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Autore: flyerthanwind    13/10/2020    1 recensioni
Rose Weasley.
Saccente, orgogliosa, Grifondoro.
Scorpius Malfoy.
Saccente, orgoglioso, Serpeverde.
Cosa succede quando Hermione e Asteria decidono che le due famiglie più differenti dell'intero Mondo Magico devono andare d'accordo?
E cosa succede quando Voci oscure mettono in pericolo i giovani studenti di Hogwarts?
Di cugini impiccioni, balli in maschera disastrosi e aitanti Cavalieri misteriosi.
Di Voci ignote, misteri impenetrabili e attacchi potenzialmente mortali.
Essere adolescenti non è mai facile; essere adolescenti ad Hogwarts... beh, mette decisamente a rischio la salute mentale -e anche quella fisica, ma questo Rose Weasley proprio non poteva prevederlo!
Perché è scientificamente provato che ad Hogwarts ogni vent'anni deve accadere qualcosa...
Dal testo:
Era rabbia verso una società che l'aveva sempre esaltata solo per il suo cognome e verso una società che l'aveva sempre condannato solo per il suo cognome. Una società retrograda, incapace del progresso, in cui le vecchie radicate convinzioni sono dure a morire e in cui i buoni sono sempre i buoni e i cattivi non posso cambiare mai idea, ma quei due erano decisi a dimostrare il contrario, pur senza saperlo.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Le piccole cose

Il sole, alto nel cielo terso, illuminava debolmente il grande parco di Hogwarts, rendendolo più popolato; maggio era iniziato, così come i primi fiori che avevano colorato qualche albero qua e là e reso più caloroso l'ambiente.
Gli esami erano sempre più vicini e gli studenti affollavano la biblioteca nel tentativo di recuperare le ultime materie. Per chi aveva i GUFO o i MAGO il ripasso era iniziato già da tempo, ma gli altri scolari si riducevano a studiare tutto nell'ultimo mese.
Il Lago Nero era circondato da alunni che tentavano di studiare sulla riva, tra le sonore risate di coloro che ancora non avevano iniziato il ripasso e si godeva il tiepido solo sulla pelle candida. Rose aveva difficoltà a studiare in mezzo al caos, e comunque nelle ore di punta suo cugino prenotava sempre il campo da Quidditch per gli allenamenti: era convinto che farli allenare quando tutti gli altri studiavano gli avrebbe reso più facile sia giocare che studiare poiché avrebbero avuto molte meno distrazioni, e per certi versi non si sbagliava nemmeno.
«Rose, sapevo che ti avrei trovato qui» disse una figura biondina entrando trafelato nella Torre di Astronomia e trovando la Rossa raggomitolata nell'angolino più angusto.
«Che vuoi, Malfoy?» domandò astiosa, nervosa a causa del solito incantesimo che le aveva creato e continuava a crearle non pochi problemi. Non era stata abituata a dover ritentare più volte un colpo di bacchetta affinché le riuscisse alla perfezione, ma il sesto anno aveva messo a dura prova le sue abilità.
«Il preside vuole vederci più tardi» sentenziò il ragazzo, abituato ai suoi toni forti e consapevole di non aver fatto nulla. Immaginava fosse solo arrabbiata a causa di chissà cosa e, come al solito nell’ultimo anno, usasse quei toni burberi nei suoi confronti per scaricare la tensione.
«Rosie» le disse, cercando di risultare il più dolce possibile per non alterarla maggiormente. Le aveva poggiato una mano gelida sulla sua, stretta intorno all’impugnatura della bacchetta, e gliel'aveva abbassata per portarla a farsi guardare negli occhi, ma Rose era arrossita e si rifiutava di alzare lo sguardo.
«Hai visto Emma?» le domandò con lo stesso tono, tentando di non essere crudele e non urtare la sua sensibilità.
Emma era, tra le sue compagne di dormitorio, quella con cui aveva legato maggiormente, e pensare che stava dalla parte dei cattivi era stato devastante. Rose era di dura cervice e Scorpius era convinto che determinazione e testardaggine l'avrebbero portata molto lontano in futuro, ma in quel determinato frangente tutto ciò di cui lei aveva bisogno era parlare. Si sarebbe accontentato anche solo di sentirla insultare Emma, dire qualche sciocchezza oppure ridere -ma ridere per davvero, non quelle smorfie con le labbra arcuate che rifilava ultimamente ai suoi cugini per tranquillizzarli sul suo stato d’animo; gli esami si avvicinavano e lui temeva che ci arrivasse con la testa da tutt'altra parte, compromettendo la sua carriera scolastica.
«Si rifiuta di parlare e in più è sotto stretta sorveglianza» spiegò la ragazza, alzando il capo poiché si era riscossa. Aveva sperato, per un momento, che Scorpius volesse parlare di qualcosa che non fossero le loro indagini, ma si era sempre ritenuta una povera illusa. Il loro legame si era rafforzato, era innegabile, ma a quanto pareva solo da una parte: se metà di una corda è solida mentre l'altra metà è vecchia e consunta, la corda si spezza più facilmente.
«E tu avresti qualcosa da dirle?» la incitò il ragazzo osservandola attentamente, focalizzandosi su tutti quei piccoli dettagli che la rendevano unica: la bocca, leggermente dischiusa, con le labbra rosee arricciate un'espressione di perenne stupore; il naso, contornato di lentiggini, era rosso a causa del freddo; le sopracciglia, definite senza essere arcigne, le conferivano uno sguardo sognante ma determinato; e gli occhi, quegli occhi che tanto adorava, di un colore nocciola che si mischiava al sole per farli divenire dorati e caldi, dolci e glaciali anche in un sola espressione.
«No» sentenziò Rose perentoria, senza un accenno di tremolio nella voce.
La fermezza era la sua arma letale, ma Scorpius aveva imparato a comprendere i momenti in cui avrebbe semplicemente voluto essere salvata. Le pupille dilatate parevano volerle inondare le iridi proprio come il giorno del compleanno di James, quando l'aveva idealmente salvata da Devies e lei l'aveva ringraziato, addormentandosi poi su di lui. Quella notte si era ubriacato del suo profumo di inchiostro ed era rimasto inebriato dalla sua immagine, svegliandosi stordito ma incredibilmente felice, come un gigantesco post sbronza ma senza mal di testa, nausea, mancamenti e tutte e altre cose negative.
«Io avrei qualcosa da dirle» tentò di non lasciar cadere il discorso, con ottimi risultati. Rose, il cui capo era ritornato basso, si era riscossa all'improvviso e aveva preso a scrutarlo con quel suo sguardo curioso e interrogativo, paragonandolo in quel modo a uno degli argomenti che tanto la affascinavano.
«Vorrei insultarla pesantemente, innanzitutto» scherzò, aprendosi in un sorriso che riuscì a coinvolgere anche la ragazza. Bastava distoglierla dai suoi pensieri per farle tornare il sorriso, anche parlando di questioni attinenti a ciò che la faceva tanto dannare.
Era una ragazza stramba, Scorpius ne era sempre più convinto, ma era altresì convinto che sarebbe stato difficile dimenticarsi di lei.
«Io vorrei chiederle perché» disse a sorpresa Rose, un sorriso amaro a incurvarle la labbra e gli occhi completamente assorti nella contemplazione del pavimento. Stava riflettendo, cercava di ricordare i motivi per cui Emma avrebbe dovuto prendersela con i Purosangue, ma non ricordava particolari episodi in cui era stata presa di mira. Non riusciva in alcun modo a spiegarsi il suo comportamento, a cercare una sorta di attenuante per qualcosa che poi, alla fin fine, è talmente insensato da non necessitare di alcuna giustificazione.
«Zio George ha perso un orecchio durante la guerra» iniziò il racconto, suscitando la curiosità di Scorpius, che conosceva la storia da altri punti di vista -quello di suo padre e dei libri.
«Mia madre è stata torturata, ha fatto dimenticare ai suoi genitori chi fosse per proteggerli; mio padre ha pianto la morte di un fratello troppo giovane durante la guerra. Hanno combattuto per degli ideali, contro il razzismo e contro le distinzioni, e adesso un pazzo psicopatico vuole far credere a noi che i Nati-Babbani sono superiori, che dovrebbero essere una casta privilegiata. Vuole farci credere zio Harry, Teddy… siano cresciuti orfani invano, che Neville abbia due genitori che semplicemente hanno dato di matto -fece un pausa, alzando il tono- e che tutti gli studenti che sono morti per difendere Hogwarts erano dei falliti. No, io non ci sto» concluse in un crescendo con una lacrima fastidiosa che solcava la guancia e l’ammasso informe di ricci color fiamma che tentavano di nasconderla agli occhi attenti del suo interlocutore.
Scorpius era rimasto colpito dal suo discorso, quasi inconsapevole che anche lei potesse provare del risentimento verso persone che non aveva mai conosciuto ma che avevano interferito nella vita dei suoi genitori. Credeva che la rabbia fosse una prerogativa dei vinti, di coloro che si trovano a subire gli eventi senza effettivamente riuscire a fare qualcosa per cambiare il corso della storia, invece dovette ricredersi riconoscendo come anche i vincitori non fossero inattaccabili anime pure.
Si chinò su di lei senza fretta, accovacciandosi ai suoi piedi per essere alla sua altezza e asciugarle una lacrima con la manica del maglione, salvo poi indugiare sulla sua guancia rosea e morbida con una carezza di conforto. Non osò spezzare quel complice silenzio che si era creato, si limitò ad inalare profondamente il profumo d’inchiostro di cui la sua pelle era impregnata, beandosi del suo respiro regolare e dei suoi capelli che gli solleticavano il dorso della mano.
«Ci vediamo in Sala Grande» la salutò, uscendo dalla stanza per lasciarle la privacy di cui aveva bisogno per piangere in pace e sfogarsi come avrebbe dovuto fare molto tempo prima, magari accanto al caminetto di casa o sul letto del suo dormitorio, in compagnia delle persone che amava più al mondo.
Eppure, Scorpius non avrebbe mai potuto immagine che Rose, in quella Sala Grande, non ci sarebbe mai arrivata.



N.d’A.
Va bene, sì, a questo punto potete anche uccidermi, ma sappiate che ho fatto le valigie e sto per fuggire in Alaska. Proprio in Alaska, sì, in mezzo ai ghiacci e alla mia amata neve, dove i vostri insulti non potranno raggiungermi ahahaha Inoltre, se mi uccidete, non potrete avere il nuovo capitolo, quindi… a voi la scelta!
Mancano cinque capitoli più l’epilogo, ormai siamo al capolinea, per cui cercherò di essere più veloce possibile negli aggiornamenti (università permettendo), e poiché non sono troppo lunghi diciamo che provo ad aggiornare ogni tre/quattro
giorni, ma non prometto nulla di assolutamente certo purtroppo.
Se ci tenete a insultarmi ancora vi ricordo che potete seguirmi su instagram (flyerthanwind­_), vi lascio un apposito box nelle storie così da poter conservare anche lì le vostre reazioni ahahah
Adesso mi dileguo sul serio prima che riusciate a scovarmi anche il mio rifugio in Alaska, adieu
Luna Freya Nives
   
 
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