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Autore: Stekao    10/12/2020    15 recensioni
Da amante delle 'What if' non potevo non riprendere anche l'episodio di Cenerentola... E allora mi sono chiesta... Ma se durante quella famosa serata Kaori avesse finalmente trovato il coraggio di rivelare i suoi sentimenti a Ryo, ma lui si fosse dimostrato lo stupido di sempre?
Parto da qui, sfruttando questa occasione per raccontarvi una storia nuova che spero apprezzerete...
Ho inserito degli aspetti un pochino forti, una cosa diversa per me.. Vediamo come va!
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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1-CONFESSIONE

Quella sera Eriko aveva escogitato un piano per far trascorrere un appuntamento speciale a Ryo e Kaori.

Dopo aver dato ad entrambi dei vestiti eleganti, ed aver fatto indossare a Kaori una parrucca con la quale tentare di camuffarsi, con uno escamotage aveva fatto incontrare i due ‘casualmente’ nello stesso locale.

Ryo sembrava non aver riconosciuto Kaori e dopo averla aiutata a liberarsi da un tipo piuttosto molesto, l’aveva invitata a trascorrere il resto della serata in sua compagnia.

L’aveva nominata Cenerentola perché la ragazza, per tutta la sera, non aveva voluto confessargli il suo nome.

Kaori in realtà, stentava a credere che lui non avesse capito che si trattava di lei. Possibile che un po’di trucco e una semplice parrucca potessero ingannare lo sweeper numero uno del Giappone?

Ma aveva deciso di cogliere al volo quell’occasione, di fingere per una sera di essere una ragazza diversa e godere delle attenzioni che Ryo, per la prima volta, era in grado di darle.

La serata era trascorsa magnificamente, avevano finto per tutto il tempo di essere due fidanzati fino a quando, giunti al porto, Ryo aveva tentato di baciarla. A quel punto Kaori, presa dal panico per quella situazione irreale che si era venuta a creare tra loro, decise di allontanarsi da lui prima che le loro labbra si unissero.

Aveva sempre desiderato ricevere un bacio da Ryo, ma non così..non con l’inganno e non vestendo i panni di un’altra persona.

“Ryo” disse lei guardando l’uomo che era rimasto stupito nel vederla allontanarsi

“So che mi hai riconosciuto…” e così dicendo Kaori si tolse la parrucca distogliendo, imbarazzata, lo sguardo da lui.

Lo sweeper rimase a guardarla basito, senza riuscire a proferire parola.

“Non ha più senso fingere… e a questo punto a cosa varrebbe continuare? Io non so perché tu abbia voluto portare avanti questa farsa, ma so perché ho voluto farlo io…” la ragazza continuò a parlare, con la voce tremante e tormentando la parrucca tra le mani quasi a voler trovare un modo per riuscire a calmarsi

“Ecco… vedi… la verità è che..”

“Ti prego Kaori…”

“No Ryo.. Fammi parlare per favore..”

Ryo a quel punto decise di rispettare la sua richiesta rimanendo fermo ad aspettare che la ragazza continuasse, ma quando udì le sue parole il suo cuore sussultó.

“Io sono innamorata di te Ryo”

Kaori si bloccò, le era costato molto fare quella confessione e sperava che Ryo riuscisse a dirle qualcosa, ma lo sweeper continuó a tacere.

“Beh, speravo in una reazione diversa da parte tua, ma..”

“Kaori, io...”

“No, non ti preoccupare…tutto sommato mi aspettavo il tuo silenzio.

Non voglio metterti a disagio, ma è da tempo che ci penso, è da tanto che avrei voluto dirtelo e questa serata mi ha dato la spinta per farlo… dopo tutti questi anni dovevo farlo, lo dovevo a me stessa..

Forse lo hai sempre saputo, ma sentirmelo dire so che cambierà inesorabilmente le cose tra noi… non sarà più facile vivere e lavorare insieme, lo avevo messo in conto e probabilmente ho rovinato tutto..”

Kaori faticava a guardarlo negli occhi, sperava in cuor suo che lui la stringesse fra le braccia, che le dicesse che sì, da quel momento le cose tra loro sarebbero cambiate ma in meglio, e invece Ryo continuó a fissarla attonito, senza riuscire a dirle niente…

Fattasi coraggio, quindi, la ragazza continuó..

“Perché volevi baciarmi Ryo?”

“Beh.. ” disse lui completamente a disagio

“Ecco.. ho passato una così bella serata con te e allora…vedi… ”

Lo sweeper non riusciva a formulare un discorso di senso compiuto… avrebbe voluto dirle così tante cose ma lui no, non era coraggioso come Kaori, in fatto di sentimenti non lo era mai stato..

Vedendolo titubare, la ragazza in preda allo sconforto, riprese in mano in fretta la situazione

“Forse è stato solo un gioco per te.. Un modo per divertirti sperando che io non capissi.. ”

“No Kaori, io...”

“Lascia perdere, non cercare di trovare giustificazioni inutili… il tuo silenzio di poco fa è stato più che eloquente.

Non voglio crearti ulteriori imbarazzi e non voglio crearne neanche a me.. Va bene così, non parliamone più.

Ma nonostante tutto sento di doverti ringraziare perché con questa serata, per una volta, mi hai regalato la favola che ho sempre sognato…

Sono stata benissimo con te e non la dimenticherò mai”

E così dicendo Kaori, tentando di reprimere le lacrime che sentiva già inumidirle gli occhi, si voltó di scatto e corse via senza rendersi conto di aver perso un orecchino, che Ryo prontamente, raccolse da terra stringendolo forte fra le mani.

L’uomo rimase immobile a fissarla mentre si allontanava.

Non avrebbe mai creduto che Kaori sarebbe stata in grado di aprirgli il suo cuore. Conosceva la sua timidezza e quanto le fosse costato fare quel passo, ma lui no…sapeva di essere troppo vigliacco per fare lo stesso.

I giorni seguenti furono per entrambi un tormento.

Kaori, estremamente in imbarazzo, preferiva farsi vedere dal socio il meno possibile e Ryo, d’altro canto, aveva accolto di buon grado la sua decisione.

Kaori maledisse più volte se stessa per essersi lasciata andare con lui, le cose non sarebbero mai più tornate come prima e quella situazione stava cominciando seriamente a minare la loro affinità anche dal punto di vista lavorativo.

Qualcosa in city hunter si era spezzato per sempre.

La tensione fra i due era costantemente palpabile al punto che una mattina, Kaori, prendendolo alla sprovvista, decise di entrare nella sua stanza per parlargli..

“Ryo.. Posso disturbarti un attimo?”

Lo sweeper nel vedere lo sguardo affranto di Kaori, accolse la sua richiesta con non poca preoccupazione…

“Mi sento così stupida..” iniziò lei…

“È che ormai a conti fatti non credo che dopo quella sera riuscirei a fingere che niente sia avvenuto… e mi pare evidente che non ci riesci neanche tu.

Non possiamo andare avanti in questo modo, non volevo crearti dei disagi, ma ormai non si può più tornare indietro e comunque credo che aprire il proprio cuore non sia mai la scelta sbagliata…”

Ryo avrebbe voluto dirle qualcosa, trovare finalmente il coraggio per ammettere l’inammissibile e riuscire a soffocare quel senso di colpa lancinante, per non essere stato in grado di dirle la verità… stava quasi per cedere, quando lei lo anticipó nuovamente

“Sai, Sayuri aspetta un bambino”

Ryo la guardò stranito, cosa c’entrava Sayuri?

“Non guardarmi così… credevi davvero che non avessi capito chi fosse in realtà? E immagino tu lo abbia sempre saputo… magari è stata lei a chiederti di non dirmi la verità… Ma a questo punto non mi importa… io e lei siamo rimaste in contatto per tutto questo tempo… a breve nascerà mio nipote… mi fa strano anche solo dire questa parola.. Ci pensi? Ho una sorella e avrò un nipote… Beh, è da tempo che mi chiede di andare a trovarla e soprattutto in questo momento, avrebbe piacere le stessi accanto… e sai cosa avevo pensato di fare tempo fa? Avrei voluto chiederti di accompagnarmi…di andare a trovarla, insieme.

Ma a questo punto credo che questa sia l’occasione giusta per trascorrere del tempo con lei da sola, ho così tante domande da farle…

Non so come andranno le cose una volta lì.. Ma del resto non credo ti mancherà molto un impiastro come me sul lavoro” la ragazza sorrise tristemente prima di proseguire..

“Ecco… volevo solo informarti di questo. C’è un volo che parte fra pochi giorni”

Kaori fece una piccola pausa, sperava che Ryo la fermasse, che le rivolgesse un qualsiasi cenno, che però non arrivò.

Non le rimase altro da fare che voltarsi per raggiungere la porta

“A questo punto non mi resta che acquistare il biglietto. Adesso ti lascio, ho diverse cose da preparare”

Ryo, nel vederla uscire dalla sua stanza, rimase come pietrificato di fronte a quello che aveva appena sentito.

Odiava se stesso per il vigliacco che era, ma come avrebbe potuto fermarla? Non adesso, non dopo aver sentito nominare sua sorella, il fatto che volesse tornare da lei.. come avrebbe potuto impedirle di farlo? Sayuri era una parte della sua famiglia e lei meritava una nuova vita con la sua vera famiglia.

L’idea di perderla lo stava uccidendo, ma sarebbe stato disposto a tutto pur di proteggerla. Si sarebbe fatto da parte una volta per tutte perché Kaori aveva finalmente la possibilità di vivere al sicuro e non gliel’avrebbe negato per niente al mondo.

Tre giorni dopo Kaori partì per New York, ma prima della partenza avevano continuato ad ignorarsi il più possibile.

La ragazza infatti, non era stata in grado di scrollarsi di dosso il forte imbarazzo per quanto era riuscita a confessare, inoltre, il dolore provato per la consapevolezza di non essere ricambiata, l’aveva costretta più volte a reprimere le lacrime e non avrebbe mai voluto, per niente al mondo, che Ryo la vedesse piangere per lui.

Aveva deciso così su due piedi di partire, di scappare dall’ uomo che amava di più al mondo perché la situazione che si era venuta a creare in casa, la stava lentamente logorando…

Aveva bisogno di tempo e spazio per pensare ed era certa che non avrebbe mai smesso di amarlo, ma forse un giorno sarebbe stata in grado di guardarlo nuovamente negli occhi senza più provare quello stato perenne di agitazione e frustrazione nel quale era inesorabilmente caduta.

Ryo dal canto suo, si era fatto vedere in casa il meno possibile in quei giorni, avrebbe preferito di gran lunga che qualcuno gli strappasse il cuore dal petto piuttosto che assistere alla partenza della donna che amava, ma non lo avrebbe ammesso mai, preferendo come suo solito fingere che tutto andasse bene.

Il giorno della partenza, però, non si negò la possibilità di salutarla. Kaori preferì raggiungere l’aeroporto con un taxi, da sola. Prima di uscire di casa non riuscì a trattenersi e per la prima volta abbracció Ryo, seppur per pochi secondi, rilasciandogli un dolce bacio sulla guancia.

L’uomo si immobilizzó sul posto, gli era bastato quel semplice contatto perché sentisse il cuore fuoriuscirgli dal petto. La guardò varcare la porta pensando che non avrebbe dimenticato quel momento per il resto della sua vita.

…………………………

Nonostante tutto Kaori non aveva intenzione di cancellare completamente l’uomo dalla sua vita.

Il fatto che lui non ricambiasse i suoi sentimenti non lo rendeva colpevole di alcun reato.

Forse la sera in cui aveva tentato di baciarla, si era semplicemente lasciato prendere la mano.. Magari vederla vestita in maniera così diversa, così femminile rispetto al solito, lo aveva spinto a lasciarsi andare immaginando di essere davvero con un’altra donna.. Insomma, Ryo di fronte a un certo tipo di istinto, era sempre stato un cretino, ma non lo avrebbe di certo ignorato, o peggio odiato, per quello sbaglio.

I primi tempi la ragazza aveva quindi scritto a Ryo qualche messaggio, giusto per un saluto o per sapere come procedessero le cose a Tokyo, ma l’uomo le aveva sempre risposto in maniera secca e concisa, facendole quindi ben capire di non avere nessun interesse a dialogare con lei.

Così si era ritrovata spesso a pensare che, forse, coi suoi messaggi lo aveva anche disturbato durante alcuni dei suoi incontri amorosi, magari proprio lì…nella casa che negli ultimi cinque anni aveva considerato anche sua. Del resto, senza di lei, sarebbe stato finalmente libero di portare nella sua stanza qualsiasi donna volesse…

Questo triste pensiero cominciò a martellarle incessantemente nella testa, al punto che poco a poco Kaori, a malincuore, decise di mollare la presa smettendo di farsi sentire.

Per un po’ aveva sperato che, non sentendola più, si decidesse lui a fare il primo passo, che le scrivesse o la chiamasse ogni tanto per sapere come stava, cosa che però non accadde mai.

Era evidente che lui stesse meglio senza di lei e con il passare dei giorni e delle settimane, Kaori quindi capì che non sarebbe mai stato più possibile recuperare la vita di prima.

Per Ryo in realtà, ogni messaggio ricevuto, rappresentava una stilettata al cuore. Preferiva che Kaori vivesse la sua vita dimenticandosi di lui, per cui, per l’ennesima volta, aveva indossato quella maschera di indifferenza e strafottenza facendo credere a tutti, e a Kaori per prima, che la sua partenza non lo avesse toccato minimamente.

La realtà era che in quei mesi si era presentato al Cat’s eye molto più assiduamente del solito. Miki infatti, rimaneva l’unico punto di contatto che ancora aveva con Kaori.. Sapeva che le ragazze si sentivano spesso e che quindi, se Kaori avesse avuto un qualunque problema, Miki non avrebbe esitato un attimo a metterlo al corrente…

Per quanto lui non le chiedesse mai nulla esplicitamente, dimostrandosi sempre altamente disinteressato, la barista si era ritrovata più volte ad informarlo in merito alle ultime chiamate ricevute da Kaori… Seppur consapevole di non meritarsi i suoi racconti, sapeva quanto la ragazza sentisse il bisogno di condividere con qualcuno la mancanza dell’amica e lui si beava delle sue parole, immaginandosi la sua Sugar boy camminare per i viali di central park o cullare tra le braccia il suo splendido nipotino.

L’assenza di lei si faceva, però, ogni giorno più dolorosa e se le sue giornate senza Kaori, erano ormai un vero e proprio supplizio, le notti, se possibile, lo erano molto di più.. Non ne era passata una, da quando lei se ne era andata, in cui lui non l’avesse sognata.

E ormai di mesi dalla sua partenza, ne erano trascorsi ben cinque.

Finché una mattina, fermo al semaforo, Ryo credette di essere vittima di una allucinazione…

Kaori stava attraversando la strada davanti a lui.

“Sto diventando completamente pazzo.. Riuscirò mai a levarmela dalla testa?” disse fra sé e sé strofinandosi gli occhi per inquadrare meglio la figura femminile di poco prima.

Ma quando vide la ragazza piantare un martello in testa ad un uomo che camminava alle sue spalle e che aveva tentato di allungare le mani, non ebbe più alcun dubbio. Quella era Kaori.

Senza pensarci un attimo Ryo accostò la vettura e scendendo corse a perdifiato verso di lei.

“Kaori” gridò.

La ragazza, nel voltarsi, rimase attonita vedendo l’uomo arrivare trafelato davanti a lei.

“Ryo…” riuscì solo a pronunciare

“Sei tornata…” disse lui guardandola con lo sguardo completamente perso nei suoi occhi

Kaori, in imbarazzo, sentì il proprio cuore battere all’impazzata

“Sì.. Sono tornata da circa una settimana”

“Ma non hai detto nulla..” chiese Ryo stupito del fatto che nessuno fosse a conoscenza del suo ritorno

“Beh, io e te ormai non ci sentiamo da tempo Ryo”

Eccola lì la frecciata lanciata al momento giusto… Kaori era tornata certo, ma lui come poteva pretendere che lei lo avvertisse quando erano mesi che non si sentivano e le aveva fatto ben capire di non voler rimanere in contatto con lei?

“Miki ne è a conoscenza da un paio di giorni, avevo bisogno di sistemare alcune faccende… comunque ti avrei chiamato, ci sono ancora delle cose che devo riprendere da casa tua..”

“Ma quanto resterai? E dove hai alloggiato in questi giorni?”

“New York è splendida e il mio nipotino è il bambino più bello del mondo...con Sayuri sono stata bene, ma lei ha la sua famiglia adesso e io… beh, non volevo sentirmi di troppo. Lei avrebbe voluto che rimanessi per sempre e per un po’ anche io ho creduto che fosse possibile, ma anche se mi ha fatto piacere trascorrere del tempo con loro, ho capito che la mia vita è qui, a Tokyo. Sono troppo legata a questi luoghi..qui ci sono tutti i miei ricordi.. Ci ho provato, ma non sarei potuta stare lontano ancora per molto e non ho alcuna intenzione di tornare in America, se non in vacanza quantomeno.

In questi mesi sono rimasta in contatto con Eriko. Quando le ho espresso il desiderio di voler tornare mi ha trovato un appartamento in affitto vicino al suo e mi ha proposto di lavorare con lei.. Ha bisogno di qualcuno che le dia una mano in una delle sue boutique e che le faccia da modella una volta ogni tanto per qualche servizio fotografico”

Ryo di fronte a quella confessione, si sentì quasi mancare.. Kaori era tornata per restare.

“Beh Ryo, mi ha fatto piacere vedere che stai bene. Adesso devo andare..”

Ma prima che Kaori potesse accennare un passo, lui la bloccò.

“Ti andrebbe un caffè?”

“Un caffè?” richiese lei guardandolo stranita

Ryo cercó di riprendersi, non avrebbe voluto farla andare più via per niente al mondo, ma come suo solito, non poteva certo rischiare che lei lo capisse..

“Beh, al Cat’s eye..dai nostri amici.. Saranno felici di rivederti”

“Oh beh, non farei in tempo.. Devo essere da Eriko per le dieci, e comunque ho già visto Miki ieri sera. Adesso devo proprio scappare. Ciao Ryo”

Ryo a quel punto la lasciò andare, guardandola allontanarsi.

L’indifferenza con la quale gli si era rivolta, non poteva che essere la naturale conseguenza del completo disinteresse che per mesi le aveva dimostrato.

Che lo avesse definitivamente dimenticato? Ma del resto non era quello che aveva sempre voluto?

Sentì come una morsa stringergli il cuore.

L’aveva lasciata partire pensando che si sarebbe costruita una nuova vita lontano e invece Kaori era tornata, ma non da lui.

E del resto come avrebbe potuto pretenderlo? Dopo tutta la strafottente freddezza che le aveva riservato in quei mesi, pensava davvero che sarebbe tornata nella loro casa? Era solo uno stupido arrogante patetico presuntuoso.

   
 
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