Un
incontro fortunato
Sono
in ospedale. Di nuovo.
La
prima gravidanza di mia sorella Kate ha procurato non poco scompiglio
in
famiglia. E non tanto perchè la futura madre ha sedici anni, quanto
perchè,
cercando di mantenere segreta la notizia più a lungo possibile, mia
sorella
aveva cercato di continuare la sua vita di sempre; il che comprendeva
yoga,
tennis, pallavolo e una quantità di altre attività che l’avevano fatta
ricoverare più volte al policlinico per qualche bla bla medico.
La
vengo a trovare tutti i giorni, e tutti i giorni resto in camera lo
stretto
necessario per fare presenza, per poi allontanarmi con qualche scusa.
Non
giudicatemi male per la mia insofferenza verso Kate.
Non
sono arrabbiata con lei perchè è incinta, o perchè sono stata l’ultima
a
saperlo nonostante siamo molto legate.
Non
sono arrabbiata e basta.
Forse
non ho ancora metabolizzato la notizia, forse non mi rendo conto di
cosa
succederà tra quattro mesi scarsi, forse se mia sorella non fosse in
ospedale
avrei un altro atteggiamento.
Io
odio gli ospedali.
Sono
bianchi, freddi, sterili... i medici fingono di interessarsi a te,
mentre
invece magari pensano alla cotoletta non digerita della sera prima, o
alla
partita che si stanno perdendo per colpa tua.
Come
se qualcuno scegliesse davvero di venire in ospedale.
Mi
allontano per prendere qualcosa al distributore in fondo al corridoio.
So
già che ruberà i miei soldi senza darmi niente in cambio. Lo fa sempre.
Scelgo
la merendina, inserisco i soldi, premo il pulsante e aspetto la solita
pernacchia
meccanica che mi avvisa di aver sprecato altri 50 centesimi.
Stranamente
la pernacchia non arriva, non prima di avermi illuso, facendo rimanere
la
merendina per metà sospesa verso lo sportellino raccoglitore (rispetto
alla
solita assenza di movimento è già un passo avanti comunque).
-
Ah, vuoi prendermi in giro eh???- sbotto alla macchinetta, cominciando
a tirare
pugni più o meno delicati per far scendere quella cavolo di brioche.
-Serve
aiuto?- chiede una voce maschile alle mie spalle.
Io
annuisco senza neanche voltarmi e mi scosto di un passo per far posto
al
proprietario della voce che, con una botta secca tipo Fonzie di Happy
Days, fa
cadere la merendina, la raccoglie e me la porge.
Quando
finalmente lo guardo in faccia, il “Grazie” mi muore in gola.
-No...non
è possibile...- farfuglio incredula.
Quello
NON PUÒ essere Nick Jonas, ovvero leader dei Jonas Brothers, idolo
delle
ragazzine, sostitutore della carta da parati in camera mia e
protagonista di
tutte le mie fanfiction!!!!
-Cosa
non è possibile?- mi chiede sorridendo.
-Guarda...per
un attimo mi era sembrato che tu fossi uno che conosco...cioè un
cantante...Nick Jonas, lo conosci?-
Per
un attimo sembra sull’orlo di una crisi di risate, poi mi guarda serio
e mi
dice
-Nick
Jonas? Nah, mai sentito...ma è famoso per davvero?-
MaIoLoSapevoCheEraTroppoBelloPerEssereVero!!!!!!
Ma ti pare che incontro Nick Jonas in un ospedale di periferia mentre
la mia
famiglia è in una stanzetta a cinquanta metri??
Comunque
lo sconosciuto mi guarda curioso, meglio rispondere...eppoi è troppo
carino per
essere sgarbata!!!
-Eh
si, parecchio anche...ma di sicuro avrai sentito parlare di lui o dei
suoi
fratelli no? Insomma sono sulla bocca di tutti i questo periodo! I
jonas
Brothers ti dice niente?-
-Mmm...no
nessun campanello-
Ma
dove vive questo sulla luna?? Coma fa a non sapere chi sono i JB??
-Comunque,
io sono Nicholas, piacere. Tu sei?- pure il nome!!! O sono la ragazza
più
fortunata della terra, e questa è una candid-camera, o è vero che tutti
noi
abbiamo un sosia nel mondo.
-Kimberly,
piacere. Ti sarei grata se mi chiamassi Kim.-
-Ok
Kim. Allora, parlami un po’ di questo Nick. Sei una sua fan?-
-Se
sono una sua fan??? Probabilmente lo conosco meglio io di quanto si
conosca lui
da solo!!!-
Nicholas
scoppia a ridere e mi chiede di parlargli ancora di questo suo “sosia
famoso”,
come lo chiama lui.
Non
l’avesse mai fatto!!! Attacco a parlare di Nick, la sua infanzia, i
suoi
fratelli, il successo, i diabete... mentre parlo delle sue conquiste
famose, mi
faccio sfuggire un ringhio nel nome di Miley Cirus, che a lui non
sfugge.
-Non
ti sta simpatica questa tipa?- È serio. Troppo serio. Magari pensa che
non la
sopporto solo perchè piace a Nick. Urge spiegarsi.
-No,
non la reggo, ma non c’entra niente il fatto che sta con Nick-
-Ah
no?-
-No,
lui può fare quello che vuole, ha una vita sua ed ha il diritto di
stare con
chi gli pare. Può sposarla anche domattina se è convinto sia la donna
giusta
per lui, e francamente spero sia abbastanza intelligente da non farlo,
ma
quella sgallettata là... non la reggo proprio!!! è così fasulla...e
quando ride
scopre tutti i denti, anche le gengive...non siamo mica dal dentista!!!
E fa
tutte quelle smorfie da oca quando recita...Eppoi, dopo che quelle sue
foto
mezza nuda hanno fatto il giro del mondo, non credo che il reverendo
Jonas
stenderebbe il tappeto rosso per farla entrare in casa!!!-
-Quindi
non ti crea problemi il fatto che sia fidanzato, piuttosto con CHI sia
fidanzato?-
-Esatto!!
Per esempio, Selena Gomez, che aveva di male quella ragazza? Oppure,
che ne
so...una non famosa, come ha fatto suo fratello Kevin. Una ragazza
carina,
simpatica e soprattutto non tro...ta come la Cirus!!!
Ma
vabbè, la vita è la sua, non sarò certo io a mettergli i bastoni tra le
ruote.
se
è felice può stare con chi gli pare, anche con un maschio!!!-
E
privare il genere femminile di quel ben
di Dio??? Non sia mai!!! Non lui!!!
Nicholas
mi guarda divertito mentre estraggo dalla tasca il mio cellulare che
canta a
squarciagola “Hold on” avvisandomi che mio padre mi cerca.
Rispondo
telegraficamente ai miei dicendo che sto facendo un giretto e tornerò
da loro
presto. Non ho voglia di dirgli che sono nella saletta d’aspetto con un
figo da
paura, identico a quello stampato su tutti i muri della mia stanza. Non
so com la
prenderebbero.
Mentre
riabbasso il cellulare, Nicholas guarda lo schermo e sorride
-È
quello il mio sosia vero? Beh, una certa somiglianza c’è, però io sono
meglio-
afferma ghignando.
-Non
dire mai di essere meglio di Nick Jonas in mia presenza se non vuoi
farti del
male- meglio informarlo dei rischi che corre ‘sto vanitoso.
-Ma
tu perchè sei qui?- mi chiede curioso. gli spiego tutta la storia, di
mia
sorella, lo sport, lo stress...
-Tu
invece? Perchè qui?-
-Oh,
il mio fratellino stava giocando con il nostro cane, è caduto e si è
rotto un
braccio. Ora lo stanno ingessando. Sono venuto qui perchè è l’unico
reparto più
o meno felice...insomma è da qui che comincia tutto. Finché siamo qui
dentro
siamo tutti uguali, nessuno ha idea di quello che diventerà, e non
vengono
fatte pressioni di nessun genere. È bello essere un neonato.-
Cala
qualche attimo di silenzio, interrotto subito dallo squillo del suo
cellulare.
Un vecchio Nokia, una suoneria preimpostata. Anche lui
molto telegrafico nella conversazione, quando
riattacca mi dice che deve andare, ma prima ci scambiamo numero di
cellulare,
giusto per ricordare quello strano pomeriggio.
Nicholas
si allontana, e sulle scale lo sento parlare con qualcuno.
Curiosa
di vedere chi abbia incontrato, mi affaccio silenziosamente dalla porta
del
reparto e...sto per avere un ictus!!! Sulle scale c’è la famiglia Jonas
al
competo!!!
Angolo
autrice:
Salve
a tutti!! Dopo aver ricevuto vari consigli, ho deciso di cimentarmi con
una
long. Questo è il primo capitolo; leggete e commentate per farmi sapere
se
continuare a scrivere o darmi all’ippica.
Ringrazio
chi leggerà, chi recensirà, chi metterà nei preferiti e chi tra le
seguite.
I
Jonas brothers non mi appartengono. Le vicende qui narrate sono frutto
della
mia fervida immaginazione (ho preso ispirazione da un sogno *v*)
e non voglio rappresentare in nessun modo la vita reale della famiglia
Jonas.