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Autore: ale146    21/08/2009    0 recensioni
Originale, parla di una comitiva di ragazzi a cui viene fatto un dono particolare e speciale. Partire per l'America... Un sogno che si avvera...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente il giorno tanto atteso è arrivato.

I nostri amici stanno per partire. Destinazione America.

Dopo quindici giorni di vacanza, i nostri amici si sono ritrovati alla stazione di Mestre, pronti a prendere il treno per Milano, dove il giorno successivo avrebbero preso l’aereo.

Arianna e Alessandra erano arrivate alla stazione con un paio d’ore d’anticipo rispetto all’orario di partenza.

Motivo? Non vedevano l’ora di partire.

Gli altri ragazzi sarebbero arrivati nell’arco di un’oretta.

Sarebbero arrivati con lo stesso treno, treno che per sfortuna era in tremendo ritardo. Infatti il tabellone degli arrivi segnava che il treno proveniente da Bassano del Grappa, sarebbe arrivato con un’ora di ritardo rispetto al previsto.

Le due amiche decisero di concedersi un caffè al bar, quando il cellulare di Arianna squillò.

“Pronto” disse Arianna

“Ciao Arianna” rispose una ragazza, che Arianna riconobbe essere Martina

“Ehilà, ciao Martina, dimmi tutto!”

Martina sapeva che Arianna sarebbe partita quel giorno, eppure ebbe la faccia tosta di far finta di nulla.

“Ascolta, noi oggi ci troviamo per vedere un film, qui in parrocchia, ci saremo tutti, anche i gruppi di Scorzè e Marcon. Ti aspettiamo per le 17.00, anche perché c’è qualcuno che non vede l’ora di vederti” disse Martina

“Martina, mi stai prendendo in giro? Lo sai che oggi parto. Io ora sono in stazione, tra un paio d’ore ho il treno per Milano, dove domani mattina prenderò l’aereo per l’America! E poi scusa, chi è che voleva vedermi?”

“Oddio, scusa mi sono dimenticata … certo che potresti prendere un treno più tardi e passare il pomeriggio con noi.!” Disse con grande faccia tosta Martina “ e poi c’è Lorenzo che vuole assolutamente vederti. È qui fuori, e prima mi ha confidato che vorrebbe tornare insieme a te.

Quando poi, gli ho detto che a giorno saresti partita per l’America è andato su tutte le furie, e a ragione poi. Dice che sei stata consigliata male, e che non dovresti partire. Lui non vuole che tu parta. Dai Ari, torna a casa. Di ai tuoi amici che non puoi partire, perché non è la tua vita quella. La cosa giusta che puoi fare è quella di tornare qua, e continuare a dedicarti al gruppo, come hai sempre fatto!”

Arianna era allibita, Martina aveva una gran faccia tosta a chiederle di rinunciare al suo viaggio, per il gruppo e per quello stronzo di Lorenzo, l’unico ragazzo che Martina abbia mai approvato. La motivazione? Perché è un ragazzo che frequenta la parrocchia, e quindi con sani principi e con l’educazione che gli vieta di far sesso prima del matrimonio.

Balle!!! Pensava Arianna. Quel ragazzo era peggio di tante altre persone. L’aveva tradito non so quante volte, più volte le aveva proposto sesso di gruppo, e quando lei, una sera, si era rifiutata di far l’amore con lui, il ragazzo aveva dato di matto e aveva tentato di forzarla.

Lei di certo non sarebbe mai più tornata con questo bastardo. Ed era intenzionata a dirlo anche a Martina, e soprattutto era intenzionata a farle capire che quella era la sua vita e lei non doveva interferire. L’avrebbe fatto ora, visto che ne aveva l’occasione. Intanto al di la della cornetta Martina continuava a parlare, aveva già passato il limite da un pezzo, ma in quel momento stava offendendo Alessandra e i suoi amici. Chiamandoli drogati, dando a lei della puttana. Arianna stava scoppiando, ma come diavolo si permetteva di parlare in quel modo.

Prima di tutto, nel momento in cui avesse riattaccato il telefono, Arianna avrebbe chiamato Francesca, la sorella di Martina. Una persona molto più aperta della sorella, soprattutto perché lei, nonostante frequentasse la chiesa, aveva un modo di pensare molto diverso. Non esitava a farsi qualche canna la sera, e soprattutto non amava andare con i ragazzi, lei andava con le ragazze. Solo che Martina non lo sapeva, altrimenti sai che putiferio. Come si dice, prima di guardare gli altri, bisogna guardare a casa propria.

“Martina, scusami se ti interrompo. Cominciamo dal principio, allora, tanto per cominciare io non ho nessuna intenzione di tornare a casa. Questa è la mia vita, e decido io cosa fare. Ho deciso di partire per l’America, per vivere una nuova esperienza, e di certo non mi faccio fermare dalle tue parole. Seconda cosa, non ho intenzione di prendere il treno dopo per venire a vedere un film. Ho intenzione di prendere lo stesso treno dei miei amici. Terza cosa, non mi interessa niente se li c’è Lorenzo, io non lo voglio vedere, non mi interessa più, per me è una storia che è finita da mesi.

Non lo amo e non l’ho mai amato. E non mi interessa di quello che dici tu, io sto con chi voglio io. Sono innamorata di un altro, e di certo non tornerò con Lorenzo per fare un piacere a voi. Quarta cosa, Martina, la vuoi piantare di sparare merda su Alessandra e gli altri? Sono miei amici, e sono molto più maturi di voi. Solo perché lei non vuole ascoltare ciò che dici, non significa che sia una puttana o una drogata. È semplicemente una persona che ha le sue idee e le rispetta, senza farsi calpestare dagli altri. Ultima cosa, pensa alla tua di vita. Non hai un ragazzo, non hai un lavoro, non hai amici. Perché i ragazzi del gruppo non si possono definire tali. Esci, trovati qualcuno, cosi imparerai a non stressarmi. Ora ti saluto, devo andare, ho altre cose a cui pensare.!” Disse Arianna, per poi riattaccare il telefono.

Alessandra al suo fianco, aveva sentito tutta la conversazione, e ora rideva a crepapelle.

Dall’altra parte della cornetta invece, Martina era rimasta allibita dalla risposta di Arianna. Quell’Alessandra, era tutta colpa sua. Non perse tempo. Chiamo Lorenzo e gli spiegò tutta la situazione. Lui disse che avrebbe fatto cambiare idea ad Arianna. Propose però di lasciarla partire per il momento, di lasciarla fare, giusto per darle l’illusione che può decidere della sua vita, poi ci avrebbe pensato lui.

STAZIONE DI VENEZIA – MESTRE

Ore 16.00

Il treno EuroStar Italia, delle ore 16.03, in partenza per Milano Centrale, è in arrivo al binario 3.

La ragazza al microfono annuncia l’arrivo del treno.

I ragazzi attendono che il treno arresti la sua corsa, e una volta aperte le porte, si affrettano a salire.

Hanno trovato subito i posti a loro assegnati, e dopo aver sistemato i bagagli, si sono accomodati.

- Due ore da passare seduti in treno - questo il pensiero di Marco guardandosi intorno. Vide Alessandra, intenta a leggere, classico. Daniele, Mirko e Cri ascoltavano musica, e Arianna guardava dal finestrino. Chissà, forse avrebbe potuto parlare un po’ con lei.

STAZIONE DI MILANO CENTRALE

Ore 18.00

Il treno ha arrestato la sua corsa. I nostri amici scendono e si avviano all’uscita della stazione.

“Cazzo” esclama Alessandra “Ci siamo dimenticate di prenotare una macchina che ci portasse all’albergo.”

“Non ti preoccupare” le disse Mirko “ Prenderemo un taxi”

“Lo so, ma avevo organizzato tutto e questo mi è sfuggito, avrei dovuto pensarci” rispose lei con voce dispiaciuta.

“Piantala di dire cretinate” le disse Daniele “Hai fatto tutto tu, organizzato tutto alla perfezione, non c’è motivo di disperarsi per un taxi, può capitare a chiunque. Pensa se avessi organizzato io, o peggio Mirko, a quest’ora saremo finiti in Giappone anziché in America” continuò facendo un sorriso

“Ehi” esclamò con un tono seccato Mirko

Per evitare che andassero avanti a litigare, Marco si avviò verso i taxi parcheggiati al di fuori della stazione di Milano.

I sei amici presero due taxi e raggiunsero l’Airport Motel.

Erano affamati e stanchi.

Dopo aver portato i bagagli in camera, decisero di scendere nel ristorante dell’albergo e mangiare qualcosa.

Dopo cena, e il bacio della buonanotte si ritirarono a coppie nelle camere.

Non erano proprio le coppie da loro desiderate, ma per quelle ci sarebbe sicuramente stato tempo.

Alessandra dormiva con Arianna, Daniele dormiva con Mirko, mentre Marco e Cristian dormivano nella terza camera.

Daniele avrebbe voluto dormire con Alessandra quella sera, era tentato di chiederle di dormire insieme, ma all’ultimo istante gli era mancato il coraggio di farlo.

Strinse dentro la tasca dei pantaloni l’anello che le aveva prese e andò nella sua camera. Era disperato! Non ce l’avrebbe mai fatta a dichiararsi.

Quella notte qualcuno la passò sveglio.

Povero Mirko … Aveva dovuto subirsi le paranoie del suo migliore amico, per l’ennesima volta. E per l’ennesima volta gli aveva spiegato che doveva prendere il coraggio e dichiararsi, perché sicuramente Alessandra l’avrebbe ricambiato.

“Dani, ascoltami un attimo. Sicuramente, a parer mio, Alessandra ti ricambia. Credo di non sbagliare nel dirlo.

Nel caso in cui lei non ti ricambiasse non è un dramma. Non devi aver paura di perdere la sua amicizia, forse nei primi istanti sarà un po’ fredda, ma poi, pian piano, si riavvicinerà a te.”

“Ecco vedi, anche tu pensi che lei si allontanerà da me”

“Allora dimmelo che parlo per niente. Ti ho detto nel caso in cui … E sono sicuro che non succederà mai. Anzi, mi immagino già, tra qualche anno, voi due, in abito da sposa.”

“Magari!” rispose Daniele, cercando di immaginare quel momento.

“Ti avviso Dani, dopo tutto quello che ho dovuto ascoltare, e dopo tutte le tue paranoie, il minimo che tu possa fare è quello di farmi fare da testimone al matrimonio.” Concluse Mirko sorridendo “E ora dormiamo, altrimenti domani mattina sembreremo due zombie”

I due amici si addormentarono praticamente subito e si svegliarono altrettanto velocemente. Nessuno dei due si era accorto che si erano addormentati alle quattro. Infatti alle sette la sveglia suonò. O meglio, si presentò alla porta. Nei panni di Alessandra, che si era preoccupata non vedendoli a colazione. E a ragione, i due dormivano ancora.

Si lavarono e vestirono alla velocità della luce, scesero nella hall, e riuscirono a consumare giusto un caffè, prima di recarsi in aeroporto.

Una vettura li attendeva fuori dall’hotel per portarli a Malpensa.

Arrivano nel parcheggio dell’aeroporto in una ventina di minuti.

Due ore dopo erano in volo per New York. Erano in volo per il sogno di una vita, e per una nuova vita.

Arianna era contenta di essere partita, ed era anche contenta di aver finalmente detto a Martina tutto quello che pensava.

Povera Martina … chissà quanto c’era rimasta male.

Stronza, lei e anche Lorenzo. Arianna ancora non ha capito cosa vuole lui dalla sua vita.

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NEW YORK – AEROPORTO J.F. KENNEDY

Ore 4.00

Arrivarono a New York verso le dieci di sera, ora italiana. Alle quattro del pomeriggio, ora americana.

Oddio … finalmente erano li, soli.

Impiegarono un’altra ora per ritirare i bagagli e per passare al controllo. I controlli erano diventati più severi, da quando vi erano stati attacchi.

Con i loro bagagli la comitiva si recò all’uscita dell’aeroporto. I nostri amici rimasero sbalorditi.

L’aeroporto era enorme.

Presero un paio di taxi, e un’ora dopo erano davanti alla casa, consapevoli che da quel momento sarebbe iniziato un altro capitolo della loro vita.

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CASA TONELLO - AMERICA

I suoi cugini le avevano dato le chiavi della casa, e le avevano assicurato che la casa sarebbe stata in ordine, e soprattutto la dispensa sarebbe stata già riempita.

La promessa era stata mantenuta, in parte però.

Infatti, la casa doveva essere vuota, tranne che per un’amica dei suoi cugini, che doveva provvedere a pulire la casa una volta la settimana.

Purtroppo non era così. La donna non era in casa, in quel momento, sarebbe passata il mercoledì della settimana seguente per fare le pulizie. Eppure in casa c’era un’altra persona.

Una giovane donna, americana ad occhio, sui 25 anni, mora. Alessandra non aveva idea di chi fosse. La donna si avvicinò a loro con fare minaccioso e intimò ai ragazzi di andarsene immediatamente, altrimenti avrebbe chiamato la polizia.

La risposta di Alessandra non si fece attendere. In un inglese corretto la ragazza le disse:

“Si dia una calmata signorina, noi non andiamo da nessuna parte, quella che dovrebbe andare via è lei. Questa è proprietà privata, ora prenda le sue cose e se ne vada.”

“E tu chi saresti ragazzina per dirmi di andarmene? Questa non è casa tua, chi sei?” abbaiò furiosamente la donna.

“Sono la cugina di Michele e Francesco, i proprietari di questa casa”

La donna rimase allibita. Questa non se l’aspettava.

“Non mi interessa chi sei. Te ne devi andare, questa è casa mia.”

“Non credo proprio signorina. Il testamento di mio zio, diceva che la casa era dei suoi figli, e non mi sembra che lei ne faccia parte.”

“Non mi interessa cosa diceva il testamento, io ho vissuto qua per anni con suo zio, e di certo non ho intenzione di andarmene ora.”

Alessandra senza perdere altro tempo, prese il cellulare e compose il numero del cugino.

“Pronto!” disse una voce squillante

“Michi, ciao, sono Alessandra”

“Ehi Ale, come va? Sei arrivata? Tutto bene?”

“Siamo arrivati, si. Non va tutto ok però, c’è qualcosa che non torna.”

“Dimmi Ale, cosa succede?”

“Michi, c’è qui una donna, dice che questa è casa sua e che noi dobbiamo andarcene.”

“Come si chiama?”

“Non lo so, so solo che è alta, mora, e avrà al massimo 25 anni”

“Cazzo!” esclamò il cugino” Quella è la ragazza che stava con mio padre, era con lui quando morì. Mio padre non le ha lasciato nulla e lei per vendetta si è stabilita nella casa. L’abbiamo mandata via, però a quanto pare è tornata. Quella volta le era stato detto dalla polizia, che se fosse rientrata in quella casa, l’avrebbero portata dentro. Ora lo faranno. Tu non ti preoccupare, dieci minuti e la polizia sarà li.”

“Come fai a chiamarli tu da li?”

“Semplice. Alla polizia lavora un vicino di casa. Sono in contatto con lui, basta chiamarlo e la farà portare via.”

Dopo gli ultimi saluti, Alessandra riagganciò e il cugino si affrettò a chiamare la polizia.

Non passarono neanche dieci minuti che la il campanello suonò.

Alessandra, ignorando la donna, e comportandosi da padrona di casa, raggiunse la porta e l’aprì. Si trovò davanti due uomini in divisa:

“Good Evening Miss” le dissero in inglese i due uomini “Ci voglia scusare per il disturbo, ci manda il signor Tonello, dice che c’è un intrusa in casa” continuarono i poliziotti.

Alessandra si spostò leggermente e lasciò intravedere la donna che stava ferma sulla porta.

Era furiosa, non si aspettava che sarebbero arrivati i figli di Pippo, l’uomo con cui aveva condiviso la casa. Lo aveva conosciuto alcuni anni prima, lei appena maggiorenne, lui ormai anziano. Aveva capito subito che l’uomo era pieno di soldi, e sembrava non avesse una famiglia. Furba come non mai, si era avvicinata a lui, e gli aveva fatto credere di essere innamorata, convinta che una volta che lui fosse morto, le avrebbe lasciato tutte le sue cose. Pippo non le aveva mai parlato di avere figli, ma soprattutto era stato attento a non farle intendere che non le avrebbe lasciato nulla.

Pochi giorni dopo la sua morte, la donna si era vista entrare in casa due giovani che reclamavano la proprietà. Si era imbestialita, ma per nulla purtroppo, il testamento dell’uomo parlava chiaro, a lei non aveva lasciato nulla, aveva lasciato tutto ai suoi figli. Era stata cacciata da quella casa e minacciata che se vi avesse rimesso piede sarebbe finita dietro le sbarre. Lei non aveva dato retta a queste parole, e pochi giorni dopo la partenza dei due ragazzi, la donna era ritornata dentro quella casa. Per diamine, quella era casa sua. Ci aveva vissuto per anni e non aveva di certo l’intenzione di ritornare a vivere nei quartieri poveri di New York. Lei meritava di meglio, una vita agiata, nel lusso.

Purtroppo quella ragazzina aveva rovinato tutto. Era riuscita a scamparla per un anno e in pochi istanti pouff… il suo sogno era svanito.

I poliziotti le si avvicinarono e le spiegarono che doveva andarsene da li, in quanto la proprietà apparteneva ai figli del precedente proprietario, e in questo momento era stata data in uso alla cugina.

Le dissero che avrebbe dovuto seguirli in centrale, in quanto quella era violazione di domicilio.

Lei iniziò a urlare come una pazza, dicendo che loro non si potevano permettere di mandarla via, nessuno lo poteva fare, quella era la sua casa, sua e di nessun’altro.

Al diavolo i figli di lui.

I poliziotti dovettero prenderla e metterle le manette, in quanto la donna minacciava loro di fare del male.

Prima di uscire e caricarla in macchina, i due agenti, promisero ad Alessandra che non avrebbero più rivisto la donna, in quanto, l’avrebbero trasferita in un altro stato, vietandole l’ingresso a New York, sicuri che la donna si sarebbe presto rifatta una vita, e avrebbe trovato un altro pollo a cui spennare i soldi.

Alessandra era allibita.

Si era aspettata un arrivo tranquillo, e invece…

  
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