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Autore: Alchimista    23/08/2009    6 recensioni
«Il mio nome è Carlisle, sono un medico e… un vampiro… Se conosci alcune delle leggende a nostro riguardo saprai che quando qualcuno di noi morde un essere umano possono accadere solo due cose: o l’umano muore, o diventa un vampiro. È più o meno quello che è accaduto a te. Ti ho vista nel bosco, ferita e non sono riuscito e far altro che a non farti morire…»
Genere: Triste, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14°_ ALLENAMENTO

 

Buio. Ero totalmente avvolto dall’oscurità. Mi ricordava molto il tempo della trasformazione: anche allora c’era solo buio intorno a me, nessuna figura, nessun rumore; questa volta però non bruciavo: ero come in un lungo sonno e credetti di essere morto davvero e che quello fosse il luogo destinato ad esseri come noi. Né paradiso, né inferno, solo oblio.

Probabilmente il mostro ha vinto… mi ha ucciso… pensai e mi accorsi d poter ancora pensare e sentire la mia voce che rifletteva…

Cosa sarà successo alla mia famiglia? Esme… Edward… Rose… Emmett… E se io…

Ebbi paura anche solo a formulare quel pensiero: il mostro avrebbe potuto benissimo ucciderli tutti ed io non avrei potuto fare nulla.

Uno strano ruggito permeò l’oscurità: il mostro si lamentava, probabilmente aveva trovato qualche opposizione sul suo cammino.

No, no! E se la mia famiglia stesse combattendo per fermarmi? Per fermare il mostro e permettermi di riavere il sopravvento su di lui? Sarebbero morti tutti!

Un secondo ruggito: il mostro soffriva ancora e poi accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettato: nell’oscurità si aprì uno squarcio, uno squarcio sul mondo…

In un attimo ripresi coscienza di ciò che stava accadendo attorno a me: vedevo tutto ma non potevo ancora controllare le mie azioni e ad un tratto mi accorsi di quello che il mostro stava facendo: era lanciato a tutta forza su mia moglie! L’avrebbe uccisa e poi… si sarebbe gettato sulla città e si sarebbe sicuramente fatto scoprire per quello che era, per quello che ero… e poi sarebbero giunti i Volturi e… tutto sarebbe finito.

Fermati! Fermati ti prego! Non lei, non lei! Ti prego non uccidere mia moglie! urlai, ma il mostro non mi sentì: non poteva e non voleva farlo. Cominciai ad urlare di fermarsi, ma lui continuava ad avanzare. Dieci metri… cinque… quattro… tre… due… uno… le era addosso e poi…

 

Avevo puntato i miei occhi nei suoi vermigli, mentre lui mi era ormai addosso. Mi accorsi di non aver paura, di non averne mai avuta: ero stranamente calma, quasi rilassata perché sapevo che si sarebbe fermato. E in caso contrario, non lo avrei perduto: ci saremmo rivisti ovunque saremmo andati al termine di quell’eterna vita…

 

I miei occhi erano nei suoi: non aveva paura né timore, non c’era neanche dolore nelle sue iridi ambra; solo sembrava calma, quasi felice. Sì, i suoi occhi sorridevano così come le sue labbra: lei si fidava di me, credeva che non le avrei fatto del male, ma io… io… non riuscivo a fermarlo…

«So che puoi farcela» mi sussurrò calma, mentre le mie mani afferravano violentemente le sue braccia.

Non voglio e non devo! gli urlai Smettila! e inaspettatamente mi accorsi che le mie parole avevano effetto. Allora, forse, era solo questione di volontà… Sì! Ed io non volevo farle del male. Lentamente la pressione sulle braccia di Esme diminuì e mi accorsi di poter ricontrollare le mia mani; poi sentii di nuovo anche le gambe, il petto, la testa: ero libero. Sospirai stanco e mi accasciai a terra.

«Papà!» gridò Edward e mi fu accanto aiutandomi con Esme ad alzarmi.

«Come ti senti?» mi chiese Rose abbracciandomi.

«Ora sto bene…» e libratomi dalla stretta di Rose, fui avvolto da quella di Edward ed Emmett; poi abbracciai e baciai finalmente la mia Esme.

«Mi dispiace molto interrompere una riconciliazione familiare tanto dolce» si intromise la voce di un vampiro.

Mi libererai dall’abbraccio di mia moglie e scorsi le figure dei tre Volturi; a parlare era stato Caius. Quanto tempo era passato? Come mai loro erano già qui? In un attimo mi resi conto di quanto avessimo tutti rischiato e rabbrividii nel vedere Edward annuire solenne e serio ai miei pensieri.

«Siamo davvero lieti che tu sia tornato in te, caro Carlisle» riprese Aro con il suo solito tono da finto amico «Ma chi ci dice che non accadrà di nuovo?»

«Posso garantirvi che non perderò più il controllo com’è successo ora…» risposi calmo «Ma se non vi fidate potete sempre passare a controllare ogni tanto… come ho potuto appena constatare avete un tempismo perfetto…» ironizzai.

Anche Aro sorrise. Vidi Edward irrigidirsi: che pensava?

«Non credi che potremmo… non so, capire insieme il tuo nuovo… potere, Carlisle?»

Questa volta a ridere fui io.

«Mi chiedi di venire con voi, Aro? Non eri solito fare questa domanda a mio figlio?»

«Si… ma con lui non ho avuto molto successo…» rispose rammaricato.

«Mi dispiace deluderti, mio caro Aro, ma non credo che avrai più successo con me»

Il volto di Aro si oscurò lievemente: avevo pregiudicato la nostra salvezza? Edward scosse la testa.

«Come vuoi Carlisle… ma se mai dovessi cambiare idea, sai dove trovarci…» e senza aspettare risposta si voltò e cominciò a muoversi.

«Arrivederci…» minaccio Caius; poi si mosse con Marcus ed il corpo di guardia.

Sentii gli altri membri della famiglia sospirare liberi.

«Vi ho fatto del male?» chiesi serio. Tutti scossero la testa.

«Non avevamo idea di come fermarti…» spiegò Emmett.

«… e alla fine abbiamo veramente creduto di averti perso…» continuò Rose e nella sua voce c’era ancora la paura per l’accaduto.

«Ma Esme è stata fantastica!» reclamò Edward orgoglioso.

«No. È stata folle!» la rimproverai nonostante i miei occhi stessero sicuramente esprimendo gratitudine «Come ti è saltato in mente di metterti sulla mia traiettoria?!» le urlai «Avrei potuto ucciderti!»

«Non l’avresti mai fatto» disse lei calma.

«Non ti ho fatto del male solo perché, alla fine, sono riuscito a fermarmi! Se avessi tardato anche solo di un minuto ora tu…» era difficile anche solo supporlo.

«Ma sapevo che non avresti fatto» insistette lei «É solo questione di forza di volontà e tu ne hai da vendere!»  

Già… pensai un po’ scettico e all’improvviso sentii una fitta di dolore. Cosa succedeva ora? Dopo la rabbia arrivava il dolore? mi risposi calmo e mi scoprii a non esserne poi così sorpreso: dopotutto in ogni trasformazione che avveniva per causa mia dopo l’iniziale rabbia c’era il dolore per aver condannato un'altra persona a quell’inferno ed era stato così anche… anche per la morte di Amy!

«Allora è stato quello il principio di tutto?» mi chiese Edward che aveva seguito i miei pensieri.

«Di che parlate?» ci chiese Esme.

«Carlisle crede che la causa scatenante di quel… potere sia stata la morte di Amy…»

Esme rabbrividì: faceva ancora male… avrebbe fatto sempre male.

«Chi è Amy?» chiese ingenuo Emmett.

«Era una vampira di undici anni che è stata con noi per qualche mese» spiegai mentre il dolore si estendeva «È stata uccisa dal suo creatore ed io… io ho ucciso lui…»

Emmett e Rose non mi staccavano, allibiti, gli occhi di dosso ed io comprendevo in pieno la loro reazione: io ero sempre stato quello pacato, calmo, diplomatico ed associare la mia figura alla vendetta era davvero strano. Già: lo era stato anche per me, anch’io ad un certo punto mi ero chiesto come era stato possibile che dopo secoli di perfetto autocontrollo avessi perso la calma in quel modo e con quella voglia come un neonato. Ora ne conoscevo il motivo.

«Non è nato con la morte di Amy» spiegai cominciando finalmente io stesso a capire «Lui c’è sempre stato: è l’altra faccia della medaglia… Io sono sempre stato calmo e diplomatico, ma questo non vuol dire che alcune cose non mi facessero provare rabbia, dolore, delusione o amarezza… Ed il mio autocontrollo mi ha sempre permesso di non perdere la pazienza, di non sfogare quello che provavo, fino ad allora… La morte di Amy è stato troppo anche per tutto l’autocontrollo che possedevo e da allora credo che la barriera si sia frantumata per sempre. Ogni volta che provo sensazioni forti, tutto quello che ho dentro esce fuori senza controllo…» conclusi certo di quello che dicevo.

Edward annuì convinto della mia tesi.

«Allora come si risolve il problema?» chiese Rose.

«Credo che sia di autocontrollo… insomma se riuscissi ad avere il sopravvento di lui…»

«… potresti usare quel potere a “fin di bene”» concluse Emmett stranamente attratto dalla mia nuova forza.

«Sì» convenni un po’ preoccupato «Ma non so se voglio usarla… mi farebbe più bene dimenticare…»

Sentivo il dolore ancora più forte e provai l’istinto di correre via ed urlare: avrei fatto di tutto per poterlo far smettere. Esme mi poggiò una mano sulla spalla.

«Torniamo a casa» mi sussurrò dolce e ci avviammo.

 

Dovettero passare almeno due mesi perché anche il dolore, come la rabbia, si attenuasse e tornasse nel dormiveglia con cui aveva seguito la mia vita dalla morte di Amy. Mi abituai gradualmente al fatto che parte dell’autocontrollo che avevo era andato perduto, che avrei dovuto riconquistarlo e che sarebbe stato più difficile dell’ultima volta.

«Credo che l’unico modo per poterlo dominare sia farlo uscire di nuovo fuori…» mi suggerì Edward.

Era la cosa di cui avevo più paura: se non mi fossi controllato questa volta sarebbe potuta finire male.

«Ma perché devo trasformarmi in casa? Non sarebbe più sicuro nel bosco?»

«No Carlisle: questo è un ambiente più familiare, credo che qui avresti più possibilità di controllarlo»

Abbassai la testa, sconfitto e provai a concentrarmi sulla rabbia e sul dolore, ripensando alle varie trasformazioni e ad Amy. Lo sentii ribollire furioso e brutalmente felice, ma non usciva fuori.

«Ripensa ai suoi occhi, agli occhi del vampiro che ti ha trasformato: tu non c’entravi nulla, non dovevi essere lì… tu odi la violenza eppure sei l’unico che ha pagato quella notte» mi provocava mio figlio «E poi… non hai permesso che rincontrassi mia madre; che Esme rivedesse suo figlio… E Rose voleva solo morire: neanche quest’ultima cosa le hai concesso! Emmett aveva una vita e tu gliel’hai tolta! Sei un essere spregevole Carlisle!»

Per quanto le sue parole potessero far male, sapevamo entrambi che lui non pensava davvero quelle cose e forse fu quello che frenò il mostro.

«Così non va Edward. Lo sento, ma è ancora troppo poco»

E mentre stavo ancora pronunciando le ultime parole sentii delle grida provenire dal piano superiore: Rose.

La sentimmo scendere rapida seguita da Emmett.

«Credevo di farcela, ma sbagliavo! No, no: questa non è vita!» urlò rivolta al vampiro bruno.

«Ma Rose io credevo che noi… insomma che noi stessimo bene insieme» disse lui quasi cadendo dalle nuvole.

«Lo credevo anche io… ma era tutto un’illusione! Oh Emmett: io non posso! Io sarei dovuta morire quella sera, ma…» e mi guardò con occhi che avevo scordato: odio.

Mi odiava ancora per quello che avevo fatto? Possibile? Io credevo che tutto di fosse risolto… ma probabilmente mi sbagliavo: non si sarebbe mai risolto. Era impossibile!

Fu allora che il mostro esplose e in un attimo non capii più nulla; sprofondai nell’oscurità. Cercai di ritrovare la calma e quello squarcio sul mondo, ma non accadde nulla.

Non voglio fermarti: ma così non sfrutti al massimo le nostre potenzialità provai a parlargli, come se stessi parlando con qualcun altro, come se quella rabbia avesse una vita propria diversa dalla mia Se io potessi pensare, guidarti, allora sarebbe diverso…

Non accadde nulla mentre il tempo scorreva: non ne avevo le precisa concezione e questo mi metteva ancora più ansia perché non sapevo cosa stava accedendo. Rispetto all’ultima volta però riuscivo a percepire il mio corpo, come se fossi stato risucchiato con esso in quel mare oscuro. Chiusi gli occhi e feci un profondo respiro per calmarmi. Quando li riaprii qualcosa era cambiato: nell’oscurità c’era un puntino bianco; cominciai a correre verso quel luogo, ma non sembrai muovermi di un millimetro.

Poco male provai a pensare calmo tanto ci arriverò: è già successo e appena dissi quelle parole il punto di luce divenne uno squarcio e si avvicinò: era semplicemente questione di volontà, Esme me l’aveva detto…

Riuscivo a distinguere le pareti di casa. Edward aveva avuto ragione: vedere qualcosa di familiare aiutava davvero. Vidi mio figlio che correva veloce per evitarmi e gli altri shoccati contro una parete che assistevano impotenti e spaventati a quel pericoloso “gioco”.

E ad un tratto mi accorsi di essere di nuovo in me: sentivo il mio corpo, potevo muoverlo come volevo. Mi fermai.

«Carlisle: sei di nuovo tu?» mi chiese Edward

«Sì… anzi no, non del tutto: io e lui siamo in egual misura. Lo controllo: sento la sua fora, la sua velocità; ma la mente è mia»

«Perfetto!» gridò felice Rose battendo le mani; la guardai sorpreso.

«Era solo per farlo uscire fuori che ho detto quelle cose» esclamò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Emmett la guardò fiero: avevano preparato tutto alla perfezione. Sorrisi, poi mi guardai intorno: metà della stanza era distrutta.

«Sistemeremo tutto» mi consolò Esme.

«Almeno adesso sappiamo che puoi controllarlo» mi consolò Emmett.

Io annuii, ma la verità era che avrei preferito non averlo mai incontrato questo potere…

   

 

 

 

                                                                                                                                                                                     ***

Lo spazio dell’autrice

 

Eccomi di nuovo a voi dopo una settimana di vacanze, ma non riposo (ho scritto anche lì e devo dire che la Calabria mi ha fatto davvero un buon effetto!)

Cmq: che ve ne pare??? Soddisfatti delle spiegazioni di Carlisle? Diciamo che più o meno si è risolto tutto… (ma non abbassate la guardia eh?!) Ah quasi dimenticavo: quello in viola sono due righe di pensieri di Esme che non erano programmati e che non sapevo come far capire se non cambiando il colore della scrittura…

 

Ringrazio:

Luna95  *_* mi fai commuovere! Grazie per la tua pazienza… Per fortuna Carlisle è tornato in se! Sì: i Volturi romperanno sempre le scatole, in fondo è questo il loro compito no?? Che te ne pare del nuovo capitolo?

Uchiha_chan  Sto provando a fare Carlisle quanto più originale possibile… anche il più calmo dei Culle ha qualche segreto… Il resto delle spiegazioni sono arrivate: spero di essere stata esauriente. Se c’è qualcosa che non va ti prego di farmelo notare! Alla prossima!

Tede  Ho sempre pensato che Esme fosse tanto coraggiosa quanto dolce ed ora finalmente l’ho scritto: quando si tratta della sua famiglia e del suo Carlisle, lei rischierebbe tutto! Tranquilla! Carl è tornato in se… Che te ne pare del nuovo capitolo?

Bad_Mikey  Amore tranquilla! Sia Esme che Carlisle sono salvi per ora! Si anche a me sarebbe piaciuto che Carlisle avesse ucciso Aro… ma che possiamo farci: non sempre si può avere tutto. (Notare lo sdoppiamento di personalità tra quella che scrive il capitolo e quella che scrive l’angolo dell’Autrice) Che ne pensi di questo capitolo?

Rikk992  Felicissima di averti lasciato senza parole! *_* Si anche io mi sono emozionata scrivendo di Carlisle *ç*… Piaciuto come si è risolta la situazione??? Alla prossima.

0207pantera  per aver aggiunto la storia tra le preferite. Spero che il capitolo ti sia piaciuto! ^_^

 

Il prossimo capitolo – UNA STRANA VAMPIRA – vedrà finalmente l’arrivo di Alice e Jasper con gli annessi problemi e complicazioni che ne deriveranno!

Mi fa davvero male annunciarvi che la fan fiction si concluderà tra 4 o 5 capitoli… ma ci sono ancora uno o due colpi di scena riservati per il finale!!! Alla prossima: mi raccomando continuate a leggere e recensire.

Vostra Alchimista!

 

 

 

   
 
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