Futuro.
Fissa
torvo la porta chiusa in fondo al corridoio. In momenti come questo si sente del
tutto inutile.
Non
importa quanto combatta, non potrà mai cambiare il passato – lo sguardo che
Potter gli ha rivolto quando l’ha visto con Neville ferito ne è promemoria
eloquente.
Fissa
la porta dell’infermeria perché oltre c’è Paciock, ferito gravemente; ci sono la
Abbott, che cerca di salvarlo, e Potter, sbucato da chissà dove per stargli
accanto.
Lui
invece è fuori, frustrato, a riflettere su un mondo che dopo mesi gli appare
più alieno che mai.
«Non
sei scomodo?»
Sbatte
le palpebre, riscuotendosi; stava quasi per cedere e assopirsi. Pessimo.
«Una
volta ho dormito in una posizione simile. Neanche l’estratto di Radigorda ha
potuto nulla per i miei muscoli, dopo».
Si
volge verso Luna, ma non sorride. «Non importa» dice, tornando a fissare la
porta tuttora chiusa. «Non andrò a letto mentre Paciock sta lì dentro a—» si
zittisce, prima di pronunciare un verbo troppo definitivo – morire.
«Neville
non morirà» dichiara Luna, un tono profondamente convinto e meno sognante del
solito. «Ho già visto Hannah curare ferite simili. Forse nell’agitazione ti è
sembrato più grave di quel che è, ma io ne sono certa: guarirà».
La
voce di Luna è calda, rassicurante – allontana in parte le preoccupazioni. È
difficile non crederle.
Draco
sospira, sollevato e frustrato al contempo. Luna si siede al suo fianco, lo
cinge con un braccio e poggia la testa sulla sua spalla. Non starà scomoda così?
Dimentica presto la domanda e chiude gli occhi, cedendo al conforto di quel
contatto.
«Finalmente.
Iniziavo a pensare che non saresti mai venuto».
Il
tono strafottente di Paciock stavolta non lo indispettisce, anzi. Si
chiude la porta alle spalle.
«Stai
bene» constata, avvicinandosi. Paciock è seduto contro lo schienale del letto;
la pesante fasciatura al petto si nota nonostante la camicia leggera. Sembra un
po’ più pallido del solito, forse per il sangue perso – forse è solo un’impressione.
«Certo
che sto bene. Eri preoccupato, Malfoy?»
Sì. Draco
forza un ghigno. «Scherzi? Già pregustavo la stanza tutta per me».
Neville
ride. «Ti toccherà sopportarmi ancora» replica, sistemandosi meglio sul
cuscino. «Non me ne vado tanto facilmente».
Draco
si siede accanto al letto, cercando di non fissarsi sulle bende.
«Raccontami
che mi sono perso in questi giorni, dai».
La
porta si apre e qualcuno entra – non Paciock, come ha pensato d’istinto,
ma Luna.
«Sei
turbato, Draco». L’ha
annunciato nel solito tono sognante, sedendosi accanto a lui sulla branda, con
normalità. «Neville
è guarito, tornerà presto in azione, ma qualcosa ti preoccupa. Vuoi parlarne?»
Dovrebbe
stupirsi, forse, ma non succede. Non si aspettava che qualcuno lo notasse, ma
che l’unica a farlo sia Luna non lo sorprende davvero.
E
sì, vuole parlare – lasciar uscire ciò che lo tormenta da giorni.
«A
che serve?» domanda, senza guardarla. Chiude i pugni. «Volevo aiutare, rendermi
utile… ma serve davvero ciò che facciamo? Anche quando vinciamo è solo per
poco, nel complesso non cambia nulla. La guerra continua e anzi, siamo sempre
più schiacciati. Il presente lì fuori non cambia mai: ha senso continuare a
provare?» Riapre i palmi, per poi tornare subito a serrarli. «A volte credo di
no».
Luna
gli afferra una mano ancora contratta. «Forse non possiamo cambiare il
presente» afferma, lavorando per aprirgli il pugno. Il suo tocco è calmante in
modi che Draco non sempre si spiega. «Ma il futuro sì. È per questo che
lottiamo» spiega, con semplicità. Poggia la sua mano sul palmo ora disteso,
facendoli coincidere. «Non credi che sia un motivo sufficiente?»
Draco
non risponde, ma tra sé torna a credere di sì.
«Depulso!»
«Bel
colpo, Malfoy».
Recuperano
in fretta il manufatto e si Smaterializzano.
«Sei
diverso» decreta Neville quella sera, dopo averlo fissato per un po’. «Sembri
più… motivato. È successo qualcosa di speciale, mentre non c’ero?»
Draco
scuote la testa, sdraiato sul letto dove ha parlato con Luna solo pochi giorni
prima. «Qualcuno mi ha ricordato…» mormora, assorto, senza concludere.
Non
ascolta le pretese di spiegazioni di Paciock; gli dà le spalle e sorride.
Passato,
presente, futuro – almeno una delle tre può controllarla.