    0 recensioni
Due fratelli, la caccia e gli affari di famiglia. La storia la conosciamo tutti...
ma se le cose andassero diversamente? Se le vicende e i personaggi iniziassero a cambiare quello che é il percorso naturale degli eventi? E se Sam fosse una donna?
Sulla strada per trovare Occhi Gialli possono succedere molte cose!
Una fan fiction di Supernatural come non l’avete mai letta.
Stessi personaggi, tutta un’altra storia!
La storia è disponibile anche su Wattpad (nickname: Dgrayman1994)
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Incest, Triangolo | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Mi rigiravo tra le lenzuola senza riuscire a prendere sonno. Jack aveva il respiro pesante di chi è in un sonno profondo. Osservai il suo volto illuminato dal chiarore della luna. I lineamenti delicati, pallidi sotto la tenue luce. Fuori dalla finestra il cielo era sereno, riuscivo a intravedere qualche stella. Voltai lo sguardo verso il soffitto. Un avambraccio dietro il capo, le dita che giocavano con le ciocche castane dei miei capelli. L’altro poggiato sullo stomaco. Chiusi gli occhi e cercai di fare profondi respiri. Avevo letto su qualche sito che per combattere l’insonnia é necessario inspirare ed espirare profondamente, concentrarsi sul movimento delle proprie narici. O era una tecnica per gestire l’ansia pre-esame?
Sbuffai e mi girai di lato, chiusi gli occhi e aspettai di addormentarmi.
1:03
1:25
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Alle due inizia a percepire i primi segnali di stanchezza, le palpebre più pesanti.
Un suono sordo.
Un oggetto che cade sul tappeto.
Mi tirai su di scatto e tanti saluti a Morfeo. Voltai la testa verso Jack, dormiva profondamente, non sembrava essersi accorto di nulla. Per un attimo fui tentata di svegliarlo ma scacciai il pensiero dalla testa. Un ladro, con ogni probabilità, si era intrufolato dentro il nostro appartamento. Era di sicuro pericoloso ma potevo gestire la situazione da sola. 
Scesi lentamente dal letto, attraversai a piedi nudi la stanza per giungere fino all’armadio semi-aperto. Estrai la mazza da baseball di Jack e strinsi l’impugnatura con entrambe le mani. In punta di piedi mi avvicinai alla porta. Attraversai il breve corridoio. Il buio pesto non mi permetteva di vedere nulla, camminavo aiutata dal ricordo della disposizione del mobilio. Feci un profondo respiro e girai l’angolo. Il salotto era leggermente rischiarato dalla luce rossastra dei lampioni. Quel tanto che bastava per vedere un’ombra scura che si aggirava per la stanza. Un brivido mi percorse il corpo. La paura e l’adrenalina si sommavano creando una sensazione terribilmente piacevole. La sagoma non sembrava essersi accorta di me. Aspettai che avanzasse ancora di qualche altro passo. Quando fu abbastanza vicina scattai in avanti con la mazza di legno ben salda tra le mani e pronta a colpire. 
Con mia sorpresa riuscì ad evitarla, il colpo andò a vuoto fendendo l’aria. La sagoma si risollevò e prima che io riuscissi ad effettuare un altro fendente mi bloccò entrambi i polsi, fermando di colpo il movimento della mazza. Mesi di divano e patatine non si erano rilevati un buon allenamento a quanto pare. Le grandi mani stringevano i miei polsi: “un uomo” pensai. Ma prima di dargli modo di attaccare, gli assestai un calcio nello stomaco. Lasciò immediatamente la presa arretrando chino su se stesso. Era il mio momento. Lasciai cadere la mazza a terra che con l’impatto riempi il silenzio della stanza. Mi lanciai contro l’intruso, cademmo entrambi sul pavimento, bloccandolo sotto di me mi preparai a tirargli un bel pugno in pieno volto. 
-Wow vacci piano raggio di sole.
Il pugno si fermò a metà strada, a qualche centimetro dal suo volto. 
-Dean?
Domandai incerta. 
La luce inondò la stanza. Il passaggio dall’oscurità alla luce artificiale mi infastidì la vista. Per una manciata di secondi sbattei le palpebre cercando di abituarmi il più velocemente possibile alla transizione.
-Samantha presto vieni qui, chiamò la polizia!
Disse Jack con il cellulare in una mano mentre l’altra era protesa verso di me.
-Non è necessario! 
Dissi voltando lo sguardo verso Dean. Ancora bloccato dal mio peso, piegò le braccia in segno di resa mentre il suo sguardo passava da me a Jack con il suo solito sorriso da sfacciato.
-Già, non è necessario.
Ripeté mentre io mi spostavo di lato. Mi alzai con un ginocchio dolorante. Jack spostava il suo sguardo tra me e Dean e la mazza da baseball abbandonata sul pavimento.
-Sam, lo conosci?
I capelli spettinati e gli occhi arrossati dal sonno ma ormai ben vigili, cercava di mettere insieme tutti i pezzi. 
-Si, lui è Dean, mio fratello.
Dissi indicandolo.
-E lui è Jack, il mio ragazzo.
Proseguì spostando il braccio nella direzione opposta.
-Dean...
Ripeté Jack mentre il suo volto si distendeva 
-si certo, ho sentito parlare di te.
Continuò porgendo la mano.
-Davvero?
Domandò Dean rispondendo al saluto, mentre mi guardava stupito. In tutta risposta sollevai le spalle. Effettivamente di tanto in tanto mi era capitato di parlare con Jack della mia famiglia... senza scendere nel dettaglio.
-Io invece non ho mai sentito parlare di te.
Proseguì con un sorrisetto strafottente.
Questa volta lo fulminai con gli occhi.
Davanti allo sguardo perplesso di Jack continuò
-Sai, la mia sorellina non chiama molto spesso. 
Finsi un sorrisone e gli diedi una sonora pacca sulla spalla che gli fece sfuggire una smorfia di dolore.
-Allora Dean, come mai questa piacevole visita alle 2:10 del mattino? 
Domandai osservando l’orologio nel salotto. 
-Si... ti devo parlare in privato.
Si divincolò dalla mia presa e iniziò ad aggirarsi per la stanza osservando con un misto di curiosità e di ammirazione il mobilio.
-Qualsiasi cosa sia puoi dirla di fronte a lui, non abbiamo segreti. 
Dissi sorridendo a Jack che continuava a guardare mio fratello con diffidenza. 
-Va bene.
Si fermò infilando le mani nella tasca del cappotto di pelle. 
-Papà è andato a caccia e non è tornato.
Mi sfuggì un sorriso ed incrociai le braccia al petto.
-E allora? Sarà da qualche parte ubriaco. Non è certo la prima volta, tornerà tra qualche giorno.
Dean spostò lo sguardo su Jack, poi mi guardò con maggior attenzione. Gli occhi cercavano di comunicare più delle parole.
-Sammy, papà è andato a caccia e non è tornano.
Questa volta diede peso ad ogni parola. Sciolsi le mie braccia e le lascia cadere lungo i fianchi.
-Jack? Ti dispiacerebbe lasciarci un attimo da soli? Io e mio fratello dobbiamo parlare. 


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Ciao! Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con un commento! Vi avviso inoltre che la storia è disponibile anche su WP (trovate più info nella descrizione della storia), quindi potete scegliere la piattaforma che preferite per la lettura! 
A presto!
   
 
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