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Autore: Sammy_Stark    08/12/2020    1 recensioni
Il detective Ashton M. Fell era in procinto di versarsi una buona tazza di tè (non c'era niente di meglio per accompagnare salsicce, uova strapazzate e funghi trifolati) quando il campanello suonò insistentemente per alcuni secondi.
Ashton sospirò e posò la teiera sul fornello.
Un nuovo giorno, un nuovo omicidio a Los Angeles.
Genere: Commedia, Noir, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La macchina non si limitò a fermarsi in strada.

Entrò nel viale e arrivò quasi alla porta d’ingresso secondaria.

Per qualche istante il detective Fell pensò che Anthony fosse totalmente impazzito e volesse direttamente entrare in casa con la Bentley.

Avevano sterminato una ventina di begonie quando, per tagliare, Courtney era passato sulle aiuole.

Ma in quel momento le piante erano l’ultimo dei loro problemi.

 

Le auto della polizia erano ferme davanti all’ingresso principale, le avevano notate mentre sfrecciavano verso la porta di servizio, ma non c’era traccia degli uomini e nemmeno del commissario Marple.

Inoltre quella sensazione di pericolo imminente era aumentata a dismisura.

Ashton si scambiò uno sguardo con Anthony. La percepiva anche lui. Era scritto nella sua espressione e i suoi occhi… I suoi occhi!

Il detective non ne era certo ma sembravano… No, sicuramente la paura gli stava giocando brutti scherzi.

Entrarono velocemente in casa ma, appena dopo qualche passo, Ashton si ritrovò strattonato all’indietro. Tentò di divincolarsi e chiamò Courteny per chiedere aiuto. Le mani ora lo stavano stringendo per il collo e gli stavano mozzando il respiro. 

Di Anthony non c’era più nemmeno l’ombra.

Un istante dopo però Ashton si ritrovò libero. Si chinò in avanti e tossì un po’, paonazzo in viso. Fece dei profondi respiri per riprendere fiato, in affanno, e poi si voltò e vide Courtney, che brandiva ancora un candelabro, e uno dei poliziotti, ormai steso a terra. Notò un luccichio cremisi ma non volle indagare. Stava per venire ucciso, Anthony aveva agito per salvarlo, fine della storia.

 

Ma com’era possibile che qualcuno della polizia avesse aggredito lui? Anche se non l’avesse riconosciuto, anche un principiante sapeva che non era di certo quello il modus operandi della polizia. Ad infittire ancor più il mistero, ci fu un evento singolare: una nuvoletta color porpora uscì dalla bocca del poliziotto e scomparve giù per le scale che portavano alla cantina. Entrambi i presenti si guardarono e poi, all'unisono, si avviarono in fretta giù per le scale, Fell impugnando la propria pistola (che  aveva recuperato in commissariato), Crowley un soprammobile a forma di… Era un elefante…? E quando l’aveva preso? Che fine aveva… Oh, giusto. Il candelabro era insanguinato...

Ashton non ebbe nè tempo nè modo di rifletterci ancora su.

 

Davanti a loro, in un pentacolo disegnato in terra con del sale dallo strano colorito rosa, si ergeva un mostro dalla pelle rossa e dalle lunghe corna bianche attorcigliate. Stesi a pochi passi, forse privi di vita, c’erano i dipendenti del signor Sanders e gli uomini della polizia. Avevano un colorito violaceo e le labbra sembravano dipinte per quanto fossero di un color ciliegia acceso.

 

-Perchè invocano sempre i peggiori con cui chiacchierare..??- si lamentò Courtney, che non sembrava essere particolarmente sconvolto, al contrario di Fell che, in un momento di assoluto terrore, sparò un paio di colpi verso la creatura, la quale si voltò e ruggì.

Una nube cremisi si propagò nell’aria e andò in direzione di Ashton, il quale fece un’espressione perplessa quasi quanto quella della bestia.

Non riusciva a capacitarsi del perchè i suoi poteri avessero smesso di funzionare.

 

-Ma che bella idea, davvero!- borbottò Anthony, lasciando cadere il soprammobile a terra e spostando quindi l’attenzione su di sè.

-Senti, amico, sai che è illegale comparire in un pentacolo disegnato male… Guarda qua! Questa la chiami punta?? E quella linea tutta tremolante! Cioè, dai! Ci siamo abbassati a così tanto? La prossima volta comparirai anche quando un bambino disegnerà una stellina??-

Ashton lo ascoltò solo in parte.

Sapeva cosa doveva fare e sapeva anche di avere il tempo contato se voleva salvare tutta quella gente.

 

 Mentre Crowley continuava a distrarre la creatura infernale, Ashton… O forse era Aziraphale il suo nome…? Corse alla porta della stanza comunicante, prese quattro bottiglie del primo vino bianco a portata di mano, dello Chardonnay di una pregiata annata, e lo gettò a terra, ai piedi della bestia, pronunciando delle frasi in latino.

La creatura, ancora presa a litigare con il rosso, si accorse troppo tardi di cosa avesse fatto l’angelo intanto.

-Sia dannato tu e tutta la tua specie!! Mancava così poco!!- Urlò, in preda alla rabbia.

Si scatenò un vento fortissimo e una nube color porpora si levò dai corpi degli agenti e dei camerieri, scomparendo nel pentacolo insieme alla creatura infernale. 

Per un momento rimasero al buio totale visto che il vento aveva spento le candele usate per il rituale.

Era stato tutto molto intenso, nessuno dei due aveva voglia di aprir bocca per primo.

 

Quando il commissario Marple e gli altri malcapitati riaprirono gli occhi, non c’era traccia di Fell e Courtney.

E nessuno si ricordava di loro.

 

La governante confessò il piano che aveva organizzato con gli altri membri della servitù: si erano appassionati all’occulto grazie alle continue feste a tema del signor Sanders e avevano messo in piedi una vera e propria setta. Dopo aver visto i piccoli rituali funzionare, avevano organizzato qualcosa di più grande, per cui servivano passaggi specifici, tra cui anche l’uccisione del loro datore di lavoro, di un povero animaletto indifeso e l’uso del loro sangue mischiato con il sale.

Inutile dire che furono considerati dei pazzi e in più nessuno ricordava di aver mai visto una bestia infernale in vita propria, a parte loro. Vennero arrestati e messi tutti sotto processo.

 

Poco prima di lasciare la proprietà, il commissario Marple si fermò ad osservare dei segni sulle aiuole. Erano chiaramente stati lasciati da una macchina, ma… Nessuno dei loro era passato di lì…

I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di due ragazzi.

Il moro era era alto, con gli occhi coperti dai capelli e un’espressione quasi scocciata. Il biondo, più basso, sorrideva come se stesse andando al luna park.

-Siamo della scientifica! Dobbiamo indagare!- disse, in modo piuttosto baldanzoso.

Nessuno dei due portava una divisa, erano solamente vestiti di nero. Uno aveva perfino uno strano tatuaggio sul collo.

“Bah, i giovani d’oggi!” pensò fra sè Marple e li lasciò entrare. Non capiva bene il perchè ma sentiva di doversi fidare di quei due… E poi era stanco e voleva andarsi a mangiare un vassoio di pasticcini.

Ebbe un vago ricordo di qualcuno con cui aveva trascorso del tempo che adorava i pasticcini ma era incapace di mangiarli senza sporcarsi con lo zucchero a velo… Abbozzò un sorriso.

 Il secondo dopo si chiese il motivo per il quale stesse sorridendo e se ne andò finalmente a casa.

 

Dal giorno dopo, quando su tutti i giornali uscì la notizia della chiusura del caso, Sanders potè riposare in pace e anche la famiglia del povero William Rosebert riuscì ad andare avanti con la rinnovata ( e definitiva) consapevolezza che il loro ragazzo fosse davvero innocente.

Nessuno si fece più domande riguardo quello che successe quella notte, tutti avevano la sensazione che mancassero dei pezzi ma sapevano di non dover indagare più a riguardo, potevano andare semplicemente avanti con le loro vite e dimenticare “L’omicidio a villa Occulto”.

 

Cosa ne fu di Ashton M. Fell e Anthony J. Courtney?


La notte in cui fermarono la bestia.


Per un momento rimasero al buio totale visto che il vento aveva spento le candele usate per il rituale.

Era stato tutto molto intenso, nessuno dei due aveva voglia di aprir bocca per primo.

 

Alla fine fu il biondo a spezzare quel silenzio.

-Crowley…- pronunciò quel nome in un soffio, come se fosse uno sforzo immane far uscire quella parola dalla bocca.

Il rosso sospirò lievemente, rasserenato dal sentirsi finalmente chiamare in quel modo.

-Angelo…- sorrise.

Aziraphale scosse il capo e, nonostante fossero ancora al buio, sapeva di essere visto da Crowley. 

-No.- fissò il demone, in fervente attesa.

Il rosso fece un profondo respiro prima di aprire di nuovo la bocca.

-Aziraphale.- .

L’angelo si commosse non appena sentì pronunciare il proprio nome.

 

In un attimo era di nuovo tutto lì, nella sua memoria.

-Da quanto…?- gli chiese, cercando i suoi occhi nell’oscurità.

-Prima, in commissariato…- Fu costretto ad ammettere Crowley, avvicinandosi all’angelo e utilizzando un piccolo miracolo demoniaco per far accendere una candela e permettergli di incontrare il suo sguardo.

-E perchè non…?- Iniziò a chiedere Aziraphale ma lasciò morire la frase così.

Sapeva già perché Crowley non lo aveva aiutato a ricordare prima del tempo.

-Credi che… Pensi… Il mio negozio di libri…?- abbozzò un lieve sorriso, un po’ in imbarazzo.

Il demone sorrise e lo abbracciò di slancio, incapace di trattenersi oltre.

-Andiamo a scoprirlo, angelo!- esclamò, con tutto l’entusiasmo di un demone che ha appena ritrovato il suo angioletto.

Aziraphale arrossì al ritrovarsi abbracciato all’amico e compagno di una lunga, lunghissima vita.

-E qui…? Come…?-

Crowley sorrise ancora, stringendosi di più a lui. 

-Ci penso io…- .

 

Quando il commissario Marple e gli altri malcapitati riaprirono gli occhi, non c’era traccia di Fell e Courtney.

E nessuno si ricordava di loro.

 
   
 
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