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Autore: Suzyyy92    21/12/2020    1 recensioni
Magiche One-Shot a tema Natale con i nostri Exo!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il clima di dicembre inoltrato si iniziava a far sentire e la neve aveva imbiancato le campagne fuori Seoul prima del tempo. Le grandi strade si erano colorate delle solite luminarie e la gente si accalcava nel traffico per raggiungere la città alla ricerca di regali per i propri cari. Come ogni anno nella bellissima villa della famiglia Kim fervevano i preparativi per le imminenti feste natalizie. Il grande albero di Natale del salotto era stato addobbato con eleganti palline bianche e oro e le luci del giardino illuminavo tutta la strada circostante. Tra pochi giorni, una delle famiglie più importante di Seoul si sarebbe riunita per festeggiare come ogni anno le festività natalizie tutti insieme, come voleva la tradizione. Era stato un anno importante, il signor Kim, uno dei più noti professori della Corea aveva ricevuto dei prestigiosi riconoscimenti e l'azienda che la moglie gestiva con i figli era riuscita a imporsi sul mercato a livello mondiale portando cospicuo guadagno. Dong-kyu, il figlio maggiore dell'anziana coppia quel anno aveva portato all'altare la sua fidanzata, importante avvocato in carriera e stava per regalare ai genitori una delle gioie più grandi, quella di diventare nonni.

Come era consueta fare, la padrona di casa dirigeva la servitù nella preparazione di alcuni doni che la famiglia avrebbe portato il giorno seguente ad un'importante evento di beneficienza per l'orfanotrofio dove ogni anno era solita a fare donazioni e nel mentre il marito era impegnato a leggere nel suo studio. Nel frattempo al piano di sopra, chiuso nella sua stanza da ormai diverse ore, c'era Junmyeon, figlio minore della coppia che rimaneva a fissare un punto del soffitto bianco con le cuffie alle orecchie. Non ancora trentenne, il giovane secondogenito era riuscito nel giro di un anno a conseguire la laurea in economia e si era imposto con un ruolo di tutto rispetto all'interno dell'azienda dei genitori. Bello, ricco, dal carattere gentile e anche molto intelligente, era uno dei rampolli più ambiti all'interno dell'alta società sud-coreana, tanto da conquistarsi il titolo di "scapolo d'oro" tra le giovani donne che frequentavano gli ambienti. Peccato però che il suo cuore era impegnato da ormai tanto tempo da qualcun'altra. Si erano conosciuti per caso durante uno degli eventi di beneficienza a cui ogni anno la sua famiglia partecipava. Aveva esattamente la sua stessa età e viveva in quell'orfanotrofio da tutta la vita. La vita di Yeon Soo era stata fin da piccola difficile e senza sicurezze. Aveva perso i genitori in un incidente stradale quando non aveva nemmeno sei anni ed era stata affidata alla struttura gestita dalle suore, dove sarebbe potuta rimanere fino alla maggiore età. Junmyeon era rimasto colpito da lei fin da subito, il suo carattere ribelle e la sua curiosità verso le persone la rendevano ai suoi occhi diversa da quegli standard di ragazze che era abituato a dover frequentare, era unica e gli aveva rapidamente rapito il cuore. Peccato che però la sua famiglia aveva da subito ostacolato la relazione, prima che essa si trasformasse in qualcosa di concreto.

I signori Kim avevano tutt'altri progetti per il figlio e di certo un'orfanella scapestrata non avrebbe potuto intaccare il nome della famiglia.

Se per tutta la vita Junmyeon era stato abituato ad andare al grande evento dell'orfanotrofio a Natale da quando i genitori avevano scoperta la simpatia del secondogenito per Yeon Soo gli era stato vietato di partecipare all'evento con l'ausilio d...

Se per tutta la vita Junmyeon era stato abituato ad andare al grande evento dell'orfanotrofio a Natale da quando i genitori avevano scoperta la simpatia del secondogenito per Yeon Soo gli era stato vietato di partecipare all'evento con l'ausilio delle suore della struttura che di certo non avrebbero rischiato di perdere il loro maggior sponsor per un semplice capriccio di un ragazzino. 

Anche la dolce ragazza si era innamorata di Junmyeon ed era solita scappare nei modi più assurdi dalla struttura pur di poter passare del tempo con il giovane. La loro storia si stava trasformando in una sorta di opera di Sheakspears moderna fatta di fughe e incontri di nascosto, almeno fin quando la cosa era stata gestibile.

Sdraiato sul suo letto, la mente di Junmyeon quel pomeriggio d'inverno vagava nei ricordi che si erano risvegliati dopo che aveva ricevuto una lettera proprio dalla ragazza. L'unico appiglio a cui si poteva sorreggere dopo mesi di silenzi. Davanti ai suoi occhi, come in un flashback il ricordo del loro ultimo incontro prima che le loro vite venissero divise per sempre.

Era una notte di fine agosto, e tra qualche giorno sarebbero ricominciate le lezioni all'università. I signori Kim, il giorno seguente avrebbero fatto ritorno dalla loro casa vacanze, e quella sera era l'ultima occasione per Junmyeon per poter stare con Yeon Soo senza incorrere in qualche strano rischio. La ragazza, nonostante l'ormai maggior età aveva convinto le suore a continuare ad ospitarla nell'orfanotrofio, almeno fino a quando non avrebbe trovato un lavoro stabile. Erano abbracciati sull'enorme panca in giardino a guardare le stelle. Mai come il quel momento il ragazzo si sentiva libero e felice. "Scappiamo Junmyeon, voglio andare in Giappone, ho già parlato con un amica e ci ospiterebbe!" disse improvvisamente Yeon Soo. Il giovani era rimasto sorpreso dell'annuncio della ragazza. Scappare? Se l'avrebbero scoperto i genitori sarebbero solo che peggiorate le cose, e poi c'erano le lezioni all'università. "E come faccio? Mollo tutto e rischio così? Scappo lasciando qui completamente la mia vita? Gli studi... la mia famiglia..." era sempre stato un ragazzo responsabile, che nonostante avesse avuto problemi per quella storia d'amore, voleva bene ai suoi genitori e non avrebbe mai lasciato l'università per scappare in un altro paese, almeno fino a quando non sarebbe riuscito a conseguire il titolo tanto ambito. La ragazza ci rimase così male che si alzò in piedi scoppiando a piangere "Vedi che allora hanno ragione le mie amiche che dicono che stai con me solo perché ti faccio pena... voi figli di papà siete tutti uguali..." quelle parole gelarono il cuore a Junmyeon. Non si aspettava da lei una simile reazione. Provò a spiegare meglio alla giovane il perché delle sue azioni "Davvero, io verrei ma... non posso... almeno per ora... se tu vuoi andare sei libera di farlo, io ti aspetterò... dovessi doverlo fare per tutta la vita..." sapeva com'era fatta la bella Yeon Soo ma al momento era l'unica cosa da fare, nonostante una parte di lui diceva che avrebbe fatto bene a seguirla...

Il flashback dell'ultimo momento che avevano passato insieme si ripeteva imperterrito davanti ai suoi occhi. Se nei mesi precedenti, nonostante soffrisse per la lontananza dell'unica ragazza che mai aveva, era riuscito a distrarsi e non pensarci costantemente, ora non riusciva più a trattenere le lacrime. Si sentiva un codardo che per un capriccio da "ragazzo viziato" non era riuscito a mantenere quella relazione ed aveva fatto soffrire la povera Yeon Soo. La lettera ricevuta quel pomeriggio era stata puntigliosa e piuttosto toccante, la giovane gli aveva raccontato che si trovava a Tokio e che con molta fatica era riuscita a trovare un lavoro per mantenersi. Nonostante la vita nel paese straniero fosse difficile si sentiva rinata e si sentiva finalmente donna. Nessuno lì conosceva il suo passato e nessuno la giudicava per il modo triste in cui era cresciuta. Nel leggere quelle parole, a volte scritte un po' alla rinfusa, Junmyeon si sentiva sempre più in colpa per non aver avuto il coraggio di rischiare, proprio come aveva fatto lei.

All'improvviso un'idea iniziò a frullargli per la testa. Prese la lettera della ragazza e la ripose con cura all'interno della tasca inferiore del suo zaino nero. Prese dall'armadio qualche vestito alla rinfusa e corse in bagno a farsi una doccia. La decisione era arrivata dopo mesi di ripensamenti, ma finalmente era arrivata.

Nella confusione della villa nessuno si accorse che Junmyeon aveva appena preso la sua macchina sportiva ed era scappato, direzione aeroporto. Sapeva che quella decisione avrebbe deluso i suoi genitori e che avrebbe messo a rischio la sua carriera ma dentro di lui sentiva che era la cosa più giusta da fare. Nelle parole della lettera era chiaro come Yeon Soo fosse convinta che il giovane non provava più alcun interesse per lei e lui aveva bisogno di dimostrarle che non era affatto così e che come le aveva promesso l'aveva aspettata per tutto il tempo che erano stati lontani.

Nonostante il trambusto di partenze, il ragazzo riuscì a prendere l'ultimo aereo disponibile per il Giappone quella sera stessa. Anche il nodo alla gola che sentiva per aver avvertito la sua famiglia della sua partenza solo tramite un biglietto di carta si sciolse immediatamente appena atterrò su terra nipponica. I suoi nonostante gli avessero sempre dato tutto nella vita non l'avevano mai capito ed avevano giudicato le sue scelte solo perché si era innamorato di una persona che non faceva parte del loro stesso rango. Con il tempo non avrebbe più retto quella situazione e dentro di lui si accentuava sempre di più la voglia di attraversare anche l'universo pur di raggiungere la ragazza che gli aveva completamente rapito il cuore. Si era convinto sempre di più che stare con Yeon Soo era l'unica cosa che davvero lo poteva far star bene.

Non aveva alcun recapito telefonico per poter avvertire la ragazza e nonostante fosse stato a Tokio diverse volte in passato e parlasse il giapponese molto bene non aveva la minima idea di come orientarsi all'interno della grande città. Era da sempre stato abituato a vivere in campagna accerchiato dalla servitù e nella sua vita aveva fatto ben poche cose da solo. "Scusi! Mi può aiutare?" chiese ad un taxista seduto fuori dalla macchina ad aspettare un qualsiasi cliente per guadagnarsi la giornata. Junmyeon estrasse dalla tasca dello zaino la lettera di Yeon Soo con l'indirizzo di dove lavorava. "Si si, conosco! E' una scuola materna questa, credo che al momento sia chiusa però..." il giovane si intenerì al pensiero della ragazza che lavorare con dei bambini ma il suo sguardo si trasformò da subito in preoccupazione. "Ah, quindi... ora non ci possiamo andare... dovrei aspettare domani mattina..." la sua voce era rotta dalla tristezza. Il taxista osservò con cura la lettera e fece notare al ragazzo, ormai preso dal panico, l'indirizzo che c'era sul retro. "Ti posso portare qui se vuoi... è una residenza per stranieri, probabilmente la persona che ti ha scritto la lettera vive lì" non c'era altra soluzione. Junmyeon accettò la proposta con il sorriso e salì sul taxi.

Il quartiere dove viveva Yeon Soo faceva paura solo ad essere attraversato, soprattutto per una persona che era sempre stata abituata a vivere in mezzo allo sfarzo e al lusso

Il quartiere dove viveva Yeon Soo faceva paura solo ad essere attraversato, soprattutto per una persona che era sempre stata abituata a vivere in mezzo allo sfarzo e al lusso. Qui l'atmosfera natalizia era praticamente inesistente se non per qualche luce mal funzionante appesa ai grandi casermoni residenziali dove vivevano le persone. Immaginare che la povera ragazza viveva in una condizione del genere fece gelare ancor di più il cuore di Junmyeon. Si sentiva sempre più in colpa di averla messa in una situazione del genere. "Ecco siamo arrivati... la residenza è quella sulla destra" disse il taxista fermandosi di fronte ad vecchio edificio pieno di murales e crepe sui muri. "La ringrazio" il ragazzo scese dall'auto quasi spaventato pagando il servizio con una cospicua somma di denaro.

Si guardò attorno preoccupato, non era mai stato in un ambiente simile. Aveva nevicato da poco e il vociare di alcuni bambini, improvvisamente, distrassero la sua attenzione. Erano bambini di diverse nazionalità che stavo cercando di costruire un pupazzo di neve aiutati da qualcuno di spalle. Era una giovane donna che indossava un enorme cappotto bianco con un logo che Junmyeon conosceva molto bene. Non aveva i dubbi, quella donna era la sua Yeon Soo. Aveva ancora il cappotto che indossava quando viveva in orfanotrofio con il logo delle suore. "Yeon Soo, quel signore ci sta guardando, magari vuole giocare con noi.." disse una bambina strattonandole il braccio. La ragazza si girò di scatto quando si ritrovò davanti la persona che aveva amato ed aspettato per tutto quel tempo. Gli sguardi si incrociarono ed il cuore di entrambi iniziò a battere all'impazzata. Era entrambi così increduli che rimasero per diversi istanti a guardarsi senza dire una parola. Junmyeon sorrise e si avvicinò a lei. "Ti avevo detto che se mi aspettavi sarei venuto!" disse stingendola tra le sue braccia. "Non ci posso credere, sei davvero venuto qui per me?" aveva i brividi. "Si, ora non ti farò più scappare..." i bambini attorno rimasero imbambolati a vedere la scena senza parlare. La giovane, senza staccarsi da lui, si girò lentamente verso i piccoli "Ve l'avevo detto che esisteva il principe azzurro e che prima o poi sarebbe arrivato..." non fece tempo a finire la frase che le sue labbra si avvicinarono a quelle di Junmyeon. Iniziarono a baciarsi, avvolti dall'atmosfera magica di quel luogo così diverso da dove il ragazzo era da sempre stato abituato a vivere. Quel bacio che avevano aspettato per tanto tempo.

Intanto nella grande villa di Seoul, nonostante il ragazzo mancasse già da diverse ora nessuno si era accorto della sua assenza, troppo presi dalle loro solite e inutili abitudini consumistiche da far caso a qualcosa. Appoggiato sul tavolo della sala da pranzo c'era un biglietto scritto con una calligrafia quasi perfetta "Raggiungo ciò che voglio davvero. Buon Natale! Junmyeon" chissà se qualcuno avrebbe mai interpretato davvero cosa volesse dire quel biglietto.

   

 

 

   
 
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