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Autore: Liz    21/08/2009    10 recensioni
Per voi lui non ha tangibilità, è un’esistenza che si fa chiamare Maverick sui forum e nelle chat, e il cui detto è “Sono troppo vecchio per queste stronzate!”.
Vi siete conosciuti per caso, non ne conoscete né l’aspetto né il nome, ma ci parlate da mesi e solo con lui riuscite a sentirvi bene. Suvvia, quella sensazione di totale abbandono, di completa appartenenza e dipendenza… com’era la vita prima di Maverick? Neanche lo ricordate.

Reila odia Evan largamente ricambiata fin dal giorno in cui sono nati; le loro vite persistono così, in questo equilibrio stabile e bilanciato, ormai da anni.
Ma che fare quando si scopre che il proprio amante virtuale, alias “uomo dei sogni”, è proprio Evan?
Ci sono diverse scelte: buttarsi dal balcone, buttare lui già dal balcone, fare finta di nulla o cambiare radicalmente.
Evan sa cosa fare, ma per Reila ognuna di queste opzioni è sbagliata. Che sia il destino a scegliere ancora una volta, quel destino che li ha voluti anche vicini di casa…!
E forse, se ci si impegna, anche nel proprio nemico si può trovare un’occasione per crescere.
>>DAL CAPITOLO 19 [ULTIMO CAPITOLO] "Il cuore di Reila andò a fuoco nel sentire come l’aveva chiamata: “amore”. La bionda alzò il viso raggiante e gli diede un leggero bacio sulla bocca, alzandosi in punta di piedi quanto più poteva per raggiungerlo."
GRAZIE A TUTTI!!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9- The dark side of a smile

 

Nei tuoi occhi vedo il desiderio, ed il
Pianto disperato che lacera la notte

-Wasting love/Iron Maiden-

 

 D

ieci anni.

Erano passati dieci anni da quella morte. Da quella lametta insanguinata.

Dieci anni che le urla dei suoi genitori la svegliavano di notte. E dieci anni dalla scatola di pillole ingoiata senza indugi.

Dieci anni da un altro tentativo di raggiungere Jack.

Da allora non aveva più tentato di rivederlo, ma ogni tanto si domandava dove aveva trovato la forza per non desiderarlo più.

E con questo dubbio si chiedeva anche se davvero di meritava di vivere...

~

Evan cominciava a pensare di non odiare più Reila.

Ora, quella sua forza che in lui aveva suscitato solo fastidio, gli si proponeva come un mistero da ammirare.

Evan conosceva il segreto di Reila e sapeva anche quanto lei se ne vergognasse terribilmente: era una verità che andava contro tutto l’essere della ragazza… ma tutti nella propria vita prima o poi hanno un periodo buio.

Chissà come avrebbe reagito la ragazza se Evan gli avesse rivelato che sapeva… ma lui era lo stesso deciso a confessarglielo, prima o poi.

 

«E tu che ci fai qui?!» chiese Evan ad alta voce, sconcertato e anche leggermente spaventato dalla scena che gli si parava davanti: ovvero un padre sorridente e, seduta accanto a lui, una Reila tutta intenta a sbucciare una succosa mela gialla.

«Sto sbucciando una mela!» rispose lei con ovvietà, salutandolo con un sorriso.

Evan sbuffò, mentre il padre lo rimproverava di essere più gentile con Reila.

La ragazza fissava coi suoi grandi occhioni castani il profilo deciso del moro, soffermandosi sui piccoli particolari: aveva due nei vicino allo zigomo sinistro e quando parlava si formava una fossetta vicino alle labbra…

La ragazza arrossì violentemente al ricordo del suo quasi-bacio con quella bocca. Sentendo il proprio cuore diventare leggero, volse il viso verso il frutto mezzo sbucciato che teneva in mano e tornò al discorso dei due uomini.

Discutevano sul come si trattano le donne. La ragazza aveva un sorriso delicato e comprensivo impresso sui lineamenti del viso, ma in realtà le parole che volavano sopra di lei le sfioravano delicatamente la mente, senza mai essere percepite: sentiva ma non ascoltava.

Il suo cuore le aveva appena ricordato che in quel giorno non c’era nulla di cui essere felici e palpitanti: quel giorno di metà dicembre meritava solo lacrime, vergogna e pentimento.

«Scusate, devo andare» disse senza forze, tenendo lo sguardo basso. I due la guardarono straniti dalla sua intromissione improvvisa e dal tono della voce.

Reila si alzò in piedi pacatamente e altrettanto lentamente uscì dalla stanza senza salutare, come fosse in uno stato di trance.

«Cos’è successo? Ho detto qualcosa che non va?» chiese Kaleb preoccupato.

Evan non rispose, si limitò ad osservare la porta da cui era appena uscita la bionda.

«Rincorrila no?!» esclamò il padre spazientito, mentre Evan stava già ormai uscendo dalla stanza.

Corse per il lungo corridoio, provocando gli sguardi stupiti delle infermiere e dei pazienti, ma di Reila nessuna traccia.

Scese a capofitto le scale, arrivando nella hall dell’ospedale: si guardò intorno per cercare la ragazza ma di lei nessuna traccia. Era come sparita.

Il moro si infilò nervoso una mano nei capelli, spettinandoli ancora di più, e cominciò a pensare.

Dove poteva essere andata quella stupida?

A un tratto gli venne un’idea che gli sollevò il cuore.

Jack.

~

La tomba di Jack era esattamente come l’aveva lasciata un anno fa.

Una pietra grigia e sterile, circondata da iris e crochi di un colore viola intenso.

Reila si inginocchiò davanti alla lapide, accarezzando con le dita le lettere d’ottone che componevano il nome di Jack, fino ad arrivare alla foto del giovane ragazzo di 18 anni che era stato.

Le faceva male quel sorriso gioioso; le lacerava il cuore sapere che, nonostante 6 piedi sotto di lei ci fosse Jack, lei non poteva in alcun modo raggiungerlo.

Era così vicino e così lontano…

Delle lacrime rigarono la pelle bianca della ragazza.

«Ti voglio bene, Jack… perché non sei ancora tornato?» sussurrò alla terra che la separava dal ragazzo.

«Te lo ricordi anche tu, Evan?» disse infine, rivolgendosi al ragazzo che aveva sentito arrivare dietro di lei.

Lui non rispose.

Reila si asciugò gli occhi, alzandosi a fatica, e guardò sorridendo il moro.

«Scusa se prima sono scappata senza salutare… ma ho sentito il bisogno urgente di venire qua.»

«Non preoccuparti. Oggi è il decimo anniversario…»

Reila si stupì «Te lo ricordi?»

Evan le rivolse una sguardo serio, che la fece tremare «So più cose di quanto credi».

Reila indietreggio. Possibile che…?

«So che sono dieci anni che stai mentendo» continuò lui «So che non l’hai ancora superata. E so anche cosa… ti è successo subito dopo la morte di Jack»

Reila si pietrificò: smise di respirare, e per qualche istante credette che anche il suo cuore avesse smesso di battere. «T-tu… sai…?» balbettò impaurita.

Evan annuì, grave.

La bionda chinò la testa, tremante. Evan sapeva. Lui sapeva!

Con un gesto di mano fermò il tentativo del ragazzo di dire qualcosa.

«Sta zitto. Non dire niente. Non dirlo. Non pronunciarlo!» urlò in preda al panico.

«No, Reila! Ormai è arrivato il momento di affrontarlo, di ammetterlo!» ribatté lui.

«NO! Cancellalo, devi cancellare tutto quello che sai! Io non… io non ho…!» strepitò la bionda, dando dei pugni sul petto di Evan, mentre le lacrime tornavano prepotenti.

Evan la prese con forza per entrambi i polsi e la immobilizzò.

«Invece sì, Reila. Tu hai tentato di morire.»

Un gemito di dolore si levò dalla gola della donna, mentre i lineamenti dolci del viso divenivano irriconoscibili.

«Hai cercato la morte per due volte! Hai desiderato di…»

«Ti prego basta!» urlò Reila stremata «Perché credi che l’abbia fatto? Io volevo Jack!! Io lo amavo, era il mio mondo, la mia vita! Era l’unico che sapevo ci sarebbe sempre stato per me! E con la sua morte sono morta anche io…» tentò di spiegare tra i singhiozzi.

Evan rimase a guardarla piangere, senza dire più nulla.

Reila ricordò la camera da letto vuota di Jack: la polvere e l’oblio che prendevano possesso di ogni cosa… sentì di nuovo quel vuoto nel petto, la stessa sensazione di solitudine che l’aveva portata a tagliarsi le vene.

Ricordò le urla dei suoi genitori quando la trovarono svenuta nel suo stesso sangue, la corsa in ambulanza e il risveglio.

Risentì sua la rabbia nel capire che aveva fallito e la volontà di riprovare a trovare Jack attraverso una scatola intera di medicinali, buttati dentro il suo corpo con un solo gesto.

Reila abbassò i pugni, liberandoli dalla stretta di Evan appoggiò la testa sul petto del ragazzo, continuando a piangere.

«Io ti accetto anche se hai compiuto degli errori nella tua vita. Ti accetto soprattutto per quelli. Puoi piangere, arrabbiarti e picchiarmi quando vuoi se ti può far sentire più… viva.» le sussurrò lui all’orecchio.

Reila smise di piangere, incapace di credere a ciò che aveva appena sentito. «Tu… mi accetti lo stesso?»

Evan sorrise dolcemente «Certo. L’unico per ricambiare la tua gentilezza con me è consolarti… e stringerti a me…»

Reila sentì i pezzi del suo corpo ricomporsi in quell’abbraccio.

 

Piano piano, Evan stava diventando la colla che teneva assieme i frammenti del suo cuore; anche se il desiderio di rivedere Jack non sarebbe mai scomparso, Reila pensò che tra quelle braccia che nemmeno meritava poteva nascere finalmente un nuovo mondo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note totalmente inutili

 

Allora, non è stata completamente colpa mia! Sono stata al mare un mese e quindi 0 pc u_u e la mia Moleskine oltretutto è andata completamente persa (Katyyyyyyyy ç_ç torna da meeeee)… senza contare che 8 ore al giorno sono costretta a lavorare =_= quindi è stato il destino a volere questo immenso ritardo *_*


Ma dovete ringraziare Wasting love degli Iron per questa ripresa di ispirazione, arrivata improvvisamente alle 12 e 10 del 20 agosto *_* e ascoltate gli Iron che fanno bene comunque.

 

Bien, siamo arrivati a un punto cruciale della storia: il segreto di Reila!
Forse è un po’ banale, un tema usato 389293812938126371 volte nelle storie di questo genere. Ma Reila per diventare quello che è ha dovuto soffrire molto.
Jack (che ancora non sapete chi è *w*) era davvero tutto il suo mondo, e anche di più. Reila lo amava davvero davvero davvero tantissimo…

 

Detto questo, PASSIAMO AI RINGRAZIAMENTI!!

Anthy: Sì, hanno dei fatto dei grandi passi avanti, ma è solo merito di Evan… è un gran tenerone, sai?! :)

Levsky: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto *_* e scusa per il ritardo di questo!

BLU REI: Grazie per i complimenti *///* non li merito, come al solito siete troppo buone!

Valentina78: Grazie anche a te… >///<

Black Lolita: tranquilla, non mi sono per niente offesa, neanche io avrei saputo come commentarmi! E che ormai mi sa che ho questi tempi moooooooooolto dilatati… sorry! é_è Sono contenta che i miei pg ti piacciano così tanto… ogni complimento che ricevo da te mi rende sempre orgogliosa perché hai seguito praticamente tutte le mie storie! Grazie per continuare a sopportarmi ^_^

Gin TB: Grazie mille *_*

Kikka_neko: XD grazie a me? E di cosa? ^///^

Sheila84: Come mi farai arrossire! Spero di aver continuato sulla stessa linea!

Meikucch: ehehe! Chi è Jack lo si scoprirà molto presto +_+ abbi fede nella tua socia! Divertiti in Giappone!! Socia pawa!

Yellow_B: Grazie anche a te! ^__^

Yuna_09: *_* Sei troppo gentile!

Kokky: …non so che aggiungere XD Come al solito hai centrato tutti i punti… anche se come al solito esageri >///< chu!

Bellas: Grazie continua a seguire *_*

Francesca27: Un milione di anni? Uhm, forse mi basterebbero sì XD scherzo! Mi dispiace che io sia così lenta, ma la mia testa è talmente piena che non c’è spazio per molto altro ^_^’’ spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!!

 

 

Stare con lei mi fa venire in mente ricordi dolorosi… sto tremando. Ma devo farcela, devo andare avanti.

ALLA PROSSIMA!!

   
 
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