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Autore: Serperossa20    26/11/2020    1 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata a finire se quel giorno Jessica non avesse fatto quella scelta? Se ne avesse compiuta un'altra? Se avesse scelto di stare con lui e sacrificarsi e ingoiare tutto l'odio, il rancore e l'ostilità per rendere Kevin un uomo migliore? Vi siete mai coricati pensando, prima di addormentarvi, cosa sarebbe successo, come sarebbe finita SE? Beh, io sì e non sapete quanto, tanto che non ho potuto più stare ferma. Dovevo cambiare le cose in qualche modo quindi se volete, potete farmi compagnia mentre scopriamo insieme come sarebbe andata a finire SE. Buon lettura :)
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Doveva ideare un piano, e subito. 
Aveva uno stacco di pressapoco cinque ore, a giudicare dal sangue secco e in un lasso di tempo del genere Killgrave poteva già essere all'altro mondo, per quanto ne sapeva. 
Per prima cosa, andò in salotto e staccò la chiavetta dal portatile e se la mise in tasca. Per qualche ragione non si fidava a lasciare incustodita l'unica traccia del passato dell'uomo. 
Poi si diresse verso la porta sul retro per cercare delle tracce o qualsiasi cosa possa aiutarla a trovarlo. Sul retro perché quando lo hanno rapito era giorno e con i vicini impiccioni era troppo rischioso prelevare un corpo dalla porta principale, difatti appena entrò in giardino vide Enc, l'agente della sicurezza morto per un colpo in testa. Sospirò e iniziò a guardare in giro, decidendo che al corpo ci avrebbe pensato più tardi. 
Trovò tre serie di impronte, un paio erano più profonde quindi stava portando Killgrave da solo. 
Il bastardo aveva compagnia, pensò scocciata perché equivaleva a lavoro in più da svolgere. 
Oltrepassó la staccionata in legno e seguí la tracce finché non toccò l'asfalto perdendole. 
Imprecó ma pensó anche se avesse avuto fortuna, si sarebbero diretti in città o in una zona con almeno una telecamera di videosorveglianza. 
Imprecó una seconda volta, perché voleva dire che doveva fare un salto nel suo vecchio studio, sempre che Trish non l'abbia già svuotato. 
Doveva recuperare il suo computer e per quella mezz'ora che passó in taxi, sperò che l'agenda sempre piena della sorella non fosse stata vuota proprio quel giorno. 
Ma, quando arrivò e prese l'ascensore, non fece in tempo a fare un passo fuori che aveva già capito che la sorella si era già messa in moto non vedendo più il vetro sulla sua (ex)porta con il suo nome e la sua agenzia scritte sopra. 
Si avvicinò comunque, pronta già a scardinare la porta per vedere se fosse rimasto qualcosa, quando una porta alle sue spalle si aprí. 
- Jess? 
Questa chiuse un attimo gli occhi prima di girarsi e osservare il suo ex apprendista Malcolm guardarla stupito con un sacchetto della spazzatura in mano. 
- Jessica!? Lo sapevo! Lo sapevo che saresti tornata! Quando stamattina Trish mi ha detto che-
- Ti sbagli - lo interruppe secca - Sono solo venuta a riprendere delle cose ma ho visto che Trish ha già ripulito
- Ah sì.... Sì stamattina presto è venuta con un po di uomini e hanno portato via tutto - disse un filo dispiaciuto 
- Quindi davvero tu.... 
- Sì, con l'agenzia ho chiuso. Sono di fretta che ho da fare. Stammi bene e non ti drogare - disse alzando la voce mentre se ne andava in tutta fretta.

Non avrebbe voluto e dovuto essere lì, ma sfortunatamente non poteva fare altro per recuperare il suo computer che bussare alla porta di sua sorella. 
Questa infatti, quando si accorse chi fosse, aprí immediatamente la porta stupita di trovarsi Jessica di fronte. 
- Jessi?! Ma... Che cosa... 
- Non ho tempo per le domande - disse sbrigativa - dov'è il mio portatile? 
La bionda si riprese subito dallo shock è aprí di più la porta per farla entrare mentre le andava a recuperare il suo computer. 
- Sai, ho messo tutta la tua roba in un magazzino, così che tu possa riprenderteli in qualsiasi momento, ma questo ho pensato che prima o poi saresti venuta a riprendertelo perciò l'ho tenuto io - disse porgendoglielo - È successo qualcosa? 
Jess prese immediatamente l'oggetto, si diresse verso il divano e cominciò subito a cercare e crackare le telecamere di videosorveglianza per trovare qualcosa. 
- Dov'è il tuo gorilla? - le chiese invece ignorando la sua domanda. 
- Parli di Will? Non lo so. Non lo vedo da un paio di giorni. Perché? Che sta succedendo Jess? - le chiese sempre più confusa vedendola cercare in continuazione qualcosa ma senza trovarlo. 
- Succede che il tuo cazzone è uno stronzo che non pensa ad altro che vendicarsi - le rispose cinicamente. 
- Cos'ha combinato? - le chiese sedendosi accanto a lei. 
- Oggi abbiamo discusso così sono-
- Hai discusso con Will? - chiese confusa, interrompendola. 
- Non con lui, con Killgrave. Dicevo, abbiamo discusso di brutto così mi sono chiusa in camera a dormire e cosa scopro quando mi sveglio? - chiese retoricamente - Che Kevin era sparito, c'era del sangue per terra e il tizio della sicurezza era morto - riassunse in definitiva. 
Aumentò il passo, aspettandosi tante domande a cui dover rispondere, anche se continuavano a non arrivare. 
Magari sta decidendo con quale domanda iniziare, optó mentalmente. 
- Kevin? - invece sentí, e si fermò a guardarla. 
- Cosa? 
- È il suo nome? 
- Sì - e riprese a digitare. 
- Lo stai già chiamando per nome? - chiese con un tono che fece solo più innervosire Jessica. 
- Cristo Trish, non ha importanza ora! Devo trovarli prima che loro ammazzino Killgrave o che lui ammazzi loro - sì perché non escludeva affatto quest'ultima possibilità. 
- Loro? 
- Sì, quell'idiota si è portato due scagnozzi dietro. Se solo sapessi chi sono.... - pensó ad alta voce. 
- Forse posso aiutarti - rivelò ottenendo la sua più completa attenzione - Due giorni fa stava parlando con due suoi ex compagni d'armi. Magari sono loro
- Ok aspetta - e digitando velocemente, trovò vecchie immagini di ex commilitoni e compagnie dove Trish riuscì a riconoscere i due uomini dandole un enorme aiuto. 
Fece un controllo incrociato dei due nomi, controlló i movimenti bancari e i loro beni, capendo così perché Simpson avesse scelto proprio quei due. Uno era proprietario di un furgone Nissan nv300, perfetto per questo tipo di incarichi, mentre l'altro possedeva un capannone vicino al porto, in un posto abbastanza isolato. Tracciando i movimenti e facendo due più due, molto probabilmente si trovavano lì. Si appuntó l'indirizzo e si alzò, già pronta ad andare ma Trish le afferrò il polso per fermarla. 
- Jessi, perché fai tutto questo? - le chiese visibilmente preoccupata. 
In fondo, vedere proprio Jessica salvare Killgrave non era una cosa che si vedeva tutti i giorni. 
- Che diavolo stai dicendo? 
- Non far finta di non capire. Perché ti stai impegnando così tanto per salvarlo? - disse mentre Jessi la guardava con tanto d'occhi. 
- Ma cosa.... Senti, non ho tempo da perdere con queste cose. Devo andare - e si staccò bruscamente dalla sua presa. 
- Sei sotto il suo controllo, non è vero? - chiese sicura ma con gli occhi lucidi. 
La mora la ignoró sospirando e si diresse verso la porta, volendo farla finita il prima possibile con quella situazione. 
- Jess! Ti sta manipolando e di nuovo non te ne rendi conto! Come fai a non capirlo? - continuò mentre Jess aveva afferrato la maniglia della porta - Scommetto che ti ha già obbligata a fare chissà quali cose disgustose. Sei già finita nel suo letto, vero? - e quello Jessica spezzò come burro la maniglia ormai inutilizzabile e si girò di scatto, andando a passo di carica verso la bionda, una furia cieca la inondava come un fiume in piena. 
- Non ti permettere! Non ti azzardare neanche Trish! - le disse a soli pochi centimetri di distanza - Killgrave può essere un bastardo, uno stronzo manipolatore, un figlio di puttana di prima categoria, quello che vuoi ma non ti azzardare mai a sottovalutare me - affermò con tono sempre più basso e rabbioso, gli occhi ormai tinti di un grigio tempesta - Non sono ritornata ad essere la sua puttana e non lo diventerò mai, anzi sono io che ho più controllo su di lui adesso che lui in tutti quegli orribili e umilianti otto mesi in cui mi ha tenuta prigioniera! 
- Vuoi farmi credere che in pochi giorni Killgrave è diventato un cagnolino docile e mansueto che dispendia solo coccole e affetto a tuo comando? Valle a raccontare a qualcun altro queste cose, con me non attaccano - rispose a tono, scettica più che mai. 
- Ma ti senti quando parli? Ho la super forza, non doni divini; non posso cambiare quel damerino da un giorno all'altro, ma sta migliorando. Stamattina abbiamo liberato Hope di prigione e oggi... - ma si interruppe ripensando alla sfuriata che gli aveva fatto, alla sua perdita di controllo e al fatto che davvero Killgrave avrebbe potuto farle qualsiasi cosa senza che lei si sarebbe opposta in qualche modo. Accantonó in fretta quei pensieri perché rivelarli, equivaleva dare ragione a Trish e in quel momento non se lo poteva permettere. 
- Oggi? - chiese la ragazza in attesa che lei continuasse ma questa scosse la testa e si girò per andarsene. 
- Non ho tempo, devo andare. Non so neanche perché mi debba giustificare con te per le mie decisioni - prese il suo portatile e lo infilò in una borsa che si era portata dietro e se ne andò definitivamente, con in sottofondo le proteste della sorella che le diceva di non andare. 
Era stanca, si sentiva ancora più esausta di quanto non lo fosse già. Aveva litigato con Killgrave poche ore prima, ora aveva litigato con l'unica persona a cui volesse più bene al mondo, aveva dormito da schifo, il mal di testa le era tornato e da quando si era svegliata, aveva una brutta sensazione che non accennava minimamente ad andarsene. 
Se, quando avesse trovato l'uomo fosse stato ancora vivo, non era sicura di riuscire a contenersi da quanta frustrazione aveva in corpo. 
Forse Killgrave sarebbe stata una delle malcapitate vittime di quest'ultima ma al momento non gliene fregava proprio niente.

***********

Killgrave era ormai sveglio da un paio d'ore senza sapere dove diavolo fosse finito. Da quel che poteva vedere era in una stanza simile a quelle degli ospedali con la differenza che era completamente immobilizzato e imbavagliato. Non poteva né muoversi, né parlare quindi dedusse che era in un posto dove conoscevano o erano venuti a conoscenza dei suoi poteri. 
Gli faceva male ogni singola cellula del suo corpo e intuì che lo stato della sua faccia era solo che peggiorato. 
Fece mente locale su quello che gli era successo da quando svenne a casa sua e si risvegliò la prima volta legato in malo modo e imbavagliato all'interno di un capanno, probabilmente. 
Sì ricordó dolorosamente di tutto quello che gli avevano fatto quei tre gorilla sotto steroidi, compreso il ragazzo di Patsy. Lui soprattutto non ci era andato poi molto leggero: percosse, pugni, calci, ossa fratturate e lividi in tutto il corpo. A quanto pare non era l'unico con la passione del viola. 
Peccato che la sua abilità rigenerativa gli si era ritorta contro quando dopo un'ora, che a lui sembrò un eternità, non cominciarono ad usufruire di una vasta gamma di lame affilate, notando che le ferite si rimarginavano dopo poco tempo. Furono due ore lunghe e dolorose per lui e appaganti per loro, che non facevano altro che tagliuzzarlo quanto bastava per rimarginarsi in fretta e ricominciare tutto da capo. Ricordó tutte le volte che svenne per il dolore e tutte le volte lo risvegliavano con ancora più percosse e fitte lancinanti finché stufi, a uno dei tre non venne la brillante idea di portarlo alla "base" e di lasciare il resto a loro. 
Ora, non sapeva in cosa consisteva la "base" o chi erano "loro" e neanche gli importava sinceramente. Si pentiva solo di non aver ucciso quel troglodita quando avrebbe dovuto, invece di dar retta alla sua Jessi. 
A proposito, in tutto ciò si chiese come stesse e se si fosse svegliata. 
Era esausta povera piccola, pensò ricordando il loro litigio. Si chiese anche se adesso lo stesse cercando, probabilmente sì ma non era sicuro con quale scopo, se lo voleva semplicemente salvare o trovare per riempirlo di botte o chissà che altro. 
Sempre stata manesca, pensò divertito ricordando tutte le volte che lo aveva picchiato, ma soprattutto il loro primo incontro, mentre salvava quel ragazzo da quei teppistelli. 
Ricordò come ne rimase affascinato appena la vide in azione, la sua forza e la sua bellezza unica. Ammise a se stesso che gli ci volle un po per capire che si fosse innamorato di lei, esattamente quando lei lo aveva lasciato a morire, trovandolo tremendamente ironico. 
- La vedo allegro signor.... Killgrave, giusto? - chiese un uomo appena entrò nella stanza. 
L'incantatore si giró immediatamente nella sua direzione, per quanto gli era concesso muoversi, notando che si trattava di un uomo sulla sessantina o giù di lì, scialbo, senza capelli, con un normalissimo camice bianco e un orribile cravatta a quadri. 
Se Killgrave avesse potuto muovere anche solo un nervo facciale, avrebbe fatto una smorfia di disgusto. 
Avrebbe voluto fargli giusto qualche domanda del tipo cosa volevano fargli o se mai l'avrebbero lasciato andare, sì perché aveva la vaga sensazione che quello non era un normale dottore venuto per fargli un semplice controllo di routine. 
Ma ci pensò l'uomo in piedi a dargli delle risposte. 
- Non ti affannare a parlare, non potresti in ogni caso. Mi presento, sono il dottor Miklos Kozlov e mi è stato riferito da dei miei ex pazienti delle tue doti particolari - e qui Kevin roteó gli occhi già immaginando cosa volesse da lui. 
- Oh non faccia così signor Killgrave - lo rimproverò mentre due infermiere entrarono con un carrello con sopra un mini televisore - Se sarà collaborativo nessuno si farà male - e detto ciò accese lo schermo mostrando quattro finestre che riprendevano quattro visuali diverse dello stesso luogo. 
Dalle immagini sembravano le telecamere di videosorveglianza di un molo o qualcosa del genere però essendo buio non si vedeva granché. 
Non stava capendo cosa stesse guardando. 
- Sa? I miei uomini sono bravi a far sembrare qualsiasi cosa un incidente. Lo riconosce questo luogo? - ma vedendolo confuso continuò - È il capanno dove è stato torturato qualche ora fa. E ora - continuó cambiando la visuale delle telecamere - Riconosce questo palazzo? 
E lì, Kevin si stupì non poco di vedere inquadrata il palazzo dove fino a tre giorni fa la sua Jessica abitava e lavorava. E gli saltò un battito quando vide sempre lei scendere da un taxi ed entrare nell'edificio in tutta fretta. 
Un piccolo dubbio gli si stava insediando nel cervello ma sperava davvero di sbagliarsi. 
- Bene, vedo che sta iniziando a comprendere. Queste sono le riprese di un'ora fa circa, quell'essere si sta proprio impegnando nel cercarla - disse sprezzante verso la sua Jessica. 
Quel tono difatti non piacque per niente a Killgrave non facendo altro che infastidirlo di più e già immaginava come l'avrebbe punito non appena si fosse liberato. 
Almeno lo rincuorava un minimo il fatto che Jessi lo stesse cercando. 
- Non ci vorrà molto prima che capisca dove potrebbe essere, peccato che la aspetterà una brutta sorpresa - e detto ciò cambiò di nuovo visuale alle telecamere mostrando l'immagine di un C4, un comune ordigno esplosivo al plastico con timer comandato a distanza attaccato ad un tubo del gas. Beh non era difficile immaginare dov'era situato quel tubo. 
- Abbiamo disseminato il capanno dove era imprigionato con più ordigni di questo genere e non appena quella donna ci entrerà per cercarla, salterà in aria insieme alle sue speranze di rivederla viva. Ma - esclamò vedendo il terrore negli occhi del suo paziente - se sarà collaborativo, potremo risparmiarla, la libereremo e potrete rincontrarvi - disse allungandogli un block notes e una penna. 
Killgrave, a stento riuscì a prenderli in mano e faticosamente cominciò a scrivere.

Cosa volete?, scrisse.

- Molto bene. Sapevo che non era uno stupido. Voglio solo sapere come ha ottenuto le sue doti straordinarie. Sappiamo per certo che lei non è come quella donna perché non è segnato in nessuno dei nostri registri e siamo molto curiosi di sapere come li ha ottenuti
Non sono come Jessi? Registri?
Killgrave era sempre più confuso, non stava capendo cosa centrasse Jessi in questa storia, dove fosse e cosa volevano fargli. Per giunta l'avrebbero ammazzata se non gli avesse dato le informazioni che volevano.

Cosa volete farne delle informazioni che le darò?

- Non sono informazioni che sono tenuto a darle, signor Killgrave. Sappia solo che darà un sostanziale aiuto alla protezione di questo paese. 
Sì, come no. Creeranno se va bene un intero esercito in grado di poter controllare le altre nazioni ed essere praticamente immortali, pensò sarcasticamente. 
Si sentiva sulle spine, il tempo stava per scadere, Jessica era tremendamente brava a trovare le piste ed era solo questione di minuti poi sarebbe stata sua la scelta se farla saltare in aria e proteggere così tutti gli umani o salvarla e rendere schiavo l'intero mondo. Poteva essere un po drastica come cosa, ma sostanzialmente è questo quello che sarebbe sicuramente successo, a rigor di logica. 
Che poi, se avesse scelto di salvarla come voleva ovviamente fare, lei non gliel'avrebbe mai perdonato, conoscendola. E inoltre non era neanche sicuro che quell'uomo avrebbe mantenuto la parola. Poteva benissimo uccidere sia lui che Jessi non appena avesse ottenuto le informazioni che voleva, per quanto ne sapesse. Però d'altra parte, se avesse scelto di non salvarla, non avrebbe mai perdonato se stesso e probabilmente se non lo uccidevano loro, si sarebbe ucciso da solo non appena lo avessero liberato. A conti fatti, entrambi avevano ben poche chance di uscirne vivi quel giorno. 
- Signor Killgrave? - lo richiamò dai suoi pensieri Kozlov, facendolo ritornare in sé e riprese a scrivere.

Dove sono? Voi chi siete?

L'uomo sospirò stanco di quelle domande - Questo è l'IGH, Industrial Garments & Handling. Lo so, il nome può confondere ma sfortunatamente non l'ho scelto io. Adesso si trova nell'ala di mia competenza, adibita alla ricerca di trattamenti e farmaci sperimentali per il potenziamento militare. Ora - e guardò il monitor dove riprendeva di nuovo il capanno - visto che ha perso abbastanza tempo con domande inutili, la devo costringere a prendere una decisione alla svelta, il tempo ormai sta per scadere - infatti da una telecamera si intravide una figura muoversi furtivamente attorno al capanno e tutte le sue speranze che non fosse lei andarono in fumo quando la riconobbe da una lucina al neon a cui passò a fianco. 
Ti prego Jessica, non entrare! Va via da lì ti prego!, cercò di avvisarla mentalmente anche se sapeva che non poteva sentirlo. 
- Allora, signor Killgrave, ha preso una decisione? 


 

Helloooooooo, scusate SCUSATE davvero🙏 Solo adesso mi è ritornata un po di ispirazione però sappiate che non ho mai avuto intenzione di mollare questa storia anzi! Anche se non so quanto ci metterò, questa storia la finirò, ve lo garantisco! Temo però che dovrete avere un po di pazienza😅

   
 
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