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Autore: Biblioteca    28/10/2020    2 recensioni
Salazar Serpeverde e Godric Grifondoro sono convocati da Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero per discutere un problema che sembra comico, ma in realtà è molto serio: come si può fare per garantire agli studenti un luogo conosciuto come "bagno" in una scuola magica costruita in pieno medioevo?
Ecco come sono nati i bagni della scuola di Hogwarts... e come Salazar ha trovato la grotta che un giorno sarebbe diventata la camera dei segreti.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Godric Grifondoro, I fondatori, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Serpeverde, Tassorosso, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Quattro fondatori per un castello'
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(Come sono nati i bagni di Hogwarts? Dove Salazar ha trovato il Basilisco? E come ha costruito la camera dei segreti? È davvero accaduto tutto al momento dell’abbandono da parte del mago purosangue o c’è stato qualcosa prima? Magari mentre il castello veniva costruito dai quattro fondatori? Ecco un altro retroscena che ho immaginato e provato a raccontare in una storia, cercando di rimanere il più fedele possibile al canon di Harry Potter. Non so quante informazioni abbia trasmesso la Rowling sul rapporto tra mondo magico e antichi romani, così ho provato a improvvisare qualcosa io e spero di averci in qualche modo azzeccato. Ci tengo anche a dire che nonostante il tema “scandaloso” di questa storia, e la comicità di fondo, cercherò di non scendere nel volgare. Anche perché la questione dell’igiene – e in questo periodo lo stiamo vedendo tutti – è qualcosa di profondamente serio. E sicuramente interessa in qualche misura anche il mondo magico. Questa storia fa parte della serie “Quattro fondatori per un castello”, che racconta le avventure di questi quattro personaggi del passato secondo me molto sottovalutati. Sarà divisa in 4 capitoli. Per essere il più precisa possibile mi sto anche rileggendo “la camera dei segreti” quindi ci metterò un po’ a scriverla. Spero comunque che alla fine questa storia vi possa piacere. Buona lettura a tutti!)

(AGGIORNAMENTO DEL 25 DICEMBRE 2020: Sono venuta a conoscenza di un Tweet dal Twitter ufficiale di pottermore - che però non sono riuscita a recuperare - che parla del fatto che i maghi fino a un certo secolo, essendo in mancanza dei bagni, hanno provveduto ad usare la smaterializzazione per i loro escrementi. Ma questo purtroppo non rende possibile la spiegazione di come sia nata la camera dei segreti. Si può sempre optare che a costruirla sia stato un erede di Salazar, ma andrebbe contro il canon. Manterrò così la storia, ma sappiate che alla fine una risposta a "come facevano senza i bagni a Hogwarts" c'era già e in qualche modo era simile a quella che avevo intuito io e raccontato in questa storia.)

 
“Chiedo umilmente scusa, padrone Salazar, ma padrona Tosca e padrona Priscilla sono nella sala grande e chiedono la vostra presenza!” disse il piccolo elfo domestico inginocchiato e con lo sguardo basso in mezzo a un corridoio dei sotterranei.
Salazar, che stava tornando nella sala comune di Serpeverde, sbuffò rumorosamente.
“Comunica alle streghe che le raggiungerò presto.”
Entrato nella sala comune sistemò alcune decorazioni da poco recuperate dal suo personale castello.
Voleva che la sua sala trasmettesse un senso di autorità ai ragazzi che l’avrebbero occupata.
“Una riunione di prima mattina. Cosa sarà mai successo?”
Quando risalì le scale, per poco non si scontrò con Godric.
“Oh! Scusate Salazar! Ma avevo appena iniziato a decorare la mia sala che un elfo domestico…”
“È capitato anche a me.” Lo interruppe Salazar spalancando le porte della sala grande.
Sedute su una delle lunghe tavolate, Priscilla e Tosca osservarono i due maghi avvicinarsi.
Godric si rese conto che le guance di Tosca erano più rosse del solito e si stava mordicchiando il labbro inferiore, come per trattenere una risata o mascherare un sorriso.
Al contrario, Priscilla era rigida e seria, ancora più del solito.
Questa curiosa e evidente dicotomia confuse entrambi i maghi.
Di solito se Priscilla era allarmata per qualcosa, Tosca era la prima a innervosirsi a sua volta.
Salazar notò anche che Tosca aveva con sé diverse pergamene arrotolate, mentre Priscilla aveva un sottile cilindro di rame tra le mani.
“Buongiorno Tosca, buongiorno Priscilla.” Disse Godric inchinandosi prima di sedersi davanti alle streghe.
“Mie signore…” le salutò Salazar accomodandosi.
“Signori” attaccò subito Priscilla “mi dispiace per questa convocazione così improvvisa, ma io e Tosca riteniamo che questo problema richieda un’immediata discussione. Purtroppo, Tosca è in evidente stato di ilarità, perciò toccherà a me spiegare cosa è accaduto.”
A quel punto anche le guance di Priscilla si tinsero di rosso. Ma si trattava chiaramente di vergogna.
“Vedete… questa notte ho avuto…. Ho avuto un problema, diciamo. Un problema… alla pancia.”
“E ora come state?” chiese subito Salazar.
La sua domanda e l’intensità con cui fissò Priscilla provocarono un ulteriore senso di imbarazzo nel gruppo.
“Sto bene Salazar, non era nulla di grave in realtà. Ho solo mangiato troppo ieri sera.”
“Ah bene.” Borbottò brusco il mago guardando altrove.
“Ma il problema che ho avuto mi ha posto un quesito grave.” Proseguì la maga. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e infine disse: “Come ci occupiamo delle deiezioni dei ragazzi?”
La frase ebbe molteplici effetti sui due maghi: prima provocò sincero scandalo in Salazar (che distorse la bocca in una smorfia di disgusto e sgranò gli occhi) e un vago divertimento in Godric (che come Tosca si mordicchiò il labbro per non ridere); poi, quando anche per loro divenne chiara l’effettiva gravità del problema, entrambi si irrigidirono sulle sedie.
“Mettere un secchio vicino ogni letto dei dormitori è da escludere. Oltre alla mancanza di riservatezza, che potrebbe essere molto imbarazzante per un ragazzo come per una ragazza, ci vorrebbe molto tempo per svuotarli tutti manualmente o con la magia, anche ricorrendo all’aiuto di molti elfi domestici. Ed escluderei categoricamente di lasciare tale responsabilità nelle mani dei ragazzi. Sappiamo come si è a quell’età: la voglia di fare scherzi, anche disgustosi, contro il compagno più debole o un professore antipatico è troppo forte. Anche con la minaccia di punizioni, può sempre esserci qualche burlone che crede di farla franca. Inoltre, se non c’è di mezzo uno scherzo, può esserci un incantesimo andato male. Magari la richiesta di smaterializzazione è destinata al lago e invece il contenuto del secchio in questione finisce qui in sala grande.”
“Nel pudding, mentre facciamo colazione.” Mormorò Tosca che sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
“C’È POCO DA RIDERE QUI!” urlò Salazar, raggelando gli altri maghi “UNA COSA DEL GENERE SAREBBE GRAVISSIMA E METTEREBBE A RISCHIO IL BUON NOME DELLA SCUOLA E LA SALUTE DEI SUOI OCCUPANTI!”
“Direi che è soprattutto quello a essere grave.” Disse Godric mettendo una mano sulla spalla al mago oscuro per calmarlo “Nel mio pellegrinaggio attraverso il mondo babbano, mentre ero in fuga con la mia famiglia, ho verificato con i miei occhi di come una scarsa igiene possa provocare gravi malattie, soprattutto nei bambini.”
“Infatti. Per fortuna, Tosca ha già una soluzione.” Proseguì Priscilla, e invitò con un gesto la donna a proseguire il discorso.
Prima di iniziare, Tosca si schiarì la voce, probabilmente ingoiando la risata che nemmeno l’urlo di Salazar aveva scacciato: “Un popolo che aveva molto a cuore l’igiene era quello dei romani, al punto da aver costruito delle magnifiche strutture addette alla pulizia, in particolare acquedotti, terme e fogne, molte ancora oggi funzionanti. Inoltre, i romani avevano l’abitudine di rispettare coloro che dimostravano di possedere arti magiche, a patto, ovviamente, di usarle per servire la loro società e in totale segretezza. Grazie a tale rispetto, molte delle loro invenzioni sono riuscite ad arrivare nel mondo magico anche qui in Gran Bretagna, anche se i romani non sono mai riusciti a conquistarla.”
Detto quello, Tosca aprì una delle sue pergamene.
“Ecco, questo che vedete è il progetto dei così detti vespasiani: erano dei luoghi pubblici dove andavano i cittadini per… espletare un certo tipo di funzioni. Questo progetto prevedeva anche uno specifico percorso attraverso dei tubi di rame per portare…. Le funzioni, appunto, verso il sistema fognario.”
“Con il giusto incantamento” aggiunse Priscilla sollevando il sottile cilindro di rame “il rame può ripulire, se non del tutto almeno in gran parte, l’acqua consumata per svuotare i vespasiani e riportarla nel lago vicino al castello. Purtroppo l’incantamento prevede l’usura del rame stesso nel corso degli anni, quindi le tubature andranno sostituite periodicamente. Ma troveremo sicuramente il modo per farlo.”
Godric osservava il progetto con grande sorpresa; i babbani non erano mai stati buoni con lui e la sua famiglia. Ma aveva sempre ammirato il loro ricorrere alla tecnica e all’ingegno in mancanza della magia.
“È un’ottima idea Tosca! Ovviamente i bagni dovranno essere divisi tra maschi e femmine e ci vorrebbero anche delle ulteriori barriere tra un buco e l’altro. E poi sarebbe comodo provare a usare questo sistema anche verticalmente, così che se i ragazzi avranno bisogno di lavarsi il corpo non dovranno ricorrere alle secchiate d’acqua!”
“Assolutamente! Ci sono progetti anche su questo, sebbene purtroppo molti non furono realizzati a Roma perché mancava il meccanismo per trasportare l’acqua verticalmente senza getto continuo.” Disse Tosca aprendo un’altra pergamena “In quel caso si sarebbe dovuto ricorrere direttamente a un incantesimo, ma evidentemente non hanno voluto. Al popolo veniva mostrata solo parte della realtà magica e quasi sempre legata a funzioni religiose e alla loro mitologia. Anche per questo molta documentazione sugli effettivi rapporti tra mondo magico e antichi romani è andata perduta…”
“Signori,” li interruppe Salazar con tono severo “stiamo correndo troppo. Certo è un problema grave e l’idea di Tosca è sicuramente affascinante. Ma questi…. Buchi… questi tubi e tutti questi progetti… sono tecnologia babbana.”
“E allora?” domandò Tosca con chiaro tono di sfida.
“Non abbiamo costruito questa scuola per tirare su dei babbani, ma per tirare su dei maghi. Maghi che devono imparare l’importanza della magia e dunque anche il carico di responsabilità e serietà che essa comporta. Sono d’accordo, ripeto, che la situazione va risolta, ma se la responsabilità non parte già da queste piccole cose, che poi piccole non sono in verità, come svuotare un secchio dopo averlo usato, come possiamo pretendere che lo facciano per incantesimi più importanti?”
“Un incantesimo di smaterializzazione di oggetti non è una passeggiata! Figuriamoci per qualcosa che o è liquido o non completamente solido!” replicò Tosca, sorprendentemente durissima nel tono “I ragazzi, più o meno potenti che siano, devono sempre partire da incantesimi più semplici! Inoltre non voglio neanche provare a immaginare l’odore che si diffonderebbe in un dormitorio pieno di secchi riempiti di… insomma, sarebbe un tanfo terribile! Soprattutto per chi ha fatto il suo dormitorio in un luogo chiuso come i sotterranei…”
L’ultima frecciatina oltraggiò terribilmente Salazar: i suoi occhi si chiusero in strette fessure e le narici si dilatarono in sbuffi furiosi.
“Direi che la riunione per me si conclude qui. E no, non sono assolutamente d’accordo sull’uso di metodi babbani per garantire la pulizia di una scuola di magia. Perciò non contante su di me sulla realizzazione del progetto! Ora vado, che devo decorare la mia sala. Tanfo o no, voglio che i ragazzi capiscano cosa voglia dire la parola ‘potenza’, lì dentro!”
E detto quello si alzò e lasciò la Sala Grande.
 
Continua…
  
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