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Autore: PGV 2    10/11/2020    4 recensioni
Salve a tutti!!
Sono qui per portare alla vostra attenzione due One Shot dedicate a due rivali del gruppo protagonista dei Bladebreakers, che sono tra l'altro due avversari finali di serie, ossia Brooklyn e Yuri Ivanov!!
Con queste due One Shot, che hanno l'unico scopo di omaggiare questi due personaggi, indagheremo sulla loro vita, sui dolori che hanno dovuto patire e su cosa li ha spinti alla fine là dov'erano alla fine della serie G-Revolution.
Spero che queste due One Shot saranno di vostro gradimento! :)
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Yuri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!!! :)
Oggi concludiamo ufficialmente le One Shot che ho scritto dedicate interamente al manga/anime di Beyblade, dato che ne ho scritte solamente due :).
Il motivo per cui ne ho fatte così poche è perché gli altri pg di Beyblade che volevo trattare almeno in una delle mie storie sono riuscito ad inserirli (per la precisione i Bladebreakers al completo ad eccezione di Daichi in The Community), e Brooklyn e il protagonista di questa One Shot sono stati gli unici due mancanti di Beyblade che avrei voluto inserire in una mia storia ma che non ci sono riuscito T_T.
L’ultimo personaggio a cui ho deciso di dedicare una One Shot è Yuri Ivanov, e questo per un motivo ben specifico… è il mio pg preferito di Beyblade in assoluto!! *_*
Lo adoro troppo come personaggio, e l’ho voluto omaggiare con questa One Shot dedicata alla sua vita ed a ciò che ha provato durante gli eventi più determinanti per lui. Come la scorsa anche questa One Shot non sarà nulla di ché, ma spero che vi piaccia comunque :).
Ma ora basta chiacchiere e vi lascio direttamente alla One Shot, buona lettura a tutti quanti!! :)


CI SONO…
ONE SHOT SU YURI IVANOV




Ci sono…

Non ho mai avuto una vita semplice.
Sono sempre stato circondato dai miei nemici, fin da quando ne ho memoria. Sono cresciuto in un ambiente orribile, dove i più deboli venivano uccisi.
La mia vita è sempre stata un Inferno. Sempre.
Ma forse è anche questo che mi ha consentito di andare avanti. Di riuscire a tenere sempre la testa alta e, una volta che l’incubo era finito, a continuare a camminare per la mia strada.
Sono sempre stato un leader per i miei compagni, e forse anche per questo ho sempre cercato di essere forte. Lo devo per loro, per i più deboli e per chi non poteva farcela.
Il nostro addestramento è sempre stato duro, fin dall’inizio. E quando pensavamo di essere finalmente usciti dal tunnel… esso si era ripresentato di nuovo davanti a noi.
Ma stavolta sono più forte. Stavolta non devo combattere da solo come ho sempre fatto.
I miei compagni mi supportano… ed anche… i miei amici…
Non sono solo.
Non più.

Ci sono…

Ricordo ancora quei giorni come se fosse ieri.
Io ed i miei compagni di squadra più fidati, Sergej, Boris ed Ivan, siamo cresciuti in un monastero in Russia. Eravamo orfani. Eravamo soli.
Non avevamo nessuno al mondo, e un uomo chiamato Vorkov aveva deciso di prendersi cura di noi. Era l’allenatore di una squadra di Beyblade, la Borg, gestita dal nonno di quello che sarebbe divenuto col tempo un mio compagno.
Kai Hiwatari.
Non ho mai avuto con lui il legame che avevo invece con gli altri, ma confesso che non era comunque male. Era solitario, proprio come me.
Fummo costretti a duri allenamenti per anni ed anni. Vorkov ci allenava in una maniera tale che certe volte desideravamo morire piuttosto che continuare.
I deboli psicologicamente non resistettero a quel peso, e finirono per collassare molto facilmente. Solamente in cinque riuscimmo a tenere il passo con gli allenamenti… o meglio, quattro.
Già, perché Kai poi ci abbandonò, scappò dal monastero e ci lasciò da soli. Ma non l’ho mai incolpato per questo, al suo posto anche io l’avrei fatto.
Comunque fosse, rimanemmo da soli al monastero per anni, allenati da un uomo spietato e senza scrupoli per compiacere la Borg. Fino a quando venne il momento.
Il nonno di Kai puntava a creare delle armi di distruzione di massa adoperando i quattro Bit Power più potenti, che fortuna voleva fossero nei Beyblade dei componenti di un’unica squadra.
Erano tutti radunati nello stesso gruppo. Non poteva andare meglio di così.
Loro erano il nostro obiettivo. Erano diventati la nostra ossessione.
Erano… i Bladebreakers!

Ci sono…

Forse se fossimo riusciti a recuperare i Bit Power, avremmo potuto essere finalmente liberi.
Anche se cercavo di essere forte, non potevo negare che soffrivo molto gli allenamenti a cui venivo sottoposto. Ero il più forte di tutti e sopravvivevo, ma certe volte anche io desideravo solo mollare.
Una volta presi i Bit Power, forse ci avrebbero lasciati andare.
Non ne ero certo, e non lo sono tuttora. Vorkov è un uomo spietato, non si farebbe scrupoli ad eliminare chi intralcia il suo cammino, e quindi una volta diventati inutili forse…
È inutile starci a pensare adesso. Quell’eventualità non si è mai presentata per fortuna.
Già, perché il nonno di Kai, affinché potessimo raggiungere il suo scopo, ci iscrisse al Campionato del Mondo di Beyblade con il nome di Borg.
Non che la cosa cambiasse molto per me. Se dovevamo completare la missione lo dovevamo fare, non mi interessava tutto il resto.
Difatti, grazie anche alla forza che avevamo accumulato con gli allenamenti a cui eravamo stati sostenuti, riuscimmo ad arrivare in finale in un attimo.
Dovemmo anche affrontare degli incontri amichevoli contro i White Tigers e gli All Starz, due squadre che erano state eliminate proprio dai Bladebreakers dal Campionato del Mondo.
Fortuna volle che anche il “figliol prodigo” decise di tornare dalla nostra parte.
Kai aveva affrontato la tournee insieme ai Bladebreakers come componente della loro squadra, ma era bastato offrirgli il Beyblade più potente di cui disponevamo per farlo tornare dalla nostra parte.
Black Dranzer. Il Bit Power più potente a disposizione della Borg.
Personalmente non ho mai anelato quel Beyblade. Sono contento del mio Wolborg e non lo scambierei per nessun altro Beyblade al mondo.
Una volta ottenuto Black Dranzer, Kai tornò dalla nostra parte, ma al tempo stesso si montò la testa. Cominciò a credersi il migliore di tutti e ci voltò le spalle, al punto tale che affrontò lui gli incontri amichevoli al posto nostro.
A me lasciò solamente uno stupido giocatore di basket che liquidai nel giro di un attimo. Troppo debole per rappresentare una vera sfida per me. Me lo sarei dovuto aspettare da loro.
Loro erano deboli.
Io ero forte.

Ci sono…

Sfortunatamente, Kai ci abbandonò prima della finale.
Tornò a far squadra con i suoi ex compagni che dovevamo sconfiggere per ottenere i Bit Power. Per questo la Borg ci obbligò ad attaccarlo per vendicarci.
Riuscimmo anche a rubare la Tartaruga Nera di quel Max. Ci eravamo portati avanti, dato che gli incontri della finale erano tre, rubandone subito uno avremmo potuto garantirci gli altri tre durante la competizione.
Tutto stava andando nel migliore dei modi. Sergej riuscì anche a sconfiggere Kai, che suo nonno aveva provato a riportare dalla nostra parte. Stavolta però non c’era cascato, e per questo venne sopraffatto.
Anche il suo Bit Power, l’Aquila Rossa, venne rubato. Ma non riuscimmo a prendere quello della Tigre Bianca. Nonostante Boris avesse ferito gravemente il suo avversario, quest’ultimo era riuscito in qualche modo a sconfiggerlo.
Una sconfitta non era nei programmi. Avremmo dovuto vincere tutti i combattimenti, ed invece rischiavamo addirittura di venire sconfitti.
Per questo il peso della battaglia successiva ricadde su di me.
Come Capitano della Borg, era mio compito provare a risollevare le sorti di una sfida che rischiava di essere persa. Potevamo addirittura non prelevare i Bit Power mancanti, ed alla sola prospettiva non osavo pensare cosa ci avrebbero fatto Vorkov ed il nonno di Kai.
Era il mio turno di combattere… e dovevo vincere!!

Ci sono…

Come mi aspettavo, dovetti combattere contro il Capitano dei Bladebreakers.
Takao Kinomiya. Il possessore del Drago Azzurro.
Se avessi preso lui, probabilmente avremmo sopperito alla mancanza della Tigre Bianca. Dovevo solamente sconfiggerlo e poi tutto sarebbe finito.
Gli regalai addirittura il primo round per fargli credere di avere la situazione in pugno. Ma era solamente una tattica, e lui non se ne era neanche accorto.
Takao era un ingenuo. E lo è tuttora a voler essere precisi.
Nel secondo round, bastò veramente poco affinché sconfiggessi Takao in un attimo. Mancava solamente il terzo round, dovevo vincere unicamente quello… e poi sarebbe tutto finito.
Però, prima ancora che iniziasse il terzo ed ultimo round, Takao cominciò a parlarmi.
Io avevo provato a fargli capire che cosa significasse essere soli al mondo, senza nessuno che potesse aiutarti. Che cosa significava dover poter contare solo sulle proprie forze.
Ed invece lui mi parlò del legame che aveva con i suoi amici ed i suoi compagni. Mi parlò del fatto che la sua forza traeva dalle esperienze che avevano accumulato tutti insieme. Che se avessi continuato così sarei stato sconfitto…
Allora non compresi quello che stava cercando di dirmi, la presi come una provocazione e sfoderai tutti i Bit Power di cui disponevamo, che avevamo rubato durante tutto il torneo e gli incontri amichevoli, in un colpo solo.
Eppure, nonostante l’immensa potenza che avevo accumulato in un unico Beyblade, venni sconfitto.
Io, Yuri Ivanov, Capitano della Borg, venni sconfitto da Takao.
Non riuscivo a crederci. La sua determinazione si era rivelata più potente della forza. Come diavolo c’era riuscito?!
Questa era la domanda che mi stavo ponendo, e nei primi tempi non riuscì neanche a darci una risposta. Sembravo in difficoltà.
Ma poi finalmente compresi… era stato il suo legame con i compagni di squadra.
Loro erano una squadra. Noi eravamo solitari.
Questo aveva fatto la differenza. E finalmente ero abbastanza maturo per comprendere che cosa significasse far parte di un gruppo assortito.
Sembrava assurdo, ma la sconfitta ci aveva resi liberi.
Realmente liberi…

Ci sono…

Il nonno di Kai fu arrestato.
Dopo la nostra sconfitta, le prove dei crimini della Borg emersero e lui fu consegnato alla giustizia. Invece Vorkov scomparve nel nulla. Senza lasciare traccia.
I motivi delle nostre intere sofferenze erano scomparsi nel nulla. La nostra occasione per ricominciare da zero. Per avere una nuova vita.
La vita che avevamo tanto desiderato.
Avevo solo quattordici anni, ma dovetti comunque prendere in carico il monastero ed i ragazzi che erano sopravvissuti fino a quel momento alle torture di Vorkov.
Ci rinominammo Neoborg e, da quel momento, diventammo indipendenti. Gestivamo noi il nostro tempo, i nostri allenamenti e, soprattutto, la nostra vita.
Eravamo liberi. Finalmente.
La nostra indipendenza durò due lunghi anni, in cui ci disinteressammo totalmente al Campionato del Mondo successivo. Non avevamo più nessun motivo di gareggiare.
Il nostro unico desiderio era vivere senza più avere paura di morire ogni secondo. Volevamo ricominciare da capo, ed i titoli del mondo non avevano nessun interesse per noi.
Trascorremmo due anni senza pensare a nulla, se non a vivere come avevamo sempre desiderato. Io, Sergej, Boris e Ivan non avevamo più nessuna preoccupazione.
O almeno così pensavamo…
Bastarono solamente due anni prima che lui tornasse alla carica. Prima che lui tornasse a tormentare le nostre vite. Prima che lui tentasse di nuovo a conquistare il mondo.
Prima che Vorkov si facesse rivedere!

Ci sono…

Sfortunatamente non stava agendo alla luce del sole.
Ancora una vola preferiva lavorare sottobanco, ed aveva progettato di mandare una squadra sperimentale ai nuovi Campionati del Mondo che seguivano la formula del round robin senza eliminazione diretta.
Aveva assegnato il comando dell’operazione a Barthez, che aveva istruito quattro ragazzi ad imbrogliare pur di ottenere il risultato sperato. Era chiaro quale fosse il loro intento.
Dovevano vincere quella competizione. Ed io glielo avrei impedito.
Non avevo più interessi a partecipare al Campionato del Mondo, ma se il prezzo da pagare era sventare i piani di Vorkov mi sarei iscritto, ed avrei vinto il titolo mondiale!
Superammo le qualificazioni in un lampo grazie alla nostra forza. Eravamo diventati molto più forti rispetto ai tempi della Borg, allenarci come desideravamo noi aveva dato i suoi frutti.
Finii addirittura per accettare di nuovo Kai tra le nostre fila, nonostante ci avesse voltato le spalle per ben due volte di seguito.
Lui desiderava solo battersi contro Takao. Ne ero ben consapevole, ma sinceramente non mi importava. Se con il suo aiuto avessi potuto garantire la vittoria della mia squadra al Campionato del Mondo l’avrei accolto a braccia aperte.
Vincere era l’unica cosa che contava. Del resto, non mi importava nulla.
Anche Kai era molto determinato, si addestrava costantemente per poter raggiungere vette sempre più alte, ed a me faceva comodo. Più si potenziava, più possibilità avevamo noi di vincere il Campionato del Mondo.
Tuttavia, dovetti ammettere che sottovalutai non poco il livello dei miei avversari.
Non ero l’unico che si era potenziato nel corso degli anni, e ne pagai il prezzo già durante i primi combattimenti.
Ero stato stupido.
E ne stavo pagando il prezzo.

Ci sono…

Il primo incontro negli Stati Uniti in verità andò bene.
Dovemmo affrontare gli F-Sangred e riuscimmo a batterli con estrema facilità. Non erano avversari alla nostra altezza. Fu il secondo incontro a gettare benzina sul fuoco.
In Italia affrontammo i Bladebreakers, gli avversari che Kai tanto desiderava combattere. Ma al momento della sfida… Takao non si fece vedere!
Non ho ancora ben compreso come mai inizialmente non si fece vedere, ma questo spinse Kai ad abbandonare la lotta e ad affidarla a me. Bah, come voleva, tanto io dovevo solamente vincere il titolo mondiale, del resto non me ne importava nulla.
Ero anche convinto che avrei avuto vita facile, dato che dovevo affrontare il cervellone della squadra, che non aveva quasi nessuna esperienza. Ed invece si rivelò più forte di quello che pensavo.
Mi irritò, finì per perdere la pazienza e disintegrare il suo Beyblade vincendo la lotta. Forse avevo esagerato, ma sinceramente non mi importava. Dovevo vincere, e basta.
Rifiutai anche la proposta di Takao di combattere contro di me al posto di Daichi, il mio ultimo avversario dei Bladebreakers, ma il regolamento lo impediva ed anche a me non fregava nulla.
Ancora una volta però mi feci prendere dal desiderio di vittoria. E fu proprio quello a segnare la mia rovina in quel match.
Sottovalutai le capacità di analisi del secchione, e quel Daichi riuscì a cogliere l’unico punto debole che aveva il mio Wolborg per colpirmi.
Dopo aver lanciato la Tempesta di Ghiaccio, c’era un momento in cui Wolborg era del tutto inerme, e di conseguenza facilmente attaccabile. Daichi, su suggerimento del secchione, mi colpì in quel momento, mandandomi fuori lotta.
Avevo perso. Una condizione che non si presentava più da due anni.
Era incredibile e non riuscivo a crederci. Cercai di arrovellarmi per giorni per capire dove avevo sbagliato, ero convinto di aver lavorato bene anche di strategia. Ed invece nulla.
La mia condizione psichica mi portò anche a perdere il secondo incontro contro gli All Starz. Fortuna volle che ci pensasse Kai a vincere il match per noi, almeno non avevo provocato troppi danni alla mia squadra.
Ma questo non cambiava quanto stava accadendo.
Stavo venendo sconfitto continuamente. Ero passato dall’essere quasi imbattibile a venir sconfitto continuamente. Ed i prossimi avversari sarebbero stati proprio gli uomini di Barthez.
Dovevo cambiare quella condizione, non potevo più permettermi di continuare a perdere.
Ne andava del mondo intero.

Ci sono…

Proprio per questo inserii nel mio Beyblade un dispositivo.
Wolborg avrebbe assorbito i colpi avversari e li avrebbe catalizzati al suo interno per riversarli poi contro l’avversario attraverso la Tempesta di Ghiaccio. L’arma segreta che mi avrebbe garantito la vittoria nei Campionati del Mondo.
Ed inizialmente fu proprio così.
Contro gli uomini di Barthez riuscì a vincere il combattimento. Era una lotta troppo importante per sbagliarla, perché se li avessimo sconfitti li avremmo sbattuti fuori dai Campionati del Mondo. Non avrebbero più potuto accedere alla finale.
La soddisfazione di eliminare Barthez e mandare all’aria i piani di Vorkov fu immensa. All’epoca non sapevo che non era ancora finita, ma mi godei il momento e la sensazione di aver impedito a Vorkov di fare agli altri ciò che lui aveva fatto a noi per anni.
Una volta sventati i piani di Vorkov rimaneva solamente da vincere il Campionato del Mondo. Il suo piano prevedeva anche il coinvolgimento del Campione del Mondo, e qualunque fosse stato avrei potuto stroncarlo sul nascere se io avessi vinto il titolo.
Dovevo vincere. Assolutamente!
Anche l’ultima battaglia dei gironi ci andò bene. Io e Kai sconfiggemmo i rappresentanti dei White Tigers ed arrivammo in finale. Kai fu obbligato a giocarsi addirittura l’asso nella manica che si era tenuto per la sua battaglia contro Takao.
Doveva essere stata davvero dura per lui, ma l’importante era essere arrivati alla fine. E tutto giocava a nostro favore, non potevamo fallire.
Oltre a noi anche i Bladebreakers e gli F-Sangred erano arrivati in finale, e dato che gli altri avevano un punto in meno rispetto a noi furono obbligati a sfidarsi. Il vincitore avrebbe affrontato noi nella finalissima.
Fu inutile dire che vinsero i Bladebreakers, ed arrivarono contro di noi nella finale.
Non me ne sorpresi affatto. Avevo spronato quel ragazzino, Daichi, a dare il meglio di sé per raggiungermi alla fine, ed a quanto pareva le mie parole avevano dato i loro frutti.
Ora dovevo solamente concentrarmi e vincere. Il traguardo era ad un passo, dovevo solamente fare l’ultima camminata e sarei divenuto il Campione del Mondo.
A quel punto Vorkov sarebbe stato fermato.
Per sempre.

Ci sono…
Purtroppo, non ci riuscì.
Le provai tutte per vincere, anche ad approfittare del fatto che il mio sfidante, sempre quel Daichi, si stava trattenendo per consentire a Takao di riprendersi.
Ma alla fine il nostro duello terminò in un pareggio, e Kai venne sconfitto da Takao. Questo decretò definitivamente la vittoria dei Bladebreakers.
Avevamo perso. Noi della Neoborg avevamo perso. Ad eccezione di Kai.
Lui voleva solamente battersi contro Takao, ed aveva raggiunto il suo scopo. Io invece volevo utilizzare la sua forza per portare la mia squadra alla vittoria, ed avevo fallito miseramente.
Ma non era ancora finita.
Anche se loro erano i Campioni del Mondo, ero certo che non avrebbero ceduto alle lusinghe di Vorkov quando sarebbe stato il momento, qualunque esse fossero state.
Dovevo solamente aspettare che si sarebbe fatto vivo a quel punto. Non c’era altro che potevo fare.
Avendo perso, non potevo influenzare in alcun modo il corso degli eventi, se non stroncare all’istante Vorkov quando avrebbe cercato di approcciarsi a Takao.
Cosa che fece quasi subito.
La BBA fu acquistata dalla nuova società di Vorkov, la B.E.G.A., ed il suo scopo era di trasformare il Beyblade in uno sport professionistico. Finalmente le sue intenzioni erano venute alla luce.
Non avevo bisogno di altro. Sapevo dov’era e quali erano le sue intenzioni, era arrivato il momento di chiudere i conti con lui una volta per tutte.
Per questo io, Boris e Sergej ci dirigemmo alla sede della B.E.G.A. per sistemare quel bastardo una volta per tutte. Incrociammo anche Takao lungo la strada, era dubbioso se accettare o meno l’offerta di Vorkov.
Voleva che il Campione del Mondo lo supportasse in modo da avere tutti i Blader dalla sua parte, che lurido infame. Ma tanto Takao non avrebbe dovuto decidere, entro breve la B.E.G.A. sarebbe crollata, e le sue titubanze si sarebbero rivelate inutili.
Quanto ero ingenuo.
Se solo avessi fatto più attenzione…

Ci sono…

Una volta in sede, Vorkov ci propose una sfida.
Dovevamo superare una serie di prove, e se ce l’avessimo fatta avrebbe rinunciato per sempre al suo progetto. Non mi fidavo di lui, ma se non avesse mantenuto la parola gli avremmo fatto sputare i denti, per questo accettammo.
Inizialmente ci propinò tre Blader davvero mediocri. Io ed i miei compagni li battemmo in poco tempo, non erano alla nostra altezza. I problemi vennero dopo, quando Vorkov schierò uno dei suoi Blader migliori.
Un ragazzo chiamato Garland.
Si fidava talmente tanto di lui che Vorkov promise di rinunciare per sempre alla B.E.G.A. se avessimo sconfitto solamente lui, già questo avrebbe dovuto mandarmi un campanello d’allarme nella testa, ma quello che accadde dopo fu anche peggio.
Per dimostrarmi quanto era forte, Garland sconfisse facilmente Sergej e Boris e li mandò in coma. Fu davvero agghiacciante.
Dopo venne il mio turno, e davanti ad una folla festante mi ritrovai a dir poco schiacciato da un masso enorme che non avevo la forza di tirare su con le mie sole braccia.
Quel Garland era molto più forte di quello che pensavo. E come se non bastasse non gli interessavano gli scopi di Vorkov o il fatto che fosse un manipolatore, voleva solo diventare un professionista, del resto non gliene importava nulla.
Mi ricordava me ai tempi della Borg. Rivedere quell’atteggiamento mi fece tornare alla mente quando ero isolato ed inerme. Quando ero un lupo solitario.
Ma non c’era tempo per lasciarsi andare ai ricordi. C’era una battaglia in corso e dovevo vincerla assolutamente… ma ormai non avevo molte speranze.
Per allungare il combattimento, Vorkov adoperò addirittura una gabbia in modo che i Beyblade non potessero uscire. Maledetto bastardo.
Inutile dire che in quelle condizioni non ce la feci. Venni sconfitto. E ne uscì anche parecchio male, al punto che le ferite furono talmente gravi che sentivo le palpebre sempre più deboli.
Non sapevo che cosa mi stesse succedendo, ma Takao ed i suoi amici erano lì, vicini a me. Prima che chiudessi gli occhi, dovevo dirgli tutto. Ogni singola cosa.
Ci riuscì. Gli spiegai del piano di Vorkov e degli uomini di Barthez. Compresero finalmente le vere intenzioni di Vorkov e si ribellarono a lui. Alla fine, la mia crociata di vendetta a qualcosa era servita.
E poi, si fece tutto buio.

Ci sono…

Ed ora eccomi qui.
Non ho ben capito cos’è successo dopo che ho chiuso gli occhi. Tutto si è fatto buio, e sono rimasto in queste condizioni per così tanto tempo che ormai ho perso la cognizione del tempo.
Quanto è passato? Un giorno? Una settimana? Un mese? Un anno?
Chi può dirlo. Sono in uno stato di coma talmente sopito che mi meraviglio io stesso di saperlo. Forse perché quando si è vicini alla morte si rivede tutta la propria vita in un attimo…
Anche se per fortuna non sto morendo. Sono riusciti a curarmi in tempo, ed ora sono in uno stato vegetativo e nessuno sa quando potrò risvegliarmi. Sto lottando con le unghie e con i denti per risvegliarmi, ma mi sta riuscendo difficile.
Sono riuscito a malapena a muovere le palpebre e le dita. Ma devo farcela, devo riuscirci. Sento che sono tutti in pericolo.
Non so che cosa sta succedendo. Sento la voce di Takao che sta chiedendo aiuto ai suoi amici. Sta affrontando un vero mostro ed ha bisogno di tutta la forza dei suoi compagni.
Non so se posso ritenermi un suo compagno dopo tutto quello che ho fatto, ma gli sono debitore. Grazie a lui mi sono liberato della Borg, ho compreso che cosa significa avere dei compagni, ho compreso cosa significa avere… degli amici…
Gli devo tutto, e non posso abbandonarlo adesso. Devo aiutarlo finché posso, perché io non sono uno che molla.
Io sono Yuri Ivanov.
Capitano della Neoborg.
Custode di Wolborg.
E non mi arrendo davanti a nulla!!

Ci sono anch’io!!


Spero che questa One Shot vi sia piaciuta alla fine :).
A differenza di quella dedicata a Brooklyn, con Yuri c’era molto di più di cui parlare grazie al fatto che è comparso in due serie, e difatti è venuta fuori una One Shot piuttosto lunghetta alla fine :).
Ho cercato di trattare meglio che potevo tutti i punti salienti della sua vita, così come il suo rapporto con Kai, Takao e Vorkov e la sua determinazione durante i due Tornei a cui ha partecipato e gli eventi della B.E.G.A., e spero di esserci riuscito alla fine :).
Con questa One Shot, si concludono le storie corte dedicate a Beyblade!!
So che sono stato piuttosto veloce, e mi dispiace per questo T_T ma ho intenzione, comunque, di pubblicare altre One Shot ogni martedì e giovedì fino al 24 Dicembre (ad eccezione del 22 Dicembre), e di conseguenza se vorrete leggere altre mie One Shot potrete sempre dedicarvi a quelle che ho già pubblicato e che pubblicherò :).
Non penso di avere altro da dire, di conseguenza vi ringrazio ancora tantissimo per aver letto e spero apprezzato questa One Shot :) e ci risentiamo martedì 12 Novembre, tra due giorni, per la prima One Shot di una serie di esse dedicata al franchise cinematografico “I Pirati dei Caraibi” e pubblicata nell’apposita sezione di EFP!! ;)
   
 
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