Accidenti doveva
esserci una specie di incantesimo su quella casa..come era possibile che non
riuscivo ad allontanarmene per più di qualche metro?
-C’è qualcosa
che non va Mia? –ero così concentrata che non mi ero accorta che Rosalie si era
venuta a sedere accanto a me.
Sbattei un paio
di volte le palpebre. –Ma ..
-Noi ci muoviamo
molto velocemente.
Non mi soffermai
più di tanto su questa nuova informazione. Mi limitai a gettarla nel mucchio.
Avrei fatto tutte le mie considerazioni con calma in seguito.
Adesso tutto
quello che la mia mente sapeva e capiva
era che stavamo andando a cercare delle risposte.
Risposte che
speravo avrebbero finalmente messo fine alle mie ricerche.
Non appena
Emmett imboccò il viale che portava alla casa sia lui che Rosalie si misero in
ascolto.
E non credo che
avessero sentito niente di buono perché si guardarono atterriti e poi
guardarono me.
-Che c’è? –non
mi piaceva quella traccia di panico negli occhi di Rosalie.
Ripetei la
domanda ma non ottenni nulla. Nulla a parte quello sguardo . –Insomma vuoi
smetterla di guardarmi?
-Tranquilla Rose
la porteremo al sicuro.
Ecco, ora il
loro panico mi stava contagiando. –Proteggere me? Da chi?
Sempre senza
rispondermi Emmett fece una manovra e in un secondo ci trovammo a tornare da
dove eravamo venuti, solo che a una velocità tale che se non ci fosse stata
Rosalie a tenermi sul sedile sarei stata sbalzata fuori alla prima buca e a
quella velocità probabilmente sarei finita in Florida.
-Ok, adesso
basta!!-sbottai.
-Fidati di noi
Mia, è solo per il tuo bene.
Cercai di
staccarmi dalla sua presa d’acciaio. –Rosalie mollami!! E tu fermati. ADESSO.
Dovetti
ripeterlo altre cinque volte ma alla fina mi accontentarono.
Emmett si voltò
verso di noi. –Non è ancora abbastanza lontano, non siamo al sicuro.
-Al sicuro da
cosa? –ero al limite dell’isteria. –Si può sapere che succede?
Continuavano a
lanciarsi sguardi tormentati ma nessuno parlava.
-Non mi piace
essere portata a spasso..voglio sapere che cazzo succede.
-E’..è successo
qualcosa..-cominciò titubante Rosalie.
-A casa vostra?
–annuì.
-C’è qualcuno?
–scosse la testa.
-C’è..qualcosa?-tentai
e lei annuì.
-Ok, non mi va
di giocare ad acqua e fuoco..basta annuire , parla!!
Si voltò di
nuovo a guardare Emmett ma io le misi una mano sotto il mento e lei tornò
ubbidiente a guardare me. –Se riguarda me voglio saperlo. ..quindi..riguarda
me?
Annuì ma quando
si accorse che mi stavo arrabbiando parlò. –Sì..e no.
-Che cavolo di
risposta è questa!!!!!
-Beh..diciamo
che la risposta dipende..
-Da cosa?
-Da te.
-Da me? –annuì
di nuovo.
Dato che non
sembrava ancora intenzionata a rispondermi come si doveva, decisi che mi sarei
risposta da sola.
Aprii lo
sportello e uscii dall’auto.
-Ma dove vai?
–mi comparse davanti alla sua supervelocità e mi bloccò la strada.
-Visto che tu
non parli vado a vedere con i miei occhi, così saprò se voglio o no che questa
cosa mi riguardi.
Mi fermò di
nuovo ma non trattenendomi fisicamente. Fu il tono della sua voce.
All’improvviso
era così triste. –E’ per Logan.-fu quasi un sussurro.
Mi gelai.-
Logan? Che vuoi dire?
-Dopo che te ne
sei andata..
-Mi sta
aspettando? E’ arrabbiato?
-Mia..
-Non ti
preoccupare, so difendermi da sola..-ma il pensiero che lui volesse farmi del
male mi ferì..cavolo se lo fece..lo stesso dolore della coltellata che mi aveva
uccisa nel bosco. Dritta al cuore.
-Non sta bene..
-Logan?..ma se
fino a poco fa ..sei sicura?
-Noi
sentiamo..-la zittii con la mano.
-Non voglio
sapere dei vostri superpoteri adesso..dimmi solo quello che sai.
Emmett comparse
accanto a lei e le mise una mano sulla spalla. –Si è sentito male.
-Definisci male.
-Non lo so..non
credo che qualcuno potrebbe dirti di più. Logan non era mai stato male
prima..-e poi mi lanciò uno sguardo molto molto eloquente.
-Vuoi dire che è
colpa mia? –lo dissi con un filo di voce.
Il solo pensiero
che fosse davvero colpa mia mi lasciò svuotata.
Alla fine ce
l’avevo fatta. Ero riuscire a ferire l’unico amico che potessi definire davvero
tale ..in tutti i modi possibili.
Complimenti Mia,
alla fine non ti smentisci mai..
Adesso Logan
stava male ed era colpa mia, solo mia. Colpa della mia idiozia.
Ero scappata via
senza dire niente, senza spiegargli perché avevo reagito così. E forse adesso
non avrei avuto più modo di farlo. Di spiegargli.
Niente più
tempo?-E’ una cosa grave?
-Non lo
sappiamo.-ammise Emmett. –Adesso la cosa importante è ..
-NO. –lo
bloccai.- Adesso la cosa importante è sapere che ha Logan che non va.
–cominciai a dirigermi verso la macchina. –Quindi adesso torniamo indietro.
Subito.
-Mia, non
capisci..non posso portarti là..Nessie era fuori di sé..è troppo pericoloso..
-Non importa..e
poi ..no, lascia stare ..
-E poi cosa?
-Se è davvero
colpa mia ha ragione ad avercela con me no?
-Certo che
no..-mi si avvicinò e mi mise un braccio sule spalle. –Non è colpa tua..
-Emmett non ne
sembra convinto.-mi passai una mano sugli occhi.
All’improvviso
avvertii tutta la stanchezza degli avvenimenti degli ultimi giorni..anzi degli
ultimi cinque anni..solo che sembravano mille..-Ma comunque non cambia la
situazione sapere se è vero o no, giusto?
-Mia non ti
porterò laggiù.
Alzai il viso
per guardarla.
Non capivo come
mai fosse così protettiva con me..eppure all’inizio era stata tutt’altro che
gentile. –Perché vuoi proteggermi? –era forse colpevolezza quella nei suoi occhi?
Mi sciolsi dal
suo abbraccio. –Perché vuoi proteggere me? Tuo fratello..o quello che è..sta
male..e tu perdi tempo con me..perchè?
Emmett fece un
passo verso di noi. –Non adesso Rose..
-Invece proprio
adesso Rosalie.-incrociai le braccia al petto sfoderando la mia brevettata
espressione da mastino. –E’ da quando vi siete intrufolati nella mia auto che
non mi dici qualcosa. Ora voglio sapere di che si tratta.
Tormentandosi le
mani abbassò lo sguardo.
Sentivo che
voleva dirmelo così giocai la mia ultima carta.-Se non vuoi farlo allora
sparisci. –alzò di scatto lo sguardo su di me e stavolta non feci fatica a
riconoscere quello che le passo negli occhi: panico, panico allo stato puro.
-No, Rosie, non
farlo..-ma il tentativo di Emmett non valse a nulla.
Per qualche
oscuro motivo Rosalie era terrorizzata dal fatto che me ne andassi.
Motivo davvero
davvero oscuro..avendo escluso che si fosse innamorata di me..che cavolo poteva
essere?
Una qualche
stramberia da vampiro?
OH MERDA!!-Ehi
non è che mi volete tenere tipo merendina inesauribile ai vostri comandi ????
L’espressione
sui loro volti fu così sinceramente scioccata che se non fossi stata
fottutamente spaventata da quella prospettiva sarei scoppiata a ridere di vero
gusto.
-Merendina?
–quasi balbettò nel dirlo. –Pensi che IO potrei fare del male a TE? –era
sconvolta. –MAI.
Non potei
dubitare della sua sincerità. –Io non potrei mai farti del male Mia.
Davvero..MAI.
-Ok ok ti
credo..ma allora che cosa vuoi da me?
-Rosalie..
-NO, Emmett, ho
aspettato anche troppo..se me lo aveste lasciato fare subito forse ora non
saremmo qui..così..forse anche Logan...-non finì la frase, non che ce ne fosse
bisogno poi, tornò a guardarmi e poi lentamente mi prese una mano fra le sue.
–Volevo dirtelo subito, ma me l’hanno impedito..più di una volta..
-Perché?
-Temevano ti
spaventassi..che non potessi capire..
-Perché? E’ una
cosa..pericolosa?-scosse la testa.
-No, non
pericolosa..-rinsaldò la presa sulla mia mano ma senza farmi male e
contemporaneamente vidi tornare quella luce adorante nei suoi occhi.-Prima, in
macchina..tutte quelle cose sulla mia famiglia..su noi Cullen..era per tentare
di farti capire..
-Cosa? So che
siete vampiri..-scosse la testa.
-Lasciami finire
ti prego, non voglio rischiare di cambiare argomento come prima. –stavolta fui
io ad annuire, non l’avrei interrotta più.
-Siamo una
famiglia. Una famiglia con due genitori e dei figli..nipoti addirittura. Una
famiglia unita.
Non capivo dove
voleva arrivare ma decisi comunque di seguire il filo del suo discorso. –Quando
Carlisle mi ha trasformata..mi ha dato una nuova vita..come fanno i genitori
con i figli..beh, più o meno..
Parlava
lentamente, dando rilievo ad ogni singola parola, come se ognuna di esse fosse
la chiave per arrivare a questo grande mistero che ci riguardava entrambe a
quanto avevo capito.
-Siete una
famiglia e Carlisle è il tuo papà vampiro.-riassunsi per avere un quadro più
definito.
Annuì tanto
forte che temetti per il suo collo.-Esatto. Il mio padre vampiro. Quello che mi
ha dato una nuova vita.
-Ok. –dissi
ancora nel buio più totale.
-Noi non
possiamo avere figli.- poi si corresse. –Cioè..in realtà i vampiri maschi
possono..con un’umana..ma ..-vedendo il mio sguardo sorrise .-Basta nuove
informazioni hai ragione..
-Sì, per favore.
– vampiri e umane? Quindi Nessie..OH MERDA!!!!Allora quella
ragazza..donna..vampira..o quello che cazzo era..cioè aveva fatto sesso con un
vampiro?
-Mia,
concentrati su questo per favore..
Mi riscossi.-Oh,
sì..ma..voglio dire..WOW..ok ok ..hai ragione.
-E’ importante
per me davvero..e potrebbe esserlo anche per te.
Continuava a
parlare, ma non a dire.
Sembrava volesse
che ci arrivassi io.
L’accontentai.
In fondo era stata la prima..persona? essere? quello che era, a darmi qualche
risposta.
Ok, Mia.
Ragioniamo.
E’ qualcosa che
riguarda me e anche Rosalie.
Qualcosa che per
adesso riguarda più lei. Qualcosa che la spinge a non mollarmi mai..a non poter
nemmeno pensare di separarsi da me.
Non è il sesso.
Amicizia?
No, mi conosce
da troppo poco tempo.
Ma è qualcosa di
forte..un legame che sente di avere con me..
Un legame..come
con qualcuno di famiglia? In fondo aveva tirato fuori la storia della sua
famiglia per tutte e due le volte..
-..mi vedi come
una di famiglia..-lo dissi pensando a voce alta ma lei annuì come se la mia
fosse stata una domanda rivolta a lei.
Sembrava
felice..e spaventata dal fatto che stavo avvicinando a svelare il suo segreto.
Famiglia,
famiglia, famiglia..vediamo..
Sorelle? Rosalie
voleva che fossimo sorelle?
No. Non
credo..non sorelle, ma comunque parenti..
Mentre
continuavo a cercare di capirci qualcosa mi ritrovai a fissare Emmett. E lui mi
sorrise.
Stavo per
rispondergli allo stesso modo quando qualcosa mi si accese in testa. Ma più che
una lampadina fu un falò.
-Il sorriso di
Emmett.-sussurrai ancora sconvolta dalla neo rivelazione.
Improvvisamente
come un magico puzzle, tutti i pezzi stavano tornando al loro posto.
-..hai detto che
ho il suo sorriso..hai detto..-tornai a fissarla -..hai detto che mi hai
morso..per farmi diventare una vampira..
Non annuiva più.
Era perfettamente immobile. Una statua, e non per modo di dire. Sembrava
davvero una statua. Mi accorsi che non respirava.
-Rosalie?
Magicamente la
statua mi rispose. –Sì?
-Credi che io
sia tua figlia?
Mi fissò in
silenzio e solo quando ormai credevo che la trasformazione in statua fosse
permanente mi rispose. –Sì.-semplice, netto, cristallino...assurdo.
-Io sono tua
madre adesso.
-Mia madre?
-So che non sei
diventata una vampira..ma non importa..sei un’immortale anche tu..ed eri
sola..ma adesso non più. Se tu vuoi..noi –si voltò a guardare Emmett -..noi
saremo la tua famiglia.
-La mia
famiglia. –mi sentivo una specie di pappagallo ma non mi sentivo in grado di
formulare un pensiero coerente.
Una vampira
quasi centenaria voleva..adottarmi?
Dio. Questa era
davvero la cosa più strana che mi fosse mai successa.
-Vuoi adottarmi?
–non sapevo nemmeno io che tono avessi usato.
Del resto non
sapevo nemmeno come mi sentissi al riguardo.
Basita?
Confusa?
Turbata?
Scioccata?
Irritata?
…INCAZZATA?
-Tu..vuoi..adottarmi..-dissi
con quello che poteva passare con un sussurro, ma che sarebbe stato più
corretto definire sibilo.
Del resto quando
non sapevo bene come sentirmi riguardo a qualcosa optavo sempre per la rabbia.
Era un’emozione con cui mi sentivo a mio agio a convivere.
Non cambiai
strategia nemmeno stavolta, gioco che vince non si cambia, no?
-Voglio darti
una famiglia…VOGLIO una famiglia..potremmo avere ognuna quello di cui ha
bisogno..tu una madre..e io..una figlia..
Così mentre lei
si stava lasciando andare a una specie di confessione a cuore aperto io iniziavo
il processo di imbastardimento che mi permetteva di superare indenne anche le
situazioni più difficili.
Questa volta poi
fu particolarmente facile. Niente tirava fuori il peggio da me quanto l’argomento
“famiglia”.