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Autore: Sognatrice85    22/08/2009    4 recensioni
Ciao a tutti, come molti di voi sono rimasta affascinata dalla storia d'amore tra Edward e Bella...è da tempo che provo a scrivere questa song-fiction ed è molto complicato...è qualcosa di più grande di me, ma voglio condividerla con voi. Probabilmente non vi piacerà e non vi biasmo...ma sono pronta a tutto...nella vita bisogna sempre tentare. Ci sarà sempre una canzone ad accompagnare i vari capitoli che sono strutturati secondo i punti di vista dei protagonisti. La storia è ancora in costruzione, mi sono interrotta molte volte, perchè avevo difficoltà a scriverla... Mi auguro che possa interessarvi almeno un minimo. Ovviamente si sa, i personaggi sono di proprietà della Meyer, io ho provato a dare una mia versione di New Moon...e sottolineo che non sono una scrittrice, ma una dilettante. Mi emoziona scrivere, mi sento viva nel farlo, ma non mi definisco granchè... Beh ora vi lascio al capitolo...baci... Ps: se potete ascoltate questa canzone nella lettura del primo capitolo http://www.youtube.com/watch?v=AiRzE5GHF0w SOSPESA
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Viaggio tra i ricordi

Salve a tutti,
sono tornata e vi posto subito il capitolo successivo.
Grazia a chi ha letto…bacio…

Ps: ovviamente vi lascio il link della canzone che accompagnerò questo pezzo http://www.youtube.com/watch?v=OvKXYT_lBWc. Come sempre ribadisco che nei ricordi legati a Twilight, i dialoghi sono della Meyer, io ho modificato i commento tra l'uno e l'altro...

Bella

Ero distesa in un letto di ospedale per l'ennesima volta...guardavo fuori dalla finestra e ripensavo alla promessa fatta a Jake...riuscirò davvero a dimenticare Edward? Riuscirò a lasciarmi andare di nuovo? Amerò ancora? Jake? Scossi la testa incerta...perchè non sei qui? Perchè non sei venuto da me...mentre morivo, ho sentito la tua presenza...ma evidentemente mi sbagliavo, era solo il riflesso della mia illusione di volerti accanto e di crederti ancora innamorato di me...
”Bella?” “Jake...” sospirai “Non ti senti bene?” “No...è tutto ok...pensavo...” abbassai lo sguardo, nascondendo le ennesime lacrime “Bella...io so che per te è difficile...ti sarò sempre vicino, prenditi il tempo che ti serve...” “Grazie...proprio di questo volevo parlarti” lo guardai fisso negli occhi “Dimmi” mi accarezzò la mano e la strinse “Io ho bisogno di una giornata per ripercorrere dei posti...” “Ti porto volentieri...” “No!” ritrassi la mano “Devo farlo da sola” “Ma...” “No Jake, niente ma...è una cosa che riguarda solo me, nessun altro. Dopo di questo, mi aiuterai a scegliere il college a cui fare domanda?” sorrisi, sorrise anche lui “Ok, ma stai attenta”.
Dopo una settimana trascorsa in ospedale, finalmente mi dimisero, dovetti ovviamente, sorbirmi anche la ramanzina di Charlie e dovetti inventare una scusa per uscire, con la complicità di Jake “Bells, sta attenta. Esci solo perchè so che sei con Jacob, non mi perdonerei se ti succedesse ancora qualcosa!” “Papà devi stare tranquillo, fidati di me.” “Eh Bells, non è che non mi fidi di te...è che...tu sei un attira disgrazie” sospirò, mentre io sobbalzai a quelle parole...me lo diceva sempre anche lui...
Indossai la maglietta blu che tanto piaceva ad Edward e attesi l’arrivo di Jake…prendemmo il pick-up “Bella sei sicura di voler fare tutto da sola?” “Ancora insisti? Ti ripeto che riguarda me e poi ho bisogno di restare sola, non mi va di avere spettatori” “Sono solo preoccupato” abbassò gli occhi “Lo so e ti ringrazio...ma andrà tutto bene”. Ci fermammo il più lontano possibile da casa mia e feci scendere Jacob “A più tardi” e partii più veloce che potessi verso la mia prima tappa: la radura...

 

“Ti ricorderò in ogni gesto più imperfetto
Ogni sogno perso e ritrovato in un cassetto
In quelle giornate che passavano in un' ora
E la tenerezza i tuoi capelli e le lenzuola
E no, non piangere che non sopporto le tue lacrime
Non ci riuscirò mai
Perché
se sei felice
Ogni sorriso è oro
E nella lontananza perdonandoti ti imploro
E parlerà di te
È solo che…”

 

Per la millesima volta mi ritrovai in quel posto, nascosto al mondo, in cerca di te...questo mio voler ripercorrere a ritroso il passato, non era altro che una scusa per provare un'ultima volta a cercare un segnale della tua presenza...
Mi distesi sul prato e mi voltai di lato, sperando che ti materializzassi accanto a me...ma...niente...”Che agnello stupido...” dissi tra me e me...un agnello abbandonato dalla sua preda che, per paura o per amore, lo ha salvato...ma...ha lasciato il vuoto attorno a sé...Edward...io sono vuota senza di te...
Mi alzai di botto...mi ero addormentata...era passata un'ora...più lentamente che potessi ritornai al pick-up, sempre con la speranza nel cuore che tu mi fermassi...accesi e guidai fino alla successiva tappa: casa Cullen...

 

“Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
E questo fa paura
Tanta paura
Paura di star bene
Di scegliere e sbagliare
Ma ciò che mi fa stare bene sei tu amore”

 

Arrivai davanti quella grande casa dopo qualche minuto di viaggio...rivederla fu strano...scatenò in me un miscuglio di sensazioni: sentii il cuore che battere furioso, effetto che mi procuravi sempre tu con la tua sola presenza, il tuo solo sguardo mi accendeva...Edward...aprii lentamente la portiera e mi diressi verso la porta...mi affacciai da quell'enorme vetrata ed era tutto buio...non avevate lasciato niente...provai ad aprire la porta e fui subito assalita da un profumo delizioso...chiusi gli occhi per godermi a pieno quel momento...quella casa era intrisa di quel profumo...riaprii gli occhi e mi diressi verso il pianoforte...mi soffermai su quei tasti, restando colpita per quanto fossero lucidi, come se qualcuno li avesse puliti da poco...poi un flash mi bloccò le dita ”Questa l'hai ispirata tu...”...la mia ninna nanna...inavvertitamente sorrisi e le lacrime mi lacerarono il viso, cadendo rapidamente su quei tasti, suonando una melodia silenziosa...
Di scatto mi alzai, corsi in camera tua, dovevi essere per forza lì, il tuo profumo era sempre più intenso, vivo come se fossi stato lì da poco...spalancai la porta, furiosa assalita dalla mancanza di te e ciò che trovai mi spaventò...: il vuoto...
Mi lasciai andare per terra, immersa nelle mie lacrime...”Perchè non sei qui? Vuoi davvero lasciare che mi innamori di un altro? Vuoi che ti dimentichi? EDWARDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD!!!” gridai fino a sentirmi  male...il cuore pulsava, il sangue fluiva troppo velocemente, mi mancava il fiato...sentivo gli occhi roteare per tutta la stanza incessantemente…restai ferma così...distesa su quel pavimento freddo...come lo eri tu...
In quel frangente, mi sentii a casa mia...era tutto così...spento...rifletteva perfettamente il mio stato d'animo...si: io ero spenta...

 

“Ho collezionato esperienze da giganti
Ho collezionato figuracce e figuranti
Ho passato tanti anni in una gabbia d' oro
Si forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero
ora dipenderò sempre dalla tua allegria
Che dipenderà sempre solo dalla mia
Che parlerà di te
E parlerà di te
È solo che…”

 

Ero di nuovo sul mio pick-up, prossima tappa: Port Angeles...mi fermai dinanzi al ristornate, chiusi, ancora una volta,  gli occhi e mi lasciai andare ai ricordi <<“Penso che dovresti mangiare qualcosa...” “Sinceramente non ho fame” “Fammi questo piacere” disse con voce autoritaria...>> entrai nel ristorante, ormai era ora di pranzo, chiesi lo stesso tavolo che prendemmo quella volta, fortunatamente era libero “E' sola signorina?” per un attimo tentennai, avrei voluto dire che aspettavo una persona…mi guardai attorno spaesata e terrorizzata “Si...sono...sola...” dissi abbassando lo sguardo, sconfortata dalla verità pronunciata.
Ordinai lo stesso piatto: ravioli ai funghi e una coca...e di nuovo i ricordi mi assalirono..<<”Quel blu dona molto alla tua carnagione” arrossii, abbassando lo sguardo(...) “Vicino a te mi sento così sicura” confessai senza rendermene conto, rapita com'ero dalle suoi iridi color miele, tu aggrottasti la fronte “E' più complicato di quanto avessi immaginato” (…) “Come facevi a sapere che ero a Port Angeles?” mi guardò, incerto se parlare o no “Di me ti puoi fidare, già lo sai” sussurrai (…) “Ti ho seguita fino a Port Angeles. Non ho mai tentato di salvare la vita a una singola persona prima d'ora, ed è un'impresa molto più fastidiosa di quanto credessi. Ma probabilmente dipende anche da te. Le persone normali riescono a tornare a casa ogni sera senza scatenare tante catastrofi” lo fissai incredula “Hai mai pensato che forse la mia ora doveva suonare già la prima volta, con l'incidente del furgoncino, e che tu hai di fatto interferito con il destino?” “Quella non era la prima volta” disse, tenendo gli occhi bassi “La tua ora è suonata quanto ti ho conosciuta” tremai “Ti ricordi?” “Si” finsi calma “Eppure, eccoti seduta qui” disse incredulo “Si, sono seduta qui...grazie a te. Perchè in qualche modo sapevi dove trovarmi oggi?” chiuse le labbra, con sguardo pensieroso mi fissò…(…) “E’ più difficile di come dovrebbe essere…non perdere le tue tracce. Di solito sono in grado do individuare le persone con molta facilità, mi basta sentire la loro menta una volta sola” mi guardò timoroso, io ero completamente bloccata, poi d’un tratto ripresi a mangiare “Tenevo d’occhio Jessica distrattamente, come ti ho detto, solo tu riesco a metterti nei guai a Port Angeles, e all’inizio non mi sono accorto che avevi proseguito da sola. Poi, quando ho capito che non eri più con lei, sono venuto a cercarti nella libreria che ho visto nei suoi pensieri. Ho intuito che non c’eri entrata, che ti eri diretta a sud…e sapevo che prima o poi avresti dovuto tornare indietro. Perciò ti stavo aspettando, cercandoti qui e là tra i pensieri dei passanti, nel caso che qualcuno ti avesse incrociata. Non c’era motivo di preoccuparmi…ma sentivo una strana ansia…a quel punto ho iniziato a girare in tondo, restando in ascolto. Fortunatamente il sole stava tramontando, così avrei potuto scendere dall’auto e seguirti a piedi. E poi…” si fermò, digrignando i denti furioso “Poi cosa?” chiesi curiosa “Ho sentito cosa stavano pensando” ringhiò “Ho visto il tuo volto nei loro pensieri. È stato molto…difficile, tu non puoi immaginare quanto, limitarmi a portare via te e risparmiare loro…la vita” (…) restai in silenzio, impietrita di fronte a quel racconto inverosimile, lui nascondeva il viso con la mano, poi mi fissò “Sei pronta per tornare a casa?” “Sono pronta per andare via di qui” esclamai con precisione, sperando capisse che volevo stare ancora con lui”>>
Ero fuori il ristorante…neanche questa volta eri venuto…prossima tappa: Casa Swan…

 

“Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
e tanto ti amo
che per quegli occhi dolci posso solo stare male
e quelle labbra prenderle e poi baciarle al sole
perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
quando allontanandoci sparisce dal tuo viso
e fa paura
tanta paura
paura di star bene
di scegliere e sbagliare “

 

Mi arrestai di fronte la porta di casa mia…altri ricordi assalirono le mie membra stanche e tormentate…<<”Posso entrare?” mi domandò “Ti andrebbe?” “Si, se non è un problema” (…) camminò al mio fianco silenziosamente, d’improvviso allungò il passo e si trovò per primo dinanzi la porta di casa e l’aprì, lasciandomi di stucco “Era aperta?” “No, ho preso la chiave da sotto lo zerbino” entrai, accesi a luce ed ero sconvolta per quanto successo, come faceva a sapere della chiave? Lo guardai stupita “Ero curioso…di te” rispose, dandomi l’impressione di avermi letto nella mente “Mi hai spiata?” ne ero lusingata, anche se sapevo che non dovevo “Cos’altro c’è da fare di notte?” lasciai passare, entrai in cucina e mi scaldai le lasagna, poi ripresi l’argomento “Quante volte?” “Come?” “Quante volte sei venuto qui?” “Vengo a trovarti quasi tutte le notti” mi voltai di scatto stupita “Perché?” “Sei interessante quando dormi. Parli nel sonno” “No!” oddio ancora quel vizio, arrossi, sarei voluta sprofondare per la vergogna “Sei tanto arrabbiata con me?” “Dipende!” “Da…” “Da quel che hai sentito!” urlai, si materializzò al mio fianco e teneramente mi prese le mani “Non esserne sconvolta! Ti manca tua madre, sei preoccupata per lei. E il rumore della pioggia ti innervosisce. All’inizio parlavi molto di casa tua, ora lo fai più raramente. Una volta hai detto <>” rise “E che altro?” domandai stizzita “Hai pronunciato il mio nome” ecco lo sapevo, ho fatto la figura della stupida adolescente innamorata “Tante volte?” sospirai “Quante sarebbero precisamente <>?” “Oh no!” abbassai la testa, lui mi strinse a sé “Non prendertela con te stessa. Se fossi capace di sognare, sognerei te e non me ne vergogno” mi sussurrò dolcemente ad un orecchio>>
Orami ero in casa “Bells?” “Si papà, sono io” si avvicinò per tastare con mano che fossi intera “Che c’è? Ora non ti fidi neanche più di Jacob?” colpito e affondato “No, no” “Sto bene. Vado in stanza” lo salutai e salii le scale, trascinando pesantemente i piedi a terra…l’ultimo momento stava per giungere…il viaggio nel passato stava per terminare…ero pronta per il resconto?
Entrai in camera, accesi la luce e mi poggiai alla porta, fissando davanti a me ciò che c’era: il letto, la sedia, la scrivania e la finestra…leggermente aperta…come allora…<<”Edward” lo chiamai piano, mentre ero affacciata alla finestra, mi sentivo una stupida “Si?” sobbalzai per lo spavento e quando mi voltai, lo trovai sdraiato sul mio letto, con un gran sorriso sulle labbra, mi sentii venire meno e caddi in ginocchio sul pavimento. “Scusa” “Dammi solo un minuto per rimettere in moto il cuore” si avvicinò piano e mi sollevò, poggiandomi sul letto accanto a lui “Vieni a sederti qui. Come va il cuore?” “Dimmelo tu. Di sicuro lo senti meglio di me” rise, facendo tremare tutto il letto. Restammo qualche minuto in silenzio “Posso essere umana per qualche minuto?” “Senz’altro” “Resta lì” “Sissignora” e divenne una statua (…) quando rientrai in stanza, lui era ancora lì…bellissimo come sempre, il cuore ricominciò a battere, mi vide “Carina” mi accigliai “No, sul serio, stai bene” “Grazie” mi sedetti nuovamente al suo fianco “A che pro tutta questa preparazione e il resto?” “Charlie ha il sospetto che me ne possa sgattaiolare via di nascosto” “Ah…e perché?” come se non riuscisse a leggerlo nella sua mente “A quanto pare, sono un po’ troppo su di giri” mi guardò “Ti trovo accaldata, in effetti” avvicinò il suo volto al mio e mi sfiorò la guancia “Mmm…” “Mi sembra che ora starmi vicino sia…molto più facile, per te” “Ti sembra?” mormorò sfiorandomi la pelle del collo con la punta del naso…rabbrividii…”Molto, molto più facile” “Perciò mi chiedevo…” “Si?” “Secondo te, qual è il motivo?” rise “La ragione domina sugli istinti” mi allontanai di scatto, lui rimase di sasso, incrociammo i nostri sguardi impauriti “Ho fatto qualcosa di male?” “No, al contrario. Mi stai facendo impazzire” meditò qualche istante “Davvero?” s’illuminò “Ti aspetti che parta l’applauso?” rise ancora “E’ solo che sono rimasto positivamente sorpreso. Nell’ultimo centinaio di anni non ho mai immaginato che potesse succedermi qualcosa del genere. Non credevo che avrei desiderato stare con qualcuno…che non fosse come fratello o sorella. E poi, scoprire che malgrado sia totalmente nuovo per me, sono bravo…a stare con te…” (…) “Adesso, però, sono curioso io. Hai mai…” e lasciò il discorso in sospeso “Certo che no. Te l’ho già detto, nessuno mi ha mai fatto sentire così, nemmeno lontanamente” arrossi, ma dove mi erano uscite quelle parole? (…) “I tuoi istinti umani…beh, mi trovi minimamente attraente anche un quel senso?” ero imbarazzatissima, lui rise e mi arruffò i capelli “Non sarò un essere umano, ma un uomo si”>>
Ero dinanzi alla finestra, l’aprii…e guardai fisso dinanzi a me…aspettai cinque minuti, ma niente…”Edward…io sono qui, vieni a prendermi e portami via con te, ti scongiuro…Edward…!!!”…niente…aveva ragione Jake: lui non mi amava…mi lasciai andare alle ultime lacrime, strusciandomi sulla parete…

 

”ma ciò che mi fa stare bene ora sei tu amore
e fuori è buio
ma ci sei tu amore
e fuori è buio”

 


Di scatto chiusi la finestra, sigillandola per bene…cercai di asciugarmi le lacrime, ma non servì a molto, esse continuavano imperterrite a graffiarmi il volto…erano incandescenti, cariche di dolore, rabbia, rancore, stanchezza…si, ero stanca di sentirmi priva di senso…volevo riscuotermi dal mio torpore, ma avevo bisogno di lui e lui non era con me…
Mi inginocchiai sul pavimento, poggiando il mio viso triste sulle gambe e attorcigliandomi con le braccia…rimasi in quella posizione per tutto il pomeriggio, fino a quando non fui certa di essere pronta a smettere di piangere…
Piano mi alzai, aiutandomi con la mano…percorsi la stanza giungendo davanti allo specchio, mi guardai: avevo i capelli arruffati, gli occhi gonfi e arrossati, la bocca piegata verso il basso, il viso più pallido del solito…mi strofinai gli occhi con le maniche della maglia e inspirai…: ero pronta…mi voltai ancora una volta verso la finestra, trattenni un gemito di dolore che si insinuò nel petto, deglutii e pronunciai le parole che mai avrei pensato che sarebbero uscite dalle mie labbra…“Edward Musen Cullen…”  la voce mi tremava, chiusi gli occhi nuovamente, rimandando indietro le lacrime “è finita!!!” giunsi alla porta, con la mano feci leva sulla maniglia, l’aprii leggermente “Addio…”  senza voltarmi “per sempre…” e mi chiusi alle spalle un passato ancora troppo presente…era giunto il conto…salato…l’avevo pagato col dolore…ora era il tempo di protrassi verso il futuro…un futuro che non avrebbe più visto un vampiro al mio fianco…non esisteva più un “Edward e Bella”, ma un “Bella e il suo nuovo destino”…a cui più convinta che mai, stavo andando incontro…
   
 
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