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Autore: Zomi    21/12/2020    1 recensioni
Avere un inquilino è un’ottima cosa.
Si dividono le spese in due.
Si dividono le fatiche in due.
Si dividono anche gli spazi certo, basta una buona organizzazione e una dose inesauribile di pazienza ed avere un inquilino diventa una vera risorsa.
Basta davvero poco.
E possibilmente nessun lockdown nazionale per pandemia mondiale.
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❀FanFiction partecipante al "Christmas Lockdown" indetto dal forum FairyPiece – Fanfiction & Images❀
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La storia partecipa al Christmas Lockdown indetto dal FairyPieceForum
Giorno: 21 dicembre
Stanza: Lavanderia
Prompt: ---





Cinquanta. Cinquantuno. Cinquantadue.
-Zoro…-
Cinquantatre. Cinquantaquattro. Cinquantacinque.
-... Zoooroooo~ -
Cinquantasei. Cinquantasette. Cinquantotto.
-Zoro!-
Cinquantanove. Sessanta. Sessant… boxer.
Zoro alzo la testa dal pavimento su cui stava svolgendo la sua sessione di addominali giornalieri, fulminando Nami oltre lo stendino che li divideva.
-Che vuoi?- sbottò alzandosi e lanciandole addosso il medesimo paio di boxer con cui la rossa l’aveva colpito per attirare la sua attenzione.
-Una mano magari?- indicò lo stendino ricoperto di vestiti Nami, allargando le braccia poi alla montagna i vestiti da stendere e piegare.
Zoro credeva che allenarsi nella lavanderia durante il lockdown fosse una genialata: clima secco per la presenza della caldaia e ottimale per reggere meglio la fatica, umidità perfetta per il susseguirsi di vestiti in asciugatura e la sua sudorazione, e la pace che serviva per la sua meditazione post piegamenti.
Non aveva compreso nel calcolo che fosse giornata di bucato, e che avrebbe condiviso la compagnia di lavatrice, stendino e caldaia con Nami.
-Avanti!- lo richiamò, sbattendo nell’aria una maglia per poi stenderla accuratamente su un suffisso del telaio dello stendibiancheria.
-Te la stai cavando bene anche senza di me, perché dovrei aiutarti?- indicò l’arnese contrariato, e un nuovo paio di boxer li finì umidiccio in faccia.
-Perché ci sono anche i tuoi vestiti qui in mezzo e perché così finiamo prima- rispose piccata, sollevando da terra una nuova massa scomposta di abiti da stendere -Allora?-
Riluttante Zoro si avvicinò alla coinquilina, occupando il lato opposto dello stendino.
Lui nemmeno sapeva il nome di quell’affare fino a quando non era andato a vivere in quella casa, e ora si ritrovava perfino a usarlo!
Inaudito e… complicato!
Dannazione, perché le maniche delle maglie si intrecciavano tra loro, e perché i calzini si rivoltavano nel senso sbagliato??
Perché i suoi stessi vestiti ora gli erano nemici??
E perché l’arnese stendicose aveva spazi così ridotti?
-Aspetta- rise lieve Nami, rubandogli un grugnito contrariato -Ti aiuto-
Gli prese le mani e, in disaccordo con la violenza che usava per colpirlo quando litigavano, dolcemente e con cura guidò le sue dita nello slacciare l’abbraccio aggrovigliato di una maglia, rivoltando i calzini nel verso esatto e colorato, insegnandogli come addomesticare i stendicose.
-... stendili così, si, così, bravo- lo incitò quando iniziò a posare le maglie sul filo teso del telaio del stendino, osservandolo con occhi dolcemente attenti e continuando esperta nel strizzare i vestiti umidicci.
Non era così male, lo doveva ammettere Zoro. Certo, umido e ripetitivo come lavoro, ma se Nami canticchiava a quel modo, sorridente e sistemandosi regolarmente le ciocche di capelli dietro l’orecchio, no, non era così male.
-Abbiamo quasi finito- la sentì parlottare mentre piegava i vestiti asciutti, lasciandolo armeggiare ormai esperto con lo stendino.
-Poi ti porto in camera il tuo mucchio di vestiti…-
-Mmm- stese per bene un paio di jeans, agguantando veloce una maglia e un maglioncino, iniziando a stenderli.
-... non lasciarli sulla sedia per giorni: mettili subito via-
Stese i due capi e ne afferrò rapido un terzo, registrandone vagamente la mordibezza e il ristretto uso di tessuto che lo formava.
-Altrimenti rischi di stroppicciarli e… ah! Quelle sono mie-
Zoro alzò gli occhi su Nami, non capendo bene le sue parole, studiandola con il dito teso a indicare l’indumento che stava stirando con i palmi, prima di stenderlo.
-Quelle- agito l’indice in sua direzione -Sono mie-
Zoro abbassò gli occhi, osservando inconscio le mutandine con pizzo che reggeva a due mani, risollevando il capo sulla rossa ma riportandolo subito sull’intimo.
Intimo di Nami.
Tra le sue mani.
-Mi pare ovvio- si schiarì la gola per mitigare l’imbarazzo, affrettandosi a stenderlo sul stendimutande… stendibiancheria Stendibiancheria!
-Di certo non sono mie- grugnì nasale, armandosi di jeans bagnati e lavorandoli esperto.
-Chissà- rise Nami, osservandolo sorniona -Magari ti stanno bene…-
-Mocciosa non ci provare- l’avvertì.
Non voleva litigare.
Non voleva pensare a quelle mutandine!
-Come vuoi- alzò le spalle Nami, caricandosi le braccia di vestiti piegati e avviandosi verso la porta.
Sempre la solita!
Perché doveva essere così ambigua e priva di pudore?
Perché doveva essere così sfacciata e… provocante!
Perché doveva punzecchiare il suo pessimo carattere e il suo delicato equilibrio ormona…
-Zoro?-
-Mmm?- grugnì poco tollerante, non alzando nemmeno gli occhi dallo stendino.
-Lì in mezzo... - indicò con un cenno del capo il mucchio ancora abbondante di abiti da stendere -... dovrebbe esserci anche il coordinato-
Corse via ridacchiante prima che Zoro potesse fulminarla con gli occhi.
Stupida ragazzina ridacchiante… con completini provocanti!
Zoro era certo che non ne sarebbe uscito sano di mente.
Nè dal lockdown, nè dalla lavanderia.


 
   
 
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