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Autore: Nymeria87    20/10/2020    3 recensioni
dal testo:
“Ti sta bene tutto questo?” le chiese d’un tratto in un sussurro indicando con la mano le tavolate difronte a loro.
Sansa lo guardò curiosa soppesando per un momento la sua espressione costernata mentre cercava di comprendere il significato delle parole di Jon.
[...] “sei un uomo di valore Jon, ti meriti tutto questo, lo hai dimostrato sul campo di battaglia!”,
“Sono quasi morto sul campo di battaglia, e lo sarei se non fosse stato per te!”.
“Hai rischiato tutto per il Nord, è questo quello che loro vedono, un uomo che darebbe la vita per la sua terra e la sua gente...”
Per il Nord, certo, ma avrei dato la vita anche solo per te Sansa, sei stata il mio ultimo pensiero prima dell’impatto con le armate Bolton.
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Ripartiamo dalla settima stagione ripercorrendo gli eventi visti nella serie ma andando a scavare un pò piu’ a fondo, attraverso i gesti e le espressioni che hanno fatto galoppare la mia mente molto lontano, a coltivare congetture e ad immaginare ciò che (ahimè) non abbiamo potuto vedere.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Due giorni erano passati a Roccia del Drago, due giorni in cui i tentativi di Jon di poter parlare nuovamente con Daenerys erano stati totalmente ignorati; sembrava che la Regina avesse riscontrato delle difficoltà a causa del fazionamento delle flotte Greyjoy e fosse troppo presa dai suoi piani di conquista per farsi distrarre dalle sue inutili richieste.
 
“Non sembra molto propensa all’ascolto questa Regina Targaryen” disse Davos approcciandosi a Jon, intento a guardare fuori dalla finestra delle sue stanze.
“Si aspettava di di ricevere un alleato, mentre noi le abbiamo recato notizie infauste chiedendole di mettere da parte il suo obiettivo principale” continuò prima che Jon si voltasse a guardarlo.
“Devo trovare la maniera per farla ascoltare” asserì deciso il Re del Nord serrando le labbra.
“Dovrai provare per vie traverse Jon, è difficile avvicinarla con tutti quei guerrieri Dotraki; Missandei sembra gentile ma ci è stata presentata come fedele consgliera della Regina e inoltre non conosce queste terre, ne le usanze di Westeros...”
“Tyrion” concluse Jon, anticipano il flusso di pensieri di Davos, “Tyrion è l’unico che potrebbe farla ragionare, l’unico che ha una seppur minima parvenza di fiducia nei miei confronti”.
“É un uomo scaltro Tyrion Lannister, dicono sia pieno di arguzia e molto bravo con la dialettica” lo coinvolse il Cavaliere delle Cipolle.
Jon tornò a scrutare fuori: “questo è un vantaggio per me” disse liberando un mezzo sorriso enigmatico sul viso, “essere sottovalutati è sempre un grande vantaggio” concluse mentre la sua mente iniziava a lavorare.
 
 
La brezza marina piena di salsedine si infrangeva tra le pieghe del suo pesante mantello, mentre lo sguardo puntato verso l’orizzonte si riempiva ipietosamente della distesa blu dell’oceano.
Quanto dista da qui Grande Inverno?
 
Con un’andaura malferma, l’avanzare di Tyrion Lannister lo ridestò dai suoi pensieri; Tyrion si avvicinò a lui, fermandosi a rimirare a sua volta il panorama.
“Rimugino sulla mia incapacità di prevedere l’attacco dei Greyjoi” asserì scoccandogli un’occhiata traversa a studiare la sua reazione, “non me lo rendi facile, a rimuginare sembri essere più bravo di me: mi sento incapace di rimuginare sulla mia incapacità” continuò ironico Tyrion.
“Sono prigioneiro su quest’isola!” rispose Jon, insofferente rispetto a quell’atteggiamento sempre così beffardo.
“Non direi che sei prigioniero su quest’isola. Sei libero di vagare per il castello, per la spiaggia, puoi andare dovunque tu voglia”replicò candidamente il nano.
“Ad eccezione della mia nave” rispose Jon puntuale, “mi avete sottratto la nave”,
“non direi che ti abbiamo sottratto la nave...” cercò di mediare Tyrion,
“non inizierò a fare inutili giochetti di parole con te” sbottò Jon snervato, “i morti stanno per arrivare per tutti noi!” asserì definitivo.
“Trova una soluzione per la mia flotta perduta e i mei alleati ccisi e io troverò una soluzione per quanto riguarda la tua armata dei morti” suggerì scaltramente Tyrion sperando che Jon cogliesse anche ciò che non aveva detto.
“É davvero difficile per me capirvi, veramente” reagì finalmente voltandosi a guardarlo Jon, “se qualcuno mi parlasse degli Estranei e del Re della Notte…” chiuse le palpebre, sospirando snervato da tutto quello, “probabilmente non mi credi” concluse guardando altrove.
“Ti credo invece”.
 Tyrion sperò che quella risposta potesse irretirlo, ma Jon sembrava risoluto nella sua disillusione.
“Un tempo no; li chiamavi elfi maligni e mostri talpa, ricordi? Dicevi che erano scemenze” rispose infatti totalmente disincantato.
“lo erano infatti, tutti lo sapevano” asserì il nano iniziando ad avvicinarsi per richiamare attenzione, “ma poi Mormont li ha visti e tu li hai visti e mi fido degli occhi di un uomo perbene più di ciò che tutti sanno”, ancora lì a cercare irrimediabilmente di attrarre la sua fiducia facendo sagge scelte di parole.
E nuovamente Jon ignorava le sue mani tese, concentrandosi sulla cosa sbagliata: “come convinco qualcuno che non mi conosce, che un nemico a cui non crede stia arrivando per ucciderci tutti?” domandò più a se stesso che al Lannister.
“Ottima domanda”,
“lo so che è un’ottima domanda, quello che sto cercando è una risposta” concluse sconfortato.
“La mente delle persone non è fatta per questioni così grandi. Gli Estranei, il Re della Notte, L’armata dei morti, è quasi un sollievo dovermi confrontare con un semplice mostro come mia sorella” cercò di spiegargli Tyrion.
Jon rimase un attimo silenzioso, pronto a fare la sua mossa; abbassò il capo a guardarsi gli stivali: “ho bisogno di aiutare la mia gente a prepararsi per la Guerra che sta arrivando, non posso farlo da qui” spiegò lentamente, “vorrei potermene andare” concluse cercando di richiamare il ricordo di Sansa mentre lo salutava dal portico, per rendere il più reali possible quelle parole appena pronunciate.
“Sembra impossibile tu si diventato Re del Nord rassegnandoti così facilmente” rispose Tyrion, celando dietro velata lusinga quel primo passo verso una ricerca di alleati: necessita di cui avevano davvero bisogno, ora più che mai.
 
Jon sentì il bisogno di calcare la mano, temeva l’arguzia di Tyrion, aveva necessità di mostrarsi ingenuo e fare in modo di usare a suo vantaggio il difetto più grande del nano: la sovrastima della sua intelligenza e delle sue capacità dialettiche nel  capire le persone e nel circuirle a suo vantaggio.
“Tutti quanti mi hanno detto di imparare dagli sbagli di mio padre: non andare a sud, non rispondere alla convocazione della figlia del Re Folle, un’invasore straniera” e l’ombra di un sorriso gli apparva sull’angolo destro delle labbra, ripensando al fervore di sua sorella; nascose quel ricordo, “ed eccomi qui: uno sciocco del Nord!” sospirò nel vento.
“I figli non sono come i loro padri, per nostra fortuna e qualche volta c’è molto più in un’invasore straniera o sciocchi del nord di quando si  possa vedere” intervenne allora Tyrion, facendosi portavoce della bandira del Drago, sventolando in faccia a Jon il motivo per cui aveva scelto lei come sua Regina: “Daenerys avrebbe potuto far vela su Westeros molto tempo fa ma non l’ha fatto, è rimasta dov’era e ha salvato moltissima gente dal loro destino infausto, alcuni di loro sono con noi su quest’isola; non hai considerato di chiedere loro csa pensano della figlia del Re Folle mentre sei qu?” chiese spavaldo cercando di lanciargli un ulteriore suggerimento.
Interessati a lei, cerca di comprendere il suo punto di vista.
“Protegge le persone dai mostri, proprio come fai tu; ecco perchè è venuta qui. E non è legittimo chiederle di recarsi a nord a combattere nemici che non ha mai visto, sulla parola di un uomo che neanche conosce dopo un un’unico incontro. Non è una cosa così ragionevole da chiedere” continuò il nano guardando il suo interlocutore.
Jon lo soppesò e quasi convinto che non avrebbe tratto niente da un ulteriore scambio di parole, si incamminò per lasciarlo alla solitudine di quell’altura.
La voce di Tyrion lo richiamò d’un tratto: “quindi hai qualcosa di ragionevole da chiedere?”.
Jon si fermò, voltandosi appena a soppesarlo.
Forse ci siamo.
“Cosa intendi dire?” chiese con aria costernata.
“Forse sei davvero uno sciocco del nord” constatò Tyrion.
“ti sto chiedendo se c’è qualcosa che posso fare  per aiutarti” concluse, caricando lo sguardo di tutta la buona volontà che possedeva.
 
 


I venti del nord iniziavano a soffiare sempre di più.
Bran sedeva sul retro del carro mentre Meera continuava a condurre il cavallo lungo la strada battuta.
Si voltò dando uno sguardo doloroso e carico di malinconia verso quel ragazzo, cercando di sotterrare il senso di colpa che la avvolgeva ogni volta. Bran aveva lo sguardo perso a contemplare il cammino che lasciavano, cavalcata dopo cavalcata, mentre più si avvicinavano ai bastioni di Grande Inverno che si stagliavano solenni all’orizzonte.










Easter Egg: 
1x1
Cat: la sai una cosa?
Bran: Cosa?
Cat: ti guardi sempre i piedi prima di mentire.
   
 
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