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Autore: Ila_Chwan22    10/12/2020    0 recensioni
Salve gente, sono resuscitata (dopo diversi anni, lo so), ma “meglio tardi che mai”, come recitava giustamente un vecchio detto. Immagino che tutti i miei lettori e lettrici (principalmente lettrici, da quel che ricordo… se ho cannato nel dire ciò, perdonatemi immensamente, è la “vecchiaia” che avanza. ) di vecchia data si stessero aspettando un aggiornamento (“ oh, era ora/ finalmente!”, esclameranno sicuramente alcuni di voi ) della mia original fanfic su One Piece intitolata “ La ragazza venuta dal mare ”, mi dispiace ma avete atteso inutilmente. Poiché non so quando riprenderò a pubblicare la mia storia, dato che la dovrò correggere e sistemare, visto che rileggendo ho notato che in alcuni capitoli già scritti (di cui alcuni anche non pubblicati ancora) c’erano delle discrepanze narrative da agganciare alla trama principale di One Piece, quindi vi chiedo ancora scusa se vi ho lasciati appesi ma mi farò perdonare oggi con una fanfic AU sempre su One Piece, così non sentirete troppo la mancanza di Jessica-chan e di quei personaggi che già conoscete, oltre ad introdurre nuovi personaggi originali. Perciò bando alle ciance ed immergetevi nella lettura per vedere che cosa ho preparato per voi in questi mesi di lockdown!
Ilaria-chwan22
Genere: Noir | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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<< Ma queste rose rosse? >> chiese la ragazza dalla chioma rossa ad una cameriera, che le fece trovare quel maestoso bouquet nel camerino la sera seguente.

<< Te le manda il tuo “corteggiatore numero uno”, Jessica-san. >> ridacchiò l’altra, uscendo dal camerino e lasciando da sola la rossa con un’aria un po’ confusa che, devo proprio ammetterlo, era davvero adorabile su di lei. (Vi chiederete come faccio a saperlo? Semplice: mi sono appostato sotto la finestra che affacciava sul suo camerino! E non pensate male, perché non sono un guardone né tantomeno un maniaco io!)

<< … qualcosa mi dice che è opera di Sanji-kun. >> fece lei con la goccia, mentre apriva il bigliettino per leggere la sospirosa e smielata dedica d’amore del biondo. << … per l’appunto. Ah, quel ragazzo… non smetterà mai di stupirmi con i suoi romantici vaneggi. >>

Prima dello spettacolo di quella sera, decisi che le avrei parlato ad ogni costo, per sentirmi più libero dai miei pensieri, così bussai alla porta del suo camerino.

<< Chi è? >> disse Jessica, con voce suadente.

“Oh no, non usare quella voce, ti scongiuro!” , pensai agitato, dopo averla sentita pronunciare solo due semplici parole.

<< Ho detto, chi è? >> ripeté da dentro al camerino lei, sempre con lo stesso tono di voce.

<< Ehm… sono un vostro ammiratore, signorina. Posso parlarvi un attimo, per cortesia? >>

Quando si aprì quella porta, sapevo che c’era lei dietro e ciò che vidi mi spiazzò ancor più: Jessica era splendida come la prima volta che la vidi esibirsi, indossando lo stesso modello di vestito, ma di una tonalità diversa, di color acqua marina, per essere più precisi.

<< Oh ma tu guarda, sei il nuovo cliente di ieri sera! >> sorrise lei nel riconoscermi tanto facilmente e in quel momento sentii che le gambe mi tremavano, in preda all’emozione.

<< Si ricorda davvero di me? >> sbiasciai io stupito, allargandomi un po’ il colletto della camicia, che in quel frangente mi sembrava tremendamente stretto e mi impediva persino di respirare.

<< Ma certo che sì, sei stato l’unico del pubblico maschile che non mi fischiava dietro, né sbavava… l’ho apprezzato tanto. >> sorrise di nuovo lei << Accomodati pure, se vuoi parlarmi. >>

Dopo che entrai, mi sedetti subito sul divano che si trovava sulla sinistra, vicino alla finestra, poi anche lei si sedette vicino a me, tutta sorridente.

<< Cosa volevi dirmi con tanta urgenza da venire adesso in camerino, prima del mio spettacolo? >> chiese lei incuriosita, con un dolce sorriso dipinto sulle labbra.

<< Ecco… io… >> cominciai a balbettare per la prima volta nella mia vita e quasi non mi riconoscevo.

<< Tu cosa? >> chiese lei, avvicinandosi di più a me e scrutandomi un po’ con quei suoi occhi smeraldini meravigliosi.

<< P-piacere, sono Alan! >> dissi in automatico, stringendole la mano, senza rendermi conto che ero tremendamente rigido, come un pezzo di legno e non sapevo che altro dire.

<< Ehm … il piacere è tutto mio, Alan. >> disse lei un po’ confusa, nel ricambiare la stretta di mano. << A parte il tuo nome, cos’altro volevi dirmi?>> aggiunse la rossa, scostandosi leggermente il ciuffo da sopra l’occhio destro.

<< A-ah sì, ecco io… io volevo dirti che… ecco… >> mentre balbettavo come un demente di fronte a lei, mi stavo insultando da solo in mille modi diversi, per come risultavo ridicolo nel tentare di spiccicare un’altra frase di senso compiuto, per non essere cacciato fuori da quel camerino.

Il risultato? Lei scoppiò in una risata totalmente inaspettata, che non riuscivo affatto a capire.

<< Sei così simpatico, non avevo mai riso così da tanti anni. >> disse lei, continuando a ridere.

 << Eh? >> feci io, incredibilmente confuso da quella sua reazione.

<< Se volevi scrollarmi l’ansia di dosso con una risata, ti comunico che ci sei riuscito benissimo. >> rispose lei con un sorriso così splendido, che mi ammutolì del tutto per come mi ero messo a fissarla. << Ora posso dirti una cosa io? >> aggiunse lei, poco dopo.

<< Ti ringrazio infinitamente per questo tuo piccolo gesto, nessuno finora lo aveva mai fatto prima di un mio spettacolo. >> sorrise, dandomi un bacio sulla guancia sinistra, che mi conferì l’inaspettata forza di alzarmi e andarmene via, tutto contento a passo meccanico. << Spero che stasera ti siederai più vicino al palco per sentirmi cantare, a dopo! ~ >> mi disse lei, tutta sorridente, salutandomi con la mano.

Dopo quel piccolo e casto bacio sulla guancia, mi sentivo inaspettatamente al settimo cielo, cosa assai rara nella mia grigia vita da detective! Feci del mio meglio per sedermi in prima fila per vederla cantare di nuovo … e invece dovetti accontentarmi della seconda fila, per non creare rogne al club né tantomeno a Jessica-san, visto che un gruppetto di ubriaconi poco di buono aveva messo le tende fisse lì.

Aspettai che arrivasse finalmente il momento della prossima esibizione di Jessica. Tenni gli occhi puntati sul palcoscenico fino a quando la musica suonò una canzone intitolata "Candyman"[trad. Uomo dolcissimo]. Il modo in cui lei avanzava sul palco, e cantò con una tale espressività e naturalezza tanto da lasciarmi senza fiato. Come ci riusciva? Non ne avevo la più pallida idea, ma il modo in cui cantava era così bello; il modo in cui camminava era privo di imperfezioni; il modo in cui poteva concedermi anche un solo sguardo, mi lasciò in uno stato di completo stupore. Era una donna di gran classe, con un vero e proprio talento in ciò che faceva, e lo sapeva meglio di chiunque altra nell’intero club.

Sospirai tremendamente, mentre appoggiai il mento sul palmo della mano, guardandola fare ciò che sapeva fare meglio. Ogni uomo nel club era sotto il suo incantesimo impossibile da sciogliere, il tutto avveniva grazie ad ogni piccolo movimento che faceva. Avanzava sul palco e sulla passerella, e rendeva pazzi d’amore gli uomini, anche solo avvicinandosi. I suoi occhi smeraldini si posarono per l’ennesima volta su di me e si fece largo, per raggiungere il mio tavolo. Scese lentamente giù dal palco per sedersi vicino a me, mentre continuava a cantare. I miei occhi bicolori erano spalancati, mentre la fissavo e lei posò di nuovo lo sguardo su di me. La scintilla nata dai nostri sguardi accese qualcosa in me, che mi faceva bramare qualcosa di più profondo, di più intimo. Pensavo di essere l’unico a provarlo, ovviamente questo faceva parte del suo giochetto. Lo faceva con ogni uomo sempliciotto facile da far finire nelle sue grinfie. Ma non m’importava, sapeva fare il suo giochetto bene, fin troppo bene. 

Mentre cantava, si avvicinò a me e passò la mano tra i miei capelli castani, poi più lentamente sotto al mento, prima di allontanarsi. Ogni parte di me provava un’alta concentrazione di emozioni, che andavano al di là della mia comprensione. Dire che non provavo alcuna attrazione fatale per Jessica Di Belleville sarebbe stata la bugia più ridicola di sempre. La guardai ritornare sul palco e non appena la canzone terminò, lei si ritirò dietro il sipario scarlatto. Quest’ultimo si chiuse dietro di lei e lasciò dietro di sé soltanto uno scroscio di applausi ed ululati.

  
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