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Autore: Esthel_    22/08/2009    1 recensioni
[SagaxNao]'' Potevo benissimo immaginare un bambino dall’aria innocente e due profondi occhi castani, e quelle labbra rosse saettare così perfettamente su quella pelle di porcellana, chiedere alla propria madre quasi implorando , di comprargli quella strana e buffa marionetta. ''
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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marionnettes

Mi sorprendevo ancora come mi afferravi e mi strattonavi come se fossi fatto di piuma, in ogni dove e in qualsiasi momento. 
L’urto della mia schiena contro la parete, mi provocò non così poco dolore, quasi da temere di essermi spezzato la spina dorsale in due.  Ma bastò solo che il tuo calore mi invadesse, che mi intrappolassi nella tua presa , aderendo perfettamente il peso del tuo corpo sul mio, che ogni piccolo dolore o preoccupazione svanivano come per magia.  Quelle tue labbra sembravano non volersi staccare dalle mie nemmeno sotto tortura,  nemmeno se il mondo stesse per esplodere.  Mi  stupivo come tu non avessi bisogno di ossigeno, come riuscivi a farmi sentire ogni volta il sangue ribollirmi nelle vene, come mi stordivi e rischiavi di farmi svenire per aver tenuto fin troppo tempo il respiro sospeso.  Ma continuavi a tenermi bloccato come se fossi la tua preda appena catturata, e iniziavi a gustartela senza minimamente condividerla con nessuno, perché il sol pensiero ti irritava.
Fui costretto ad allontanarti quel tanto che bastava o altrimenti avrei rischiato grosso.  Avevamo il respiro talmente affannato come se avessimo partecipato a una maratona di 200 metri. Ti vidi sorridere mentre riprendevi fiato, ma senza la ben che minima intenzione di volermi liberare.
Ripartisti all’attacco, ma questa volta decisi di voler giocare con le mie labbra, mordicchiandole, delinearne il contorno con la tua lingua, o sfiorandole con le tua dita.
<< Nao… >> mi invocò, strozzato e ansimante, e afferrai al volo  fin dove voleva arrivare, ma non era decisamente il caso.  Deglutii rumorosamente, per cercare di  ritrovare la voce in fretta. 
<< S-saga…Ti ricordo che a-abbiamo le prove alle 5, e sono solo le 4:30. Quindi non credo che sia il caso…>> mi  zittisti depositando un dito sulle mie labbra e sfoggiando un sorrisetto beffardo.
<< Lo so bene.  E poi tu sei il Leader, e non si discute >>
<< Appunto >> ribadii, cercando di divincolarmi dalla presa inutilmente.
<< Ma non è certo la prima volta che facciamo ritardo alle prove >> sussurrasti, avvicinandoti per ricominciare ad intrappolarmi con i tuoi baci, ma riuscii a fermarti appena in tempo e ad allontanarti abbastanza per poterti vedere bene in viso.
<< Appunto per questo non credo sia opportuno continuare a farlo, Sagacchi >> feci notare, e vidi come presi a fissarmi con occhi quasi serrati, e quel tuo amorevole broncio comparire su quelle labbra rosse.
<< Non è affatto divertente quando fai così, sai? Sembri uno di quei uomini d’affari con i loro fedeli occhialini, il loro completo grigio e stirato al perfezione  in compagnia della loro lucente borsa di pelle nera  >> sbuffò, imbronciato come un bambino.
<< Saga, cosa diamine ti sei bevuto a pranzo? >> scoppiai a ridere fragorosamente, vedendoti ancora con lo sguardo altrove e imbronciato, quando improvvisamente quel sorrisetto malizioso comparve sulle tue labbra, facendomi quasi preoccupare.
Diminuisti pericolosamente quei pochi centimetri che ci dividevano, avvertii il calore delle tue labbra sul mio collo, avvertire come si divertivano a lasciarne il segno e guastandone il sapore, e sussultai quando una tua mano decise di liberarmi un braccio, e insinuarsi con delicatezza sotto la mia maglia, ed è allora che mi accorsi che la situazione stava man mano  degenerando.
<< Ma io potrei sempre persuaderti >> soffiò a bruciapelo sulle mie labbra.  Rabbrividii, perché sapevo fosse una sua grande specialità.
Mi domandavo ancora come facesse a persuadermi con così tanta facilità, come se fossi la sua marionetta e decidesse della mia vita muovendone i fili bianchi, e uno di questi, era collegato al cuore.
‘’ Nao la marionetta. In tutti i migliori negozi di giocattoli ‘’
Però, non suonava male.
Potevo  benissimo immaginare un bambino dall’aria innocente e due profondi occhi castani, e quelle labbra rosse saettare così perfettamente su quella pelle di porcellana,  chiedere alla propria madre quasi implorando , di comprargli quella strana e buffa marionetta.
Venni riscosso dai miei assurdi pensieri quando lo vidi armeggiare con la cintura dei miei pantaloni, osservando come stessimo precipitando sempre di più.
<< S-saga…è…è…è terribilmente tardi >> balbettai, sentendomi le guance scottare.
<< Non preoccuparti, cercheremo di fare in fretta >> aveva ancora il respirò pesante, per non parlare di quel suo sorriso eccitato stampato in volto. E ritornò ancora un volta ad intrappolarmi con quelle labbra tentatrici, ad intrecciare le nostre lingue spasmodicamente,  avvertire quelle aggraziate e caldi mani spingermi contro la parete ed esplorare ogni centimetro della mia pelle.
 La situazione, ancora un volta,  era precipitata,  e rassegnandomi a dimenticare ogni parte del mondo, lasciai  che fosse libero di muovere i fili del mio destino.
Del resto Saga era fatto così, come una fiamme perennemente accesa. 

*.*.*.*

Il bambino camminava allegramente stringendo tra le braccia la sua marionetta tutta impacchettata, e gli occhi  sembravano brillargli. Tornato a casa, scartò  con foga lo scatolone, afferrò  quei fili bianchi e sottili , e fu l’artefice del suo destino, un destino che la marionetta era ansiosa di scoprire.  

  
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