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Autore: Zomi    28/12/2020    0 recensioni
Izou sospirò nuovamente, l’auto che rallentava nell’imboccare il candido cancelletto della villetta al mare della famiglia Newgate.
L’edificio si mostrava con i suoi imponenti due piani, la verniciatura candida data di fresco e il prato verdeggiante sul davanti e quello grigio cemento con il cesto da basket sul dietro, la veduta del mare a portata di mano.
Izou sospirò di nuovo.
“Ti divertirai” lo aveva rabbonito “Sarà una bella vacanza” aveva aggiunto la falsa speranza.
Non che a Izou dispiacesse il mare e quella quindicina di giorni di vacanza settembrina fuori programma.
No, Izou Shirohige amava il mare.
*Fan Fiction partecipante al Crack&Sfiga Ship's Day indetto dal Forum Fairy Piece*
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Izou, Marco
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il colore fucsia m'ha sempre fatto schifo,
ma pronunciato da lei mi pareva
l'unico colore del mondo.
(I Laureati)




-Sopra-
-Sotto-
-Sposta di lato-
-Passami quella di destra-
-Sopra-
-Sotto-
-Manca ancora molto?-
-Shhh… di lato, sotto-
-No!Sopra Killiuna!-
-E ora sotto Killquattro Bis-
Izo rise ad occhi chiusi, sdraiato sulla spiaggia, mentre le veloci e divertite mani delle cinque gemelle di Namyuul intrecciavano i suoi capelli in una complessa treccia a lui ignota.
Aprì cauto un occhio, venendo abbagliato prima ancora che dal sole, dalle sfavillanti e psichedeliche magliette leggere delle sorelle.
Tutte e cinque di una chiassosa e sfavillante sfumatura di fucsia.
Un colore altamente discutibile per lui, ma che alle gemelline sembrava piacere.
-Ehi!- lo accecò con un palmo Killidue -Non sbirciare!-
-Ops, chiedo venia- rise, tornando a chiudere la palpebra e ad ascoltare le ditine delle bambine tra i suoi capelli.
Era curioso di ciò che avrebbero realizzato, tutte e cinque assieme, e vagamente preoccupato per eventuali nodi, ma a cui avrebbe pensato in seguito.
Steso sulla sabbia della spiaggia, all’ombra dell’ombrellone dei Newgate, si godeva gli ultimi giorni di vacanza che gli erano stati regalati dalla famiglia di Marco.
Dalla loro famiglia, si corresse subito.
Dal coming out di Marco, avvenuto più che a parole con gemiti e mugugni indefiniti di un’intera notte, non erano sorte alcun tipo di reazioni sconcertate o scioccate.
Nessun fratello di Marco aveva sollevato domande o perplessità, quasi che fosse ovvio, scontato!, che fossero una coppia.
Solo Satch aveva mugugnato contrariato del rumore molesto della notte, ma Halta l’aveva zittito con un bacio, regalando poi una carezza a Izo e una a Marco.
Marco ne era rimasto stupido per un millesimo di secondo, rilassando poi le spalle e dandosi dello sciocco per le paure provate tanto a lungo, accettando senza proteste gli abbracci e le scapigliate a mano piena dei fratelli maggiori.
Il resto della giornata, e di quelle a seguire, erano state composte da pranzi, chiacchierate, rincorse sulla spiaggia, baci soffusi non più nascosti, mani intrecciate e sorrisi che Izo credeva di aver dimenticato di saper fare.
La vacanza era iniziata a qualche giorno dalla sua fine, regalando ad entrambi relax e quella quiete che tanto cercavano.
-Cosa state facendo?- si presentò un’ombra sopra Izo, occhi chiusi su ordine delle gemelline e abbronzatura ora negata.
-Facciamo una super treccia a zio Izo, zio Marco- squitti eccitata Killiuno, battendo le mani velocemente.
-Una super treccia?-
-Super treccia!- confermarono le sorelle in un coro fucsia e ridacchiante.
Izo fu certo di percepire, assieme alla carezza sulla sua spalla a fior di dita di Marco, anche il suo sorriso divertito, mentre si sedeva accanto a lui.
-Sembra impegnativo- dichiarò cercando e trovando la mano di Izo tra la sabbia -Credo quindi non vi si possa disturbare per la merenda-
-Merenda?- trillò Killiquattro -Ma certo che devi!-
-Ci serve la merenda per finire quest’opera!-
-Andiamo Killiquattro bis!-
-Arrivo… zio Izo non sbirciare!!!-
Piedini e magliette fucsia scattarono in un turbinio di rosa sgargiante, alzando un polverone di sabbia mentre Izo occhiava la fuga delle cinque bambine verso il nonno, che le afferrò a pochi metri da loro a braccia piene, sollevandole quasi non avessero peso, danzando goffamente verso la madre delle bambine che armeggiava tra succhi e panini imbottiti.
Izo.
-Sei il mio salvatore- ridacchiò permettendosi di osservare le bambine, contravvenendo al loro ordine di non sbirciare l’accipigliatura che stavano creando, ruotando il capo verso Marco, intento a giocherellare con una sua ciocca scusa.
-Veramente ero curioso della super treccia- sorrise con voce piatta, posando il capo sulla mano libera dal vezzeggiare il compagno.
-Oh, e sta venendo bene?- gli prese la mano carezzevole, portandosela alle labbra.
Kami, quanto gli era mancato poterlo baciare senza preoccupazione di venir scoperti.
-Non sono un esperto, ma sembra una treccia… se sia super non nè ho idea- si sistemò meglio sulla sabbia, invitando il moro a posare il capo sulle sue gambe intrecciate.
Izo sorrise e si avvicinò esperto, non accontentandosi delle gambe del compagno, ma prendendosi tutto il fianco del biondo, posando il capo sulla sua spalla e intrecciando la mano nella sua, accarezzandone il braccio per tutta la lunghezza.
Una semplice carezza, mani unite e il capo rilassato contro quello di Marco: perchè aveva dovuto rinunciarci così a lungo? Perchè ora quei semplici e innocenti gesti sapevano di un gusto tutto nuovo e prezioso?
Perchè la vacanza doveva finire, confinando le loro mani intrecciate a uscite sporadiche della settimana, e i loro sguardi chiusi dietro videochiamate sfuggenti impedendo alle loro pelli di sfiorarsi?
Izo sospirò, annaspando tra i suoi pensieri di già nostalgici dei loro tocchi e di già tornati alla routine lavorativa di sempre, ma ben deciso a ignorarli per quegl’ultimi giorni di beata illusione e vacanza.
O almeno sperava.
-Cosa ti turba?- lo baciò sulla fronte Marco, guardandolo con sguardo rilassato da dietro le lenti degli occhiali da vista.
-Nulla- negò stringendo la mano di Marco, che sciolse la presa delle dita solo per sostituirle con quelle della gemella, portando il braccio a stringere il moro al suo fianco.
-Cosa ti turba?- chiese nuovamente, sussurrando all'orecchio di Izo e posando, casto, un bacio dietro al lobo.
Che mi mancherà tutto questo, le tue carezze, il suo respiro sulla pelle, la tua voce. Mi mancherà quando torneremo alle nostre frenetiche vite dove il lavoro ci dividerà, permettendoci di viverci solo nei week end che durano sempre troppo poco.
-Il colore delle maglie delle bambine- parlò veloce, più dei suoi pensieri, più della voglia di dirgli di quanto già gli mancasse, posando gli occhi sulle gemelline intente a rifocillarsi con la merenda.
Marco sollevò gli occhi a studiare le nipoti, fremendo in un lungo brivido che scosse anche Izo.
-Non ti piace… il fucsia?- deglutì secco.
Izo per un secondo fu sul punto di dirgli la verità, ma il volto sconvolto del compagno lo fece divertire, incitandolo a continuare la sua bugia.
-È osceno ammettilo- lo canzonò -Non è rosa, non è rosso: è fucsia- rise al secondo brivido di Marco.
-E pensa che ne esistono ben sette tonalità: dal magenta chiaro al ciliegia hollywood. Oh e guai a te se oserai mai chiamare Halta fucsia queen*: non potrei accettarlo- ridacchiò impressionato dall’aumento di sudorazione di Marco.
Iniziava a pensare che il suo lato gay stesse ripudiando corporalmente l’idea che il suo compagno non apprezzasse il colore fucsia, così ben voluto nella moda e spesso associato al loro genere sessuale.
-Tu- si schiarì la gola Marco -Tu non gradisci il colore fucsia-
-Decisamente no- era sul limite della risata -È un problema forse?-
Sarebbe stata la prima scenata gay di Marco, in pieno pomeriggio, davanti alla sua famiglia e nella spiaggia pubblica. E per un colore discutibile.
Izo non vedeva l’ora scoppiasse.
Ma non fu l’esplosione ormonale di Marco a zittirlo, né le sue urla sul valore del colore a metà tra rosa e viola, nè tantomeno la sua indignazione da drama queen.
Fu una chiave.
Piccola, dai dentelli sagomati di fresco, che brillava nel palmo aperto di Marco, estratta nuova di zecca da un ferramente prima che dalla tasca del biondo.
Una chiave, non di un’auto, né di un lucchetto, ma della misura esatta della serratura esatta di un’abitazione.
Una chiave di color fucsia.
-Io volevo dartela in un contesto più intimo e privato- parlò atono Marco -Volevo dirti che l’idea di tornare a vederci tra un lavoro e l’altro, solo nei fine settimana o per tempi limitati di un appuntamento mi fa male. Volevo dartela per chiederti di venir a vivere con me- chiuse la mano e la strinse con forza attorno alla chiave -Ma non voglio che sia del colore che non ti piac… Izo!-
Le unghie del moro si erano conficcate nella mano di Marco, forzandola ad aprirsi e rubando, dal palmo sudaticcio e agitato, la piccola chiave fucsia che andò ad accarezzare con dita tremule ed emozionate.
La osservò in ogni sua sfaccettatura, dalla più scintillante e fucsia alla più metallica e secca.
La sua chiave fucsia.
-Odio il fucsia- ammise Izo, sollevando il capo a mostrare un sorriso dolce e prossimo al pianto -Ma se è il colore della chiave di casa nostra… allora è il colore più bello del mondo-
Non seppe dire se furono le labbra di Marco ad andargli incontro, o se fu lui a baciarlo per primo.
Izo non non seppe dirlo.
Ma era certo che la bocca di Marco sulla sua, con le sue mani tra i capelli intrecciati, i fratelli e il padre di Marco a guardarli senza che vi trovassero nulla di male se si scambiavano un bacio, e la piccola chiave color fucsia tra le dita strette a pugno sul cuore del biondo, fossero le cose più importanti che avrebbe mai ricordato di casa Newgate in quella vacanza di fine settembre.
Non erano più chiusi per ferie.





*Fucsia Queen, nello slang gay, indica una donna bella ed attraente


 
   
 
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