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Autore: gyikhu    07/11/2020    2 recensioni
Sequel di Crossroads! Nathan Drake e Lara Croft tornano insieme ad affrontare nuove avventure. Ci saranno enigmi da risolvere, trappole, sparatorie e ostacoli da superare. Come nei più classici romanzi d'azione, la storia prende ispirazione dalla saga di Uncharted, Tomb Raider e dalla bellissima interpretazione di Angelina Jolie nei panni di Lara. [Nathan/Lara]
Dal testo in inglese: Una tomba perduta, una mappa sconosciuta, un partner familiare. Cos'altro ci vuole per una grande avventura?... e forse per qualcosa di più. Se non sei l'unico a cercare il tesoro, è meglio che ti sbrighi!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lara Croft
Note: Cross-over, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crossroads DILOGIA'
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Link dell'account dell'autrice:
https://www.fanfiction.net/u/2367223/gyikhu

Link al quarto capitolo in lingua originale:
https://www.fanfiction.net/s/6958257/4/Crossroads-Back-again

Note della traduttrice:
Grazie a devil_may_cry_wrath_92m e ReverendBrute80 per le recensioni! <3 Mi date una carica incredibile, e so che magari l’ho detto anche troppo volte xD ma per me è importante, mi sprona sempre tantissimo. E probabilmente, senza di voi, posterei una volta al mese soltanto. XD
ANGOLINO SPAM
Non è proprio una cosa consueta, ma devo assolutamente far conoscere ai miei lettori questa artista, dal momento che è inerente con il tema della fanfiction.
Si tratta di una giovane fumettista italiana che per caso, cercando alcune reference per assicurarmi che un indumento di Lara della traduzione fosse giusto, ho trovato su internet. Questa meravigliosa artista ha fatto un mini fumetto crossover per un concorso di fumetti (a cui, tra l’altro, ha vinto), ed i soggetti sono – avete indovinato – NATHAN E LARA! E la mia beniamina è stata realizzata proprio nei panni classici, quelli che amo di più! <3
Non è una storia intera, ma sono sei tavole di inizio che racchiudono perfettamente l’idea dei due giochi: azione, sparatorie, un tesoro che renderà i protagonisti inizialmente nemici d’affari. INSOMMA. BASTA CIANCE ORA VE LO LINKO.
https://www.concorsifumetti.it/crossover/
È o non è meraviglioso? Ha uno stile davvero maturo, impressionatamente professionale. Ovviamente, ho tempestato l’autrice di complimenti. Se mai vorrete seguirla, c’è il link della sua pagina instagram nel sito.
SCUSATE LA MEZZA INTERRUZIONE, ma sono sicura che piacerà da morire anche a voi e vi farà fangirlare/fanboyare quanto l’ho fatto io.
DETTO QUESTO, BUONA LETTURA!








Lara e Nathan scesero la grande scalinata in legno di noce tappezzata da un raffinato tappeto rosso persiano. Giunti al piano terra, furono accolti dallo stesso maggiordomo che li aveva ricevuti all’arrivo, ma, contrariamente al primo incontro, un’espressione di infervorato apprezzamento gli accese lo sguardo non appena si posò sui due.
“Signore e signora Johnson, vi prego di seguirmi,” disse garbatamente aprendo le ante socchiuse ed intarsiate di una porta altissima e ad arco. La stanza che vi si celava era un enorme salone arricchito da magnifici lampadari di cristallo. Sulle pareti erano state montate delle vetrate da cui si ammirava il meraviglioso paesaggio bavarese. Dei ghirigori in altorilievi d’oro si ergevano dal pavimento fino a raggiungere il soffitto ad arco, circondando dei magnifici affreschi rinascimentali. Nathan si guardò intorno rapito e sbalordito da tanta aristocrazia. Ovunque c’erano persone eleganti sulle panche di velluto, tra i tavoli circolari o in mezzo alla pista da ballo. Alcuni di loro li guardarono entrare e Lara ebbe la sensazione che una silenziosa battaglia fosse iniziata tra i presenti, i quali cercavano di capire chi sarebbe uscito vittorioso all’asta.
“Questo è il vostro tavolo,” li fece accomodare il maggiordomo, poi si inchinò e si congedò.
“Prego, mia adorata,” disse Nate tirando gentilmente la sedia per farla accomodare. Lara sorrise e si sistemò.
“Molto gentile, caro,” disse rendendosi complice di quel gioco dal momento che c’erano altri invitati al tavolo: una coppia un po’ più anziana che li osservava con manifesto interesse. Lara li salutò gentilmente con un cenno della testa, ritenendo che sarebbe stato consigliabile non intavolare alcuna conversazione, e in fondo aveva la sensazione che neppure i due seduti con loro sembrassero interessati ad averne. Il chiacchiericcio generale si dileguò al suono di una posata che tintinnava su un bicchiere di cristallo.
“Signore e signori,” disse una voce profonda dall’altro lato della sala. Per quanto Lara non l’avesse mai incontrato in vita sua, era certa che si trattasse di Herr Schiffen, il proprietario della tenuta nonché organizzatore dell’evento. “Benvenuti nella mia umile dimora. Ricordo che domani sarà un’importante giornata di affari per tutti, ma prego caldamente i miei gentili ospiti che questa sera pensino solamente a divertirsi.”
L’uomo fece un sorriso composto, alzò il bicchiere e lo ritrasse per sorseggiare lo champagne.
“Caro, ti dispiacerebbe portarmi qualcosa da bere?” chiese Lara posando delicatamente la mano sul braccio di Nathan ed elargendogli un sorriso incantevole.
“Ma certo,” rispose Drake, il quale aggiunse alla sua risposta affabile un’ironia sottile che comunque non sfuggì alla sua compagna. Si alzò e si diresse al bar, seguito dallo sguardo indagatore di Lara che in seguito si spostò su tutto l’ambiente. Incrociò la figura di spalle del maggiordomo, ragionando che se mai avesse avuto bisogno di informazioni sul castello lui era tra le prime persone che avrebbe dovuto tenere d’occhio. Una voce alle spalle la distrasse e la fece scattare sull’attenti più velocemente di quanto fosse necessario.
“So eine wunderschöne Frau sollte nicht allein da sitzen,” sentì dire dall’interlocutore misterioso. Lara alzò la testa ed incrociò il sorriso dolce del padrone di casa: Herr Schiffen.
“Mi duole informarvi con mio grande rammarico che non parlo la vostra lingua,” disse Lara cordialmente.
“Non importa, cara. Sono io che la scuso,” rispose il gentiluomo facendo un inchino. Prese la mano di Lara e vi sfiorò le labbra. “Signora Johnson, se non vado errato.”
“Lei è ben informato,” disse la cacciatrice di tesori con un sorriso.
“Mi piace conoscere tutti coloro che mi circondano,” ammise l’uomo. Nonostante avesse oltrepassato la soglia della mezz’età, Schiffen era un uomo molto affascinante, ed evidentemente ne era ben consapevole. “Mi onorerebbe di un ballo?” chiese guardandola intensamente. Lara esitò un attimo cercando con lo sguardo Nathan tra la folla, ma non riuscì nell’impresa. Decise che non sarebbe stato saggio rifiutarlo, così si alzò dalla sedia e gli sorrise.
“Con piacere,” rispose con la mano ancora adagiata su quella dell’uomo. Quest’ultimo la condusse alla sala da ballo con una nota di palese compiacimento sugli occhi accesi.

***

Nate si appoggiò con le braccia conserte al bancone del bar ed ordinò facendo segno con l’indice e il medio per due bicchieri di champagne. Tamburellò con le dita sul ripiano di legno in attesa dei drink, quando notò qualcuno avvicinarsi a lui.
“Non mi dica che si trova da solo, stasera,” disse la voce calda di una donna. Nate si voltò sorpreso di trovarsi al proprio fianco la stessa persona che avevano visto da sopra il balcone un’ora prima. Senza il cappello a tesa larga quasi non la riconobbe.
“In realtà non lo sono, mi spiace,” rispose Nate scrutandola velocemente. Era una donna davvero bella, in gran forma e con un viso elegante. Sembrava decisamente a proprio agio in quegli ambienti aristocratici.
“Non c’è problema, non sono il tipo di donna che si frena davanti a certi conformismi,” informò lei accarezzandogli il braccio che giaceva sul bancone. “Inoltre, mi sembra di vedere che anche la sua accompagnatrice la pensi allo stesso modo.”
Nate si voltò a guardare la pista da ballo sconcertato dalle sue parole, scovando Lara a ballare con un uomo. Per un attimo si dimenticò di ciò che stava succedendo attorno. La mano dello sconosciuto tratteneva per la schiena la sua compagna di avventure, stringendola fin troppo a sé. Il vestito di velluto che le modellava le curve si muoveva ad ogni passo che faceva. “…perciò, nel frattempo, potremmo ammazzare il tempo insieme…” sentì dire dalla donna al suo fianco, e per un attimo la guardò di sfuggita, ma fece subito tornare l’attenzione sulla pista da ballo. Non aveva seguito quasi una parola di ciò che aveva detto.
La donna si avvicinò ulteriormente a Drake e le sue mani cominciarono a giocherellare col papillon. “Che ne pensi?”
“È davvero gentile da parte sua,” rispose Nathan meccanicamente cercando di allontanarsi senza offenderla in alcun modo. Non voleva ricevere scenate davanti a tutti. “Mi scusi ma devo tornare al tavolo,” soggiunse prendendo i due bicchieri e incamminandosi a passo veloce.
“Che peccato. Ma sono sicura che ci incontreremo di nuovo,” disse tra sé e sé la donna seguendolo con uno sguardo deluso e al contempo divertito.

***

“Pensavo che non saresti più tornato,” scherzò Lara seduta al tavolo quando vide il suo amico posare i due bicchieri.
“Ho notato che neppure tu ti annoiavi,” replicò Nathan con una voce più dura del dovuto. Lara cercò di decifrare il suo fastidio, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Prese il ragazzo per il braccio e lo tirò con sé al centro della sala. “Dai, balliamo.”
“Perché?” chiese Nathan confuso e curioso, obbedendo senza aspettare ulteriori spiegazioni: le mise una mano sulla vita cominciando a muoversi a tempo di una musica ritmata. Gli occhi di Lara erano fissi da qualche parte oltre le spalle di Nate.
“È da un po’ che ho notato un tipo losco parlare con Schiffen, lo stesso uomo che abbiamo avvistato dal balcone e che ho la sensazione di conoscere. Dalle facce sembrerebbe che parlino di qualcosa di molto serio… sento che qualcosa bolle in pentola,” spiegò Lara con disinvoltura e un sorriso forzato sul viso, come a far credere alle persone attorno a sé che stesse chiacchierando del più e del meno. D’istinto, Nate si girò per guardare, ma Lara lo bloccò trattenendolo con una mano sul viso, che, sempre per sviare i sospetti, trasformò in una carezza.
“Non voltarti. Guidami in quella direzione,” sussurrò la ragazza.
Nate annuì e la prese per le mani per trascinarla con sé all’indietro, fino a che non furono a pochi passi dal tavolo in cui si trovavano i due uomini. Per un momento, le mani di Nathan sui suoi fianchi le fecero dimenticare la missione, ma si schiarì subito la mente e si concentrò affinché captasse qualcosa della loro conversazione. Aveva la sensazione che fosse importante.
Intuendo il problema, Nate la spinse dolcemente verso i due trattenendola per una mano, così da farle fare diverse piroette sul posto. Parlavano così piano che Lara riuscì a sentire una sola parola. Segnale. Nathan la tirò nuovamente a sé, facendo sfiorare i loro corpi. La musica cambiò tono, divenendo un lento, e i due ne approfittarono per stringersi e continuare a ballare. Guancia a guancia avrebbero avuto modo di chiacchierare più facilmente.
“Hai sentito qualcosa?” chiese Nate con un tono di voce impercettibile.
“Solo una parola: segnale. Ho come la sensazione che stiano complottando qualcosa prima che l’asta cominci,” sussurrò Lara con fermezza.
“Faremo loro una bella sorpresa,” mormorò Nate, il quale, data la vicinanza, percepì il profumo speziato sul collo della compagna. Chiuse per un momento gli occhi, nascosto dalla vista di lei, e ne assaporò l’odore, poi si allontanò per guardarla di nuovo. “Direi che è arrivata l’ora di svignarcela,” soggiunse a bassa voce, ma Lara notò nuovamente qualcosa alle sue spalle: un tipo imbronciato in giacca e cravatta che si stava avvicinando al tavolo di Schiffen con aria agitata.
“Nate, aspetta,” mormorò Lara appropinquandosi di nuovo a lui e prendendo le redini del ballo. “Torniamo indietro, devo sentirli.”
Con una mossa studiata ed aggraziata, Lara cambiò direzione fino a trovarsi davanti al tavolo nell’esatto momento in cui l’uomo imbronciato sopraggiunse.
“...Quale finestra?” sentì dire da Schiffen con voce, stavolta, più alta e arrabbiata, come se contrariamente a prima non fosse riuscito a trattenerla.
“Quella al secondo piano, nell’ala sinistra,” rispose l’uomo chinandosi verso il suo capo.
“Agisci immediatamente affinché l’errore sia corretto entro un’ora, o verrai licenziato,” sibilò Schiffen facendo scomparire per un attimo tutta la gentilezza dalla sua faccia. Quando l’uomo se ne andò, il padrone del castello tornò ad elargire un sorriso fiducioso, ma Lara si accorse che era più forzato rispetto ai precedenti.
“Abbiamo sentito abbastanza. Cerchiamo di andarcene inosservati,” sussurrò la ragazza all’orecchio di Drake, il quale non vedeva l’ora di svignarsela da quella festa pomposa e boriosa. Guardò la compagna e non riuscì a trattenere un sorriso, ammettendo tra sé e sé che gli ultimi minuti li aveva passati più piacevolmente, e non certo perché erano riusciti a raccogliere alcune informazioni.

***

Il tetto a nord del castello era la sommità più bassa dell’edificio. Lara era in piedi sul cornicione e guardava in basso con minuziosa attenzione. Ogni cosa era pronta e aveva tutte le informazioni che servivano. Notò qualche nuvola fluttuare nel cielo notturno e oscurare lo spicchio flebile della luna. Sorrise soddisfatta, riflettendo che andava a beneficio dei loro piani.
“Dobbiamo dirigerci qui,” informò indicando un punto sullo schermo del palmare.
“Sei sicura?” chiese Nate raccogliendo sul braccio una corda, con un’estremità precedentemente agganciata alla vita.
“In questo punto si trova la porta del terzo piano che ci aveva condotto al corridoio pieno di telecamere e guardie. Se siamo fortunati, la maggior parte di loro, a detta di Schiffen, sta risolvendo un qualche tipo di problema al secondo piano,” bisbigliò Lara mentre si metteva i guanti. La tuta nera che la copriva dalla testa ai piedi la rendeva una silhouette indefinita mischiata con l’oscurità della notte. Dovevano agire velocemente: il tempo stringeva.
“Riuscire ad entrare senza problemi, troppo bello per essere vero,” scherzò Nate notando l’entusiasmo sul viso di Lara, un’eccitazione accesa e divertita per ciò che sarebbe avvenuto da lì a un’ora: irruzione furtiva, rapina, fuga… Nathan sapeva che tutto questo le piaceva quanto a lui.
“Non ci conterei troppo,” rispose Lara aggiustandosi lo zaino alle spalle colmo di attrezzature. “Sei pronto?” chiese guardando l’amico, il quale annuì senza dire una parola. “Andiamo a vedere cosa nasconde il nostro amico.”
I due cacciatori di reliquie si accucciarono al bordo del tetto e scivolarono con maestria sulla parete. I trenta metri di altezza non avrebbero dato alcun intoppo, essendosi trovati in arrampicate molto più complicate. Lara si fece cadere nel vuoto reggendosi con la corda ed appoggiando saldamente i piedi sulla parete, e Nate la seguì quasi simultaneamente. Ogni tanto, una guardia faceva un giro di perlustrazione nel parcheggio sotto di loro, ma scendevano così silenziosamente ed ottenebrati dall’oscurità che non venivano minimamente notati. Dei grandi fasci di luce ad occhio di bue si proiettavano sulle mura del castello ad intervalli regolari. A quanto pareva, Schiffen non si era contenuto in fatto di precauzioni, e questo dava la conferma che c’era sotto qualcosa di grosso.
“Attenta!” si sentì dire all’improvviso da Nate nell’auricolare. Grazie a ciò, Lara riuscì ad accucciarsi al muro all’ultimo momento, vedendosi passare a pochi centimetri il fascio di luce. Per poco non l’avrebbe illuminata.
Entrambi si bloccarono ad aspettare il momento giusto senza fiatare, e, quando avvenne, si staccarono dalla parete e scivolarono sul balcone del terzo piano.
“Ora arriva il bello,” sussurrò allegramente Lara inginocchiandosi davanti alla grande porta di vetro. “Spero che non ti lamenterai più dei miei bagagli pesanti dopo aver visto questi,” disse a Nate con un sorriso cacciando dallo zaino una serie di attrezzi indefiniti. La ragazza prese dal mucchio un tagliavetro, lo attaccò alla porta applicando la ventosa centrale e fece un taglio perfettamente circolare di una ventina di centimetri di diametro. Nate l’aiutò prendendo il pezzo di vetro e la cacciatrice di tesori infilò piano la mano all’interno. Le pinze che aveva tra le dita servivano a tagliare un cavo che conduceva all’impianto di allarme al di sopra del telaio dell’ingresso. Doveva stare attenta a non esporre troppo il braccio, poiché c’era un sensore ad aria che avrebbe percepito il movimento sospetto e avrebbe fatto scattare la sirena. Con un po’ di tensione muscolare e mordendosi il labbro concentrata, avvicinò la pinza al cavo e riuscì a reciderlo al primo tentativo.
“Ben fatto,” si complimentò Nate a bassa voce aprendo di poco l’anta della porta, quel tanto che bastava per attraversarla di soppiatto.
“Mettiti gli occhiali,” disse Lara porgendo all’amico un dispositivo di ultima generazione ad infrarossi.
“Non male come giocattolino,” si complimentò Nathan indossandoli e notando che vedeva tutto chiaramente, come se la luce del giorno avesse improvvisamente inondato tutte le stanze.
“E non hai ancora visto niente,” bisbigliò Lara osservando guardinga tutto l’ambiente. Erano in piedi in un corridoio simile a tutti gli altri del castello, e nonostante l’apparente impersonalità di quel luogo, avevano bene in mente dove andare, avendo imparato a menadito il percorso che Bryce aveva mandato loro. Cominciarono a sgattaiolare in avanti, ognuno percorrendo un lato diverso della parete al fine di evitare che venissero presi di sorpresa da qualche guardia. Attraversarono il corridoio senza produrre alcun rumore, inghiottiti dall’oscurità notturna, superando le teche di vetro ricolme di opere d’arte, quadri antichi sulle pareti, baluardi e armature, troppo concentrati per notarne le straordinarie manifatture. Sentirono in lontananza la musica ovattata provenire dalla sala da ballo a qualche piano sotto di loro. Nate avrebbe voluto vedere i volti sbigottiti di quei bellimbusti quando l’indomani si sarebbero accorti della scomparsa della mappa. Sorrise divertito al pensiero, anche se era un po’ troppo presto per cantar vittoria. Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso, rifletté tra sé e sé distrattamente. Lara cominciò a domandarsi con preoccupazione come mai non avessero incontrato guardie. Avevano davvero avuto così tanta fortuna a causa del guasto al secondo piano? Una parte di lei non riusciva a crederci, valutando che forse Schiffen aveva più fiducia delle attrezzature di sicurezza che della forza lavoro umana.
Arrivati ad una porta, Lara si accovacciò e si mise gli auricolari.
“Bryce, ci sei?” chiese a bassissima voce.
“Certo,” rispose la voce familiare dell’amico con tono più alto e deciso.
“Puoi cominciare,” ordinò Lara, e quel che ne seguì fu il suono martellante e veloce della tastiera di un computer.
“Fatto. Ho modificato l’immagine del monitor, ma non ci vorrà molto perché si rendano conto che è solo un fotogramma fisso,” spiegò Bryce poco dopo.
“Sarà sufficiente,” replicò Lara interrompendo la chiamata. Si avvicinò alla porta e l’aprì per spiare nella fessura. Poteva solo sperare che il trucchetto da hacker dell’amico avesse funzionato adeguatamente, osservando con preoccupazione la miriade di telecamere che spiavano la sala da ogni angolo. Corsero velocemente per raggiungere il prima possibile l’altra parte della stanza, attutendo ogni rumore attraverso passi felpati e studiati. Man mano che avanzavano, la musica cominciava a scomparire, fino a venire completamente assorbita da un silenzio innaturale e minaccioso.
“La cassaforte dev’essere oltre quel portone,” mormorò Nate, e vide l’amica bloccarsi all’angolo. Fece altrettanto, e appiattito contro l’altro lato del muro si affacciò e scorse una guardia alla porta che dovevano varcare. Non potendo dirsi alcunché, Lara cominciò a fare dei segnali con la mano, ma Nate scosse deciso la testa rispondendo con altri. Trascorsero due minuti combattendo quella silenziosa e grottesca disputa, fin quando il ragazzo non fece segno di fermarsi. Quando scorse la guardia girarsi alla parte opposta, ne approfittò per scattare silenziosamente verso di lui e, dopo un rapido e studiato movimento alle spalle, gli cinse il collo fino a farlo svenire, adagiandolo piano a terra e trascinandolo in un angolo buio.
“In effetti è stata un’ottima soluzione,” ammise Lara con un sorriso mettendosi le mani ai fianchi.
Quando Nate adagiò la mano sulla maniglia della porta, si accorse con sorpresa che non era chiusa a chiave. Entrarono e si misero gli occhiali infrarossi, sgranando gli occhi per l’inaspettato scenario che si presentò davanti a loro. Lara chiuse la porta dietro di sé e fece un respiro profondo.
“Spero che tu sia bravo a twister, perché temo ce ne sarà bisogno,” scherzò osservando la miriade di raggi laser che correvano lungo tutta la stanza.
“Bryce non può spegnerli?”
“Non abbiamo abbastanza tempo,” rispose Lara scuotendo la testa accigliata. “Dobbiamo arrivare alla cassaforte entro mezzora, o il trucchetto del monitor di Bryce scomparirà e saremo intrappolati,” spiegò alzando la gamba e superando il primo fascio rasoterra. “Finora non è stato difficile.”
“E se ti aspettassi qui?” scherzò Nate, ma dopo aver ricevuto in risposta lo sguardo severo della compagna fece spallucce e avanzò di qualche passo. Si fermò a guardarla proseguire e curvare il suo corpo flessibile e bilanciato, calcolando ogni minima mossa. Drake si sorprese che un corpo umano riuscisse a fare movimenti così fluidi. Lara si sdraiò a pancia in giù e si spinse con le braccia in avanti per strisciare sotto un fascio, incurvando abilmente la schiena in avanti per rimettersi in piedi.
“Che ne dici di domani sera?” disse all’improvviso Nate riuscendo ad avanzare nella rete di laser, arrivando a qualche metro da lei. Ci volle qualche secondo perché Lara si accorgesse che il compagno le stava parlando, concentrata com’era ad evitare i fasci.
“Che cosa?” chiese confusa senza fermarsi, non capendo il soggetto del discorso.
“Pensavo che magari domani sera potremmo uscire da qualche parte,” spiegò Nate avanzando con disinvoltura, alzando una gamba e poi piegandosi col busto per passare in mezzo a due fasci.
“E ti è venuto in mente di dirlo proprio adesso?” chiese Lara sinceramente incredula. Se non fosse stata per la situazione di tensione di quel momento, probabilmente avrebbe riso. Non riusciva a credere a quel che riusciva a passargli per la testa.
“È che ora abbiamo tempo di parlare,” si giustificò Nate sorridendo. Fu una fortuna che Lara non poté notarlo.
“Non credi sarebbe meglio rimanere in silenzio per concentrarsi?” borbottò la ragazza esercitando una postura piuttosto strana.
“Non riuscirai per sempre ad evitare la domanda,” replicò Nate sdraiandosi a terra nel punto in cui si trovava l’amica quando cominciò quel discorso.
“Non è ciò che sto facen-” sussurrò Lara, ma le parole si congelarono nella gola quando si spinse troppo in avanti. In piedi su un piede solo, lottò con tutto il suo corpo e i suoi nervi per spostare il baricentro verso sinistra, o la caduta sarebbe stata inevitabile. Trattenne il respiro e chiuse gli occhi. Il suo cervello le ordinava d’istinto di allungare la mano per appoggiarsi a qualcosa, ma sapeva che sarebbe stato un errore fatale. Si concentrò, sapeva di poterci riuscire. Spostò impercettibilmente il tallone di lato per ritrovare l’equilibrio, riuscendo nell’intento. Compì due soli passi per superare l’ultimo fascio di luce e fece infine uscire l’aria dai polmoni non appena raggiunse la parete.

***

“Qualche idea?” chiese Lara meditabonda camminando avanti e indietro. Dinnanzi a lei, una serie di raggi laser che partivano dal soffitto delimitavano con un semicerchio la cassaforte, imitando le sbarre di una prigione. Tra un fascio e l’altro vi erano solo una decina di centimetri, perciò era impossibile superarli.
“Neanche mezza,” rispose con disinvoltura Nate. Ci aveva riflettuto per tutto il percorso, ma non gli era venuto in mente niente. Bryce aveva informato loro che quel tipo di laser era sensibile alla temperatura e ci sarebbero volute ore per riuscire ad entrare nel sistema per spegnerlo. Sapevano che quella era l’unica opportunità per appropriarsi della mappa, ma non potevano raggiungere la cassaforte. La situazione sembrava essere arrivata ad uno stallo irrisolvibile.
“Bryce ha spiegato che i raggi captano il calore del corpo,” meditò Lara a voce alta. “Perciò l’allarme scatta non appena un corpo caldo li oltrepassa.”
“Quindi è inevitabile, visto che è corpo umano emana calore,” ponderò Nate osservando i fasci dall’altro lato.
“Se solo si potesse avere un po’ di tempo. Sarebbero sufficienti tre minuti per aprire la cassaforte, ma l’allarme scatterà non appena il calore si allontana dai sensori. Riusciremo a malapena a fare un passo in avanti,” continuò a ragionare la ragazza percependo la presenza del compagno alle spalle, il quale la prese per la vita per avvicinarla a sé con la schiena contro proprio petto. “Che diavolo stai facendo?” sussurrò Lara sconcertata.
“Sssh, non dimenarti. Cammina con me,” le sussurrò Nate all’orecchio premendola ancora di più a sé. La cacciatrice di tombe avrebbe potuto tranquillamente divincolarsi da quella presa facile, ma una parte di sé si fidò del suo compagno. Rilassò i muscoli e lasciò che fosse lui a guidarla, spingendola dolcemente col proprio corpo verso la cassaforte. Diventava sempre più facile per lei lasciarsi andare a slanci di fiducia con lui. La se stessa di qualche mese prima l’avrebbe derisa, reputandola una sciocca e sentimentale sprovveduta, ma adesso non poteva fare a meno di credere in quel ragazzo. Nathan Drake neppure poteva immaginare di essere riuscito a scalfire a tal punto la gelida diffidenza di Lara Croft.
I due avanzarono fino a che la ragazza non si trovò col naso a pochi centimetri dal laser che circondava la cassaforte.
“Il corpo umano può entrare nei raggi, ma appena esce scatta l’allarme,” bisbigliò Nate alla compagna facendo un ulteriore passo in avanti. Lara sentì il cacciatore di tesori accucciarsi su di lei ed i suoi muscoli irrigidirsi; d’istinto tirò la testa all’indietro per non toccare i raggi, poi cominciò a capire ciò che le stava dicendo Nathan.
“Non oltrepasseremo i fasci di luce, sarò solo io a farlo,” disse sorridendo e toccando il primo raggio col proprio corpo. Nonostante non avesse alcuna reale consistenza, sentiva una strana sensazione di solletico. Il respiro le si fece più intenso e un formicolio di eccitazione le attraversò il corpo. “Solo io entro dentro la trappola, mentre tu rimani immobile fin quando non ho preso la mappa,” soggiunse a bassa voce. Il silenzio attorno a loro era solenne, assordante; Lara sentiva solo il respiro lento di Nate dietro di sé.
“Indovinato,” sussurrò il ragazzo sorridendo. Si accucciò ulteriormente su di lei per crearle uno scudo dai raggi e tirò un lungo respiro. “Ora vai,” disse facendo scivolare il braccio dalla sua via. Lara si fece avanti con cautela, credendo per un attimo di sentire il frastuono dell’allarme, ma non accadde niente. Sorrise con soddisfazione al compagno. L’idea che aveva avuto era stata geniale. Corse verso la cassaforte e si mise subito all’opera. Alzò veloce il coperchio nel quale si trovava il pannello per digitare la combinazione e lo collegò ad un piccolo attrezzo tramite un cavo. Le sue dita si muovevano abilmente sulla piccola tastiera, come se facesse quell’operazione ogni giorno.
“Sbrigati, ho i crampi alle gambe a starmene così,” si lamentò Drake alle sue spalle.
“L’elaboratore che ho in mano non andrà certo più veloce solo perché lo chiedi tu,” scherzò Lara guardando i numerini sul display che giravano a una rapidità diabolica davanti ai suoi occhi. Entrambi alzarono la testa quando la porta della cassaforte si aprì da sé con un inaspettato click. Lara sbirciò dentro illuminandone l’interno con la torcia.
“L’hai trovata?” chiese Nathan con impazienza, cercando di stare piegato e in tensione senza perdere l’equilibrio. Lara cominciò a frugare tra le scartoffie, poi finalmente cacciò fuori una cartella di pelle che aprì con cura.
“Credo sia questa,” disse con un lieve tremore nella voce. Per quanto avesse già rinvenuto tantissime mappe antiche nella sua vita, ogni volta che ne trovava una nuova provava la stessa, emozionante frenesia della prima volta. Era come aprire un libro dal principio, sapendo che sarebbe stato l’inizio di una grandiosa avventura. Un sorriso si dipinse sul viso mentre sfiorava con un dito la superficie consunta.
“Mettila via, la guarderemo una volta usciti di qui,” disse Nate che cominciò a diventare seriamente impaziente. Ormai aveva del tutto perso la sensibilità di uno dei suoi piedi. Non avrebbe mai immaginato che restare immobile per qualche minuto risultasse così difficile. Lara impacchettò velocemente il tutto e lo raggiunse.
“E adesso?” chiese guardandolo interrogativa.
“Non ci resta che correre come se non ci fosse un domani,” rispose Nathan con un sorriso sfrontato. “Abbiamo circa cinque minuti prima che arrivino le guardie. Sei pronta?”
Lara fece un respiro profondo e schioccò le ossa del collo muovendo la testa. “Non possiamo certo stare qui per sempre.”
Nate si voltò e scattò verso l’uscita assieme a lei.
Il silenzio tombale e pacifico che riempiva il castello venne squarciato da un’assordante ed acuta cacofonia.
   
 
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