Day 8: Occhio
Il
quattordicenne Dean non
aveva quasi fatto in tempo a rimettere piede nella loro stanza al
motel che il suo fratellino, appena visto il brutto livido che aveva
già intorno all'occhio dopo il pugno ricevuto poco prima da
un
ragazzo più grande al bar, era corso a prendere del ghiaccio
e il
kit del pronto soccorso.
«Lascia stare, Sammy,
faccio io» protestò stancamente lasciandosi cadere
su una poltrona,
ancora tutto rintronato dai colpi ricevuti. In effetti forse non era
stata una grande idea cercare di fregare quel tipo alto e muscoloso
che stava giocando a poker con i suoi amici, ma erano a corto di
soldi e il padre non si era ancora fatto sentire. Doveva pur
guadagnare qualche dollaro e quello gli era sembrato il metodo
più
semplice e veloce, visto che nessuno si fidava ancora a dargli un
lavoro. Per fortuna sembrava più grande della sua
età, e
difficilmente aveva problemi a entrare nei locali e avvicinare
qualcuno che si divertiva con le carte o il biliardo.
«Che ti è successo?» gli
chiese preoccupato Sam dopo qualche secondo, mettendogli il ghiaccio
sulla parte gonfia e dolorante mentre controllava in fretta se
c'erano altri danni in punti visibili e Dean si sentì
davvero in
colpa per quello sguardo. Era ancora piccolo e chissà cosa
si stava
immaginando in quella testolina sempre attiva, ma per quanto gli
dispiacesse vederlo così spaventato, non aveva alcuna
intenzione di
spiegargli cosa faceva e soprattutto perché. Fino a poco
tempo prima
avrebbe rinunciato senza problemi a quasi tutto il cibo che gli
spettava pur di non farlo mancare a lui, ma da quando era riuscito a
guadagnare i suoi primi dollari in un bar dopo aver osservato di
nascosto come faceva il padre, preferiva rischiare di prenderle, se
aveva la fortuna di ingannare subito il proprietario e alcuni
avventori sulla sua vera età. Sperava però di
doverlo informare di
questo il più tardi possibile e anche quella volta
inventò a
malincuore l'ennesima bugia, cercando di restare sul vago e di non
prestare attenzione a quei rimproveri che lo facevano sempre sentire
strano. Non era normale che fosse un bambino di appena dieci anni a
dirgli di non mettersi nei guai, ma in fondo andava bene
così. Era
bello, in un certo senso, che Sam si preoccupasse tanto per lui e gli
piaceva anche che fosse il fratellino a medicargli i lividi e le
ferite che si guadagnava ogni tanto con quei trucchetti.
«Per fortuna era rimasta un
po' di crema adatta ma dovremo ricomprarla» lo
informò serio dopo
avergliela spalmata delicatamente intorno all'occhio, talmente gonfio
che ormai faticava a tenerlo aperto.
«Va bene. Grazie, Sammy»
gli disse con un sorriso che sembrò preoccuparlo ancora di
più.
«Sicuro di stare bene,
Dean? Sei strano» domandò sospettoso.
«Tranquillo, sono solo
stanco. È stata una giornata pesante» lo
rassicurò alzandosi. In
realtà si sentiva scoppiare la testa ed era certo di avere
anche
altri lividi sparsi ovunque ma non era il caso che il più
piccolo ne
fosse informato. Avrebbe preso il prima possibile un antidolorifico e
controllato più tardi i danni, ma Sam non sembrava disposto
ad
arrendersi così facilmente. Ora che ci pensava, non era
stata una
mossa furba da parte sua rimanere tranquillo su una poltrona
lasciandogli fare tutto, ma purtroppo era tardi per rimediare.
«Ho un po' di mal di testa
ma passerà in fretta» cedette alla fine, quando
non riuscì più a
sopportare quello sguardo preoccupato e accusatorio insieme.
«Sicuro?» insistette il
fratellino poco convinto.
«Sicurissimo» rispose
sorridendo, mentre tirava fuori una pastiglia dal kit ancora aperto e
la mandava giù con un sorso d'acqua.
«Posso preparare io la
cena» si offrì Sam.
«Non preoccuparti,
fratellino. Ci penso io. Li hai già finiti i
compiti?» disse con
finta disinvoltura, augurandosi di riuscire a distrarlo.
«Sì» mormorò il piccolo
con un lieve sospiro. Non era ancora del tutto convinto da quelle
risposte ma sapeva per esperienza che insistere sarebbe servito solo
a litigare e non voleva farlo stare peggio. Si ripromise che
l'avrebbe tenuto d'occhio quella sera e nei giorni successivi,
sperando di non avere brutte sorprese, e nel frattempo si sarebbe
goduto la bellissima sensazione di casa che aveva sempre quando Dean
preparava da mangiare per entrambi.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per aver letto la seconda storia di oggi! Spero che
la storia vi sia piaciuta e di aver reso bene il tutto, visto che non
è venuta come avevo immaginato. Fatemi sapere che ne
pensate, se vi
va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo
leggendo.
Passando
ad altro, vi informo che nel fandom di Edens Zero, sempre su AO3 ed
Efp, sto continuando anche la raccolta “Frammenti di
noi” per
l'altra tabella del Writober. Passate a trovarmi anche lì,
se vi va,
e grazie a chi le darà un'occhiata. :3
Se a
qualcuno interessa, vi ricordo inoltre il gruppo facebook che ho
fondato tempo fa, principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan
di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto,
augurandovi una buona serata e buonanotte per dopo.
Un
bacio e alla prossima!
Ellygattina