Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    15/11/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 36
 
“Elsa! Fermati!” urla Jack rincorrendo la ex moglie. Il ragazzo non sa perché desidera così tanto raggiungere la donna e pulirsi la coscienza da quel bacio non previsto con l’amica Stella. Il cuore gli esplodeva nel petto, in gola ed avvertiva delle fitte profonde al petto alle quali sentiva di potervi porre rimedio grazie a un chiarimento con Elsa.

La ragazza dai lunghi capelli biondi, però, pareva fin troppo presa a correre lontano da lui, delusa e arrabbiata da ciò che aveva appena visto. Nemmeno lei sapeva perché la cosa le interessasse così tanto ma, forse, era proprio quella l’occasione per farle capire di provare ancora qualcosa per l’ex.

“Fermati cazzo!” grida ancora Jack, raggiungendo finalmente la donna ed afferrandola per un braccio, ormai nei pressi della loro vecchia abitazione.

“Lasciami stare!” ringhia la bionda liberandosi dalla stretta e facendo per aprire la porta del condominio, ma trovandosi nuovamente bloccata dalle braccia del giovane.

“Ma fammi parlare!” prova a scuoterla lui, piantandole gli occhi azzurri in pieno volto.

“Meglio che sfrutti l’aria per sbaciucchiare Stella piuttosto che parlare con me!” denuncia la bionda squadrandolo da cima a fondo, trovandosi in difficoltà nel parlargli da così vicino dopo tanto tempo.

“Tra me e Stella non c’è nulla! È lei che a quanto pare prova qualcosa per me e io non me ne sono mai accorto!” spiega lui incredulo, gesticolando animatamente.

“Ma fammi il favore Jack! Ti mangia con gli occhi e addirittura le bambine continuano a parlare di lei! A quanto pare la tua famiglia te la stai ricostruendo bene!” lo accoltella lei attraverso parole affilate, girandogli il volto.

“Mi stai dicendo che sei gelosa di lei?! Ma poi perché ti interessa?! Mi lasci fuori dalla tua vita, mi tieni a distanza, mi tratti male, mi hai rovinato in questi mesi rischiandomi di vedere le bambine sotto una campana di vetro! Cosa te ne frega della mia vita?!” si sfoga lui furioso, scuotendola per le spalle e liberandosi di tutti i fardelli che lo affliggono.

“Infatti… scusami. Sei libero di fare ciò che vuoi. Non so perché io mi sia comportata così. Se vuoi farti una nuova vita con Stella vai pure. Io non so nemmeno badare a me stessa…” risponde Elsa demoralizzata, improvvisamente scalfita da quelle frasi pungenti che le fanno comprendere tutto il male arrecato all’altro. La ragazza si libera dalla presa di lui, venuta meno dopo la tregua mostrata dall’affermazione di Elsa, e spinge la maniglia della porta per entrare nel condominio.

È in quel momento che avviene l’impensabile.

Jack, infatti, preso da un istinto interiore, afferra il braccio di Elsa e, dopo averla obbligata a rivolgergli di nuovo lo sguardo, accorcia le distanze appoggiando la propria fronte alla sua.

I due si ritrovano immobili per qualche secondo. Occhi azzurri negli occhi azzurri, labbra vicine come mai prima, respiri affannati e irregolari, battiti cardiaci frenetici e inaspettati e corpo pulsante di desiderio. Tutte queste sensazioni intorpidite e congelate da mesi, sembrano sopprimere la razionalità che, ad entrambi, stava dicendo di fare un passo indietro e tornare alle giuste posizioni.

Dopo quegli attimi di esitazione, è lo stesso Jack a fiondarsi sulle labbra della ex moglie travolgendola con tutta la sua passione.

Elsa risponde al gesto, consenziente e stordita, ma sicuramente nostalgica e desiderosa di rivivere un momento simile.

Le loro labbra si incastrano, si mordono, le lingue si divorano voracemente e in poco tempo i due si ritrovano nell’ascensore, mossi dall’abitudine che li porta automaticamente a dirigersi verso l’appartamento.

Le braccia di Elsa rimangono avvinghiate a Jack, mentre le mani di lui passano dall’afferrarle i capelli con foga ad agganciarsi ad ogni parte del suo esile corpo.

Corpo contro corpo, labbra contro labbra, i loro piedi si muovono indipendenti e li accompagnano fino alla camera da letto matrimoniale, dopo aver aperto con destrezza la porta d’ingresso.

La pelle era ormai arrossata e accaldata, dalle fronti era addirittura visibile il sudore per quel momento senza pause che stava portando i due a vivere una sorta di lotta d’amore. Elsa leva la camicia a Jack con velocità, continuando a rispondere ai suoi baci, ritornando ad accarezzare quel petto che non rivedeva da troppo tempo.

Jack la spoglia in poco tempo, senza riassaporare il contatto e il ricordo con la pelle morbida e al contempo gelida di lei, ma limitandosi a spingerla sul letto, fiondandosi sul suo seno e su ogni parte ormai nuda.

Le loro bocche si separano solo per il tempo di sistemarsi e prepararsi all’atto. In poco tempo i propri corpi si appartengono di nuovo, uno nell’altro, ma senza sentimento. Le forti spinte e i gemiti di Jack accompagnati dalla foga di Elsa sembrano trasformarsi in una sorta di capoeira, in una guerra nella quale i due avversari si incontrano senza più riconoscersi.

Non più baci, niente carezze, occhi chiusi o fissi nel vuoto e mente concentrata solo sul piacere arrecato dai propri sessi. Tutto avviene così velocemente, con i corpi abbracciati tra loro, ma in parte divisi da un’invisibile muro di vetro, senza sentimento e senza emozione.

Una nottata di passione, di sesso in parte aggressivo e violento, nel quale i due sembravano rimproverarsi per i disastri commessi, scusarsi per gli errori reciproci, affermare di amarsi ancora ma, soprattutto, litigare su tutto… non riuscendo a trovare ancora un accordo per risolvere la questione tra loro.

Quella sera da Anna e Kristoff…

Anna si trovava fuori dal proprio appartamento insieme alle gemelle. Era estremamente felice di poter respirare profumo di casa ma, dentro di sé, provava una certa ansia nel dover vedere il marito e riappacificarsi. I due si erano sentiti durante il pomeriggio stringendo un accordo di tregua, con l’intento di affrontare insieme le divergenze, ma trovarsi ora lì era comunque difficile.

Kristoff apre la porta con tempestività ed accoglie le nipotine nella propria dimora, non prima di aver cercato lo sguardo di Anna, salutandola con un timido ciao e rimanendo pietrificato.
Anche Anna appare all’inizio imbarazzata e, per smorzare la tensione, varca la soglia e appoggia alcune borse a terra evitando di guardare Kristoff.

“Bambine vi andrebbe di…” comincia a dire Kristoff, desideroso di trovare solo un attimo per poter chiarire le posizioni con Anna.

“Sì non preoccuparti, sappiamo che dovete fare pace” lo interrompe subito Lia, facendogli il gesto dello “stop” con la mano.

“Ma come è possibile che voi sappiate sempre tutto?!” commenta Anna incredula, sorridendo e in parte ringraziando le due piccole pesti per riuscire a smorzare la tensione.

“Ce ne siamo accorte! Altrimenti perché saresti stata da noi questi giorni?!” continua Lia alzando gli occhi al cielo e prendendo per mano la gemella più timida, trascinandola verso la cameretta del futuro cuginetto.

“Lia vuole sempre avere ragione, in realtà è stata anche mamma a dirci di lasciarvi un attimo da soli” sussurra Sofia all’orecchio di Anna, liberandosi dalla stretta della sorella per poi correrle dietro.

Anna si pone a braccia conserte e osserva le nipotine allontanarsi, senza abbandonare il sorriso che le aveva appena colorato il viso.

“Non scappa mai nulla a quelle due…” aggiunge lei scuotendo la testa, senza togliere lo sguardo dal corridoio che le piccole avevano appena attraversato.

“Sicuramente nostro figlio sarà furbo come loro… me lo sento” si intromette Kristoff sicuro, facendo per avvicinarsi alla moglie.

“A che gioco stai giocando?” lo fredda subito Anna cancellando il sorriso e guardandolo torva in viso.

“Sono serio Anna, credimi” prova a recuperare lui, cosciente di dover trattare l’argomento con lei.

“Tu questo bambino non lo vuoi. Io ho capito Kris e non ti biasimo…” lo anticipa lei abbassando lo sguardo e sentendo gli occhi gonfiarsi di lacrime.

“Hai ragione in tutto. Io ho riflettuto e se a me dovessero dire che tu potresti ecco…sì…morire… per una malattia, io farei di tutto per far ciò che questo non avvenga” prova a spiegarsi lei tirando su con il naso ed esitando un secondo, rivolgendo finalmente il lucido e profondo sguardo all’uomo della sua vita.

“Dio, Kris… io sono stata male in questi giorni standoti lontana, non immagino il dolore che provi tu nel sapere che la mia salute è in pericolo. Io senza di te mi dispererei e solo mettendomi nei tuoi panni ho capito” chiede perdono Anna prendendo un altro respiro per poi far cenno al marito di non avvicinarsi ancora, avendo altro da aggiungere.

“Ti chiedo scusa per non averti capito ma… io questo bambino lo voglio con tutta me stessa. Non riesco a rinunciarvi e all’inizio vedervi tutti contro la mia idea mi ha destabilizzata e fatto sentire sola. Tu questo bambino ora lo vuoi, ma dentro di te non lo vorresti più…perché sai che lui potrebbe portarti via me” conclude Anna con frasi pungenti, dando libero sfogo alle lacrime che cominciano a rigarle lungo il viso.

Kristoff rimane ghiacciato dalla situazione e da una parte non sa come reagire, sentendosi realmente capito dalla consorte che non aveva fatto altro che illustrare correttamente la situazione. Quei giorni di lontananza e il dialogo con Elsa, però, gli avevano fatto ricordare il vero destino di Anna oltre ad averlo aiutato a maturare ricordandosi che le scelte di una persona non possono mai essere controllate da quelle di qualcun altro.

“Anna…” sussurra lui con un fil di voce, ammorbidendosi le labbra secche con la saliva ed avvicinandosi a lei non più timoroso. Kristoff le afferra le braccia con dolcezza e accarezza la morbida trama in tessuto rosso del maglione.

“Abbiamo sbagliato entrambi, ma io ho pensato solo a me e alla paura dimenticandomi dello squilibrio che probabilmente senti dentro di te. Mi sono messo a pensare al futuro, alle scelte, alle medicine, alle soluzioni…senza chiederti un banale ma profondo “come stai?”. È vero, questo bambino mi spaventa perché potrebbe portarmi via te, ma ho anche capito, grazie soprattutto a tua sorella, che la tua scelta è solo ed esclusivamente tua e io non posso che essere felice di ciò che decidi” continua a dire lui, esitando un attimo per sollevarle il viso con i polpastrelli e guardarla negli occhi.

“Anche se siamo sposati, la tua vita non appartiene alla mia. Tu devi essere libera e il mio dovere da marito è quello di starti accanto in ogni passo. Io ti starò vicino Anna, oltre al fatto che voglio imparare a guardare il mondo come lo vedi tu, ossia con estremo ottimismo. Il bambino mi preoccupa? Sì… ma è pur sempre mio figlio, nato dal nostro amore e farò di tutto per proteggerlo. Non ti nascondo che ho paura Anna, tanta… ma sono qui per restarti vicino” conclude lui con dolcezza, asciugando una lacrima dal viso di lei e permettendole di appoggiare la guancia al palmo caldo della propria mano, come a volersi avvolgere da un dolce tocco.

“Mi ero ripromessa di non dirtelo ma… è una bambina” sussurra Anna con tenerezza, guardandolo negli occhi, convinta di poterlo aiutare con una rivelazione simile.

“Sai che ho sempre sognato una bimba che, sicuramente, mi ricordasse te?” risponde lui sorridente con bocca e soprattutto occhi.

“Scusa ancora Kris” aggiunge lei in conclusione.

“Scusami tu” si aggrega lui dolcemente, per poi accorciare quelle torbide distanze attraverso un bacio casto, dapprima a fior di labbra e via via più intenso, come a volersi riassaporare e promettersi di tornare ad appartenersi al più presto.

È così che la loro serata si svolge magnificamente insieme alle gemelle. Una cena semplice, tante risate, un piccolo gioco di società, un cartone visto sul divano e poi tutti a dormire…tranne Anna e Kristoff, che trascorrono la nottata a recuperare il tempo perduto.

Carezze, scie di baci lasciate sulla pelle nuda al rallentatore, come a voler imprimere meglio la propria traccia. Respiri profondi, rilassati e regolari. Sguardi d’amore e sorrisi immotivati, talvolta sfocianti in vere e proprie risate. Il seno di lei appoggiato al petto di lui, movimenti leggeri e delicati, senza mai smettere di guardarsi negli occhi. Sono questi alcuni degli elementi del magnifico cocktail d’amore che caratterizza la notte di Anna e Kristoff, una coppia di neo sposi già obbligati a dover rispondere alle sassate della vita.

E se da una parte c’è una coppia capace di perdonarsi e fare l’amore, dall’altra c’è una coppia colma di incomprensioni, incapaci di trovare la soluzione a problemi più semplici ai quali rispondono con una nottata di sesso.
  
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