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Autore: Samurai Riku    10/12/2020    1 recensioni
In questa nuova avventura il Professor Layton e Luke andranno in soccorso della giovane Tracey Layton, nipote del rinomato archeologo, ed insieme tenteranno di venire a capo del mistero che sconvolge la routine del pittoresco borgo di Awen.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Emmy Altava, Hershel Layton, Jean Descole, Luke Triton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ripresisi dall'iniziale choc il gruppetto si incamminò in quelle vie innevate. Il manto candido avrebbe potuto rendere quello scorcio di Awen ancora più romantico agli occhi di visitatori estranei se non fosse stato per il fatto che fosse pieno maggio.
«Venite, facciamo qualche domanda in giro.» Hershel Layton si guardò attorno cercando qualche volto abbastanza incline al dialogo.
«Stai bene, Luke?» si premurò Tracey vedendo il piccolo tremare tra un passo e l'altro.
«S-sì! Camminare nella neve con i pantaloncini non è stata l'idea migliore!» rispose lui rivolgendole un sorriso leggero.
«Temo tu abbia ragione! Tornati a casa ci scalderemo, vedrai!»
«Non vedo l'ora! Mh?» un leggero tintinnio attirò l'attenzione del bambino e lo sguardo vagò alla ricerca della fonte di quel delicato e ritmico suono «Professore, guardi lì! Potremmo chiedere a quel signore!» indicò al mentore un uomo seduto su una panca di pietra grezza ai margini della strada. Il singolare individuo dalla folta barba rossiccia ostentava il tipico abito maschile scozzese, e con tutto l'orgoglio che possa esistere suonava un triangolo metallico.
«Oh... sembra non preoccuparsi delle basse temperature.» commentò assorto l'archeologo.
«Che coraggio!» esclamò Tracey.
Si avvicinarono all'uomo in kilt scricchiolando nella neve «Buon pomeriggio, signore.» salutò cortesemente Layton rivolgendo un cenno del capo tenendo la tesa della tuba.
«Buongiorno a voi, signori miei! E buongiorno anche a lei, signorina!» rispose con voce tonante, facendo poi tintinnare il triangolo.
«Salve!»
«Lor signori hanno bisogno di qualcosa? Vi siete forse persi per queste labirintiche vie?» e tintinnò.
«Non ci siamo smarriti, non si preoccupi. Mi chiamo Hershel Layton e sto facendo qualche indagine sugli insoliti fatti che hanno colpito il suo quartiere.»
Il musicista rizzò per bene la schiena puntando gli occhietti azzurri verso l'interlocutore «Signor Layton, io sono Ulric Loch! Lieto di fare la vostra conoscenza! State indagando, eh? Questa è una faccenda oscura, credete a me! Molto oscura!» tintinnò tre volte.
«Oscura, dice? Come mai?»
«Ehm... scusi la domanda, signor Loch.» si intromise Luke «Ma non sente freddo?»
Le iridi di ghiaccio saettarono all'altezza dell'apprendista e una sonora risata accompagnò un tremolante tintinnio «Ahahah! Noi scozzesi siamo di tempra forte! E non sarà questa maledetta neve a farmi smettere di rendere onore alle mie tradizioni!» tintinnò il triangolo suonando un inno glorioso.
«Quindi lei non è originario di Awen, signor Loch.» riprese Hershel Layton. 
«Nato e cresciuto qui, signor mio! Ma nella mia famiglia si sono sempre tramandate le nostre origini scozzesi! Porto il kilt anche in inverno, io!»
«Vedo...che ha molto a cuore il paese natio della sua famiglia.»
Tracey puntò i pugni sui fianchi rivolgendo uno sguardo irriverente ad Ulric «Ma se è così orgoglioso di essere scozzese non dovrebbe suonare la cornamusa!?»
Lo zio cercò subito di mettere un freno alla spregiudicata domanda della nipote «Tracey, non essere scortese.»
«È una domanda legittima!» ribatté.
Ulric eruppe in un'altra fragorosa risata «Ohohoh! Qualsiasi scozzese saprebbe emozionare con una cornamusa, ma solo un vero artista di talento può far venire i brividi con il triangolo! È uno strumento sottovalutato, credete a me amici miei!» e il ritmico tintinnio si diffuse incessante.
«Tornando alla nostra indagine, ha detto che è una faccenda oscura.»
Urlic Loch annuì con fermezza «Assolutamente! Mi ci gioco il kilt, questa è neve maledetta! Maledetta, vi dico!»
Luke e Tracey si scambiarono uno sguardo confuso.
«Ora scusatemi, ma la mia arte non può essere accantonata per queste quisquilie!» E senza aspettare risposta dal terzetto riprese a intonare note con tutto l'orgoglio che un triangolista scozzese possa avere.
Il professor Layton si congedò gentilmente e si allontanò di qualche passo con i ragazzi.
«Non abbiamo raccolto molte informazioni utili.»
«Siamo solo all'inizio, Tracey. Non preoccuparti.» la rincuorò lo zio.
«Esatto! Qual è la prossima mossa, professore?»
«Mmh...» chiuse appena gli occhi riflettendo sul da farsi quando si sentì battere sulla spalla.
«Perdoni l'intromissione, vi ho sentiti parlare con Ulric, dico bene?»
Hershel Layton si voltò ritrovandosi faccia a faccia con un signorotto ben vestito ed imbottito, dai capelli bianchi, lisci e lunghi fino alle spalle e un importante naso adunco «Sì, stiamo facendo qualche domanda per capire cos'è successo.»
«Aah, capisco! Mi presento, sono Roger Swan, musico, compositore, creatore delle più celebri melodie di Awen e campanaro della torre!»
«Campanaro?»
«Proprio così ragazzo mio, vedi la torre in fondo a quella via?» indicò la costruzione in pietra al piccolo Triton «È la torre dell'orologio ed io suono orgogliosamente le sue splendide campane ogni ora!»
«Oh, è un compito molto importante!»
«Assolutamente, molti gentiluomini sottovalutano il vitale significato del mio lavoro! E soprattutto la bellezza delle campane!»
«Ha qualche informazione per noi, signor Swan?» incalzò Tracey. Cominciava a pensare che i suoi compaesani avessero il vizio di divagare e perder tempo, o forse erano solo i bardi di quel quartiere inclini a chiacchierare.
«Oh, ciò che posso dirvi è di non andare in giro a fare troppe domande su questa storia! Credetemi, potreste fare la fine del c-c-coniglio!» esclamò Roger assottigliando gli occhi e muovendo un passo verso i ragazzi, come a volerli intimidire.
«Uh... cosa vorrebbe dire con questo, signore?!» Luke non si fece certo spaventare e fu pronto a ribattere fronteggiandolo coraggiosamente.
«Fate tesoro delle mie parole.» continuò rivolgendosi poi al professore «Lei mi sembra un gentiluomo sveglio, non vorrà mettere in pericolo questi giovani immischiandosi in qualcosa che va oltre l'umana comprensione!»
«Certo che no.» si limitò a dire Layton.
«Questa è una buona risposta! Ora scusatemi, manca poco allo scoccare dell'ora, devo subito andare alla torre!» si avviò a passo svelto muovendosi su due racchette da neve «E mi raccomando... state in campana!»
«In... campana...»
«Personaggio singolare.»
«Con un pessimo senso dell'umorismo!»
Layton incitò i ragazzi a proseguire nel loro cammino posando le mani sulle loro schiene «Forza, vediamo se spostandoci verso il quartiere della Pittura scopriamo altro.»
«Mh, da questa parte, passeremo per la piazza principale e da lì raggiungeremo subito il quartiere.» Tracey fece nuovamente strada.
Superarono il quartiere ponendo qualche altra domanda ai passanti, ma purtroppo le spiegazioni date furono molto vaghe e sbrigative. Inconcludenti per Tracey, ma Hershel Layton pareva riflettere attentamente su ogni virgola che venne detta.
Attraverso un altro arco nella pietra raggiunsero la piazza principale di Awen, per la loro gioia priva di neve e con una temperatura adatta alla stagione corrente. I sampietrini che componevano il colorato mosaico della pavimentazione si susseguivano in un movimento a spirale che trovava la propria origine al centro esatto del piazzale dove si ergeva in tutto il suo splendore la statua marmorea di una bellissima donna in abiti medievali.
Da buon archeologo Layton si fermò davanti alla scultura ad osservarla affascinato «È splendida. Guarda Luke, si vede che chi l'ha scolpita, secoli fa, deve essere stato un artista di straordinaria bravura.»
«Immagino lei abbia ragione!»
«Dà l'impressione che con il suo sguardo vigile ma amorevole vegli su tutta Awen... oh!»
Tracey lo prese senza troppa grazia per le spalle nel tentativo di spingerlo avanti «La ammiri tutte le volte che passi di qui, lo so, è bellissima, ora andiamo!»
Il povero professore non poté fare altro che seguire la spinta della nipote, reggendo la tuba per non farla cadere accidentalmente e con passi incerti si allontanò dal monumento «Ho capito, con calma...»
Luke si soffermò un altro po' ad osservare il piedistallo squadrato che reggeva l'austera figura «Professore, ci sono delle scritte qui! Almeno penso che siano scritte.»
Sentendo l'interesse scaturito nell'apprendista Layton si fermò puntando i piedi, facendo quasi cadere Tracey in avanti tanto era concentrata nella spinta «Ohoh, hai notato anche tu le rune, ragazzo mio!»
«Aaah...! Insomma!»
«Rune? È un'antica lingua?»
«Antichissima, Luke. Si dice venissero usate dai popoli celtici ancor prima che le religioni moderne si diffondessero sul territorio della Gran Bretagna. E anche successivamente alcune persone continuarono ad usarle per riti e predizioni.»
«Oh, credo di aver capito! E sa che cosa indicano quelle rune?»
«Purtroppo non ho ancora avuto modo di studiarle come si deve, anche se questa volta...» lasciò la frase a metà, notando lo sguardo poco paziente che la nipote gli stava rivolgendo, accompagnato dal ritmico battere sui sampietrini del piede destro che scandiva la melodia del suo attuale nervosismo «Ecco... temo che nemmeno questa volta avrò modo di dedicarmi allo studio di questi scritti, purtroppo.»
«In marcia!» Tracey riprese a camminare attraversando la piazza.
Layton si sistemò alla meglio la tuba, pizzicando appena la tesa con la mano destra «Ricorda, Luke... mai far aspettare una fanciulla. Soprattutto se questa fanciulla è tua nipote.»
Il ragazzino sorrise di rimando, divertito dall'imbarazzo nato nel suo stimato mentore «Me ne ricorderò, professore!»
 

Il quartiere della Pittura, situato nella parte nord dell'antico borgo verteva nelle stesse condizioni di quello della Musica. La distesa di neve lo vestiva come una tela bianca, senza colore, e il terzetto vi si ritrovò al suo interno ad osservare l'innaturale spettacolo come un pittore svuotato di ogni idea che non sa più dove puntare il pennello.
Raggiunsero con non poca difficoltà un piccolo negozietto aperto dove una donna di bassa statura era intenta a riporre con estrema cura la merce artistica esposta. 
«Buon pomeriggio, madame.» salutò cortese come sempre il Professor Layton rivolgendole un educato cenno del capo.
Lei sollevò lo sguardo verso i nuovi arrivati, proprio mentre stava riportando all'interno della piccola bottega scatole colme di pennelli «Oh, buon pomeriggio a lei buon uomo! O meglio, buonasera! Ormai il vecchio Roger deve aver suonato le campane delle cinque!» con fare gioviale si spolverò le mani, come se bastasse quello a ripulirle da polvere di pittura e colori vari «Ma ditemi, non avete freddo voi tre ad andarvene in giro così?»
«In effetti, signora...» ammise Luke con un filo di voce.
«Chiamatemi Millicent, senza problemi! Oh, un momento...» un dito sottile andò a muoversi veloce davanti al viso della ragazza «Ti conosco, tu sei Tracey, la figlia di quel giornalista girovago!»
«Ehm, sì, Tracey Layton, signora Millicent... ma come fa a conoscermi?»
«Io ricordo tutti i miei clienti, signorina! Eri venuta con tuo padre a comprare la tua prima scatola di pastelli, sì sì! Ne sono sicura!» annuì convinta puntando le mani sui fianchi.
«Caspita... avrò avuto quattro anni, che memoria!» bastò a sbalordire la giovane «Signora Millicent, questo è mio zio Hershel Layton e lui è Luke Triton. Ho chiesto loro di aiutarci a capire cosa possa essere successo in questo quartiere e nel quartiere della Musica.»
«Mmh, per l'improvviso inverno, dici? Brutta storia, ragazza mia! E tuo zio spera di poter capire cosa ci ha colpiti?» spostò lo sguardo sveglio da Tracey al gentiluomo.
«Lo spero, madame. Può dirci qualcosa al riguardo?»
Una mano sottile accarezzò il mento della bottegaia «Che dire... è successo all'improvviso, quattordici giorni fa! Giorno più, giorno meno! Per meglio dire, quattordici notti fa! Chiusi il negozio come ogni sera ed era tutto normale, la solita allegria, i soliti artisti passionali che discutevano e pitturavano per le strade! Ma quando mi svegliai il mattino dopo... neve ovunque! Ovunque, le dico! E il freddo, mai sentito un freddo così nemmeno sotto Natale!»
«Nessuno ha visto la nevicata, quindi.» rifletté Layton.
«Proprio così! E quando ancora cercavamo di capire che cosa fare, una settimana dopo ecco che ricapita nel quartiere musicale! Da allora il solo suono che si sente provenire da lì sono le campane di Roger...» sospirò amareggiata chinando leggermente il capo.
«Sembra molto triste...» commentò Luke.
«Di certo è stato un evento che ha influenzato molto la vita degli abitanti.»
Millicent annuì convinta «Alcuni dicono che sia una maledizione, sa?»
«Anche nel quartiere della Musica ci hanno detto così, ma non siamo riusciti a comprendere di più.»
«Aah, la gente qui non parla di queste cose! Non fraintendete, di solito siamo tutti gioviali chiacchieroni, ma... alcuni argomenti è meglio lasciarli stare!»
«Capisco, ma...»
Una voce dall'alto interruppe il dire dell'archeologo «Millicent!! Non starai raccontando della Maledizione, spero!!»
Sollevando lo sguardo videro un'anziana signora sporgersi da un piccolo balconcino posto un paio di piani sopra la bottega.
La donna sospirò, alzando la voce per farsi sentire dall'anziana «Nonna, non preoccuparti! Sono brave persone!»
«Non importa, sai che non parliamo di quelle cose!» ribatté l'anziana infervorata.
Luke attirò l'attenzione di Tracey tirandole appena un lembo della giacca «Tu hai idea di che cosa stanno discutendo?»
«Giuro che ne so quanto voi.»
«Ma vivi qui, sembrano tutti sapere cosa sia questa maledizione!»
«Probabilmente è una diceria diffusa nel borgo storico, io sono in periferia, è tutto più moderno e alcune voci devono essersi perse!»
La squillante voce dell'anziana travolse Tracey come un secchio d'acqua gelata «Giovanotta, non chiamarle dicerie!! Mica sono favole per bambini, è tutto vero, potete vederlo con i vostri occhi! È la Maledizione della Fata, stolta gioventù!!»
«Ugh... m-mi scusi!» si nascose dietro lo zio.
«La Maledizione della Fata, ha detto?» quelle parole sembravano aver risvegliato l'attenzione del professore.
Millicent sospirò «Perdonate i modi poco gentili di mia nonna. Scusatemi ora, ma devo chiudere il negozio.»
«Nessun problema. Lei non sa a che cosa sua nonna si riferisce con questa Maledizione della Fata?»
«È un'antica leggenda, signor Layton! Qui ne girano molte, Awen ha origini molto antiche. C'è chi dice che queste terre siano state maledette, per questo il lago si prosciugò! Onestamente vi sono tante di quelle leggende che negli anni molte sono state storpiate e modificate, è quasi impossibile risalire alle storie originali! E comunque...» abbassò la voce per non farsi sentire dalla nonna «Penso che sua nipote abbia centrato la faccenda, sono solo dicerie!» infine si congedò tornando ai propri compiti.
Luke infilò nella tracolla quadernino e penna dopo aver finito di segnarsi tutto quello che riteneva importante «Questa storia si fa sempre più strana, Professore.»
«Hai ragione, Luke. Stanno emergendo elementi interessanti, ma purtroppo abbiamo ancora poche informazioni.» lo sguardo dell'archeologo vagò lungo le strade e le case innevate «Potremmo fare qualche altro giro nei paraggi, ma dubito che troveremo qualcuno disposto a darci maggiori indicazioni. Questo quartiere così come l'altro è quasi deserto...»
Tracey annuì inforcando le mani nelle tasche della giacca nel vano tentativo di scaldarsele «Nessuno ha molta voglia di stare in giro con questo freddo... e fare arte.»
«Si sta anche rabbuiando. Per oggi può andar bene così, ci conviene scaldarci e mettere qualcosa sotto i denti.»
«Sono d'accordo, Professore!»
«Anche io!»
 
 
Un delizioso profumo accolse Tracey, Luke ed il Professor Layton al loro rientro. Il sole stava lentamente tramontando, regalando un ultimo spettacolo di colori caldi e brillanti sui tetti di Awen. I raggi che si riflettevano sul candore della neve nel quartiere della Pittura e in quello della Musica facevano splendere quelle zone come gioielli preziosi.
Ancora con il freddo nelle ossa i tre investigatori varcarono la soglia.
«Siamo tornati!» annunciò Tracey appendendo giacca e cappello all'attaccapanni.
«Finalmente...» sospirò Luke «Oh, che buon profumo! È... stufato!»
«Ahah, credo tu non ti sia sbagliato, Luke.» Layton si affacciò alla cucina dove trovò Amelia, con tanto di grembiule e guanti da forno, intenta ad impiattare tre abbondanti porzioni di uno spezzatino dall'aspetto squisito «Ci siamo attardati per le strade, siamo ancora in tempo per la cena?»
«Non preoccuparti Hershel, ho lasciato tutto in caldo apposta per voi sapendo sareste andati in quelle zone innevate! La tavola in soggiorno è apparecchiata, andate pure a sedervi.»
«Grazie, Amelia.»
«Non me lo faccio ripetere due volte!» Luke saettò verso il salotto, ma venne bloccato da Tracey che con abilità e forza lo trattenne per la giacchetta azzurra.
«Dove pensi di andare, prima ci si lava le mani! Che razza di gentiluomo sei!»
«Iih... Hai ragione, scusa!»
Tempo pochi minuti in cui tutti si furono adeguatamente rinfrescati e puliti e la cena venne servita. Il grande tavolo di legno era ben apparecchiato per tre persone, un posto a capotavola e due laterali. Amelia portò i piatti aiutandosi con i guanti da forno «Fate attenzione, scottano!» si premurò.
«Oooh...» Luke non aveva occhi che per la propria cena.
Hershel Layton sorrise osservando l'espressione di meraviglia del bambino seduto alla sua sinistra «Credo che Luke abbia trovato un nuovo piatto preferito.»
«Ma non lo ha ancora assaggiato! Spero vi piaccia!»
«Senz'altro, Amelia.»
Senza esitazione ed in barba alla temperatura lavica della carne Tracey addentò il primo boccone «Squisito! Mamma, lo stufato non ti è mai uscito così tenero!»
«Davvero? Ah, non potevo di certo sfigurare con i nostri ospiti.»
Il cognato si trovò pienamente d'accordo «È davvero ottimo, grazie ancora per la cena. Tu non mangi con noi?»
«Oh no, mi spiace Hershel, ma devo scappare a scuola per un consiglio straordinario. Comunque ho cenato prima, non preoccuparti.»
«Certo, capisco bene.»
«Ora è meglio che vada!» slegò il grembiule da dietro la schiena ripiegandolo con cura sul braccio e si diresse a passo svelto verso la cucina, ma a metà strada tornò indietro «Oh, Tracey!»
«Mmmh??» fu la risposta a bocca piena della ragazza.
Amelia raggiunse il camino prese alcuni opuscoli dalla mensola e li portò al tavolo «Ricordi che nel quartiere del Teatro questa sera c'è la rappresentazione che ha recensito tuo padre?»
«Mh! Mhmh!!» buttò giù il boccone «Sì, è vero!»
«Una rappresentazione teatrale?» interessato, Layton sfogliò un opuscolo.
«Suo marito non era un giornalista?» domandò Luke.
Amelia annuì «Sì, Matthew è un reporter, ma di tanto in tanto si occupa anche di scrivere qualche recensione o saggio. È molto richiesto! In ogni caso se non siete troppo stanchi vi consiglio di assistere, l'ingresso è libero essendo in atto per la celebrazione del villaggio.»
«Dopo questo stufato potrei affrontare un leone!»
«Ahahah, lo prendo per un sì, Luke! Sta bene anche a me, tu che dici zio Hershel?»
L'uomo annuì «Perchè no, sarà interessante. E un po' di svago potrà farci solo bene.»
Amelia sorrise «Giusto. Ora vado davvero...!» corse in cucina posando grembiule e guanti e come un fulmine raggiunse l'ingresso afferrando il cappotto e la borsa da insegnante «Buona serata!»
«Buon lavoro, mamma!»
«Arrivederci, signora Layton!»
  
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