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Autore: Selian    22/08/2009    3 recensioni
" [..] Il giorno della mia trasformazione, è stato anche il giorno in cui è iniziato il nostro errare.
Il mio risveglio non è stato dei migliori (Trovare il tuo uomo riverso in terra, senza vita, non è proprio il massimo), ma quando Samuel si riprese, mi raccontò cos’era accaduto mentre il mio corpo stava subendo la mutazione.
A quanto pare la giustizia ha fatto il suo corso, pensai felice dentro me, ma ora dobbiamo guadagnarci la nostra libertà. [..]"
La felicità è un bene prezioso, e alle volte bisogna guadagnarselo.
C'è chi lo fa con mezzi leciti, chi meno, ma non si deve mai rinunciare a pretenderla.
Qualunque mezzo si usi.
[ Sequel di: Tua..Fino all'ultimo battito - Spero vi piaccia!!! Anche se so che alle volte i sequel non sono molto amati..vabbè, speriamo di si!!! Baci T_L_V]Il doppio tag < br > e il < br > semplice ad inizio e/o fine introduzione sono vietati. Lely1441, assistente amministratrice
Genere: Romantico, Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Un fischio continuo mi stava penetrando nel cervello.
Un dolore lancinante si espandeva in tutto il corpo.

Ma anche un " bip" ritmico proveniva dalla stessa direzione di quel fastidioso suono..
Cosa diavolo era?
Nemmeno all'Inferno potevo avere un pò di tranquillità?

Poi, quando un'ennesima fitta di dolore mi invase, capì di non essere morta.
Potevo avvertire ogni muscolo o arto pronto a rispondere ai miei comandi, solo che uno strano stato di intorpidimento mi prosciugava ogni forza.

Allora mi soffermai ad ascoltare quel che mi succedeva intorno, evitando di aprire gli occhi.
Fidandomi solo dei miei sensi.

Dei deboli rumori provenivano dalla stanza accanto.
Mi arrivavano ovattati, deboli.
Probabilmente la porta era chiusa.

I suoni erano facili da individuare:
Un pesante pestare di piedi, tipico di Jason.
Un respiro calmo ed un battito regolare mi dicevano che la cacciatrice era ancora lì, viva e prigioniera.

Il suo odore mi colpì più forte della volta scorsa, provocandomi un gemito di nausea improvviso.

Poi un nuovo odore mi colpì, uno che non avevo mai sentito.
Era umano, udivo chiaramente il battito ritmico del suo cuore, potevo sentire il profumo del suo sangue, che per qualche secondo mi distrasse.
Ero assetata.

Poi decisi di lasciar perdere quell'invitante fragranza.
Ma perchè era così vicino?

Potevo sentire il suo respiro accanto al mio cuscino, al mio viso.
Perchè Jason mi aveva lasciata sola con questo estraneo?

Nuovamente sentì una fitta all'altezza della coscia destra, il punto dove avvertivo più forti i dolori in quel momento.
Poi un fuoco mi invase.

Urlai, imprecai, mi dibattei, ma ero legata al letto con delle cinghie.
Ma cosa..

- Slegami! Cosa diavolo mi stai facendo?- urlai in preda al panico e al dolore.
Si era intensificato, mi stava ardendo una gamba, e lui era lì, immobile di fronte al mio letto!

Continuò imperterrito, per quelle che mi parvero ore lunghissime.
Ed intanto il dolore aumentava e diminuiva.
Alternandosi dalla gamba alle spalle.

Poi quando tutto finì, un senso di calma finalmente mi pervase.
Alzai lo sguardo verso il mio assalitore.

Era un uomo sui trent'anni, dai capelli scuri ed ondulati.
La carnagione olivastra e gli occhi neri.
Il tipico ispanico.

La sua espressione bonaria e professionale sembrò riuscire a calmarmi.
Lo guardai spaesata..chi era?

- Chi..chi sei?- chiesi esausta, respirando affannosamente.

- Il tuo medico, Gabriel Martines..- rispose con voce gentile, poi vedendo la mia perplessità, chiarì la faccenda- Diciamo che sono uno specialista..nel curare voi..- sorrise sardonico, lasciandomi immagazzinare la notizia.

La testa mi doleva oltre ogni dire, pulsava, ovattando maggiormente i suoni.
In un certo senso, mi rendeva più vulnerabile..

Tu-tum..tu-tum..tu-tum..

Mi gelai.
Un battito.
Dentro..me.

Sbarrai gli occhi, confusa.
Ero morta, il mio cuore non poteva battere.

Guardai il dottore, con una muta domanda negli occhi.
Lui sorrise e si sedette nella sedia accanto al letto.

- Dottore..cosa..perchè sento battere il mio cuore?- chiesi, spaventata.
Era così grave la situazione?
Che il mio corpo stesse rigettando la trasformazione?

Stavo..morendo? O forse tornando umana?
Era per questo che sentivo tutto quel dolore?
E le allucinazioni con tutto il resto?

Prese la mia mano, legata, tra le sue.
Allora tutto smise di esistere.

La paura prese il sopravvento su di me.
Se ancora il mio cuore fosse stato vivo, sarebbe esploso.

Ma se c'era quel battito in me, perchè non rispondeva ai miei stati d'animo?
Guardai il mio petto, e lo vidi immobile, il battito regolare mentre il mio animo era in piena angoscia.

Poi alzai lo sguardo dietro la schiena del dottore.
Accanto al mio letto c'era una sacca di sangue, collegata alla mia vena sul collo.

Poi una strana macchina che produceva sia il fischio che il " bip", continuamente, mettendo a dura prova la resistenza dei miei timpani e della mia pazienza.
Era collegata al mio corpo attraverso uno strano marchingegno, che quando ero in vita mi veniva messo spesso quando dovevano controllare i battiti del mio cuore.

Ma a cosa serviva ora?

Tu-tum..tu-tum..tu-tum..

Nuovamente quel rumoroso ed insensato suono attaccò i miei timpani, facendoli pulsare dolorosamente.

Mugugnai di dolore.
Fatelo smettere!!!
Smettila..ti prego!

Cercai di portare le mie mani alle orecchie, ma quelle dannate cinghie mi impedivano ogni minimo movimento.
Ringhiai, frustrata e dolorante.

Con le unghie cercai di rendere brandelli quelle dannate corde, ma le mie dita non erano abbastanza lunghe.

Ringhiai nuovamente, mentre l'angoscia stava rendendo molto difficile il mio autocontrollo.

Poi posai nuovamente lo sguardo sul dottore, che sembrava essere tranquillo.
Troppo tranquillo.

- Mary, calmati, non è nulla- disse con espressione pacifica.

Ma come poteva dirlo?!
Non era certo lui che sentiva un battito nel suo corpo..un battito che non ci sarebbe dovuto essere!

- Mary, stai tranquilla..non ti sta succedendo nulla di brutto..- continuò, carezzandomi i capelli, dolcemente.

Se non era nulla di brutto, allora cosa mi stava accadendo?!

Lo guardai interrogativa, furiosa e spaventata.
Un mix letale per i miei nervi.

- Dottore, sputa il rospo, cosa mi sta succedendo? Jason lo sa? E Samuel?! O Dio, Sam è stato avvisato? Dov'è?!- chiesi d'un fiato, non lasciando tempo di rispondere tra una domanda e l'altra.

Lui mi guardò comprensivo.
Nel vano tentativo di calmarmi.

- Nessuno sa cosa ti sta succedendo, sarai la prima a saperlo..ne va della tua privacy, della tua decisione..- disse grave, poi continuò- No, nemmeno Jason sa cosa ti sta accadendo, per lo stesso motivo. E il signor Cross, per scelta del vostro amico, non è stato avvisato..- finì, tranquillo, ma dispiaciuto.

Allora era grave..

Lo guardai in trepida attesa, ansiosa.

Poi parlò.
E ciò che disse, non me lo sarei mai aspettato.
Come la pioggia nel deserto, mi aveva colta di sorpresa.
Impreparata.

- Mary, lei..aspetta un bambino..- finì con calma, guardandomi, osservando la mia reazione, che, puntualmente non arrivò.
.
.
.
.
.
.

Le ore erano passate lentamente, potevo sentire il suo dolore attraverso quella misera porta.
Sorrisi sadicamente al suono delle sue urla.

Ora stava soffrendo.
Bene.

- Cosa ridi, lurida hunter?- chiese quel ragazzo, che circa il giorno prima ( non so esattamente quanto sono rimasta in stato d'incoscienza), mi aveva resa sua prigioniera.

Incredibile, io Christine Kanooh, discendente di una nobile, illustra e potente famiglia di maghi hunter, ero stata intrappolata come una dilettante.

Il mio sorriso si spense, per diventare una smorfia di disgusto.

Disgusto verso me stessa, che ero stata così incapace da farmi prendere, e disgustata dal fatto che quelle luride mani da Licantropo mi avessere toccata, o per meglio dire torturata.

Sentì lo zigomo tirare, e la tempia pulsare.
Il sangue rappreso della ferita che mi arrivava a toccare il mento, tirava la pelle nella sua scia cremisi.

Però una cosa mi aveva colpita, ed ancora non capivo cos'avesse smosso in me un moto di..pietà verso quella Vampira.

Forse la sua rassegnazione, quella parola - Perdonami..-
Non so a chi fosse rivolta, ma era stata abbastanza per farmi abbassare la guardia per quei sei secondi.

Non mi era mai capitato nella mia carriera.
La maggior parte delle volte " loro" si ribellavano, nell'altra..non facevano nemmeno in tempo a rendersi conto di essere stati attaccati.

Sei secondi che hanno compromesso la mia posizione.
Da cacciatrice, ero riuscita a diventare preda.

Complimenti Chris, brava!

Guardai nuovamente quel Licantropo, intento a camminare avanti ed indietro difronte alla mia sedia, la mia " prigione".

Era stato bravo.
Aveva usato una corda incantata dalla magia nera.
Solo chi l'aveva legata sarebbe stata in grado di scioglierla.

Un'altra cosa che mi aveva colpita era l'attaccamento che quell'essere aveva per la Vampira.
Dovrebbe essere il suo Schiavo, dovrebbe essere felice che Lei fosse quasi in fin di vita.
Sarebbe stato libero.

Ed invece era lì, che si disperava, che si angosciava per quell'infido essere aldilà della porta.

Che esseri contorti.

Abbassai lo sguardo e vidi la corda.
Provai a muovermi, l'ennesimo tentativo di liberarmi, ma più mi muovevo più la stretta sul mio corpo aumentava.

Mi maledissi nuovamente per la mia inadeguatezza alla situazione, che mi era costata cara.

Poi un silenzio di tomba invase l'altra stanza.
Forse il dottore aveva finito di curare le ferite che avevo inferto a quella strana creatura.
La compagna dell'erede di quella dannata famiglia.

- Che abbiano finito?- chiese retoricamente il " cagnolino".
Divertente.
D'ora in poi l'avrei chiamato così.

Certo, l'avrebbe fatto arrabbiare, ma non poteva certo toccarmi oltre.
Il mio corpo era stato benedetto, ed avevo parecchi monili d'argento.

Ero " off-limits" per un certo verso.
Infatti, il risultato della mia tortura aveva lasciato dei segni anche sulla sua pelle.

Aveva le mani ustionate, ed un acre odore di decomposizione proveniva dalle medesime.
Lo osservai, ghignando.

Non mi avrebbe toccata.

- Beh, cagnolino, vai a vedere, no? Ah, apparte che te non puoi entrare nella stanza perchè è stata resa ermetica da un'incantesimo di quel dottore..povero, povero cagnolino escluso..- conclusi con un tono di voce canzonatorio.

Volevo vedere se aveva ancora la voglia di piacchiarmi, dopo che si era dovuto far medicare a sua volta, con delle garze e vari unguenti.

Lo vidi avvicinarsi, lentamente, ed alzare una mano.
Mi avrebbe colpita nuovamente.

A quanto pare non aveva la minima educazione sul fatto di " Non toccare le donne neanche con un fiore".
Beh, pazienza, avrei sopportato.

Il mio sguardo intanto non si era mosso minimamente dal suo, fisso su di me.
Con quegli occhi neri, lucidi, spaventosi.

Vidi la mano abbassarsi velocemente verso la mia guancia sinistra, ed una scossa scaturì nuovamente dal nostro contatto.

La sua mano aveva l'ennesima ustione, mentre la mia guancia faceva sfoggio di un altro livido.

- Come mi hai chiamato?- chiese con rabbia, pronto ad alzare nuovamente le sue luride mani su di me.

Lo guardai con espressione di sfida, non mi sarei arresa così facilmente.

Ma in fondo lo capivo, ero il suo nemico non mi avrebbe potuto trattare diversamente.

Lo vidi alzare nuovamente la sua mano, che ora fumava lasciando quel detestabile odore di pelle bruciata.

Quando delle urla bloccarono i miei pensieri e le azioni di lui.
Cosa era successo?
.
.
.
.
.
.

Una sensazione di vuoto aveva riempito il mio cuore.

- I-incinta? Io? Ma ne è proprio sicuro? Guardi che sicuramente c'è un errore, non può essere..no, si deve sbagliare per forza..un corpo morto non può generare vita!- urlai sconvolta.

No, si stava prendendo gioco di me.
Io..io non avrei mai potuto avere bambini.

In vita, io, ero sterile.
Ormai avevo convinto me stessa, ero riuscita a dare un senso a quel fatto.

Perchè voleva prendersi gioco di me?

- Perchè..perchè..- parole al vento che cercavano un significato.
Una ragione a quella menzogna.

- Mary- mi si avvicinò, afferrandomi per le spalle, per poi continuare- Mary, sei incinta, non è un errore..il cuore che senti battere dentro di te è di tuo figlio..- finì dolcemente, guardandomi.

- No! Io non posso..non posso..io non posso avere bambini..io sono sterile!- urlai nuovamente.
Non volevo ascolatare le sue malvagie bugie.

Scalciai, urlai, mi dimenai a tal punto da smuovere il materasso.

Poi lui prese nuovamente parola, con la calma che contrastingueva quell'uomo.

- Mary..anche se te eri sterile, la razza alla quale appartieni adesso, può generare suoi simili, fecondare anche persone considerate sterili e..mettiamola così..te eri sterile solo per la tua razza..cioè, la mia..- concluse ridacchiando di quella sua piccola gaffe.

Lo guardai sbarrando gli occhi.
Non mi stava prendendo in giro, vero?

Io..aspettavo un figlio da Samuel!

- E..e da qunto tempo..- chiesi, finendo allusivamente.

- Lei è di tre mesi all'incirca..ma la cosa straordinaria è che il bambino ha resistito alla trasformazione..il bambino è umano, ed è in perfetta salute nonostante lei sia stata quasi uccisa!!- concluse estasiato, per quella nuova scoperta, a quanto pare unica.

Ma non mi importava di nulla.
Ora, mi importava solo del mio piccolo.

Il mio piccolo, bellissimo bambino.

Il Nostro cucciolo mortale.
.
.
.
.
.
.

Alle volte preferirei non essere mai nato.
Non da una stirpe del genere, non nell'aristocrazia.
O perlomeno non in quella della mia razza.

Non da loro.

- Samuel, piccolo mio, come stai?- chiese quella voce mielosa e stomachevole dall'altro lato della stanza.

- Salve..Madre..- risposi, inginocchiandomi.

La mia famiglia, la stirpe BloodyCross, nobile casata vampirica la cui fondazione risale ai meandri più oscuri della storia.
Della loro storia, non della mia.

Mi ero distaccato da quell'orrenda famiglia secoli fa.

- Allora, a cosa dobbiamo questa deliziosa sorpresa?- chiese nuovamente quella che era solo fisiologicamente mia madre.

Mia madre, il capo di quel dannato clan.
Desdemona Cross, chiamata anche "BloodyCross" per le sue abitudini, dal quale deriva il nome di quel suo stupido ed insensato gruppo..

Lei, il demone tra i demoni.

Dalla bellezza inumana, per quanto terrificante.
I suoi occhi neri dalla pupilla cremisi felina spiccavano su quel corpo nero.

Era seduta sul suo " trono" di ossa umane.
Una cosa assolutamente disgustosa.

Il suo viso ed il suo corpo, coperti da una pelle squamosa color cenere.
Le ali che uscivano dalla schiena, ma che ora le teneva ritratte contro il corpo, come un mantello.
I lunghissimi e scurissimi capelli ricadevano sulle sue possenti e dragoniche spalle, sempre squamose, fino a toccare terra, trattenuti in gigantesche trecce.

Era la bellezza fatale del suo " mostro".
Lei aveva venduto la sua anima a quell'essere, rendendola invulnerabile e potentissima.

- Sono venuto a chiedere informazioni sul quel che ti avevo chiesto..mi hai convocato da solo..cosa vuoi in cambio?- chiesi di slancio, sospettoso, sapevo che quell'informazione avrebbe avuto un prezzo.

Mi guardò, sorridendo di scherno, poi parlò.

- Eh, la tua perspicacia non si è sclafita col passare dei secoli..beh hai ragione..mi serve una cosa..ed è una cosa che solamente te puoi darmi..- concluse sospirando, con phatos.

Mi stavo innervosendo.

- Bene, ed allora parlate- conclusi tagliente.
Trovarmi tra quelle quattro mura mi aveva sempre reso irascibile ed intrattabile..non vedevo l'ora di tornare tra le braccia della mia Mary.

Chissà come stava adesso..

- Beh, figlio mio..io ho bisogno del suo sangue.- concluse guardandomi con cattiveria.

Ma di cosa stava parlando, Mary era già diventata un vampiro, non aveva più sangue umano..
Di chi stava parlando?

- Madre, ma di chi..- iniziai a chiedere, ma la sua voce altisonante mi bloccò.

- Ho bisogno del sangue del tuo piccolo, del tuo frugoletto!- concluse ridendo.

- Madre, io non ho nessun frugoletto..- risposi scettico.

- Oh, ancora non lo sai, è vero..beh, sempre meglio tardi che mai!- disse, battendosi una mano in fronte, teatralmente- La tua compagna è incinta! I segnali ci sono tutti, ed è anche una cosa assai rara che un cucciolo umano venga partorito da un non-morto! Che cosa affascinante ed assai curiosa!- disse saltellando sul posto e battendo le mani, come una bambina.

Ma in quel momento nulla aveva importanza..
Mary aspettava un figlio..mio figlio.

Sorrisi a me stesso, poi le parole di mia madre tornarono a perforarmi il cervello..

- Ho bisogno del sangue del tuo piccolo, del tuo frugoletto!- aveva detto così.

E, conoscendo quel perfido essere, l'avrebbe avuto.
O il piccolo o la mia compagna.

O entrambi se le fosse stato necessario, poi si sarebbe sbarazzata di loro..

No, avrei fatto in modo da non poterglielo permettere.
L'avrei fermata, ma il problema adesso era..Come?

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Ed ecco il terzo cap..ringrazio chi legge e chi l'ha messa tra i preferiti!

Bene, ed ora ringrazio chi ha commentato:

ale_9038: Caraaaaaaaaaaaaaaaaa T_T grazie di aver commentato nuovamente!
Beh, che dire, te l'aspettavi??? XD
Spero che anche questo ti sia piaciuto!!
Un bacio T_L_V

Ps: Scusate per quello che avevo scritto sul secondo cap, ma (chi scrive credo possa confermarlo) è maledettamente frustrante non sapere se la storia piace o deve essere modificata ecc!

Beh, al prox cap!
Baci T_L_V
  
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