A volte suo padre piange.
Di notte, quando crede di non essere visto. Non smette mai di sorridere quando c'è lei, e durante la giornata la sua voce è serena. Ma la sottovaluta se pensa che lei non abbia capito che non è tutto a posto, non davvero.
Non sa cosa sia a causare le sue lacrime. Ricorda un giorno in cui, seduta in grembo a sua madre, lo ha visto rientrare in casa con un simile sguardo, e si accorge di come esiti quando lei gli chiede di raccontarle una storia dei giorni che non ha mai conosciuto, prima della sua nascita, giorni che lui ha vissuto e di cui ancora non le ha parlato. Ma non ha alcuna certezza.
Sa solo che non vuole vederlo così.
Una notte prende coraggio. Attende che lui si sia calmato e che si stenda nuovamente nel letto, accanto a sua madre, come se non fosse successo nulla. Conta i minuti con ansia, non desiderando altro che raggiungerlo e renderlo di nuovo felice, come se la sua piccola, insignificante figura potesse servire davvero a qualcosa.
Finché non si sente pronta. Si avvicina a lui, si intrufola tra le lenzuola al suo fianco e lo stringe con forza, senza parlare.
Non sa cosa sia successo, ma farà tutto ciò che può per non vederlo piangere di nuovo.
E quando suo padre volta la testa verso di lei, il suo sorriso è sincero.
Elanor per la prima volta è orgogliosa di sé stessa.