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Autore: nicailuig    30/12/2020    1 recensioni
Mentre prendevo in mano il telefono e digitavo "Let’s be friends" sapevo benissimo cosa avrei dovuto fare – cancellare tutto – ma invece ho impulsivamente premuto invio. Ero perfettamente consapevole dell’espressione da schiaffi che in quel momento avevo dipinta in faccia e se al mio posto ci fosse stata una mia amica le avrei dato della testa di cazzo. Peccato essere stata sola. La mia era una proposta del tutto maliziosa e nella mia testa aveva senso proprio perché ero sicura avresti rifiutato. E invece – Sounds lovely – hai detto.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Marinade

She got attacked by a pack of dogs
But she said, it's okay
I got some wilderness skills beneath my belt
She said she used to be a part of a scout team
They nearly made her leader one time
But they didn't have enough thread
To sew the patches on

And she said, do you know how you heard
About that family that burnt down in that house?
Well that was hers
She said, it was just some hoax that she made up
To watch people cry

 

 

Per qualche giorno non ti ho pensato. Ero tornata a casa dei miei per il weekend e le distrazioni mi hanno tenuto occupata. La domenica sera, rientrata nel mio appartamento, mi sei tornato in mente. Mentre prendevo in mano il telefono e digitavo let’s be friends sapevo benissimo cosa avrei dovuto fare – cancellare tutto – ma invece ho impulsivamente premuto invio. Ero perfettamente consapevole dell’espressione da schiaffi che in quel momento avevo dipinta in faccia e se al mio posto ci fosse stata una mia amica le avrei dato della testa di cazzo. Peccato essere stata sola. La mia era una proposta del tutto maliziosa e nella mia testa aveva senso proprio perché ero sicura avresti rifiutato. E invece – Sounds lovely – hai detto.

Ero così curiosa di capire se davvero fossi ingenuo – come potevamo rimanere amici dopo quello che ci eravamo detti? –  o se invece avessi letto tra le righe e mi stessi sfidando, che al tuo Let me know when you want to do something ho subito proposto una passeggiata all’aperto. Ora che il sesso era fuori discussione pensavo che uscire in pubblico e fare qualcosa che non implicasse spogliarsi fosse una proposta appropriata. Per qualche giorno sei stato irraggiungibile e mentre aspettavo una risposta mi sono chiesta perché mai avessi accettato la mia offerta se non eri davvero interessato a vedermi. Dopo avere bloccato e sbloccato il tuo numero come un’adolescente risentita, siamo riusciti a fissare un giorno.

Sei arrivato da me che erano le sette di sera. Io ero appena rientrata a casa dopo una lunga giornata passata tra lezioni in università e ore di studio in biblioteca ed ero a malapena riuscita a togliermi la gonna che stavo indossando – non volevo pensassi che fosse per te, perché non lo era – e a infilarmi una felpa e dei jeans. I capelli erano scomposti e il trucco sfatto ma ormai che eravamo solo amici non c’era più bisogno di impegnarsi. Tu eri vestito di chiaro e avevi addosso una quantità eccessiva di dopobarba. Mi sono sforzata di pensare che non fosse per me ma per qualcun’altra.

Erano trascorse almeno due settimane dall’ultima volta che ci eravamo visti – da quando ci eravamo visti mezzi nudi – ma non c’era traccia di imbarazzo. Tu mi hai chiesto come fosse andato il compleanno della mia amica e per qualche secondo sono rimasta interdetta, poi mi è tornata in mente la scusa campata per aria che avevo tirato fuori per scappare dal tuo appartamento dopo che ci eravamo rifiutati a vicenda. Ho inventato una risposta veloce ma credibile e mentre mi stupivo di me stessa e di essere così disinvolta in una situazione che normalmente mi avrebbe messo a disagio, mi sono chiesta come avessi potuto ricordarti un dettaglio così insignificante.

Ti sei accomodato sul mio letto scricchiolante, un cuscino dietro la schiena – I’m an old man, ti sei giustificato – e le gambe distese davanti a te. Io ti ho suggerito di provare con lo yoga, che aiuta con l’elasticità, e quando mi hai risposto che già lo pratichi, non ho potuto che dare ragione a quel pensiero che era sorto in me la prima volta che ci eravamo visti, che eri troppo, in tutto, per essere vero. Non erano solo gli occhi azzurri e i ricci biondi ad avermi stregato, le spalle larghe di chi gioca a rugby, la voce profonda e l’accento british, ma anche e soprattutto la spiccata ironia con cui rispondevi alle mie provocazioni, il tuo essere vegetariano, l’avere idee di sinistra pur provenendo da una famiglia benestante, l’amore per la storia e la letteratura, la voglia di imparare il tedesco, oltre il fatto di masticare l’italiano, e l’apertura mentale nell’affrontare temi delicati come la salute mentale.

Mi hai riportato alla realtà chiedendomi se mi andasse di stappare quel vino che ti avevo promesso. Sono scesa di corsa in cucina per tornare con due birre – è tutto quello che mi è rimasto – che abbiamo bevuto rimanendo sempre a debita distanza, io a un capo del letto e tu all’altro, senza mai avvicinarci. Non hai mai provato a rompere il patto e vedere che fossi una persona di parola mi ha rasserenata. Non c’era niente di innocente, però, nell’aria. Ti guardavo, ti fissavo quasi, con un sorriso beffardo dipinto in faccia, e tu facevi altrettanto. Questa volta lo sguardo non lo abbassavi, mi sfidavi, ma non sapevi che il manico del coltello ce l’avevo in mano io. Mi hai chiesto se la felpa che indossavo – una veccha felpa da allenamento – l’avessi rubata a qualche fidanzato passato ed io, fintamente risentita, ti ho ricordato che anche io avevo fatto sport per moltissimi anni. Tu ti sei giustificato dicendo che quello che era il nome del team ti aveva tratto in inganno, credevi fosse un cognome e, dato che non era il mio, hai pensato fosse di uno dei compagni di squadra di mio fratello, con cui ti avevo detto di essere uscita in passato. La memoria che dimostravi per dei piccoli dettagli come questi mi lasciava sorpresa.

Ti ho confidato che al contrario di quanto ti avevo detto in precedenza, quando ci eravamo visti da te, non sono davvero una tipa da relazione, che di storie serie non ne ho mai avute, che mi stufo presto e non mi sento mai coinvolta. – Perché non hai sentimenti, hai puntualizzato –. – Esattamente –. Ero consapevole che ti sarei potuta sembrare superficiale, ma forse lo volevo, perché non mi andava che pensassi a me come una persona pensante, che dice di no al sesso occasionale perché va in cerca del principe azzurro. La realtà è che sì, sono pesante e il sesso occasionale non mi piace, ma non cerco nemmeno una relazione a tutti i costi, perché so stare benissimo da sola e non è negli uomini che trovo il mio valore; ed è vero che mi sono stufata dei ragazzi che ho frequentato, ma solo perché non eravamo compatibili, e forse perché ho accettato di uscirci anche se non ne ero convinta, perché non so dire di no, e poi mi ci sono trovata invischiata. È venuto fuori che dei due il tipo da relazione in realtà sei tu, che nei hai chiusa una quest’estate che è durata cinque anni. Il modo in cui ne parlavi mi ha aiutato a vederti sotto una luce diversa. Forse davvero non eri solo il british handsome man who will sweep off your feet che avevi detti di essere prima che ci conoscessimo.

Poi ci siamo trovati a parlare di Tinder, delle persone che lo usano, che in genere lo prendono davvero troppo sul serio, e di quanto sia difficile avere una conversazione interessante. Ti sei lamentato che tante delle ragazze con cui hai chattato ti hanno approcciato con un banale ‘ei’, ed io ti ho criticato dicendo che non facevi nulla per aiutare la situazione, che avresti dovuto scrivere qualcosa nella tua bio, dire qualcosa di te. Mi hai dato ragione, quindi mi hai chiesto come facevo io, invece, ad approcciare gli uomini. Io ti ho detto che non scrivo mai per prima, e tu hai riso pensando che me la stessi tirando. Un po’ sì, in effetti, – ma è perché non mi importa degli sconosciuti, ho specificato – mica perché voglio fare la primadonna. Poi mi hai sorpreso, ammettendo che più di tanto Tinder non ti piace: troppo transactional, lo hai definito. Non ho potuto fare a meno di pensare che ti stavi contraddicendo, che uno che cerca solo sesso non dovrebbe avanzare una critica del genere, ma non te l’ho fatto notare.

Verso le nove hai detto che saresti rientrato a casa. Avrei voluto dirti che potevi rimanere anche a cena, ma ero talmente soddisfatta di come era andata la serata che mi sono limitata ad annuire senza lamentarmi. Ti ho seguito lungo le scale per accompagnarti alla porta e più di una volta ti sei girato, quasi a controllarmi, convinto che ad un certo punto ti avrei baciato. Non lo avrei fatto per niente al mondo. Ti ho salutato dalla giusta distanza e ho pensato che in fin dei conti era stato un successo: non saremmo stati niente più che amici, ma per una persona interessante come te poteva valerne la pena.

   
 
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