CAPITOLO
14°_ ALLENAMENTO
Buio.
Ero totalmente avvolto dall’oscurità. Mi ricordava molto il tempo della
trasformazione: anche allora c’era solo buio intorno a me, nessuna figura,
nessun rumore; questa volta però non bruciavo: ero come in un lungo sonno e
credetti di essere morto davvero e che quello fosse il luogo destinato ad esseri
come noi. Né paradiso, né inferno, solo oblio.
Probabilmente il
mostro ha vinto… mi ha ucciso… pensai e mi accorsi d poter ancora
pensare e sentire la mia voce che rifletteva…
Cosa sarà successo
alla mia famiglia? Esme… Edward… Rose… Emmett… E se io…
Ebbi
paura anche solo a formulare quel pensiero: il mostro avrebbe potuto benissimo ucciderli tutti ed io non avrei
potuto fare nulla.
Uno
strano ruggito permeò l’oscurità: il
mostro si lamentava, probabilmente aveva trovato qualche opposizione sul
suo cammino.
No, no! E se la
mia famiglia stesse combattendo per fermarmi? Per fermare il mostro e
permettermi di riavere il sopravvento su di lui? Sarebbero morti
tutti!
Un
secondo ruggito: il mostro soffriva
ancora e poi accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettato: nell’oscurità si
aprì uno squarcio, uno squarcio sul mondo…
In
un attimo ripresi coscienza di ciò che stava accadendo attorno a me: vedevo
tutto ma non potevo ancora controllare le mie azioni e ad un tratto mi accorsi
di quello che il mostro stava
facendo: era lanciato a tutta forza su mia moglie! L’avrebbe uccisa e poi… si
sarebbe gettato sulla città e si sarebbe sicuramente fatto scoprire per quello
che era, per quello che ero… e poi sarebbero giunti i Volturi e… tutto sarebbe
finito.
Fermati! Fermati
ti prego! Non lei, non lei! Ti prego non uccidere mia moglie! urlai, ma il
mostro non mi sentì: non poteva e non voleva farlo. Cominciai ad urlare di
fermarsi, ma lui continuava ad avanzare. Dieci metri… cinque… quattro… tre…
due… uno… le era addosso e poi…
Avevo puntato i miei
occhi nei suoi vermigli, mentre lui mi era ormai addosso. Mi accorsi di non
aver paura, di non averne mai avuta: ero stranamente calma, quasi rilassata
perché sapevo che si sarebbe fermato. E in caso contrario, non lo avrei
perduto: ci saremmo rivisti ovunque saremmo andati al termine di quell’eterna
vita…
I
miei occhi erano nei suoi: non aveva paura né timore, non c’era neanche dolore
nelle sue iridi ambra; solo sembrava calma, quasi felice. Sì, i suoi occhi
sorridevano così come le sue labbra: lei si fidava di me, credeva che non le
avrei fatto del male, ma io… io… non riuscivo a fermarlo…
«So
che puoi farcela» mi sussurrò calma, mentre le mie mani afferravano violentemente
le sue braccia.
Non voglio e non
devo!
gli urlai Smettila! e
inaspettatamente mi accorsi che le mie parole avevano effetto. Allora, forse,
era solo questione di volontà… Sì! Ed io non volevo farle del male. Lentamente la pressione sulle braccia di
Esme diminuì e mi accorsi di poter ricontrollare le mia mani; poi sentii di
nuovo anche le gambe, il petto, la testa: ero libero. Sospirai stanco e mi
accasciai a terra.
«Papà!»
gridò Edward e mi fu accanto aiutandomi con Esme ad alzarmi.
«Come
ti senti?» mi chiese Rose abbracciandomi.
«Ora
sto bene…» e libratomi dalla stretta di Rose, fui avvolto da quella di Edward
ed Emmett; poi abbracciai e baciai finalmente la mia Esme.
«Mi
dispiace molto interrompere una riconciliazione familiare tanto dolce» si
intromise la voce di un vampiro.
Mi
libererai dall’abbraccio di mia moglie e scorsi le figure dei tre Volturi; a
parlare era stato Caius. Quanto tempo era passato? Come mai loro erano già qui?
In un attimo mi resi conto di quanto avessimo tutti rischiato e rabbrividii nel
vedere Edward annuire solenne e serio ai miei pensieri.
«Siamo
davvero lieti che tu sia tornato in te, caro Carlisle» riprese Aro con il suo
solito tono da finto amico «Ma chi ci dice che non accadrà di nuovo?»
«Posso
garantirvi che non perderò più il controllo com’è successo ora…» risposi calmo
«Ma se non vi fidate potete sempre passare a controllare ogni tanto… come ho
potuto appena constatare avete un tempismo perfetto…» ironizzai.
Anche
Aro sorrise. Vidi Edward irrigidirsi: che pensava?
«Non
credi che potremmo… non so, capire insieme il tuo nuovo… potere, Carlisle?»
Questa
volta a ridere fui io.
«Mi
chiedi di venire con voi, Aro? Non eri solito fare questa domanda a mio
figlio?»
«Si…
ma con lui non ho avuto molto successo…» rispose rammaricato.
«Mi
dispiace deluderti, mio caro Aro, ma non credo che avrai più successo con me»
Il
volto di Aro si oscurò lievemente: avevo pregiudicato la nostra salvezza?
Edward scosse la testa.
«Come
vuoi Carlisle… ma se mai dovessi cambiare idea, sai dove trovarci…» e senza
aspettare risposta si voltò e cominciò a muoversi.
«Arrivederci…»
minaccio Caius; poi si mosse con Marcus ed il corpo di guardia.
Sentii
gli altri membri della famiglia sospirare liberi.
«Vi
ho fatto del male?» chiesi serio. Tutti scossero la testa.
«Non
avevamo idea di come fermarti…» spiegò Emmett.
«…
e alla fine abbiamo veramente creduto di averti perso…» continuò Rose e nella
sua voce c’era ancora la paura per l’accaduto.
«Ma
Esme è stata fantastica!» reclamò Edward orgoglioso.
«No.
È stata folle!» la rimproverai nonostante i miei occhi stessero sicuramente
esprimendo gratitudine «Come ti è saltato in mente di metterti sulla mia
traiettoria?!» le urlai «Avrei potuto ucciderti!»
«Non
l’avresti mai fatto» disse lei calma.
«Non
ti ho fatto del male solo perché, alla fine, sono riuscito a fermarmi! Se
avessi tardato anche solo di un minuto ora tu…» era difficile anche solo supporlo.
«Ma sapevo che non avresti fatto»
insistette lei «É solo questione di forza
di volontà e tu ne hai da vendere!»
Già… pensai un po’
scettico e all’improvviso sentii una fitta di dolore. Cosa succedeva ora? Dopo
la rabbia arrivava il dolore? Sì mi
risposi calmo e mi scoprii a non esserne poi così sorpreso: dopotutto in ogni
trasformazione che avveniva per causa mia dopo l’iniziale rabbia c’era il
dolore per aver condannato un'altra persona a quell’inferno ed era stato così
anche… anche per la morte di Amy!
«Allora è stato quello il principio di
tutto?» mi chiese Edward che aveva seguito i miei pensieri.
«Di che parlate?» ci chiese Esme.
«Carlisle crede che la causa scatenante
di quel… potere sia stata la morte di Amy…»
Esme rabbrividì: faceva ancora male…
avrebbe fatto sempre male.
«Chi è Amy?» chiese ingenuo Emmett.
«Era
una vampira di undici anni che è stata con noi per qualche mese» spiegai mentre
il dolore si estendeva «È stata uccisa dal suo creatore ed io… io ho ucciso
lui…»
Emmett e Rose non mi staccavano,
allibiti, gli occhi di dosso ed io comprendevo in pieno la loro reazione: io
ero sempre stato quello pacato, calmo, diplomatico ed associare la mia figura
alla vendetta era davvero strano. Già: lo era stato anche per me, anch’io ad un
certo punto mi ero chiesto come era stato possibile che dopo secoli di perfetto
autocontrollo avessi perso la calma in quel modo e con quella voglia come un
neonato. Ora ne conoscevo il motivo.
«Non è nato con la morte di Amy» spiegai
cominciando finalmente io stesso a capire «Lui c’è sempre stato: è l’altra
faccia della medaglia… Io sono sempre stato calmo e diplomatico, ma questo non
vuol dire che alcune cose non mi facessero provare rabbia, dolore, delusione o
amarezza… Ed il mio autocontrollo mi ha sempre permesso di non perdere la
pazienza, di non sfogare quello che provavo, fino ad allora… La morte di Amy è
stato troppo anche per tutto l’autocontrollo che possedevo e da allora credo
che la barriera si sia frantumata per sempre. Ogni volta che provo sensazioni
forti, tutto quello che ho dentro esce fuori senza controllo…» conclusi certo
di quello che dicevo.
Edward annuì convinto della mia tesi.
«Allora come si risolve il problema?»
chiese Rose.
«Credo che sia di autocontrollo… insomma
se riuscissi ad avere il sopravvento di lui…»
«… potresti usare quel potere a “fin di
bene”» concluse Emmett stranamente attratto dalla mia nuova forza.
«Sì» convenni un po’ preoccupato «Ma non
so se voglio usarla… mi farebbe più bene dimenticare…»
Sentivo il dolore ancora più forte e
provai l’istinto di correre via ed urlare: avrei fatto di tutto per poterlo far
smettere. Esme mi poggiò una mano sulla spalla.
«Torniamo a casa» mi sussurrò dolce e ci
avviammo.
Dovettero passare almeno due mesi perché
anche il dolore, come la rabbia, si attenuasse e tornasse nel dormiveglia con
cui aveva seguito la mia vita dalla morte di Amy. Mi abituai gradualmente al
fatto che parte dell’autocontrollo che avevo era andato perduto, che avrei
dovuto riconquistarlo e che sarebbe stato più difficile dell’ultima volta.
«Credo che l’unico modo per poterlo
dominare sia farlo uscire di nuovo fuori…» mi suggerì Edward.
Era la cosa di cui avevo più paura: se
non mi fossi controllato questa volta sarebbe potuta finire male.
«Ma perché devo trasformarmi in casa?
Non sarebbe più sicuro nel bosco?»
«No Carlisle: questo è un ambiente più
familiare, credo che qui avresti più possibilità di controllarlo»
Abbassai la testa, sconfitto e provai a
concentrarmi sulla rabbia e sul dolore, ripensando alle varie trasformazioni e
ad Amy. Lo sentii ribollire furioso e brutalmente felice, ma non usciva fuori.
«Ripensa ai suoi occhi, agli occhi del vampiro che ti ha trasformato: tu non
c’entravi nulla, non dovevi essere lì… tu odi la violenza eppure sei l’unico
che ha pagato quella notte» mi provocava mio figlio «E poi… non hai permesso
che rincontrassi mia madre; che Esme rivedesse suo figlio… E Rose voleva solo
morire: neanche quest’ultima cosa le hai concesso! Emmett aveva una vita e tu
gliel’hai tolta! Sei un essere spregevole
Carlisle!»
Per quanto le sue parole potessero far
male, sapevamo entrambi che lui non pensava davvero quelle cose e forse fu
quello che frenò il mostro.
«Così non va Edward. Lo sento, ma è
ancora troppo poco»
E mentre stavo ancora pronunciando le
ultime parole sentii delle grida provenire dal piano superiore: Rose.
La sentimmo scendere rapida seguita da
Emmett.
«Credevo di farcela, ma sbagliavo! No,
no: questa non è vita!» urlò rivolta al vampiro bruno.
«Ma Rose io credevo che noi… insomma che
noi stessimo bene insieme» disse lui quasi cadendo dalle nuvole.
«Lo credevo anche io… ma era tutto
un’illusione! Oh Emmett: io non posso! Io sarei dovuta morire quella sera, ma…»
e mi guardò con occhi che avevo scordato: odio.
Mi odiava ancora per quello che avevo
fatto? Possibile? Io credevo che tutto di fosse risolto… ma probabilmente mi
sbagliavo: non si sarebbe mai risolto. Era impossibile!
Fu allora che il mostro esplose e in un attimo non capii più nulla; sprofondai
nell’oscurità. Cercai di ritrovare la calma e quello squarcio sul mondo, ma non
accadde nulla.
Non
voglio fermarti: ma così non sfrutti al massimo le nostre potenzialità provai a parlargli, come
se stessi parlando con qualcun altro, come se quella rabbia avesse una vita
propria diversa dalla mia Se io potessi
pensare, guidarti, allora sarebbe diverso…
Non accadde nulla mentre il tempo
scorreva: non ne avevo le precisa concezione e questo mi metteva ancora più
ansia perché non sapevo cosa stava accedendo. Rispetto all’ultima volta però
riuscivo a percepire il mio corpo, come se fossi stato risucchiato con esso in
quel mare oscuro. Chiusi gli occhi e feci un profondo respiro per calmarmi.
Quando li riaprii qualcosa era cambiato: nell’oscurità c’era un puntino bianco;
cominciai a correre verso quel luogo, ma non sembrai muovermi di un millimetro.
Poco
male
provai a pensare calmo tanto ci arriverò:
è già successo e appena dissi quelle parole il punto di luce divenne uno
squarcio e si avvicinò: era semplicemente questione di volontà, Esme me l’aveva
detto…
Riuscivo a distinguere le pareti di
casa. Edward aveva avuto ragione: vedere qualcosa di familiare aiutava davvero.
Vidi mio figlio che correva veloce per evitarmi e gli altri shoccati contro una
parete che assistevano impotenti e spaventati a quel pericoloso “gioco”.
E ad un tratto mi accorsi di essere di
nuovo in me: sentivo il mio corpo, potevo muoverlo come volevo. Mi fermai.
«Carlisle: sei di nuovo tu?» mi chiese
Edward
«Sì… anzi no, non del tutto: io e lui
siamo in egual misura. Lo controllo: sento la sua fora, la sua velocità; ma la
mente è mia»
«Perfetto!» gridò felice Rose battendo
le mani; la guardai sorpreso.
«Era solo per farlo uscire fuori che ho
detto quelle cose» esclamò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Emmett la guardò fiero: avevano
preparato tutto alla perfezione. Sorrisi, poi mi guardai intorno: metà della
stanza era distrutta.
«Sistemeremo tutto» mi consolò Esme.
«Almeno adesso sappiamo che puoi
controllarlo» mi consolò Emmett.
Io annuii, ma la verità era che avrei
preferito non averlo mai incontrato questo potere…
***
Lo spazio dell’autrice
Eccomi
di nuovo a voi dopo una settimana di vacanze, ma non riposo (ho scritto anche lì
e devo dire che la Calabria mi ha fatto davvero un buon effetto!)
Cmq:
che ve ne pare??? Soddisfatti delle spiegazioni di Carlisle? Diciamo che più o
meno si è risolto tutto… (ma non abbassate la guardia eh?!) Ah quasi
dimenticavo: quello in viola sono due righe di pensieri di Esme che non erano
programmati e che non sapevo come far capire se non cambiando il colore della scrittura…
Ringrazio:
Luna95 *_* mi fai commuovere! Grazie per la tua
pazienza… Per fortuna Carlisle è tornato in se! Sì: i Volturi romperanno sempre
le scatole, in fondo è questo il loro compito no?? Che te ne pare del nuovo capitolo?
Uchiha_chan Sto provando a fare Carlisle quanto più
originale possibile… anche il più calmo dei Culle ha qualche segreto… Il resto
delle spiegazioni sono arrivate: spero di essere stata esauriente. Se c’è
qualcosa che non va ti prego di farmelo notare! Alla prossima!
Tede Ho sempre pensato che Esme fosse tanto
coraggiosa quanto dolce ed ora finalmente l’ho scritto: quando si tratta della
sua famiglia e del suo Carlisle, lei rischierebbe tutto! Tranquilla! Carl è
tornato in se… Che te ne pare del nuovo capitolo?
Bad_Mikey Amore tranquilla! Sia Esme che Carlisle
sono salvi per ora! Si anche a me sarebbe piaciuto che Carlisle avesse ucciso
Aro… ma che possiamo farci: non sempre si può avere tutto. (Notare lo
sdoppiamento di personalità tra quella che scrive il capitolo e quella che
scrive l’angolo dell’Autrice) Che ne pensi di questo capitolo?
Rikk992 Felicissima di averti lasciato senza
parole! *_* Si anche io mi sono emozionata scrivendo di Carlisle *ç*… Piaciuto
come si è risolta la situazione??? Alla prossima.
0207pantera per aver aggiunto la storia tra le
preferite. Spero che il capitolo ti sia piaciuto! ^_^
Il
prossimo capitolo – UNA STRANA VAMPIRA – vedrà finalmente l’arrivo di Alice e
Jasper con gli annessi problemi e complicazioni che ne deriveranno!
Mi
fa davvero male annunciarvi che la fan fiction si concluderà tra 4 o 5 capitoli…
ma ci sono ancora uno o due colpi di scena riservati per il finale!!! Alla
prossima: mi raccomando continuate a leggere e recensire.
Vostra
Alchimista!