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Autore: Padfootblack    19/12/2020    1 recensioni
James Sirius Potter è tutto il contrario di suo padre: spavaldo, egocentrico e con un'autostima alle stelle.
Elladora Nott è totalmente diversa dai suoi genitori: buona, paziente e con una passione sfrenata per il Quidditch.
Cosa succede quando un Grifondoro impettito incontra una Serpeverde combinaguai?
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lysander Scamandro, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 19 – Amortentia

 

James mi aveva prestato il Mantello dell’invisibilità per permettermi di fare un giro intorno alla scuola indisturbata. Dovevo dire che mi piaceva proprio questo Mantello, era perfetto per non farsi mettere in punizione. Notai James da solo sulla riva del lago e mi avvicinai di soppiatto per spaventarlo. “Potter”gracchiò una voce acuta e una ragazza dalla lunga chioma corvina si sedette accanto a lui: “Sei libero questa sera?”

“No, ho da fare”

“E domani?”

“Potrei aver da fare”

Potresti? E con chi scusa?”

“Con Elle”

“Nott?”esclamò sorpresa: “Perdi ancora del tempo con lei?”. Ma James non cadde nella provocazione e si limitò a fissarla: “Avevi bisogno di qualcosa?”

“Sì, beh … è da mesi che non ci vediamo”mormorò lei passandogli un dito sul petto e facendomi venire voglia di mozzarglielo.

“Oh, cara Katy”disse lui in tono divertito: “Lo sai che più di due volte non è permesso”

“E da chi?”

“Dalle mie leggi”rispose lui tranquillamente, facendola scoppiare a ridere: “Jamie, sei così simpatico!”. Era il tono più acuto che le mie orecchie avessero mai sentito.

“Un’ultima volta, non c’è due senza tre!”lo supplicò lei. Merlino, ma cosa ci facevo nascosta qui a spiare loro due? Era una mancanza di rispetto nei confronti di James! Eppure ero così curiosa di sentire la sua risposta alle attenzioni di quella lì. Il motivo di questa curiosità non mi era ancora chiaro, però.

“Domani pomeriggio?”propose lui e il mondo mi cascò addosso. Perché ora mi sentivo delusa? Era la sua vita, era libero di fare ciò che voleva. I fumi di Pozioni mi avevano fatto davvero girare la testa questo pomeriggio, non c’era altra spiegazione.

“Quindi vedi me prima di uscire con lei?”chiese la ragazza avvicinandosi: “Eppure sappiamo entrambi di chi è figlia”

“Kate ...”la avvisò James come per fermarla, ma lei ridacchiò, una risata calcolatrice: “Potrà sembrarvi anche tanto buona e gentile, ma è solo un gioco. È già promessa sposa a Zabini”. Oh no, perché non stava zitta? E perché parlava di me a James, lei non mi conosceva, non aveva il diritto di farlo. Ma a quanto pare aveva fatto scattare la molla giusta, perché James adesso pendeva dalle sue labbra. Kate si avvicinò ancora di più a lui, guardandolo dritto negli occhi: “Appena sarà finita la scuola si sposeranno e poi chissà, magari si faranno il Marchio insieme”

“No, non ti credo”

“Chiedi a Zabini se non ti fidi di me. Ma io non ti mentirei mai, Jamie, lo sai”

“Non mi importa”si alzò e camminò verso il castello. Li seguii, in preda al totale panico, non sapendo se uscire e dichiarare la mia posizione o restare invisibile nel silenzio.

“Lei e sua madre stanno tentando in tutti i modi di far uscire suo padre da Azkaban in modo che sarà presente per il matrimonio”. James sbuffò arrabbiato: “Non mi interessa, è libera di fare ciò che vuole con i suoi compari Mangiamorte”. Mi immobilizzai in mezzo al giardino, non essendo neanche più capace di respirare. Lo aveva detto davvero? James, che in tutti questi mesi aveva combattuto con me contro i pregiudizi sulla mia persona, ora mi dava della Mangiamorte? Lui che mi aveva preso in giro per sei anni e che si scusava ogni mattina per ciò che mi aveva fatto, era ricaduto nel tranello di quell’oca giuliva? Ci aveva messo così poco a voltarmi le spalle e credere a quello che gli aveva detto lei. Entrai al castello e seguii i vari passaggi segreti per tornare nel mio dormitorio. Mi tolsi il Mantello e lo infilai sotto il mio. In Sala Comune trovai Albus e Scorpius all’entrata, capirono subito che c’era qualcosa che non andava. Stavo per tirare fuori il Mantello e darlo ad Albus, ma lui non sapeva della sua esistenza. Sotterrai il mio orgoglio e corsi su in camera, gettandolo nel baule e chiudendolo con un calcio. Maledetto Potter e maledetti i suoi pregiudizi duri a morire.

 

Mi ignorava da giorni e io non ero da meno. La sera prima gli avevo lasciato il Mantello nella statua di Silente, sperando che capisse che era lì e che se lo sarebbe ripreso. Albus e Scorpius continuavano a chiedermi cosa fosse successo, ma non avevo detto nulla a nessuno, men che meno a Lys che mi rincorreva ogni giorno domandando: “Allora? Oggi mi dici cos’hai?”. Tutti avevano capito che io e Potter avevamo litigato: qualche mese fa camminavamo insieme per i corridoi destando sorpresa negli sguardi di tutti e ora non riuscivamo neanche a stare nella stessa stanza senza sbuffare o scappare. Eppure, non mi prendeva in giro platealmente com’era suo solito, ignorava proprio la mia esistenza. Fu la settimana in cui incrementarono le sue punizioni, in cui saltava le lezioni e non si presentava ai controlli per Hogsmeade, ma ci andava solo usando passaggi segreti. Fu la settimana in cui i miei compiti andarono male rispetto alla solita media, tanto che la preside mi chiamò in ufficio dicendosi preoccupata del mio stato di salute. Ma questa volta non sarei andata a scusarmi con Potter perché era stato lui a sbagliare e io non potevo continuare a perdonare la gente che mi aveva fatto stare male senza delle scuse decenti. Pensavo di farla franca ignorandolo a mia volta, ma non avevo considerato le lezioni di Pozioni. Metà degli studenti del sesto anno era andata alla prima lezione di Materializzazione, così la classe si era decimata. Il professore aveva ben pensato di raggrupparci in coppie e fare realizzare a ognuna un incantesimo diverso. Si dava il caso che avesse messo me e Potter insieme.

“Non potrei cambiare partner, professore?”chiese lui sprezzante.

“No, Potter, vi ho assortiti in questa maniera proprio perché ognuno ripari le lacune dell’altro”

“Io non avrei problemi a stare con Peakes”dissi: “Lui ha molte lacune e sono sicura che sarei capace di ripararle tutte”

“Ehi!”esclamò l’altro offeso.

“Le coppie sono così e così resteranno”. Avanzai controvoglia verso il calderone di Potter e gettai il libro sul tavolo, senza preoccuparmi di lanciarlo a pochi centimetri dalla sua mano.

“Bene”il professore alzò la voce mentre facevo più rumore possibile sistemandomi sul tavolo del traditore. “Dovrete pescare da questa boccia un foglio con scritto la Pozione che dovrete realizzare. Ai vincitori darò due fiale di Pozione Rigenerante”. Iniziò a fare il giro partendo da Cookes e Peakes, passando poi da Zabini e Higgs.

“Puoi tornare al tuo dormitorio, posso cavarmela da solo”sussurrò stizzito Potter al mio fianco.

“Ho saltato troppe lezioni questa settimana per evitarti, non ho intenzione di rovinare la mia carriera scolastica per colpa tua”

“Colpa mia?”. Intanto la maggior parte delle coppie aveva ricevuto l’indicazione sulla Pozione da realizzare, sembravano tutti abbastanza soddisfatti. Se mi fosse capitato il Filtro della Morte avrei proposto un assaggio a Potter per vedere se funzionasse davvero o no.

“Non capisci cosa hai fatto?”

“Io?”domandai sorpresa: “Cosa ho fatto?”. Fece per rispondere, ma poi chiuse le labbra e tornò a fissare il calderone vuoto. Non gli avevo fatto nulla, a meno che lui non pensasse che avessi rubato il suo Mantello.

“Ho lasciato il Mantello ...”

“Lo so dove hai lasciato il Mantello”mi interruppe brusco.

“E allora cosa avrei fatto?”

“Tu sei ...”

“Prego”disse il professore e pescai il bigliettino, l’ultimo presente. Aprii il foglio e restai sbalordita da quelle lettere. Oh no, proprio oggi?

“Potter?”chiese il professore e lui lesse a denti stretti: “Filtro d’amore”. Il professore appoggiò la boccia vuota sulla sua scrivania e poi alzò le mani: “Al mio tre iniziate, Pozionisti: uno, due, tre!”. Pagina 62 del libro, filtri d’amore. Sembrava complicato, ma ce l’avrei potuta fare. Iniziai a sbucciare le uova di Ashwinder, mentre Potter recuperava i petali di rosa. Stava per metterli nel calderone, ma lo bloccai: “Bisogna prima inserire il contenuto delle uova e la polvere di peperoncino”

“Oh scusa miss so-tutto-io”. Stavo tornando ad odiarlo. Aspettò che finissi di sbucciare le uova, che le girassi per due volte in senso orario e poi inserì la polvere di peperoncino. Ci ignorammo per tutta la lezione, tranne quando gli davo qualche colpetto sulla mano per fermarlo se vedevo che stava sbagliando. La situazione era così tesa che ci mancò davvero poco che non ci urlassimo addosso. E adesso che conoscevo il vero James Sirius Potter non potevo sopportare di essere di nuovo ai ferri corti con lui.

 

Avevo controllato tutti i suoi nascondigli segreti, ma non lo avevo trovato. Non l’avrebbe passata liscia, ero ancora molto arrabbiata con lui. Salii fino al settimo piano, era l’ultima alternativa e non dovetti neanche concentrarmi troppo, la Stanza delle Necessità si aprì immediatamente, mostrandomi la mia sala con divano, camino e finestra sulle montagne. Oh no, Stanza, non volevo la mia stanzetta, ma quell’idiota di Potter.

“Che ci fai tu qui?”. Saltai dalla paura e vidi la sua testa comparire dal divano. Lo osservai truce e si alzò di colpo, le mani in tasca e lo sguardo più arrabbiato del mio.

“Mi hai lasciata lì a finire la pozione da sola!”esclamai furente.

“Sembravi non avere bisogno del mio aiuto”

“E infatti non avevo bisogno del tuo aiuto!”esclamai nervosa: “Ma non è stato comunque educato dartela a gambe di fronte alla prima difficoltà!”

“Certo, se tu magari mi avessi parlato e detto cosa fare piuttosto di darmi continui colpi di bacchetta sulle mani ...”

“Avevi anche tu il libro, sei capace di leggere o non te l’hanno ancora insegnato?”

“BEH, MI FIDAVO DI TE!”. Volevo rispondergli a tono, ma fui sorpresa da quella dichiarazione. Sembrò rendersene conto, perché tossicchiò imbarazzato: “Cioè, mi fidavo delle tue doti da pozionista”. Era in lotta con sé stesso, una parte di lui voleva urlarmi contro, l’altra voleva sotterrare questi giorni di guerra e tornare amici. Allora il James Potter che avevo conosciuto era ancora lì, sotto una marea di cattiveria.

“Perché mi ignori da giorni?”domandai, sperando che la versione di Potter che avevo conosciuto a Natale spuntasse fuori.

“Affari miei”

“Io credo che siano anche affari miei visto che non mi parli”

“E tu perché mi ignori?”. Perché ti spiavo con quella stupida Kate e mi hai offeso. Incrociai le braccia, decisa a non dirgli niente.

“Sono venuta io qui”

“Beh, ti lascio volentieri la tua stanza”

“No, sono venuta io qui da te”ripetei: “A cercarti, per parlare, non per litigare”. Ed eccola lì, una scintilla del vecchio James negli occhi.

“Ho pattugliato tutta la scuola, ho controllato ogni passaggio segreto. Ho fatto lo sforzo di venirti incontro, ora tocca a te fare un passo avanti”. Sbuffò e osservò le montagne dalla finestra inferriata: “So che il motivo per cui mi sono arrabbiato con te non ha senso. Ma credo che il fatto che tu mi abbia ignorato, abbia peggiorato la situazione”. Restai zitta, non avrei detto nulla se non fosse stato lui a parlare per primo, questa volta ero irremovibile.

“Mi è arrivata una voce”confessò: “Che … tu e tua madre volete tirare fuori tuo padre di prigione”. Allora era per questo che era arrabbiato? Perché volevo avere una famiglia normale come la sua invece di far parte di una famiglia disfunzionale?

“E questo cosa ha a che fare con te?”

“Nulla”disse subito: “Ma … lo fate perché tu possa sposare Zabini una volta fuori di qui. Voi siete promessi sposi fin da quando eravate piccoli”. Non me lo chiedeva, supponeva che tutto ciò che fosse uscito dalla bocca di quella tizia fosse verità assoluta.

“E chi te l’ha detto? Zabini in persona?”

“No, Kate”

“Chi?”

“Una del quinto anno, ha da sempre avuto una cotta per me ...”. Le sue rotelle iniziarono a girare velocemente, se avessi chiuso gli occhi avrei sentito il rumore meccanico dei suoi ingranaggi lavorare ed arrivare alla soluzione esatta.

“Tu … la conosci?”mi chiese osservandosi i piedi.

“Non so chi sia”. Ero lì, a braccia incrociate, con lo sguardo più severo che avessi mai avuto in vita mia, mentre lui alzava piano lo sguardo su di me: “E scommetto che non conosca neanche Zabini”

“Non che io sappia”

“Quindi quello che ha detto ...”

“È vero”ammisi: “Sto cercando di far uscire mio padre da Azkaban e io e Zabini siamo promessi sposi dall’età di un anno”. Tutto il dispiacere che aveva provato nell’ultimo minuto si trasformò in rabbia e disprezzo: “Allora Kate aveva ragione!”

“Curioso che tu creda alle sue parole, ma non vieni da me, la diretta interessata, a chiedermi se sia vero o no. E hai anche il coraggio di arrabbiarti, per quale ragione?”

“Tu e Zabini … oh Merlino, non ci credo!”

“È per questo che sei arrabbiato? Perché sono promessa sposa a Zabini? O hai paura che, tirando fuori di prigione mio padre, io possa riunirmi a lui e ai suoi compari Mangiamorte?”. Un lampo gli balenò negli occhi: “Eri lì. Ci hai sentiti”

“Volevo ridarti il Mantello, ma eri troppo preso a parlarmi dietro con lei e non volevo disturbare”. Scosse la testa e fece per andarsene, ma poi tornò sui suoi passi: “Ti ho accolto in casa mia perché eri da sola ad Hogwarts, dov’era il tuo futuro marito in tutto questo?”

“Chissà cosa passa nel tuo cervello per farti credere che io debba dirti tutto quello che succede nella mia vita ...”

“Siamo amici! E mi fidavo di te, avresti dovuto dirmi che eri promessa sposa a quella serpe di Zabini!”

“E tu avresti dovuto dirmi che pensavi che sono solo la figlia di un Mangiamorte!”

“Sai che non è vero, è da quando ti conosco che non ti chiamo più così”

“Allora era solo per fare il bello davanti a lei?”chiesi schifata: “È così? Siamo amici solo quando ti conviene, ma poi per fare colpo su una ragazza mi prendi in giro?”

“Ero arrabbiato e non sapevo cosa stavo dicendo”

“Se lo hai detto vuol dire che lo pensavi”

“Non lo penso!”

“E invece sì!”esclamai sull’orlo delle lacrime: “L’idea è così radicata in voi che non ve ne rendete neanche conto! Solo pochi fra di voi riescono a distinguere un Mangiamorte dalla figlia di un Mangiamorte!”

“La mia famiglia ti ha accettata per quello che sei! Una persona gentile che non ha nulla a che vedere con i suoi genitori. Ero arrabbiato l’altro giorno e quando Kate mi ha detto quelle cose non ci ho visto più, ma non le penso sul serio”. La rabbia sembrava essere scemata e nei suoi occhi restava solo tristezza.

“Pensavo di non dovermi più preoccupare di chi ero con te”confessai: “Mi sentivo al sicuro”. Alzò lo sguardo triste su di me ed esclamò subito: “E puoi ancora farlo, non sono cambiato, sono il solito idiota che parla a vanvera senza pensare a cosa dice”

“La cattiveria nei tuoi occhi quando Kate ti ha detto quelle cose ...”

“Non la vedrai più”promise: “E non ascolterò più nessun altro, d’ora in poi mi fiderò solo di te”. Mi asciugai una lacrima e annuii: “Okay”. E in un attimo allargò le braccia e si avvicinò, chiudendomi nel suo abbraccio. E non seppi come mai, ma mi sentii di nuovo protetta. Chiusi gli occhi, godendomi quella pace dopo dei giorni terribili, lasciando che mi stringesse a sé per trasmettermi il suo calore.

“Posso farti un’ultima domanda?”chiese timido.

“Spara”

“Hai intenzione di sposarlo sul serio?”. Ridacchiai: “Sei fuori? Non passerei tutta la mia vita con lui neanche sotto tortura”

“Oh, menomale”

“Perché ti interessa, comunque?”domandai poi.

“Oh nulla, avrei dovuto rompere i contatti con te, Zabini non mi sta simpatico, sai …”

“Neanche Mary ti sta simpatica”

“Beh, mica vuoi sposarla!”

“Ma è la mia migliore amica e resterà per sempre al mio fianco”

“È diverso … la sopporterò. In fondo è entrata nella vita di Peakes, prima imparo a conviverci, meglio è”

“Se solo tu la smettessi di attaccarla, lei si placherebbe”gli feci notare in modo calmo.

“È lei che mi aggredisce!”

“E tu non rispondere”

“È difficile”

“Provaci”. Alzai lo sguardo timido su di lui, ma aveva messo su il broncio. Gli sorrisi divertita e infine sbruffò: “Va bene. Ma sia chiaro, lo faccio solo per te”.

   
 
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