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Autore: Darik    15/05/2005    1 recensioni
Tutto scorre come sempre, finchè all'improvviso...
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La fine e l'inizio.'
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9° CAPITOLO

La nuvola di nano-macchine si lanciò contro Iassem e Sosuke, che evitarono l'attacco nascondendosi tra i tubi.

"Vi troverò, non potete nascondervi a lungo" disse Kaname.

"Ha ragione. Quella.. cosa può trovarci facilmente e farci a pezzi. Dobbiamo trovare un modo per neutralizzarla" disse sottovoce Iassem.

"Non farò mai del male a Chidori" rispose risoluto Sosuke.

"Non ci sarà bisogno di neutralizzare lei, ma quel cerchietto che ha intorno alla testa".

Poi un ombra li ricoprì.

"Via!" gridò Iassem, e cominciarono a correre tenendosi il più possibile al di sotto delle tubazioni.

La nuvola oscura cambiò forma, si estese in tanti tentacoli che si infilarono tra un tubo e l'altro cercando di colpire alle gambe le loro vittime.

"Dividiamoci!" esclamò Sosuke, e si separarono andando a destra e sinistra.

La nuvola scura si fermò.

"Distribuitevi lungo il locale e trovateli!" ordinò mentalmente Chidori, e la grande nuvola scura si divise in dieci nuvole più piccole che si sparpagliarono.

E subito una di queste trovò Sosuke e gli si lanciò contro, Sosuke corse tra le tubazioni ma venne raggiunto, e le nano-macchine gli bloccarono i piedi.

Il ragazzo sparò due colpi contro quella piccola massa scura, e i proiettili la attraversarono senza danneggiarla.

"Uno è preso, sotto con l'altro" commentò soddisfatta Chidori.

E proprio in quel momento, Iassem sbucò da dietro il cilindro e cercò di strapparle il dispositivo di controllo dalla testa.

Tuttavia la ragazza con notevole agilità schivò l'attacco, gli sciami si riunirono dirigendosi contro di lui, costringendo Iassem a nascondersi di nuovo tra le tubazioni.

L'uomo strisciò velocemente sotto alcuni tubi, allontanandosi da Chidori e cercando Sosuke, mentre le nano-macchine cominciavano a perlustrare l'aerea partendo dai cilindri.

"Sono qui, Iassem" lo chiamò sottovoce Sosuke avvicinandosi.

"Lo sciame mi aveva preso e all'improvviso la sua presa si è indebolita" disse il ragazzo.

"Dev'essere stato per il mio attacco, ha diminuito la sua concentrazione. E mi è appena venuta un'idea: prima l'ho colta di sorpresa piuttosto facilmente, quindi, nonostante la sua intelligenza, non ha esperienza in fatto di combattimento. Ma prima o poi ci prenderà tutti e due, quindi stai a sentire".

"E' molto pericoloso" commentò duramente Sosuke.

"Lo so, ma non abbiamo molta scelta. Tieniti pronto, gli sciami stanno arrivando".

E quando tra i tubi del punto in cui si trovavano i due, apparvero le nano-macchine, Iassem scattò verso l'alto.

Gli sciami si concentrarono verso di lui, l'uomo correva sopra i tubi, saltando agilmente da una parte all'altra e senza stare mai fermo, per non farsi prendere.

Si avvicinava sempre di più a Chidori che si abbassò pronta a schivare l'attacco.

Infine con un ultimo salto, Iassem si lanciò gridando su di lei, ma venne bloccato a mezz'aria da un tentacolo di nano-macchine che lo lanciò contro una parete dietro Chidori, sbriciolandone la protezione blu.

Gli sciami cinsero braccia e gambe dell'uomo.

"Tutto qui?" domandò sarcastica Chidori.

Ebbe la risposta da Sosuke, che dopo essersi mosso dietro Iassem ma rasoterra, saltò sul cilindro, con un calcio rasente da dietro fece cadere la ragazza, la prese al volo e fece per strapparle il congegno dalla testa.

Chidori reagì facendo afferrare Sosuke da un tentacolo per allontanarlo, ma nell'istante in cui faceva questo, il ragazzo le tolse il meccanismo, quindi Sosuke venne allontanato da un tentacolo che un istante dopo si dissolse, come gli altri sciami che bloccavano Iassem.

Vedendosi perduta, Kaname scese dal cilindro, afferrò un frammento appuntito della protezione del muro e corse verso un altro punto della parete, conficcò con forza il frammento nella protezione e cominciò a scavarla, rivelando la presenza di una piccola porta.

Ma quando fece per imboccarla, qualcuno l'afferrò per una spalla.

Lei si voltò per colpire, e si ritrovò davanti Sosuke che la fissava imperturbabile.

"Chidori, ti prego, ora basta".

"Con me non attacca. Te l'ho già detto, tu vuoi aiutare un'altra, non me. Devo scappare. E se non mi lasci, per farlo camminerò sul tuo cadavere!"

Sosuke non la lasciò e allora Chidori conficcò lo spuntone nel petto del ragazzo.

"Dove sono adesso gli intrusi?" domandò Wong scuro in volto osservando i monitor della sala di controllo.

"Sono ancora nella stanza di isolamento di Kaname Chidori" rispose Charles.

"Come è possibile che non siate riusciti ancora a sfondare la porta?"

"Il fatto è che i giunti sono stati rinforzati".

"Rinforzati? E da chi?"

Prima che Charles potesse rispondere, il viso di Wong si illuminò e lasciò la sala.

****

L'infinito spazio verde era percorso da strane formule chimiche e matematiche, che scorrevano tropo velocemente per essere lette.

"Lasciami! Lasciami andare!" gridò Chidori.

"No! Non posso permetterlo!" rispose la creatura con l'aspetto di una sagoma femminile trasparente mentre cercava di far rientrare Chidori dentro di se.

La ragazza si dimenava come qualcuno che cerca di sfuggire alle sabbie mobili, mentre la creatura tentava di farla rientrare dentro di se.

"Non lascerò che tu faccia del male a Sosuke!"

"Se non lo fermo, lui farà del male a me!"

La lotta divenne più intensa, e la creatura sembrò vincere, riuscendo a far rientrare Chidori nel suo corpo al punto che della ragazza rimase in superficie solo il viso.

"NOOOOO!"

"Questo corpo è ormai mio!" gridò la creatura.

"Non lo permetterò!" esclamò ad un tratto una voce femminile.

Come dal nulla apparve una figura luminosa, che toccò il viso di Chidori e con un colpo solo la tirò fuori dalla creatura.

"Chi..." esclamò Chidori.

La luminosità della nuova arrivata si attenuò, e Chidori riconobbe subito il viso della sua salvatrice.

"T.. Tessa?!"

"Esatto, proprio io" rispose Tessa con un tranquillizzante sorriso.

Chidori l'abbracciò.

"TU! Come puoi esistere ancora?! Le nano-macchine ti avevano..."

"Colpita alle spalle e quasi uccisa. Ma nonostante la mia età, so come muovermi in questa dimensione. Per non sparire mi sono collegata al segnale che controllava le nano-macchine, rifugiandomi nella mente ormai distrutta del povero Gerard Martin. Sono rimasta nascosta lì, rigenerando la mia energia vitale, in attesa e nella speranza che la mia amica Kaname tornasse".

"Maledetta! Ma perché stai dalla sua parte? Dovresti stare dalla mia semmai!"

"Chidori è una mia carissima amica, non posso tollerare quello che le hai fatto, cosi come non posso tollerare quello che hai fatto per un essere spregevole come Wong. L'intelligenza dei Whispered è un dono che va messo al servizio dell'umanità, non di uno solo, per giunta terrorista!".

"Non mi è piaciuto lavorare per lui, ma dovevo sdebitarmi almeno una volta. Lui mi ha liberato! Tu non sai cosa significa essere stata prigioniera per sedici anni di una debole mente che per giunta non sapeva usare nulla delle sue capacità, cioè di me! Io voglio vivere! E' forse un delitto reclamare il proprio diritto alla vita?!"

"Lo diventa quando per reclamarlo opprimi delle persone e una parte di te stessa che hanno il tuo stesso diritto alla vita!"

"Sarà pure cosi, ma adesso non importa. Anche se siete in due, combatterò per me stessa!" esclamò convinta la creatura.

"Non sarà necessario combattere" ribatté allora Tessa.

"Cosa vuoi fare allora, Tessa?" domandò Chidori rompendo il suo mutismo.

"Nessuna di voi due può essere soppressa, siete entrambe parte integrante di questa mente. Ma il problema è sorto perché la parte Whispered di Chidori è stata liberata tutta in una volta e in modo innaturale, dopo che per sedici anni si era sviluppata unicamente la parte normale. C'è solo un modo per riportare l'equilibrio, senza che una parte debba assimilare l'altra. Dovete fondervi!"

"Come?!" replicò stupita Chidori.

"Usate la mia mente come un calco, per imparare a coesistere. In me le due componenti convivono pacificamente, perché si sono sviluppate insieme sin da quando ero piccola".

Chidori e la creatura rimasero in silenzio.

"Non avete scelta. Chidori, se uniamo le nostre forze, potremmo respingerla, ma lei poi resterebbe sempre in agguato pronta a riemergere alla prima occasione. E tu” Tessa fissò la creatura “già sai che non ti permetterò di fare ancora del male a Chidori e ad altri".

Tessa tese le mani, Chidori e la creatura, sempre in silenzio, le strinsero.

E quell'immenso spazio verde fu avvolto da una luce accecante.

****

Il sangue colava leggermente lungo lo spuntone.

La mano che lo reggeva con un tremito lasciò la presa.

Lo spuntone che era penetrato leggermente nella carne cadde per terra.

E Chidori stramazzò al suolo singhiozzando.

"Dio mio... Dio mio..."

Sosuke si chinò, con un leggero rivolo di sangue che gli colava dal petto.

"Chidori..."

"Sosuke... cosa ho fatto?"

Sosuke l'abbracciò e Kaname scoppiò in un pianto dirotto.

"Adesso è passata" cercò di consolarla il ragazzo.

"Ho fatto del male a delle persone, ho fatto del male a te, ho completato quella macchina mostruosa per Wong..."

"Non eri veramente tu, non sentirti responsabile".

"Però..."

"Anche se adesso ti senti in colpa, ti prometto che ti starò vicino per aiutarti. La mia missione è proteggerti".

"Tu... vuoi ancora... proteggermi dopo quello che ho fatto?"

"Si. Ti proteggerò sempre. Io... mpf" e senza dargli il tempo di finire, Kaname lo baciò.

Iassem, ripresosi dopo il volo che gli aveva fatto fare il tentacolo di nano-macchine, vide quella scena e sorrise leggermente provando una sensazione di nostalgia.

Quando le labbra di Kaname si staccarono da quelle di Sosuke, l'uomo ritenne di poter parlare: "Tutto questo è molto bello. Ma vi faccio presente che siamo ancora sulla nave nemica. E faremmo meglio ad andarcene".

I due ragazzi allora si alzarono.

"Dunque, dalla porta d'ingresso non possiamo passare, perché ci aspettano le guardie. Dove conduce quest'altra porta?" chiese Iassem fissando l'apertura nel muro.

"E' una porta costruita da... me, come via di fuga. Wong non mi avrebbe mai lasciata andare, quindi ho preso queste precauzioni. Conduce al ponte con l'attracco dei mini-sottomarini" spiegò Chidori.

"Perfetto, allora andiamo. Dobbiamo anche passare in un altro posto prima di partire".

"Ancora nessuna notizia?" domandò Charles sempre più nervoso.

"No signore. Quella porta è stata davvero rinforzata ad arte. Adesso stanno applicando degli esplosivi" rispose uno degli operatori.

"Si sbrigassero allora" ordinò Charles chiedendosi anche dove fosse andato il suo capo.

La grata di un condotto d'aerazione cadde sul pavimento.

E Iassem uscì per primo, aiutando Kaname e Sosuke a venire fuori.

L'uomo aveva di nuovo il suo zaino e il suo bastone.

"Riconosco il posto, siamo vicinissimi, andiamo!" li incalzò.

Ma quando raggiunsero la zona con i veicoli subacquei, trovarono ad attenderli Wong insieme a una decina di guardie armate che gli puntarono all'istante i mitra contro.

"Grazie per essere venuti" li accolse con un sorriso Wong.

"La fortuna ti abbandona sempre quando ti serve di più" pensò Iassem.

"Cosa sono quelle facce? Quando ho saputo che la porta che altri miei uomini in questo momento stanno tentando di sfondare, era stata rinforzata, ho capito che quella ragazzina si era preparata una via di fuga. E questo è il luogo migliore per filarsela alla chetichella. Ora i due uomini facciano un passo indietro" ordinò il miliardario. "Tu, milady, vieni qui".

"No!" rispose risoluta Kaname.

"E' questa la riconoscenza verso chi ti ha liberato?"

"Quella Kaname non c'è più. Ora sono di nuovo me stessa".

"Davvero? Peccato, vorrà dire che dovremo rimetterti nella vasca di privazione sensoriale".

"Non ne avresti il tempo" intervenne Iassem "anzi, al posto dei tuoi uomini, scapperei a gambe levate".

"E perchè mai?"

"Perchè prima di venire qui, ho attivato delle bombe al plastico posizionate in punti strategici della nave. Tra un minuto, qui salterà tutto".

"E' un bluff!" replicò convinto Wong.

"Ti sembra che sto bluffando?"

La voce e l'espressione di Iassem sembravano in effetti tremendamente sinceri.

E quello che diceva era quasi naturale: prima di abbandonarla, si distrugge sempre la base del cattivo.

Un certo nervosismo iniziò a serpeggiare tra le guardie.

Wong se ne accorse e senza voltarsi minacciò: "Se qualcuno di voi prova ad andarsene, lo faccio fuori".

"Ma se restate qui, affonderete insieme alla nave. Se scappate, forse avrete una possibilità di sopravvivere" incalzò allora Sosuke.

Un silenzio opprimente calò nel locale.

Gli uomini di Wong si guardarono, uno di loro fece per indietreggiare e Wong lo freddò.

"Io non scherzo".

"E non scherzo nemmeno io" si inserì Iassem.

Infatti un istante dopo una potentissima esplosione scosse da cima fondo la nave, seguita da altre due esplosioni di uguale potenza.

La nave tremò fino alle fondamenta, e iniziò subito a sbandare.

Le guardie scapparono, Wong perse l'equilibrio e Iassem gli saltò addosso per disarmarlo.

Sbattendogli il polso contro il muro, gli fece cadere la pistola.

Gli sferrò un pugno, Wong reagì e afferrò Iassem per il collo.

"Sagara, Chidori, scappate!" gridò l’uomo mentre rispondeva a Wong con la stessa mossa.

Sosuke era riluttante a lasciarlo: "E tu?"

"Me la caverò, voi andatevene subito!"

Sosuke e Kaname iniziarono a liberare dai ganci della gru uno dei veicoli, che a causa del rapido affondare dello scafo, si trovava già a pelo d'acqua.

Liberati i ganci, vi salirono, Chidori si rese conto che, pur non sapendo come, sapeva pilotarlo.

"Iassem, vieni!" lo chiamò Sosuke.

Ma Wong lo bloccò cingendogli il collo stavolta con una sbarra di metallo.

"Ti sembra il modo di lasciare un vecchio amico?" gli domandò sogghignando.

Sosuke allora decise di intervenire, ma alcune strutture del soffitto crollarono, frapponendosi tra i due ragazzi e Iassem.

E per non finire completamente travolti, Kaname fu costretta a far immergere il mezzo.

"Pensi che se la caverà?" gli domandò angosciata Kaname.

"Sono sicuro che ce la farà" rispose inflessibile Sosuke.

"Se ne sono andati. Quindi il gran finale è solo per noi. E io che pensavo di affrontarlo con Kassim!"

"Kassim?!" esclamò Iassem liberandosi dalla stretta di Wong con alcune possenti gomitate nello stomaco.

La nave stava affondando sempre di più, e l'acqua penetrava dall'apertura per i mezzi subacquei e cominciava ad arrivare anche dal corridoio.

"Si, il vero nome di Sosuke Sagara. E invece me la devo vedere con te, ma non mi importa, anche cosi è eccitante. In fondo, prima di Kassim, eri tu il mio nemico principale".

Wong diede un pugno a Iassem, che lo parò e reagì con una scarica velocissima e fittissima di pugni contro il ventre dell'avversario.

Poi con un calcio lo mandò a terra.

Ma Wong si rialzò e diede un doppio calcio a Iassem sbattendolo al suolo.

"Ah, non ti ricorda i vecchi tempi? L'allenamento nella caverna del vecchio".

Iassem si rialzò: "Come fai a saperlo?"

"Andiamo Iassem, sei intelligente, no? Non ci sei ancora arrivato?"

E allora Iassem capì: capì perché la prima volta che aveva sentito la voce di Wong gli era sembrata familiare. E riconobbe quegli occhi crudeli, quello sguardo trasudante una lucida follia.

"Tu... dovresti essere morto!"

"Dovrei, ma sono duro a morire. E come vedi mi sono dimostrato più abile di te. Tu ti sei nascosto nell'ombra, io alla luce del sole!"

L'acqua ormai stava coprendo le gambe dei due fin sopra le ginocchia.

Wong prese un palo e sferrò una serie di attacchi, Iassem li evitò in parte ma venne colpito ad un fianco.

Il nemico ne approfittò e continuò a colpire, prima un braccio, poi una spalla.

"MUORI! MUORI! MUORI!"

Iassem afferrò il palo, e strinse i denti, i muscoli gli facevano male, Wong invece sorrideva come un pazzo, e spinse Iassem in direzione di alcuni rottami appuntiti.

Si ritrovarono faccia a faccia.

"Cosi.... morirai anche tu" gli fece notare Iassem, mentre Wong lo spingeva sempre di più verso le punte metalliche.

"Se devo morire, morirò. Sarò felice sapendo che ci sarai anche tu".

Le punte di metallo sfioravano la schiena di Iassem.

Che all’improvviso fissò Wong con uno sguardo d’acciaio.

"Sai… Wong… mi sembra che ci sia una cosa che hai dimenticato".

"E cosa?"

"Che nella caverna, non mi hai mai battuto!"

Con un manrovescio Iassem strappò la sbarra dalle mani di Wong, la gettò e cominciò a colpirlo.

"Ricordi cosa diceva il vecchio?"

E gli diede tre pugni al petto.

"Che eri abbastanza abile, ma sapevi farti valere solo con quelli più deboli di te".

Un calcio allo stomaco.

"Che gli unici grandi pregi che avevi erano l'astuzia e la mancanza di esitazioni".

Raffica di colpi ai fianchi.

"E che in definitiva eri uno scarso che solo grazie all'astuzia e all’assenza di scrupoli sapeva essere pericoloso".

Iassem mise Wong davanti ai rottami acuminati e con un calcio in piena gola ce lo mandò contro.

Le punte trapassarono la schiena del nemico spuntando dal ventre, Wong gorgogliò qualcosa col sangue che cominciava ad uscirgli dalla bocca, e reclinò il capo.

Ora Iassem doveva tuffarsi per salvare la sua vita.

Iniziò velocemente a spostare i rottami che gli bloccavano l’accesso alla vasca, mentre l’acqua adesso gli arrivava sopra la cintola.

Tolti i rottami intravide la salvezza.

E con la coda dell’occhio intravide anche un’ombra dietro di lui.

Si voltò e una grossa scheggia di metallo si conficcò nella sua spalla anziché nel suo collo.

Wong lo guardava con occhi spiritati e un’espressione di crudele e consapevole pazzia.

Iassem, resistendo al dolore allucinante, vide qualcosa galleggiare vicino a lui: il suo bastone!

Lo prese, estrasse la spada e infilzò al petto il nemico.

Che non mollò affatto, anzi, afferrò per la gola Iassem.

Quest’ultimo reagì affondando ancora di più la spada nel petto.

E Wong sempre non desisteva.

“Raggiungi… la… tua…. amata puttana…” mormorò ironico.

L’acqua ormai lambiva il loro petto.

Iassem allora estrasse la spada dal petto e la infilò nella gola di Wong, che allentò la presa sulla scheggia.

E cosi Iassem la tolse dalla sua spalla e la conficcò nella testa di quel diabolico avversario.

Finalmente Wong lasciò la presa al collo e rimase a galleggiare a faccia in giù, con l’acqua che si colorava di rosso.

Iassem poté finalmente tuffarsi, mentre altre sovrastrutture crollavano tutto attorno.

Un'altra esplosione sconquassò la nave che affondava, quando il fuoco raggiunse il combustibile per i motori.

La petroliera ormai era quasi del tutto sommersa, ma tutti i ponti superiori erano una distesa di fiamme, che avrebbe continuato a bruciare anche sulla superficie dell'acqua.

Kaname e Sosuke fissavano quell'inferno sul veicolo subacqueo.

"Mio Dio.." mormorò la ragazza.

Sosuke la stringeva al suo fianco.

"Sosuke, pensi che sia..."

Sagara stava per risponderle, quando Iassem riemerse proprio davanti a loro.

"Dopo tutto questo, pensò che non vorrò più vedere il mare per un bel pò" disse col fiatone l'uomo.

I ragazzi lo aiutarono a salire a bordo, e quando videro le motovedette del porto di Kobe che si avvicinavano, si allontanarono in immersione.

Mi scuso con i miei lettori per i ritardi di questi ultimi aggiornamenti, ma ci sono stati problemi con l’HTML risolti grazie all’aiuto della nostra webmaster. Thank You Erika:D

  
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