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Autore: Zomi    22/12/2020    2 recensioni
Avere un inquilino è un’ottima cosa.
Si dividono le spese in due.
Si dividono le fatiche in due.
Si dividono anche gli spazi certo, basta una buona organizzazione e una dose inesauribile di pazienza ed avere un inquilino diventa una vera risorsa.
Basta davvero poco.
E possibilmente nessun lockdown nazionale per pandemia mondiale.
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❀FanFiction partecipante al "Christmas Lockdown" indetto dal forum FairyPiece – Fanfiction & Images❀
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La storia partecipa al Christmas Lockdown indetto dal FairyPieceForum
Giorno: 22 dicembre
Stanza: Salotto
Prompt: Pigiama



 
Erano giunti a una pacifica e consolidata routine.
Gli spazi della casa erano stati definiti con cura e tempistiche concordate, il silenzio per la meditazione di uno e il lavoro dell’altra pure, la collaborazione nello svolgimento dei compiti domestici come delle uscite permesse dalle normative pandemiche.
Era un equilibrio precario e sensibile, ma che entrambi erano ben decisi a mantenere per la sopravvivenza al prolungato lockdown.
Dovevano sopravvivere.
Possibilmente senza una condanna per omicidio pendente sulla fedina penale di uno dei coinquilini.
E il restante inquilino scomparso.
Erano riusciti a creare tacitamente degli spazi isolati per ognuno di loro, non rinunciando però alla compagnia reciproca che avevano, tacitamente sempre, iniziato a provare e apprezzare.
Compagnia che sempre silenziosamente, avevano deciso di condividere in quella routine serale e a luci spente.
Soffuse serate, pigre e calorose, che li vedevano uniti nel divano ampio del salotto, dove sonnecchiavano o si lasciavano cullare dal film serale a tema rigorosamente natalizio.
Meglio ancora se strappalacrime.
-Mmm!- si stiracchiò Nami, sollevandosi con schiena arcuata da gatta dal divano -Fa freschino stasera-
Zoro non staccò gli occhi dallo schermo della tv, nemmeno quando Nami tornò ad accoccolarsi contro il suo fianco, posando la guancia sulla spalla.
-È normale- commentò infine, rispondendo solo all’inizio della pubblicità.
-Per l’inverno?-
-Per il pigiama-
-Che ha il mio pigiama ora?- sollevò la testa e studiò il suo bellissimo pigiama: pantaloni lunghi di una vecchia tuta (di Zoro, ma il ragazzo non doveva necessariamente saperlo) e una maglia a maniche corte con sopra un leone-girasole.
O un girasole leonino.
Non ricordava bene come l’avesse chiamato sua madre quando gliel’aveva regalata.
-Se indossi le maniche corte e poi hai freddo, non lamentarti- inarcò un sopracciglio il ragazzo, premendo tasti a caso del telecomando in uno zapping annoiato -Tu davvero vai a letto così?-
-Ho solo detto che è freschino- gonfiò le guance Nami -E poi che male c’è? Tu come ci vai a letto?-
-In boxer- rispose scrollando le spalle.
-È quella vestita poco sarei io- alzò gli occhi al cielo, spostando il corpo sul bracciolo del divano.
Puntiglioso di un Roronoa!
Zoro non replicò, sdraiandosi sul divano e portando il capo sulle gambe piegate di Nami, in un movimento fluido in cui ormai era esperto.
La rossa nemmeno ricordava più com’era iniziato il collaudo di quella posa, che era entrata a gamba tesa nella routine della loro serata salotto-film-luci spente.
-A volte sembri un vecchio brontolone- borbottò all’inquilino, posando la mano tra i suoi capelli, iniziando una lenta cadenza di carezze.
-Disse la mocciosa che non sa vestirsi- si mosse contro il suo fianco, portando un braccio tra le caviglie della rossa.
-La prossima volta che la gendarmeria ti riaccompagna a casa, fingo di non conoscerti…-
-Shhh-
-... disconoscimento di inquilino. Si lo farò-
-Shhh Nami!-
-Magari ti sbattono in qualche canile per coinquilini senza orientamento-
-Il film!-
-Tanto lei muore…-
-Magari questa volta no-
Nami ridacchiò e fermò la mano sulla guancia di Zoro.
-Magari questa volta no- annuì e si lasciò stringere le caviglie dal palmo caldo e forte del ragazzo.
Tornarono al film, alla tv accesa, al silenzio, al salotto buio, ai pantaloni morbidi del pigiama caldo di Nami che a Zoro sembrava familiare, alle carezze soffuse e alla routine della serata salotto.
Una routine silenziosa, che iniziava a dire molto.
   
 
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