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Autore: CaramelizedApple    24/12/2020    1 recensioni
(Seguito di Mary Lloyd, la chiave e il volto del male e Mary Lloyd e il Voto Infrangibile)
Mary ha lasciato Hogwarts con la consapevolezza che le cose sarebbero cambiate, senza sapere che una verità nascosta attende solo lei!
Quante cose ha sempre saputo?
Nuove idee, nuove emozioni, nuovi ricordi...un'altra vita!
(La lettura della storia precedente è indispensabile per comprendere la relazione tra i personaggi e la protagonista, ma se proprio non vi va potreste comunque riuscire a capire)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Non appena la porta della stanza si chiude alle spalle del piccolo mago la mia mano raggiunge la maniglia, facendo scattare la serratura. Sono così nervosa da non avere neanche bisogno di usare la voce per compiere l’incantesimo.
Sicuramente ho poco tempo e già ne ho impiegato troppo per raggiungere questo posto.
Devo uscire di qui prima che l’uomo torni, probabilmente accompagnato da questo “Supervisore” di cui ha parlato. E possibilmente devo farlo prima che la pozione Polisucco smetta di fare effetto o uscire dal Ministero sarà un vero disastro.
Il nostro piano è andato liscio fino a qui, ma la parte più complicata deve ancora arrivare. Se si accorgeranno troppo presto del mio diversivo sigilleranno l’intero Ministero e se accadrà troppo tardi probabilmente non attirerà l’attenzione come volevamo. A chi importerebbe di un incendio se il Prescelto viene scoperto a gironzolare per i corridoi.
Mi volto di scatto, osservando gli alti scaffali coperti di pratiche, prima di fare un profondo respiro e iniziare a muovermi per la stanza. Piccole lettere incise su targhette dorate contrassegnano ogni sezione e in automatico i miei occhi cadono sulla lettera G. Le mie dita raggiungono in fretta i fascicoli, spostandoli velocemente fino a trovare la piccola scritta in grassetto “Granger Hermione”. Lo apro con decisione trovandomi davanti una piccolissima fotografia della ragazza che ormai conosco bene, i capelli ricci molto più corti e il viso quasi da bambina. Seguono poche informazioni stampate a macchina.

HERMIONE JEAN GRANGER
 
Stato di sangue:
Nata Babbana
Sesso:
Femmina
Data di nascita:
19 settembre 1979
Occhi:
Marroni
Capelli:
Castani
Altezza:
1,65
Segni distintivi:
Nessuno
Indirizzo:
Nessuno
Bacchetta:
Legno di vite con nucleo di cuore di drago
Famiglia:
BABBANA
Genitori (Babbani) attualmente all’estero, confermato
da ispettori del Ministero
Nessun fratello o sorella
Stato di Sorveglianza:
LATITANTE
 
Osservo le parole con rabbia, mentre la carta si annerisce, stretta tra le mie dita. Lascio ricadere il foglio nel suo scompartimento, mentre le fiamme lo avvolgono, prendendo velocemente piede su ogni cosa con cui vengono a contatto.
Sarà inutile distruggere tutti questi fogli, posso solo immaginare quanti incantesimi esistano per ricomporli, ma ci impiegheranno ore prima di estinguere l’incendio creato dalla mia magia. Magari li bloccheremo per giorni prima che possano riprendere i loro interrogatori e arriverà chiaro il messaggio a Voldemort.
Non resteremo con le mani in mano mentre sottomette il mondo magico.
Io non resterò con le mani in mano.
Se usciremo da questo posto impiegherò il resto dei miei giorni per allenarmi. Forse così eviterò a Harry di dover combattere con Voldemort o sarò in grado di indebolirlo a sufficienza.
Voglio essere più veloce di lui, più potente, più resistente.
Se lui sa volare anche io imparerò a farlo, se userà le maledizioni senza perdono su di me io gliele rivolterò contro e se proverà ad entrare nella mia testa io proverò a entrare nella sua.
Sfioro altri fogli che immediatamente prendono fuoco, aggirandomi tra gli scaffali fino a raggiungere la lettera “P”. Mi piego e cerco il mio fascicolo, ma sia il mio che quello di mio fratello sembrano introvabili.
-Accio- sussurro aprendo davanti a me una mano. Un foglio striminzito raggiunge la mia mano, dal quale mi osserva la stessa foto che ieri era sul mio manifesto da ricercata.
 
MARY LLOYD
 
Stato di sangue:
RISERVATO
Sesso:
Femmina
Data di nascita:
31 luglio 1980
Occhi:
Marroni
Capelli:
Ramati
Altezza:
1,75
Segni distintivi:
Numerose cicatrici strette e sottili
sulle braccia e quattro più spesse sulla schiena
Indirizzo:
Nessuno
Bacchetta:
RISERVATO
Famiglia:
RISERVATO
Stato di Sorveglianza:
LATITANTE
 
Mary Lloyd?
Ancora con questa storia?
Alzo gli occhi al cielo e sposto il colletto della camicia che sento sempre più stretta, qui dentro inizia a fare caldo.
Accartoccio il foglio e lascio che bruci nella mia mano, prima di lanciarlo verso uno scaffale ancora illeso, su cui subito divampano le fiamme. Mi guardo intorno soddisfatta, ora non c’è più un solo foglio integro.
È ora di andare, devo solo lanciare l’esca e darò un bel da fare a quelli del Ministero.
Mi avvicino nuovamente alla porta, appoggiando una mano sulla maniglia, facendo di nuovo scattare il meccanismo che la teneva chiusa. La apro lentamente, osservando il corridoio ancora vuoto, prima di scivolarvi oltre e richiudermi la porta alle spalle, sigillandola nuovamente. Lo sbalzo di temperatura è notevole e fa nascere dei fastidiosi brividi sulla mia spina dorsale.
Sistemo i vestiti in un gesto nervoso, controllando che non ci siano segni di bruciato, mentre una voce raggiunge le mie orecchie. –Ci deve essere un malinteso, lo sa come è fatta Susan, ha sempre la testa tra le nuvole- sentenzia una voce profonda appena dietro l’angolo.
Le mie gambe scattano veloci nella direzione opposta a quella del suono, facendomi raggiungere il corridoio vicino appena in tempo.
-Ha ragione- sentenzia l’ometto con una risatina nervosa. Mi sporgo per vederlo mentre si stropiccia le mani diretto alla stanza che ho appena lasciato, seguito da un mago alto e massiccio, dal viso coperto da una folta barba elegantemente acconciata.
Devo aspettare poco tempo prima che i due si rendano conto di non riuscire ad aprire la porta, trovando la maniglia incandescente, ma prima che abbiano il tempo di fermarsi realmente a pensare io lascio che le mie dita si muovano da sole. Uno schiocco e la porta davanti ai due inizia a tremare, facendoli saltare sul posto.
-Che succede?- squittisce il più piccolo, già sull’orlo di una crisi di nervi. –Susan, sei lì? Che succede?-.
Dovrebbe bastare per ora.
Prima che riescano a scoprire l’incendio ci vorrà almeno una quarto d’ora e spero che per allora saremo già a Grimmauld Place.
I miei piedi iniziano a muoversi veloci lungo il corridoio, diretti agli ascensori. Un vociare confuso mi raggiunge dalla zona che ho appena abbandonato facendomi accelerare.
Non voglio ritrovarmi di nuovo faccia a faccia col mago a cui ho incendiato l’ufficio, in fondo dovrei trovarmici ancora dentro. Osservo i miei piedi con insistenza, sentendoli sempre più stretti nelle scarpe eleganti.
-Susan?- una voce mi fa sobbalzare e alzare gli occhi su una donna vestita di tutto punto. –Tesoro, hai cambiato tinta- dice indicando i miei capelli e poi squadrandomi da capo a piedi. –Che colore carino- dice poco convinta, con un finto sorriso stampato sulla faccia. Le rivolgo anche io un sorriso di circostanza, sentendo il mio viso che si colora di rosso.
Non credo sia un buon segno.
-Scusami, vado proprio di fretta- dico col tono più svampito che riesco a produrre, raggiungendo quasi di corsa l’ascensore che chiamo, premendo il pulsante tre volte, come se la cosa lo rendesse più veloce. Uno dei miei piedi tamburella sul pavimento di pietra, mentre con la coda dell’occhio seguo la donna che si allontana ciondolante.
Prendo una ciocca di capelli tra le dita esaminandola, mentre questa sembra allungarsi sempre di più e colorarsi di un castano ramato inconfondibile.
Impreco tra i denti, premo altre due volte il pulsante e finalmente l’ascensore si ferma davanti a me con un suono metallico. Non appena la cancellata dorata si apre mi fiondo nella struttura a testa bassa sbattendo contro qualcuno che mi fa scattare sulla difensiva, alzo le mani pronta a schiantarlo ma improvvisamente ne riconosco i lineamenti.
-Mary- sobbalza l’uomo in divisa blu, mentre la grata si richiude alle mie spalle. –Sei di nuovo tu-.
-Vi avevo detto che non funziona bene la Polisucco su di me- dico con sicurezza. –Avete finito? Dove sono gli altri?- domando incrociando le braccia.
L’uomo fradicio si guarda intorno spaesato, boccheggiando. –Dobbiamo andare a prenderli, sanno che ci sono degli intrusi nel Ministero- dice agitato, schiacciando uno dei pulsanti. –Hermione e Harry sono di sotto con la Umbridge-.
-Ho appena creato il diversivo, come possono saperlo già?- domando mentre raccolgo i capelli e li nascondo nella giacca del completo, consapevole che non serva a molto. Scalcio via anche le scarpe, felice di non doverle più indossare. Il pavimento è freddo come ghiaccio, ma preferisco avere i piedi congelati piuttosto che inciampare nelle strette calzature.
-Non lo so, parlavano di un buco nella porta dell’ufficio della Umbridge- insiste nervoso.
Annuisco, iniziando a sentire un fastidioso dolorino allo stomaco. Il silenzio cala tra noi mentre lentamente scendiamo di livello dando la possibilità ai miei pensieri di avere di nuovo la meglio sulla mia razionalità.
Chiudo gli occhi e rivedo Harry morto, nell’atrio del Ministero, vicino ai corpi di Ron ed Hermione.
Mi sento in trappola.
Non perché sono chiusa in una scatola di metallo oscillante, ma perché questo posto diventerebbe un vero labirinto per noi se fossimo costretti a scappare attraverso le sue stanze.
I Mangiamorte conoscono meglio di noi questo posto.
Magari ne stanno già arrivando a decine.
No, basta.
Respiro.
Devo concentrarmi sulla realtà.
Apro gli occhi, stringendo i pugni, mentre l’ascensore rallenta.
La grata si apre mentre la voce metallica, già sentita in precedenza, gracchia nelle mie orecchie. Sono troppo agitata per ascoltarne le parole, potremmo ritrovarci davanti la Umbridge in persona.
-Reg!- ci accoglie un urlo e subito una donna si getta su Ron, facendoci quasi sobbalzare per la sorpresa. –Runcorn mi ha lasciato andare, ha aggredito la Umbridge e Yaxley e ha detto a tutti di abbandonare il paese: credo che sia meglio dargli retta, Reg, sul serio. Corriamo a casa a prendere i bambini e…perché sei tutto bagnato?- domanda la signora minuta lasciando andare Ron.
-Acqua- borbotta lui.
I miei occhi scattano verso il corridoio scuro in cui è fermo un gruppo di persone capitanato da i compagni che ho lasciato non molto tempo fa al primo piano. Il patronus di mio fratello e quello di Hermione gironzolano attorno a loro e al gruppo che guidano, senza riuscire a contrastare completamente il clima opprimente creato dai dissennatori. Il volto di Hermione, deformato in quello di Mafalda Hopkirk, si sorprende alla mia vista e io non posso fare a meno di assottigliare gli occhi nella sua direzione, ora che so che stanno bene.
-Ve lo avevo detto- sentenzio, mentre la ragazza inizia a frugare nella sua borsetta di perline, estraendone un cappellino che subito mi porge e io mi calo sulla testa, cercando di coprire il più possibile i capelli, mentre nel gruppo si alza un vociare sommesso di cui distinguo solo una frase tremante “Ma quella non è Mary Potter?”.
Almeno loro usano il nome giusto.
-Harry, sanno che ci sono degli intrusi nel Ministero, parlavano di un buco nella porta dell’ufficio della Umbridge, abbiamo al massimo cinque minuti prima di…- cerca di dire Ron, mentre la piccola lontra incantata prodotta dalla bacchetta della finta Mafalda scompare con uno schiocco.
-Harry, se restiamo bloccati qui…- dice la ragazza spaventata.
-Expecto Patronum!- mi sbrigo a dire io, sostituendo la lontra con uno scoiattolo che subito si arrampica sulle corna del cervo argentato.
-Non succederà, se ci muoviamo- dice mio fratello deciso, prima di voltarsi serio verso il gruppo di persone che ancora non so che siano. –Chi ha la bacchetta?- domanda e metà delle persone alzano la mano, sebbene sembrino molto confuse. –Bene, chi non ce l’ha stia vicino a qualcuno che ce l’ha. Dobbiamo fare in fretta…prima che ci fermino. Andiamo- sprona tutti a muoversi ed entrare negli ascensori.
Con un rumore metallico le griglie dorate si richiudono e gli ascensori iniziano a salire immersi in un silenzio spettrale. Il mio piede, ora scalzo, ricomincia a picchiettare per terra, ma improvvisamente una mano ruvida raggiunge la mia e solo dopo aver controllato riconosco che si tratta di quella di Harry, ancora sotto le sembianze di Runcorn. –Mary, è meglio se resti in mezzo agli altri e provi a nasconderti tra loro, ti riconoscerebbero subito- mi sussurra. –Non voglio metterti da parte…-si affretta ad aggiungere, ma io lo interrompo.
-Lo so- dico sincera guardando negli occhi l’uomo. –Se qualcuno deve restare indietro è meglio sia io quel qualcuno- alzo le spalle. –E sono la più veloce, dovessimo correre vi raggiungerei in un attimo-.
L’uomo dall’espressione severa fa per parlare, ma al posto della voce profonda di Runcorn se ne sente un’altra. -Ottavo Livello, Atrium- gracchia nell’abitacolo e le porte si aprono rivelando una stanza piena di gente che si muove da un capo all’altro, chiudendo tutti i camini.
Non riesco a sentire ciò che dice Hermione, mentre indietreggio, abbassando il più possibile il cappello sulla mia testa.
-Fermi!- tuona in un urlo la voce di Runcorn, prima che il gruppo inizi a spostarsi lentamente verso i camini e un uomo stempiato e nervoso si avvicini a mio fratello. Le uniche battute che riesco a sentire sono quelle della voce possente di mio fratello. –Questi devono uscire prima che sigilliate i passaggi- dice. –Osi contraddirmi?- lo sento tuonare poi, mentre la mia schiena si irrigidisce e le mie mani sudano. –Vuoi che faccia controllare il tuo albero genealogico, come quello di Dirk Cresswell?- domanda autoritario, mentre i miei denti si premono con forza sul labbro inferiore. –Il loro sangue è puro- continua dopo qualche secondo, mentre i miei occhi si spostano sulle cancellate dorate degli ascensori che lentamente si richiudono da sole, facendo di nuovo scendere. –Più puro di quello di molti di voi, direi. Andate- dice al nostro gruppo.
Mi sposto leggermente, nascondendomi dietro l’uomo in cui mio fratello si è trasformato. Non so se era sua intenzione quella di farmi prendere un camino prima di lui, ma si sbaglia di grosso se crede sia ciò che farò. Io posso accettare di restare indietro, ma non ho intenzione di lasciare loro in pericolo.
-Mary!- un urlo mi fa raggelare il sangue e subito mi volto convinta che qualcuno mi abbia individuata, già pronta ad attaccare. Il vero Reg Cattermole è comparso in uno degli ascensori, puntando la donna ancora vicina alla sua copia, facendo imprecare Ron.
-Ehi…che cosa succede?- sento dire ad uno dei maghi vicini ad Harry, mentre una goccia di sudore freddo scende lungo la mia tempia. –Che storia è questa?-.
-Chiudete l’uscita! Chiudetela!- una nuova voce rimbomba nella sala che riconosco come quella di Yaxley, mi volto e lo vedo correre verso di noi estraendo la bacchetta. Il suo sguardo sfiora il mio e per un istante ho l’impressione di essere tornata nella Torre di Astronomia.
Sono in piedi adesso.
Sono forte.
Posso combattere.
Sono pronta a scaricare una fattura sul Mangiamorte, ma Harry è più svelto di me, si dirige verso il vero Reg e gli assesta in pieno viso un pugno che butta a terra l’uomo, prima che possa levare la propria bacchetta, distogliendo lo sguardo di Yaxley da me. –Ha aiutato i Nati Babbani a fuggire, Yaxley!- tuona Harry, senza essersi reso conto che il Mangiamorte mi ha già riconosciuta. Mentre il povero addetto alla manutenzione si lamenta sul pavimento e Ron sparisce nel camino con Mary Cattermole, lo sguardo di Yaxley scivola sul nostro gruppo.
-Via!- la voce di mio fratello grida e subito lo vedo arretrare e prendere Hermione per un braccio trascinandola con sé nel camino a noi vicino, mentre io mi butto a terra per evitare la maledizione che sfreccia veloce sulle nostre teste. Li imito e mi getto in avanti, aggrappandomi al braccio di Harry, appena in tempo per sparire con loro nel camino.
Sbuchiamo in un angusto bagno inciampando nel water e muovendoci scoordinati verso i lavandini, dove Ron lotta per far si che la donna lo lasci andare.
-Mi lasci, non sono suo marito, deve andare a casa!- insiste Ron, proprio mentre Yaxley compare dove noi eravamo un secondo fa.
Velocemente tiro un pugno all’aria, liberando una fiammata che subito si spegne mentre Harry mi tira indietro e la sua voce strilla nel mio orecchio. –Andiamo!-.
Tutto diventa nero.
Mi manca l’aria, sento la pelle della mano che brucia e vedo vorticare davanti a me Yaxley che urla, circondato da fiamme.
Mi stringo convulsamente a Harry con la mano libera.
Sento dolore.
Grido.
Mi sento in un sogno.
Ma è reale.
La porta di Grimmauld Place compare davanti a me.
Un lampo viola.
Un urlo.
Dolore.
Fiamme.
La pelle viva della mia mano ancora circondata dalle fiamme.
Il buio.
 
Ciao a tutti!
Scusate per il mio solito ritardo, spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Vorrei pubblicarne un altro prima che il 2020 finisca, ma dubito di riuscirci :(
Sicuramente dovrò rimandare qualsiasi cosa a dopo il 3 gennaio!
Quindi colgo l’occasione per farvi gli auguri! Spero passiate delle buono feste! Anche se quest’anno le cose non sono andate per il meglio, confido in un 2021 più tranquillo :)
Visto che sarò assente per un po' vi chiedo cosa pensate accadrà a Mary prossimamente! La storia originale ormai la conosciamo bene, ma cosa mi sono inventata secondo voi per la nostra protagonista?
Alla prossima!
  
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