Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Florentia    14/10/2020    0 recensioni
"Benvenuti a "Florentia - Harry Potter Fan", gruppo che accoglierà giovani maghi e streghe italiani, fan della saga, e che permetterà di sfogare la vostra fantasia.
Oltre a parlare della saga del maghetto, potremmo vivere insieme le avventure nella scuola di magia italiana di "Florentia", seguendo le vicende di Iris, giovane nata babbana che scoprirà che il mondo di Harry Potter è tutto vero, e che anche lei andrà a studiare in una scuola. Periodicamente verranno postati i capitoli di questa avventura, a cui voi vi potrete unire con le vostre #fanfiction e le vostre #fanart, alcune delle quali saranno selezionate per diventare canonici, con la possibilità di creare vostri personaggi.
Saranno ben accette anche le #discussioni sulla saga, delle #riflessioni e gli #offtopic, in maniera di conoscerci e crescere assieme.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Alecto Carrow, Altro personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo 2 Pioveva a dirotto, le gocce picchiettavano prepotenti sulla finestra della cucina, dove la famiglia faceva colazione. Un’altra noiosa giornata stava per cominciare per Iris, uguale a quella prima, monotona. Colazione, scuola, casa, compiti, nanna. Non che la scuola non le piacesse, anzi, andava bene, studiava, e riusciva ad avere anche qualche amico. Il problema è che desiderava qualcosa di più. Non si sentiva a suo completo agio con quel che viveva. Come molti undicenni, preferiva vivere nel mondo di fantasia che aveva scoperto coi libri, i fumetti e i videogiochi. La sua famiglia era una famiglia relativamente normale, con le difficoltà economiche tipiche di qualsiasi altra famiglia, ma che con l’impegno di tutti permetteva di arrivare a fine mese senza troppe lacrime. La fortuna vuole che Iris e i suoi genitori fossero andati a vivere con la strana nonna, una donna anziana, che aveva vissuto parte della sua vita in Inghilterra, da dove era fuggita durante la seconda guerra mondiale col marito, per andare a vivere a Tufara, un piccolo centro della Valle del Fortore, dove avevano aperto una locanda che per lo più, si dice, accoglieva strani forestieri, tipi che parevano loschi ai più, che si trovavano in viaggio nel sud Europa. Iris andava molto d’accordo con la nonna, che fin da bambina le raccontava strane storie di creature fantastiche, avventure di eroi contro persone cattive o mostri. Fu lei a regalarle, a otto anni, i libri di “Harry Potter”, la saga che ormai da sette anni le faceva compagnia nei momenti in cui si sentiva triste. La nonna condivideva con lei questo amore per il maghetto, invogliandola a leggere i libri, vedere i film, vivendoli come amici e compagni quando si sentiva sola. Iris aveva molti amici che avevano letto i libri, coi quali discuteva su quale fosse la casa migliore a quale appartenere, su quale fosse il personaggio più coraggioso, su quale fosse il più carino, anche. Il suo personaggio preferito era Luna Lovegood, nella quale rivedeva quella malinconia che spesso l’accompagnava. Lei vedeva in Luna la migliore amica che non riusciva a trovare nella vita reale. Un’amica l’aveva, sia chiaro, Maria, e le voleva veramente bene, ma a lei Harry Potter non piaceva, anzi, a lei non piaceva per nulla leggere. Aveva visto qualche volta i film assieme ad Iris, ma, più che avere qualche foto di Robert Pattinson circondata da cuoricini, non riuscì ad appassionarsi. Così passavano il tempo a giocare insieme e a fare passeggiate lungo il fiume prima di cena e dopo i compiti, quando il tempo lo permetteva. Dopo cena, quindi, Iris si ritrovava a leggere con la nonna, che per lei era la persona più importante, e quei momenti insieme a lei diventavano i più attesi della giornata. Quel giorno, Iris, a scuola aveva compito in classe di matematica, materia che non sopportava, e che non riusciva a comprendere, nonostante le ore passate a sbattere la testa su quelle formule e quelle figure geometriche. Lei preferiva l’italiano e l’inglese, materie che poteva studiare con la nonna, che, ovviamente, parlava fluentemente la lingua straniera, in quanto gliel’aveva insegnata l’amato marito. Si ritrovava, quindi, a mangiare stancamente la sua colazione, nervosa, col tempo esterno che non faceva che aumentare quel suo senso di malinconia. “Mamma, ma se oggi rimanessi a casa, ho un po’ di mal di gola.”, tentò timidamente, rivolgendosi alla madre, ma sicura che quel tentativo non avrebbe portato a nulla. “Iris.”, iniziò la madre, con un tono di voce che non consentiva altri tentativi, se pur piena di quella dolce gentilezza della madre, “Lo sai che la scuola è importante, nonostante tutto l’importante è che ci provi. Se sbaglierai qualcosa nel compito, avrai la possibilità di vedere i tuoi errori, e imparare qualcosa di nuovo.”. Iris odiava quella teoria della madre, non la comprendeva. Lei e la matematica erano distanti anni luce, ma capì che, senza febbre o sintomi tangibili, non si sarebbe evitata quel giorno di scuola. Finì quindi la colazione, per poi correre a lavarsi i denti e recuperare lo zaino. Mentre lavava i denti, notò in giardino un gattino seduto, che pareva guardare verso la sua direzione. Il gattino era bianco, con un solo orecchio felpato di nero, di una bellezza rara, che muoveva delicatamente la coda. Iris era sicura di non averlo mai visto da quelle parti. Si sbrigo quindi, in maniera da uscire velocemente di casa, per andare ad accarezzarlo. Una volta uscita fuori di casa, con delusione, notò che l’animale non era più nel cortile del palazzo dove abitava. Provò a guardarsi intorno, senza trovarlo. Attese quindi la mamma e il fratellino, Mattia, sotto casa, per poi andare a scuola insieme a loro. Durante le lezioni ed il compito, era distratta dal gattino, tanto che sul foglio del compito si ritirò a disegnarlo distrattamente, cosa che le costò una sgridata da parte della maestra, che la richiamò all’attenzione verso quello che stava facendo. Risvegliata da quello stato incantato, riuscì sorprendentemente anche a completare tutti gli esercizi, cosa che le diede una certa dose di soddisfazione. Mentre si apprestava a consegnare il compito, notò che fuori dalla finestra, nel cortiletto della scuola, c’era di nuovo il gattino che la osservava, col suo dolce sguardo curioso, che muoveva delicatamente la coda. La cosa parve strana ad Iris, che rimase distratta per il resto della mattinata, tanto che non si accorse che Maria, la sua amica, le chiedeva se dopo scuola sarebbero andate insieme a mangiare una cioccolata nella pasticceria del paese. Dovette scuoterla per farsi notare, e, quando Iris le rispose di no, che doveva studiare, se ne andò un po’ indignata dalla cosa. Iris tornò a guardare fuori dalla finestra, ma, anche stavolta, il gattino era sparito. Durante il pomeriggio, invece che studiare, si ritrovò a disegnare coi suoi acquerelli il gattino. La nonna entrò nella sua camera, incuriosita dal disegno. “Tesoro mio, questa volta ti sei superata!”, esclamò la nonna, con il suo dolce sorriso sul viso. “Questo lo incorniciamo e lo metto alla locanda, che ne dici?”. “No, nonna, dai, mi vergogno.”, rispose Iris, per quanto fosse felice che il suo disegno piacesse tanto alla nonna. “Ma ti vergogni di cosa, cara? Questo disegno è davvero bello. Il gattino sembra vivo. È magico.”. Ogni volta che qualcosa piaceva davvero tanto alla nonna, lo definiva in quel modo: magico. E ogni volta che lo faceva per qualcosa che aveva a che fare con Iris, lei si ritrovava ad essere davvero felice. “Ok nonna, ma non metterlo proprio troppo in vista. Magari dietro il bancone.”, disse Iris, con un sorriso a trentadue denti. “Oh, va bene, come vuoi. Comunque se poi scendi alla locanda lo appendiamo insieme e ci beviamo un bel bicchiere di Thè freddo alle rose, che ne dici?”. Iris era felice di scendere alla locanda della nonna, anche perché ultimamente era sempre più vuota, frequentata solo da alcuni vecchietti che passavano il tempo a giocare a scacchi, e che ogni tanto discutevano di cose che solo loro sembravano conoscere. La nonna non aveva, in realtà, la necessità economica di aprire la locanda, avendo la sua piccola pensione, ma, diceva spesso, era un modo per rimanere attiva e giovane, oltre al fatto che era davvero affezionata a quel luogo che aveva costruito col nonno, ed era talmente abituata a quella routine quotidiana da poterne fare a meno. Iris finì quindi il disegno, felice, e lo portò nella locanda della nonna, dove rimase fino all’ora di cena, con un libro in mano, a bere il suo thè freddo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Florentia