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Autore: Passion and Love    16/11/2020    0 recensioni
“Io non perdono ciò che mi ha distrutto.” Sei certo di pensarla così e sei sicuro che non cambierai idea a riguardo. Ma si sa, la vita fa percorsi inaspettati. Scritta a quattro mani con la mia amica LucyWinchester.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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79e985ba46fabaff40e35b4076e8cfddb3c6517598b36b56810bee056aa615df      Brock Rumlow



-Hai compilato quei moduli?- domandò una donna, camminandogli affianco.
-Sì, li ho compilati. Puoi restituirli al sergente. - replicò Josh porgendole i fogli con un accenno di sorriso.
Aveva sempre avuto qualche difficoltà a relazionarsi con il mondo femminile già dalla più tenera età, anche se aveva imparato a mascherarlo piuttosto bene.
La donna gli sorrise ammiccante, recandosi nell'ufficio di Steve.
Hartnett non era il tipo che flirtava, e se proprio avesse dovuto farlo, non l'avrebbe fatto con una donna. Perciò lasciò che quel sorriso ammiccante si spegnesse senza dare ulteriori incentivi alla giovane che, evidentemente, ci stava provando con lui.
Una volta seduto alla sua scrivania, osservò attentamente la piccola foto posta vicino al telefono, era la foto di un ragazzo dai capelli biondo cenere ed aveva il sorriso più bello che Josh avesse mai visto.
Il sorriso che lo aveva fatto innamorare.
-Ben…- pronunciò il suo nome con aria assorta.
[-Adoro la montagna.- sorrise Ben, camminando lungo un sentiero di un bosco, quel giorno faceva caldo.
-Mmh, vorresti portarmici?- domandò il bel moro seguendolo.
-Appena tutto questo sarà finito..- replicò il biondo, alludendo alla guerra che stava devastando il cuore dell' Afghanistan. - Sono sicuro che impareresti ad amarla anche tu - rise, sapeva che il moro non andasse matto per certi posti.]
Non avrebbero avuto l'opportunità di fare quella gita in montagna, purtroppo.
-Josh....- bussò alla porta Steve.
-Si?- si voltò verso la sua direzione, tornando nel presente. -Buon giorno- sorrise.
- Buongiorno a te. Sei pronto? Oggi abbiamo l'addestramento - lo informò il biondo.
-Ah, giusto.-.
Vivendo sempre nei ricordi, Josh si scordava di avere una vita nel presente e quello era uno di quei momenti.
Raggiunsero una foresta poco lontana e una volta aver avuto l'attenzione dei suoi uomini, Steve iniziò a parlare.
Josh incrociò le braccia, con aria vigile e attenta, ascoltò attentamente il suo discorso.
- Come sapete, la guerra ci pone molte volte di fronte a scelte difficili da compiere e a situazioni estreme in cui dobbiamo imparare a sopravvivere. E' per questo che oggi vi ho portati qui. La foresta può essere uno dei luoghi più belli dove trascorrere il tempo, ma anche uno dei più pericolosi. Per questo dobbiamo essere pronti. Imparare a costruire un riparo con oggetti di fortuna, cacciare per poter mangiare o nei casi più estremi, cibarsi di insetti o bere sangue di serpente. Sono condizioni estreme, ma, come ripeto, la guerra ci mette di fronte ad episodi avversi, ed essere pronti è fondamentale se si vuole sopravvivere. Vi dividerò in due squadre, e il vostro compito sarà quello di costruire un riparo con gli oggetti che troverete e, visto che qui non ci sono molti animali da cacciare, dovrete provvedere a cibarvi di insetti e… bere sangue di serpente. -
Ci fu un mormorio di disgusto generale, subito sedato da uno sguardo duro da parte del Tenente.
- Voglio ricordarvi che non siamo qui in villeggiatura. Questo è un addestramento. -
Dopo averli divisi aggiunse: - Sta per scendere la sera, quindi fareste bene ad iniziare la ricerca.-
- Sissignore - risposero all'unisono, mettendosi all'opera.
Il sergente sospirò pesantemente, per poi parlare con un tipo dai capelli rossi.
-Dividiamoci i compiti. Altri cacciano e altri costruiscono un rifugio- propose ai compagni.
-Sì, ma chi è più portato per costruire?- fece un altro dai capelli neri.
-Io!- alzò la mano un ragazzo mingherlino, dall'aspetto un po' trasandato. -Ho studiato architettura per qualche anno-.
- Il sottotenente Smith guiderà il gruppo alla mia destra, io, Tenente Rogers, guiderò quello di sinistra. Ci vediamo domani mattina. - disse congedandoli e unendosi al suo gruppo.
-Ti hanno soffiato il posto, Josh- ridacchiò Brock, dandogli una gomitata.
-È diverso. Io stavo solo cercando di capire come sfruttare le potenzialità del gruppo-.
- Nessuno ha soffiato il posto a nessuno, il sottotenente Smith è l'uomo con il più alto grado dopo di me.- interloquì Steve, inserendosi nella conversazione.
Josh provocò il collega con un sorrisetto. -Come volevasi dimostrare-
Brock, di tutta risposta, gli mostrò il dito medio, scuotendo poi la testa.
-Ci dica, Tenente-.
- Dobbiamo iniziare con la ricerca. Ne io, ne Smith, resteremo con le mani in mano, ma faremo parte attivamente del gruppo. - spiegò Steve, - Come vogliamo procedere allora? - chiese ai suoi uomini, - Una delle cose più importanti, è saper cooperare con gli altri e riuscire a lavorare in gruppo. Siete una squadra. -
-Dunque... Larry ha studiato architettura ed insieme a Bruce e Will penseranno al rifugio- spiegò Josh, -Mentre Io, Brock e lei andremo a caccia-.
- Perfetto Sergente Hartnett. Mettiamoci all'opera. - convenne Rogers.
-Uhuh...- Brock sghignazzò, passando vicino al bel moro.
Il sergente lo fulminò con lo sguardo e ignorando le sue provocazioni, seguì il Tenente.
Camminarono silenziosamente, recuperando grandi foglie dal terreno che sarebbero servite ai componenti del gruppo come piatti su cui appoggiare il cibo.
Cibo che consisteva in una moltitudine di insetti: vermi, cavallette, coleotteri, formiche e qualche ragno.
- E chi se la mangia questa roba! - esclamò Brock con sdegno, osservando l'enorme quantità di insetti sulle foglie del tenente e del sergente.
Il moro era già arrivato ad uccidere più di dieci cavallette.
-Tu assieme a noi, ma se vuoi morire, accomodati pure.- disse non curante Hartnett.
Steve lo stava osservando di sottecchi, accennò un mezzo sorriso nel sentire la replica con la quale il sergente aveva ripreso il soldato.
Quel Brock sapeva essere particolarmente irritante a volte.
Non riusciva a capire come il moro non avesse ancora perso le staffe con lui.
Educazione militare....fa miracoli pensò, alzando gli occhi al cielo.
- Dovremo trovare anche un serpente quindi? - chiese scettico il soldato con lo stesso tono irriverente di poco prima.
-Se dovessi trovarlo fai un fischio- disse con indifferenza il sergente, piegandosi per raccogliere alcune formiche.
Steve non potè non notare come la divisa militare si incollasse magnificamente al fondo schiena perfetto del sergente.
Poi Josh tornò dritto, riportando lo sguardo sul biondo.
-Cos'ha trovato?-.
- Coleotteri.- disse il tenente, tornando subito vigile e con la risposta pronta, mostrando gli insetti al moro.
-Perfetto, io dico che possiamo anche fare ritorno alla base-.
In fin dei conti avevano cavallette, formiche e coleotteri in abbondanza.
- Manca ancora il serpente.- aggiunse Steve, - Altrimenti non avremmo nulla con cui dissetarci, non abbiamo acqua - gli fece notare.
Hartenett guardò con scetticismo nella direzione dove aveva visto allontanarsi Brock per l’ultima volta. -Meglio se vado a dare un occhiata.- inoltrandosi poi nella fitta boscaglia. -Brock?- fece avanzando lentamente, ma non riuscì a trovarlo da nessuna parte. - Ma dove si è cacciato...- mormorò tra sé e sé.
Poi ad un tratto, il soldato saltò fuori puntandogli vicino al viso il serpente.
- Woah! - sobbalzò il moro tirandosi indietro.
-Credevi che non ci sarei riuscito, sua maestà?-.
- Non ho mai detto questo- rispose il sergente.
-Lo hai pensato, in quella testolina – affermò fiero, passandogli davanti.
- Non dubito delle tue capacità, ma a volte la tua in disponenza fa passare tutto il resto in secondo piano. - replicò fermamente il sergente, drizzando le spalle.
Steve avendo sentito quell'esclamazione, li raggiunse in un attimo.
Il soldato dai capelli neri alzò lo sguardo al cielo, reprimendo malamente una risata.
- Cosa è successo? - chiese Rogers corrugando la fronte.
-La principessa si era spaventata- ridacchiò Brock tenendo in mano il serpente morto.
- Andiamo, ha trovato quello che cercavamo. - disse lapidario Steve, tornando sui suoi passi.
Josh lì seguì senza proferire parola.
Tornati dagli altri, notarono con sorpresa la riuscita di un piccolo rifugio.
-Complimenti Larry-, si congratulò Josh osservando il loro lavoro.
- Grazie sergente. -
-Complimenti anche a voi- si apprestò ad aggiungere rivolgendosi agli altri membri della squadra.
- Beh effettivamente ha fatto quasi tutto Larry, noi abbiamo procurato i materiali, ma è stato lui a dirci come assemblarli.- disse il rosso, guardando il suo compagno d'armi con ammirazione.
- Già è vero – convenne l’altro.
- Noi invece abbiamo fatto scorta. - disse il sergente mostrando la consistente quantità di insetti, adagiata sulle foglie che tenevano in mano.
I soldati si sforzarono di sorridere, ma l'idea di fare cena con vermi, cavallette e quant'altro, non li entusiasmava molto, ma non dissero nulla, consci che quello fosse un addestramento. Ne avevano già fatti di simili.
Steve, nel frattempo, aiutò Brock con il serpente, per poter ricavare quanto più sangue possibile.
- Non credo ce ne sia per tutti… che peccato- disse il moro, con disgusto malcelato.
- Potrei farne volentieri a meno. - aggiunse poi allegramente, pensando già a come evitare di bere tale prelibatezza.
Josh ne bevve qualche sorso, di fronte a lui con nonchalance.
-Dissetante-.
-Certo che per essere una principessa hai i coglioni- sorrise ammiccante il soldato, scuotendo la testa.
Gli altri lo imitarono in silenzio, compreso Steve, il quale combatté per non farsi salire il vomito cercando di apparire normale.
- E' terribile. - disse Will, mettendosi una mano davanti alla bocca.
-Questa è la sopravvivenza- proferì Josh schietto, -La guerra non regala nulla. Tu ti devi adattare a lei.-
E lui sapeva benissimo di cosa stesse parlando.
- L'unica cosa che possiamo fare è sperare di non trovarci mai in condizioni estreme come questa. - interloquì il tenente, anche lui con la mente lontana e persa nei ricordi.
Erano riusciti ad accendere un fuoco con le foglie secche e i rami che avevano trovato in giro.
Bruce trattenne malamente un conati di vomito. -Oddio...-
Erano seduti in cerchio e una volta terminata la famigerata cena, si erano messi a chiacchierare del più e del meno.
Si era creata una certa atmosfera di cameratismo che portò Will a fare una domanda che poteva risultare molto personale: - Avete mai perso qualcuno d'importante in guerra? -.
-Sì...- sussurrò lievemente Josh.
- Anch'io- replicò con lo stesso tono sconsolato Steve.
Gli altri risposero di no.
Brock guardò con aria leggermente apprensiva il moro -Chi era?-.
-La mia vita- replicò Josh guardando verso il fuoco.
Seguì un silenzio tombale a quell'affermazione e a tutto quello che voleva significare.
Il tenente lo guardò. I loro occhi riflettevano un dolore simile, sordo, terribile e devastante.
Non ci fu bisogno per gli altri, di chiedergli chi avesse perso, perché la sua espressione raccontava la sua triste storia.
- Credo sia ora di ritirarci nel nostro alloggio di fortuna. - intervenne Steve alzandosi, cercando di togliersi dalla mente due paia d'occhi. Quelli del suo Gideon e quelli addolorati di Josh.
Brock riordinando un po', alzò lo sguardo sul sergente. -Hey, per essere morto dentro, hai spirito.-
Josh sbuffò una risatina.
Non gli serviva il suo sarcasmo.
Non con il ricordo di Ben. Non gli avrebbe permesso di infangarne la memoria con una battuta da quattro soldi.
Una volta che il fuoco si spense, Hartnett era sul punto di addormentarsi, quando senti qualcosa camminare sulla spalla. -Umh....- poco lucido, riaprì gli occhi, notando che fosse una piccola lucertola. -Ah, perfetto- borbottò sbadigliando.
Steve era di fronte a lui, ma con lo sguardo altrove.
-Non riuscite dormire?- domandò richiudendo gli occhi.
- No...- disse sovrappensiero, rispondendogli automaticamente. - E poi c'è bisogno di qualcuno che faccia da vedetta. -
-Se avverte stanchezza non esiti a chiedere il cambio. Tenente-
- Ti ringrazio, ma non credo ce ne sia bisogno, tanto non riuscirei comunque a dormire. - Troppi pensieri...troppi ricordi...- sussurrò.
-Il passato tormenta sempre. Non mi racconta niente di nuovo- mormorò il moro ad occhi chiusi.
In fondo ci si abitua a tutto.
Ci si abitua ad essere forti.
Ad essere forti da soli.
Ma non c'era rimedio per i ricordi, alla sua assenza, Josh non si sarebbe mai abituato.
- Già, lo amavi molto, vero? - ebbe la forza di chiedergli Rogers.
-Forse troppo- sorrise riaprendo i bei occhi marroni.
Steve rise lievemente. - L'amore non è mai troppo..-
-Hai presente quando sei in quella fase? In cui dici è tutto così fottutamente perfetto?- domandò.
- Sì...- replicò il tenente e con la mente rivide un Gideon steso sull'asciugamano che lo guardava con devozione. Il corpo snello, ma muscoloso, capelli biondo cenere, occhi azzurri che avevano il potere di trapassarti da parte a parte ed un sorriso.
Beh che dire di quel sorriso? Era capace di portarlo in cima e farlo cadere ad una velocità incredibile. Disarmante, genuino...spontaneo.
Aveva imparato a riconoscere i diversi sorrisi di Gideon, ma non si sarebbe mai abituato all'effetto che ognuno di essi aveva il potere di creargli dentro. E non sarebbe mai riuscito a non sentirne la mancanza.
-Pensi alle piccole cose che rendono grande la vita- proseguì il sergente guardandolo dritto negli occhi, -Quella dolce innocenza… dove ti senti al sicuro, amato e ti auguri che duri in eterno-.
Ma per lui non era stato così, Ben lo aveva lasciato indietro. Per colpa di un destino beffardo ed ingiusto.
-Ma con il ricordo di tale esperienza, si va avanti in qualche modo- cercò di fargli capire. -Si sopravvive -
- E' vero, ma a volte i ricordi non bastano, vai avanti aspettando di rivedere un sorriso che non c'è più, lo cerchi tra i mille volti che vedi ogni giorno, ti svegli in un letto troppo grande e la casa è così dannatamente vuota che...- Streve si morse il labbro perchè le emozioni stavano prendendo il sopravvento e non poteva permetterlo.
Si era già esposto troppo.
-Siamo dei masochisti del cazzo- rise poco dopo Josh, -Ma guardaci. Loro non vorrebbero questo-.
- Hai ragione. -
-E così tu hai un fratellino minore o maggiore?- volle chiedergli il sergente.
- Più piccolo...-
-Ah, quanti anni?-.
- Venti. E tu? hai fratelli, sorelle? - gli chiese il biondo cercando di rimanere su un argomento più neutro.
-Ho due cugini.-
- Sei figlio unico?-
-Si, basto e avanzo. Fidati- replicò il moro facendogli l'occhiolino.
- Non ho dubbi, tranquillo. - affermò il tenente, accennando una risata. La prima dopo la domanda di Will che aveva dato il via a tutto, - Quanti anni hai? -
-Quanti me ne dai?-
- Vediamo...- disse squadrandolo da capo a piedi, anche se con la poca luce del fuoco morente non è che lo vedesse molto bene.
- trentadue? -
-Haha, magari. Sono più vecchio, mio caro.-
- Davvero? Dici sul serio? Al massimo posso fartene trentacinque, ma comunque non li dimostri. -
-Quaranta- sorrise divertito Josh.
A quella risposta seguì un silenzio imbarazzante.
-Eh, già- aggiunse poco dopo.
- Non ci credo! Smettila di prendermi in giro. - lo ammonì ridendo Steve, tirandogli un pezzetto di legno che aveva raccolto da terra.
-Vuole che le mostri un documento di identità?- rise l’altro schivando il pezzo di legno.
- Magari...non ti facevo così vecchio - e sottolineò l'ultima parola ridendo.
-Il tempo passa per tutti, c'è chi è ancora giovane e bello - affermò il sergente con un sorriso aperto. -Io sono un relitto-
- Non è vero...sei un bell'uomo. -
-Grazie Tenente-.
L'atmosfera era più leggera e piacevole.
- Non ti fa strano chiamarmi tenente, sapendo che sono più giovane di te? -
-Emh, no- rispose francamente Hartnett, -Anzi, profonda ammirazione per un così alto grado, vista la giovane età-.
- Grazie- disse Rogers arrossendo lievemente, anche se l'altro non poteva vederlo. - Mi sono dato da fare in accademia.-
-Lo vedo. Lo vedo – proferì il più grande calcando l'ultima parola, alludendo al suo fisico perfetto e scultoreo.
Vi era una strana chimica fra i due, si conoscevano da un po', ma non avevano mai avuto modo di relazionarsi.




 
  
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