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Autore: ___Page    18/12/2020    2 recensioni
C'era un buco nel muro. E con il lockdown, nessuno sarebbe potuto andare a ripararlo.
«Beh che dire, ragazzi. Sarà un piacere condividere le feste con voi»
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*Questa fanfiction partecipa alla challenge "Christmas Lokcdown" indetta dal forum FairyPiece - Fanfiction&Images*
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Starring: Izou, Koala, Ishley, Killer, Trafalgar Law, Penguin, Sabo.
Con la partecipazione di: Bepo e Lindbergh
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Izou, Koala, Penguin, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EASTER EGG

Giorno: 18 dicembre
Stanza: Cucina
Prompt: Lucine di Natale / "Quando ero piccolo avevo paura di Babbo Natale. Ora è lui che ha paura di me" [Jean-Paul Malfatti]
Ringraziamenti: Non sarà una novità ma è sempre un piacere, ringraziare Zomi e Jules per il loro costante supporto e aiuto, condito di splendidi suggerimenti. E grazie a tutti voi che state leggendo, sperando di rendere il vostro Natale un po' più Natale anche quest'anno. Un bacio grande. Page.





 
1 dicembre 2020
dodicesimo giorno di lockdown - terza ondata



 

«It's beginning to look a lot like Christmas...»
Izou odiava il Natale.
«...everywhere you go»
Poiché il narratore è esterno e onnisciente, l'uso del verbo al passato senza riferimenti temporali potrebbe trarre in inganno.
«Ma che giorno è?»
Perché Izou odiava il Natale, sì, da bambino. Ma Izou non era più un bambino da parecchio tempo.
«Buongiorno polvere di stelle!»
E non odiava più il Natale.
«Shandia, sei così innaturalmente allegro e positivo in questo periodo» sorrise serafica Ishley, entrando in cucina con i capelli ancora sfatti e un disperato bisogno di fare colazione. «Dovrei farti un video e usarlo per ricattarti il resto dell'anno»
«Se vuoi mi metto vicino alla finestra c'è una bella luce. Oh e qui c'è il tuo the, Ishley-chan»
Ishley lo fissò con gli occhi blu profondo sgranati.
«Non c'è un modo per averti così sempre?»
«Averlo così come?» domandò Koala, ben più sprint dell'amica, nonostante anche lei fosse appena sveglia.
«Positivo»
«Se è positivo dobbiamo isolarlo!»
«Non positivo in quel senso, imbecille! E poi tu ti isoli già da solo, cosa vuoi da me?!» urlò verso la porta della cucina Izou, perdendo per un attimo l'aura di gioia e buoni sentimenti che gli si appiccicava addosso ogni anno a partire dal 25 di novembre circa. «Ma che fa già in piedi?»
«Credo pipì e sta già tornando a letto» mormorò Koala, osservando la cucina, il tonfo di una delle porte della zona notte a confermare la sua previsione.
«Ma così non si può continuare, dobbiamo fare qualcosa!» allargò le mani Izou.
«Ho finito le idee. Ma tu a che ore ti sei svegliato per fare tutto questo?» indagò Koala, studiando le lucine che ora ornavano il mobilio della stanza. «Ti sei superato»
«Piace?!» ghignò soddisfatto il moro, portandosi accanto all'amica e coinquilina.
«Sono tutta un brivido di festa ora» gli diede un colpo d'anca lei.
«Quest'anno volevo che fosse tutto perfetto!»
No, Izou non odiava più il Natale e da quando aveva scoperto quanto fosse mille volte più rinfrancante amarlo, era diventato uno spacciatore di spirito natalizio, dentro e fuori casa.
«Non è quello che dici tutti gli anni?» si accigliò Ishley, mentre Koala tirava la marmellata di arance amare fuori dal frigo.
«Ma quest'anno ho perfezionato la perfezione» strinse il pugno, il braccio piegato al petto.
«E a Babbo Natale hai chiesto anche un po' di umiltà?» si informò Koala, andando ad accomodarsi al bancone insieme a Izou e Ishley
«Ci ho pensato ma sono stato troppo cattivo quest'anno, non me ne avrebbe portata» si strinse nelle spalle lui, strappando una risata alle due amiche.
«Scherzi a parte, grazie Izou. Ne avevo proprio bisogno» ammise Ishley, dondolando una gamba penzoloni dallo sgabello, mentre inzuppava un biscotto alle spezie nell'infuso all'arancia rossa.
«Si beh...» sorrise Izou, buttando un occhio dentro la propria tazza. «Sapete, ho pensato che non ce lo potremo vivere fuori e così era bello portarsi più Natale possibile in casa. So che non bastano le decorazioni ma...» la mano di Koala sulla sua guancia, dolce come la sorella maggiore che era per tutti loro, lo interruppe.
«Le decorazioni fanno casa» gli sorrise. «Sarà un Natale diverso ma almeno siamo insieme no?»
«Io sono contenta di festeggiare con voi» ammise Ishley con una stretta di spalle.
«Magari potremmo provare a coinvolgere i nuovi vicini» si illuminò Izou, lanciando un'occhiata alla parete che divideva in due la casetta bifamiliare. «A proposito, Ish, sai se poi l'hanno affittata quei tuoi... conoscenti?»
Izou si scambiò un'occhiata con Koala, un solo momento di esitazione nella voce. Era un argomento alquanto delicato, quello di quei "conoscenti" perché suddetti "conoscenti" erano conoscenti di Ishley perché amici di Sabo. E Sabo era passato nella vita di Ishley come un terremoto. Rapido e devastante.
Non c'era stato il tempo di trasformare la conoscenza in qualcosa di più, ma Ishley era una delle persone più disponibili e altruiste che mai Izou avesse conosciuto e non si era quindi stupito, quando la coinquilina aveva avvisato uno dei suddetti "conoscenti" che il loro padrone di casa stava per mettere in affitto l'altra metà della bifamiliare, dopo aver scoperto su Dialbook che cercava un nuovo posto per sé e altri due amici.
«A-ah» scosse il capo Ishley, accettando un cucchiaino della preziosa marmellata di Koala.
«Ho solo visto il camion dei traslochi due settimane fa ma i nuovi vicini no. Poi è ricominciato il lockdown e non mi sembrava il caso di andare di persona a presentarmi, cioè la gente è impazzita, potevano anche accogliermi spianandomi un fucile a canne moz...»
«Ehi ma cos'è?!»
«...ze»
Un tonfo, un crepitio e un boato interruppero l'amena colazione del trio, che senza troppo scomporsi si voltò verso la fonte del rumore, niente meno che la parete in cartongesso. La parete che divideva la villetta in due.
La parete in cui si era appena aperto un buco, all'altezza a cui ci sarebbe stata bene una finestra, abbastanza grande da poterci passare attraverso.
Occhi sgranati e toast, biscotto, tazza a mezz'aria, Koala, Izou e Ishley attesero immobili che la sottile polvere d'intonaco sollevata dallo schianto si diradasse, usando quel breve intervallo per metabolizzare che c'era un buco nel muro della loro cucina.
E al di là del buco un ragazzo dai capelli rossi e uno dai capelli mori. Uno sconvolto, l'altro impassibile. Uno armato di martello, l'altro di tazza in ceramica e una mano al fianco. Che fissavano il buco nel muro.
«Pen?» Ishley sgranò gli occhi. «Law!»
«A quanto pare i conoscenti hanno affittato» sussurrò Izou a Koala, mentre Ishley si alzava per avvicinarsi e vagava con gli occhi sulla parete.
C'era un buco nel muro. E con il lockdown, nessuno sarebbe potuto andare a ripararlo.
«Mi toccherà abbinare le calze al maglione per stare in casa» sospirò la moretta, ignara dell'occhiata che Pen, il rosso martello munito, le stava lanciando. Anche se l'occhiata non era per lei e neanche era per Law, quando Pen si girò verso Law.
Law che sapeva per cos'era l'occhiata, ma che era troppo impegnato a fissare il buco nel muro, con l'aria di uno che stava per afferrare, forse, il senso della vita.
«C'è un buco nel muro»
«E oltre al buco hai guardato?!» vibrò Pen, indicando a braccio teso mentre Law prendeva un sorso di caffè e osservava.
Oltre il muro, c'era Ishley che discuteva con un ragazzo moro e slanciato, dai tratti delicati, il quale era indignato con lei perché a suo dire, l'abbinamento calze/maglione avrebbe dovuto già farlo a prescindere da degli estranei con cui avrebbero dovuto dividere la cucina per tutte le feste.
C'era una ragazza minuta e dall'aria frizzante che stava rovistando in un cassetto.
E poi c'erano ghirlande, vetrofanie, alberelli e un quantitativo di lucine di Natale appese a ogni anta, maniglia e gancio, a creare un disegno anche piuttosto armonico, in grado di illuminare la cucina senza l'ausilio di lampade. La cucina di entrambi gli appartamenti.
E Law sapeva per cos'era l'occhiata di Pen, perché Pen non era più un bambino ma lui il Natale lo odiava ancora e molto visceralmente, e con esso tutte le manifestazioni ad esso connesse, e il buco nel muro aveva appena aperto il passaggio a un maniaco del Natale.
«Avranno sicuramente delle luci per addobbare anche il buco» annuì convinto Law prima di rivolgersi ai vicini. «La parete da noi è verde, se può essere utile per l'abbinamento»
«Che cosa...» riuscí a boccheggiare Pen prima che un barattolo di qualcosa con infilato dentro un cucchiaino, gli venisse porto direttamente sotto il naso. Un'etichetta sobria con il disegno di una girandola da cui penzolava un mandarino e la scritta "Belle Mere" in corsivo in cima.
«Marmellata di arance amare, direttamente da Cocoyashi. È la migliore del mondo, volete provare?» sorrise la ragazza minuta e frizzante.
«Molto volentieri» si fece avanti Law e Pen sapeva che tutta quella flemma e quella loquacità, erano tutti sintomi che era sommamente divertito dalla situazione. Ma a conti fatti il buco nel muro c'era e quella ragazza sembrava molto gentile e quindi forse poteva fare uno sforzo di ignorare l'accozzaglia di decorazioni che lo guardavano dalla cucina dei vicini, ridare il giusto peso alle cose e provare la marmellata di arance amare. Non era colpa dei vicini se la parere si era rotta, non era per fare un dispetto a lui che la cucina era così agghindata e non era come se gli addobbi potessero penetrare anche dal loro lato.
Due lucine entrarono nel suo campo visivo, insieme a una spina e una mano affusolata che inserì la spina in una presa a muro subito oltre il buco. Dal loro lato.
«Che stai facendo?» domandò Pen, lievemente allucinato e martello stretto in mano ma Izou era troppo impegnato ad ammirare il suo capolavoro finalmente completo ora che poteva accendere anche l'ultima fila di lucine.
«La perfezione» esalò soddisfatto mentre Ishley si avvicinava.
«Mi spiace Pen, Izou è un po'...»
«Molesto?»
«A volte sì»
«Solo a volte?!»
«Ehi! Kay, così mi ferisci! Ma comunque...» tornò a ghignare girandosi verso Pen. «Sento puzza di Grinch» si appoggiò con il braccio alla parete, sporgendosi appena oltre il buco. «Non preoccuparti, amico. Anche io odiavo il Natale. Da bambino avevo addirittura paura di Babbo Natale. Ora è lui che ha paura di me. E noi abbiamo taaaaanto tempo per lavorarci»
Pen tremò. Non era possibile, doveva essere un incubo. E quello che stava per impadronirsi di lui un attacco isterico in piena regola a cui avrebbe anche ceduto se solo il suo secondo coinquilino non fosse arrivato di corsa proprio in quel momento, insieme a Bepo, il samoiedo bianco di Law che, però, in realtà, era un po' di tutti e tre.
«Ragazzi ma che è successo? Ho sentito un tonfo e...» le parole gli morirono in gola quando vide il buco nel muro. Ma fu niente in confronto a quello che provò quando mise a fuoco chi c'era oltre il buco nel muro, che lo fissava di rimando con lo stesso shock in volto.
«Sabo...»
«Ish?»
L'attacco isterico di Pen decise di tornarsene quiescente, per rispetto all'improvviso silenzio che era appena calato nelle due cucine, mentre Law finiva di spalmarsi due gallette di riso con la marmellata, Bepo scodinzolava, gioioso di avere dei nuovi amici, e Izou si schiariva la gola, cercando qualcosa da dire che non fosse troppo imbarazzante o comunque che lo fosse meno di quel silenzio.
«Beh che dire, ragazzi. Sarà un piacere condividere le feste con voi» 
 
 
 
 
 
 
  
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