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Autore: Le Streghe    24/08/2009    8 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Destino Inevitabile - A stretto contatto
Capitolo 9

Rivelazione notturna


Quel nuovo giorno, il risveglio al tempio non fu lo stesso di sempre.
Alle quattro e trenta del mattino Watanuki spalancò gli occhi, mettendosi a sedere. Il respiro affannato, le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte, gote rossissime ed occhi decisamente stralunati.
Rimase così per diversi secondi, dopo i quali, portò la mano libera al volto. «Oh cazzo!» Imprecò.
A quell'esclamazione Doumeki si svegliò, notando l'altro ragazzo seduto sul fouton.
«Oi...» Mormorò, resosi conto che era ancora notte fonda. «Che succede?»
Nel sentirlo, Watanuki scostò la mano dalla fronte girandosi verso l'arciere. Quando i loro occhi si incontrarono, sentì un'improvvisa ondata di calore che aumentò l'agitazione già presente. «Niente! Tutto a posto!» Urlò quasi, accorgendosi subito dopo che la sua voce non era uscita esattamente come avrebbe voluto.
Quel fatto, unito allo sguardo di Doumeki ancora fisso su di lui, lo portò ad allontanarsi cercando di svincolare la presa dal suo braccio.
Intanto l'arciere che, grazie alla luce lunare e a quella data dalle lampade esterne, riusciva a vederci abbastanza, si sollevò per osservarlo meglio aumentando al contempo la presa in modo da bloccarlo «Che hai?» Ripeté.
Per tutta risposta, Watanuki sbatté un paio di volte le palpebre ricambiando lo sguardo dell'arciere.
«Tel'ho detto... non è... niente.» Tentò, scuotendo la testa nel tentativo di calmarsi. «Torna a dormire, ok?»
Doumeki continuò a fissarlo e per un attimo il suo sguardo si posò sulle labbra che il più piccolo stava mordicchiandosi.
«Sei strano.» Dichiarò infine.
Sempre più imbarazzato dallo sguardo insistente del padrone di casa, Watanuki sbuffò girando la faccia dall'altra parte. «Senti... non è un qualche spettro che vuole mangiarmi...» Tentò. «Era... solo... un sogno. Ok?»
«Un sogno... di che tipo?» Chiese l'altro, improvvisamente curioso.
«Un sogno è un sogno!» Ribatté il più piccolo dopo aver preso un profondo respiro. «Do...dormiamo ora...» Continuò, tornando a sdraiarsi nel tentativo di contenere la reazione alle parti basse, presente da quando si era svegliato.
Non convinto, Doumeki rimase immobile, la mente persa dietro strani pensieri.
Aveva capito che Watanuki gli stava nascondendo qualcosa ed era giunto alla conclusione che dietro tutto quell imbarazzo poteva celarsi solo un sogno erotico, cosa piuttosto normale alla loro età.
"Sicuramente ha sognato Himawari..." Pensò, accusando una fitta allo stomaco. Una reazione inattesa quanto spiacevole.
«Come vuoi...» Mormorò infine, a voce bassa. Vedere l'altro in quello stato lo aveva reso strano. Come se una sorta di lampadina si fosse accesa al suo interno, illuminando pensieri rimasti al buio per troppo tempo. Cose che non era affatto il caso di affrontare. Non ancora, almeno.
«Buona notte.» Esclamò, tornando a sdradiarsi.
In risposta giunse solo un lieve sussurro.
Al suo fianco, Watanuki sembrava essersi addormentato.
Doumeki lo guardò per un periodo di tempo che non avrebbe saputo quantificiare.
Attraverso la mano stretta attorno al suo polso, poteva sentirne il battito accelerato. Qualcosa che pochi giorni prima non avrebbe avuto alcuna importanza, mentre ora...
D'un tratto si rese conto di non volere i pensieri che la mente stava continuando a comporre. E nel tentativo di far calare il sipario su uno sfondo che riteneva fin troppo pericoloso per la sua salute psico-fisica, infine si obbligò al sonno.

°*°

L'area entro la quale si svolgevano le lezioni di educazione fisica quel giorno era gremita di studenti che, complice il bel tempo, si erano riversati in massa sul prato circostante. Chi, per sgranchirsi le gambe ed osservare i ragazzi impegnati nelle lezioni, chi per incontrarsi con i compagni tra una lezione e l'altra, tutti erano intenti a godersi il primo sole primaverile.

Poco distante da quell'atmosfera di spensierata allegria, un ragazzo stava correndo verso gli spogliatoi maschili.
Fu il primo ad arrivare e questo gli permise di scegliersi un angolo più appartato dove rifugiarsi.
Ancora stanco per la corsa, appoggiò le braccia ad una parete. «Accidenti.» Borbottò.
Sfuggire gli spettri gli aveva insegnato a correre come un fulmine, tuttavia anche lui era vittima della stanchezza.
Un pò più calmo si lasciò cadere su una delle panche di legno. La mente ancora carica di immagini indesiderate.
Aveva passato tutta la mattina ad evitare lo sguardo di Doumeki, inventando scuse sempre diverse quando, ad ogni cambio d'ora, era costretto a vederlo per caricare l'amuleto. Al termine della prima ora era arrivato con un libro da leggere, in modo da tenerevi gli occhi incollati per il tempo necessario alla ricarica. Un'altra volta si era portato dietro Himawari, chiacchierando con lei come se l'arciere non esistesse. E così per le restanti ore, fin quando l'inevitabile ironia del destino non lo aveva costretto a guardare in faccia la dura realtà, ponendolo davanti all'ora di educazione fisica.
A quel ricordo, Watanuki sospirò stancamente. Doversi allenare sfuggendo gli sguardi altrui era stato terribile, specie quando bastava uno sguardo dell'arciere per andare nel pallone, riportandogli alla mente le immagini di quella notte. 
«Ahh insomma, devo smetterla di pensarci. Era solo un sogno!» Si disse, nel tentativo di convincersi.
La porta che si apriva lo spinse a restare in silenzio.
«Si può sapere che ti è preso?» Lo sgridò Doumeki, entrando e fissandolo con sguardo torvo. «Lo sai che non devi allontanarti troppo.» Dichiarò porgendogli il talismano nuovamente carico.
Watanuki allungò un braccio, per prendere quanto gli veniva porto. Lo sguardo, improvvisamente sfuggente.
«Volevo cambiarmi...» Si giustificò, togliendosi le scarpe da ginnastica e sfilandosi la maglietta.
Nel tentativo di fingersi indifferente, iniziò a frugare nella borsa in cerca dell'asciugamano. Dopo un paio di tentativi si guardò intorno, notandolo dall'altra parte della stanza. «Come cavolo c'è finito li!» Borbottò, muovendosi per andare a recuperarlo.
Percorse il breve tragitto tenendo sempre gli occhi bassi, in modo da non incrociare lo sguardo di Doumeki che sentiva, come sempre, fisso sulla sua persona. Era talmente concentrato a maledire dentro di sé quel modo di fare dell'arciere, che quasi non si rese conto della porta che si apriva. Il risultato fu di sbattere contro il ragazzo che stava entrando.
«Che?» Watanuki si mosse appena, sollevando il viso ed incontrando gli occhi dell'altra persona. «Masanori-kun...» Balbettò, scansandosi in fretta. «Scu...scusami, non ti avevo visto.»
Fermo davanti a lui, il ragazzo sembrò riconoscerlo in fretta. «Oh, sei tu! Tutto a posto?» Domandò senza togliere le mani dalle sue spalle.
«S...si io... ero distratto... Scusami» Ripetè l'altro, improvvisamente a disagio.
«Non preoccuparti.» Lo rassicurò Masanori, notando subito dopo l'arrivo di Doumeki.
L'arciere si fermò ad un passo da Watanuki. «Che succede, qui.» Domandò, cogliendolo di sorpresa.
«Eh?!» Urlò il ragazzo voltandosi a guardarlo. Quando lo vide, a torso nudo, con i capelli ancora umidi, il suo cuore perse un battito. «D...do... Doumeki.» Balbettò. «Sei tu...» Gli occhi nuovamente bassi.
Masanori, che intanto aveva osservato la scena staccandosi prontamente dal più piccolo, rivolse un sorriso all'arciere. «Doumeki-kun... Ho solo aiutato Watanuki-kun ad evitarsi una brutta caduta.» Esclamò sorridendo.
Watanuki intanto era rimasto in silenzio, paralizzato dal contatto improvviso con la pelle calda dell'arciere.  «Tut...to a posto...» Borbottò, osservando la mano ancora attorno al suo braccio. «Non c'era bisogno di venire... a fare la... guardia del corpo...» Mormorò, mentre la sua mente gli inviava ricordi di come quella mano lo aveva toccato nel suo sogno. E dei baci e dei... «E comunque sto bene!» Urlò, staccandosi di colpo dall'altro.
Doumeki gli lanciò un'occhiata distratta. «Se tu non fossi così sbadato non ne avrei bisogno.» Dichiarò, tornando a guardare Masanori per scoprirlo intento a fissare Watanuki.
Sotto lo sguardo inquisitorio dell'arciere Masanori abbozzò un sorriso di circostanza. «Allora, immagino che ci vedremo dopo in classe, Doumeki-kun...» Esclamò congedandosi.
L'altro si limitò ad un cenno dopo il quale si avviò verso il suo armadietto.
«Non sapevo che foste in classe insieme...» Commentò Watanuki.
«Lo siamo da quest'anno in effetti.» Rispose l'altro afferrandolo per il polso.
Al nuovo contatto Watanuki si irrigidì per un attimo, quasi pronto ad inveire contro la mancanza di modi dell'arciere. La mancanza di energia però lo costrinse a fare diversamente e, senza dire nulla, prese l'asciugamano e si limitò a seguirlo fermandosi solo agli armadietti. Lì, senza quasi rendersene conto, rimase a fissare Doumeki che dopo essersi asciugato, incurante di essere osservato, si tolse la parte inferiore della tuta, restando in boxer.
Quell'immagine sembrò arrivare dritta al cervello di Watanuki che, coloratosi come una ciliegia, si voltò dall'altra parte riprendendo a vestirsi e maledicendo la sua capacità di ficcarsi nei guai anche dormendo.

°*°

Il tempio era un luogo da sempre silenzioso.
Persino quando era ancora un bambino aveva imparato a rispettarne quella sorta di legge inespressa.
Gli piaceva restare ad occhi chiusi per sgombrare la mente e amava ascoltare le storie che ogni sera poteva udire dalla voce calma e pacata di suo nonno.
Anche in quei momenti che anticipavano il suo viaggio nel mondo onirico, il silenzio era l'elemento preponderante.
Doumeki sospirò, ripensando a quei giorni lontani.
Era sdraiato sul suo fouton, tra le mani la lettera di Ini. Prima o poi avrebbe dovuto leggerla e quello gli era sembrato il momento migliore.
Poco distante da lui, Watanuki stava tornando dal bagno, avvolto in uno yukata un pò troppo grande.
Quando entrò in camera si sdraiò a pancia in giù. «Certo che tenere d'occhio il tempo è faticoso.» Commentò, lo sguardo verso la parete.
Accanto a lui Doumeki cercò di ignorarlo, limitandosi ad allungare una mano per sfiorargli il braccio che l'altro gli porgeva. Nel farlo mosse appena la mano, cercando di trovare il punto più comodo. Il risultato fu una leggera carezza che a Watanuki giunse insieme ad un brivido lungo la schiena.
Nel tentativo di distrarsi, il più piccolo girò la testa dall'altra parte, notando la lettera tra le mani dell'arciere. «Che leggi con tanto interesse?» Domandò.
Cogliendo il tono volutamente sarcastico della domanda, Doumeki gli lanciò un'occhiataccia, soffermandosi per un attimo sul suo viso. «La lettera di Ini...» Rispose. A quello, Watanuki mise il broncio. «Ah... quella li.» Sbuffò. «E sentiamo, cosa vuole? Immagino ti abbia scritto un poema nel quale si dichiara, continuando con frasi su quanto sei bello, atletico e...» Si fermò, arrossendo. «Insomma che dice...?»
L'arciere lo guardò per un attimo. «Entrambe le cose in realtà. Più altro...» Terminò, facendosi pensieroso.
«Ovvero?» Ribattè l'altro. «Non mi è sembrata una capace di pensare...» Borbottò, giustificandosi.
«Lei...» Doumeki si fermò, indeciso sul rivelare o meno le insinuazioni della ragazza. Lo sguardo tornò per un attimo su Watanuki. «Mi chiede se io e te stiamo insieme.» Rispose. In fin dei conti si trattava dei pensieri di Ini, non certo dei suoi. «Dice... che secondo lei non sei adatto a me. Poi si dichiara...»
«Cosa?!» Urlò il più piccolo, tirandosi a sedere ed interrompendo il contatto. «Ancora? Chissà da dove hanno preso quest'idea.» Borbottò incrociando le braccia e guardando altrove. «E poi senti chi parla. Come se lei fosse adatta! Scapperebbe alla tua prima richiesta di cibo!»
«Tu... smetteresti di prepararmi il pranzo se... accettassi di stare con lei?» Si informò l'altro.
«Che?» Esordì Watanuki, lanciandogli un'occhiata laterale. Le braccia ancora incrociate. «Perché... vorresti stare con quella?» Domandò con tono alterato. «Ma si, stacci.» Continuò. «Poi non venire a lamentarti quando ti preparerà roba riscaldata, cuocendola male per giunta! Tzè.»
Nel sentirlo parlare a quel modo le labbra di Doumeki si stesero in un sorrisetto divertito. «Preferirei fossi tu a prepararmi il pranzo.» Dichiarò. «E poi... c'è sempre la storia del debito, no?» Concluse. «Se anche decidessi di stare con Ini, tu dovrai continuare a prepararmelo.»
«Che? Quando avrai una ragazza sarà lei a cucinare per te! Non scherziamo.» Brontolò l'altro. «E poi non dovrò ripagarti per sempre.» Borbottò, tornando a stendersi.
In quei pochi minuti senza il contatto con l'arciere, l'energia aveva iniziato a calare lasciandolo ogni secondo più stanco. Inoltre... quel pensiero di Doumeki con Ini... improvvisamente gli dava fastidio.
Alle sue parole, intanto, Doumeki si era improvvisamente adombrato. Senza aggiungere altro si limitò quindi a riporre la lettera di fianco al fouton e a prendere il braccio di Watanuki.
«Non fare quella faccia, ora.» Sbuffò quest'ultimo quando l'improvvisa carica di energia lo spinse a voltarsi. «Non mi servirà sempre una guardia del corpo...»
Per tutta risposta, l'arciere staccò brevemente la mano, si alzò per spegnere la luce e tornò a sdraiarsi, ristabilendo il contatto. Tutto, senza dire una parola.
«Beh? Che c'è ti sei offeso?» Continuò il più piccolo nel vederlo con gli occhi fissi sul soffitto.
«Avrai bisogno di me ancora per un bel po'.» Rispose l'altro, chiudendo gli occhi. «Fino ad allora, dovrai cucinare per me.»
Watanuki gli lanciò uno sguardo infuocato. «Ma sentitelo. Con tutte le ragazze che ti corrono dietro vuoi anche il cuoco personale?!» Borbottò.
«Esatto.» Fu il commento di Doumeki. La mente che intanto andava in più direzioni.
Avrebbe potuto chiedere a chiunque di cucinare per lui eppure... l'unico di cui amava ogni singolo piatto era il ragazzo al suo fianco.
Per un attimo ripensò alle parole che poco tempo prima aveva detto a Kohane, ripetendosi ancora una volta che se teneva tanto a Watanuki era solo per via della promessa fatta a sé stesso. Aveva giurato di non farlo sentire solo e questo era tutto. Doveva esserlo. Perché in caso contrario...
«E lo ammetti anche!» Continuò il suo ospite, riportandolo alla realtà. «Sarà meglio dormire. Tzè.» Borbottò voltandosi dall'altra parte e sperando in cuor suo di non ripetere il sogno della notte prima.
Al suo fianco, Doumeki, si limitò ad un'occhiata distratta mentre, senza rendersene conto, aumentava la stretta attorno al suo braccio. «Notte...»




Rieccoci con un nuovo capitolo che speriamo sia di vostro gradimento. Se pur a passi da formica, il nostro Watanuki inizia a fare i primi passi verso l'arduo sentiero dell'ammmmore! XD Ce la farà? Inviamoci energia positiva. E' meglio. ^^"

Naco-chan: Niente di nuovo sotto il sole nel capitolo precedente, ma come vedi in questo invece "qualcosa si smuove" XD
Diciamo che per fargli capire cosa lui stesso ha in testa, va preso tutto mooooolto alla lunga... è idiota, che vuoi farci.
*scappano inseguire da un arciere arrabbiato* Continua a seguirci, e scoprirai tutto :P

Gioielle: Ihihih è vero Ini-chan qui è ancora piuttosto timidina, per fortuna... XD
Riguardo al resto... si i due si stanno avvicinando. Chissà se basterà questo a soddisfare i nostri animi di fangirls. XD

Witch Of The Dimensions: sei sempre così prodiga di complimenti, grazie tantissimo! Facciamo del nostro meglio per mantenere le aspettative!
Ahaha, hai visto Doumeki com'è Zen? Eh? Beh, insomma, Haruka-sama di certo gli ha insegnato bene, riesce a tener testa anche a Watanuki... ma vedrai che la perseveranza darà i suoi frutti!

LawlietPhoenix: Grazie piuttosto per la tua costanza.
I commentini sono la carica per chi scrive. Specie per la consolazione nel sapere che sapete quanto sia scemo Watanuki. XD
A volte è davvero frustrante scriverlo.
Riguardo alle Otome... ahahah siamo liete che riscuotano tanti consensi. ^_^

Un ringraziamento speciale va a Reiko per le recensioni ai primi capitoli. Speriamo di leggerti presto anche nei successivi.
Grazie per il supporto! ^_^


   
 
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