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Autore: Angie_Dreyar    31/12/2020    1 recensioni
Raccolta di One-shot su Fried e Laxus. Si passa da quelle più comiche e brevi a quelle più dolci.
1-Scambio corpi «Usa quelle tue maledette rune e vestilo»
2-Draghetto «È così carino»
3-La stanza di Fried «Mi sa che a Fried piace domare a letto!»
4-Regalo di compleanno «Cosa ti ha regalato Juvia?»
5-Missione al ristorante «Non mi sono perso»
6-Una vita da coppia «Tu e Fried vi siete mai baciati?»
7-Febbre «Stai peggio di me»
8-Ubriaco «Andiamo a fare l’amore»
9-Pozione d'amore «Osa toccare ancora una volta Kana e te la vedrai con la mia spada»
10-Blue Pegasus «Sì, flirta con me. Comportati come fai con loro»
11-Questione di capelli «Sei geloso di Rufus?»
12-Fairy Nail «Mi hai sentito cantare?»
13-San Valentino «Perché hai comprato quella roba?»
14-Piscina «Dovrò dirgli di mettersi dei boxer»
15-L'uomo ideale «La descrizione di Laxus mi ricorda proprio te»
16-La lettera «So che sono egoista a chiederlo ma…»
17-Spogliarellisti e confusione «Quanto ha bevuto Freed?»
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fried Justine, Fried/Laxus, Luxus Dreher
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Febbre

-Ti ho detto che sto bene, va a casa- sbottò Laxus per l’ennesima volta. Fried era il suo compagno più fedele e solitamente assecondava ogni sua richiesta, volendo accontentare ogni suo desiderio. Solitamente, appunto. Tutto ciò non aveva più importanza quando riteneva che Laxus stesse male. Nell’ultima missione i Raijinshuu e Laxus si erano presi una brutta influenza e Fried, prendendo molto seriamente il suo compito di Capitano, si era premurato di riportarli a casa tutti e tre proteggendoli dalle intemperie con le sue rune e trasportandoli di peso nella sua forma di demone. Ora i quattro erano a Magnolia da due giorni, ma Fried non ancora soddisfatto continuava a fare avanti e indietro tra le abitazioni dei compagni e ormai la sua routine era la stessa. Si alzava, andava a casa di Laxus obbligandolo a prendere le medicine e preparandogli la colazione, poi passava a casa di Bixlow facendo lo stesso e infine passava da Evergreen, anche se aveva notato che la ragazza aveva già un infermiere personale. Dopo di che tornava da Laxus, perché il Dio del Tuono aveva questa cattiva abitudine a non riposarsi nemmeno quando stava male, perciò stava lì a controllare che non scappasse ad allenarsi da qualche parte e gli preparava il pranzo.
Quella mattina fece lo stesso, obbligò il biondo a prendere la medicina e come al solito ignorando le sue lamentele disse:

-Non muoverti dal letto, dopo torno e ti preparo il pranzo- si avviò verso casa di Bixlow sentendosi un po’ stanco. In fin dei conti anche lui aveva preso la febbre anche se cercava di cacciare quel pensiero dalla mente. Quella sera si sarebbe riposato, ma prima doveva assicurarsi che tutti i suoi compagni stessero bene. Bixlow al contrario di quanto potesse sembrare era il più facile da gestire. Quando arrivò a casa sua lo trovò spaparanzato sul divano a mangiare la colazione. Perlomeno lui sapeva cucinare.

-Ciao mammina- lo prese in giro il ragazzo quando il mago delle rune entrò.

-Ti senti meglio? Hai già preso le medicine? Perché non mi hai aspettato per la colazione?- chiese Fried avvicinandosi. Bixlow da bravo ragazzo le aveva prese e indicò il termometro sul tavolino.

-Sono praticamente guarito. Ho ancora qualche linea ma puoi smetterla di venire da me, così potrai occuparti interamente di Laxus- commentò il mago Seith con un ghigno malizioso facendo ballonzolare la lingua fuori dalla bocca. Fried gli lanciò un’occhiataccia.

-Fammi controllare- gli ordinò. Bixlow non si oppose e lasciò che il ragazzo gli misurasse la febbre.

-Hai ragione, stai bene. Cerca comunque di non sforzarti. Ti preparo un bagno caldo?-

-Ho già fatto da solo- rispose Bixlow.

-Non mangiare schifezze- disse Fried.

-No, mammina- continuò a prenderlo in giro il mago Seith. Fried alzò gli occhi al cielo ma poi notando che stava effettivamente bene e sapendo che Bixlow sarebbe stato spaparanzato sul divano tutto il giorno lo salutò e si avviò verso la casa di Evergreen. Quando entrò notò subito Elfman che stava preparando la colazione. Gli si avvicinò salutandolo e controllando cosa stesse facendo. Non è che non si fidasse del ragazzo, ma doveva assicurarsi che non preparasse qualcosa che poteva far star peggio l’amica.

-Non hai messo il latte, vero?- chiese.

-No, sto preparando una colazione leggera, come un vero uomo!- esclamò lui.

-Abbassa la voce o sveglierai Evergreen- gli intimò.

-Sono già sveglia- commentò la ragazza acida entrando in cucina. Lei era ancora un po’ pallida. Fried subito le si avvicinò.

-Le ho misurato la febbre come mi hai detto- disse Elfman. Fried però doveva assicurarsene da solo e obbligò la ragazza a misurarsela di nuovo. Si fidava di Elfman, ma doveva avere la certezza.

-Fried, per l’amor di dio, va a casa e non rompere- sbottò la maga.

-Tu zitta- intimò Fried osservando la temperatura. Anche a lei era scesa la febbre ma stava meglio rispetto al giorno prima. Si alzò dalla sedia e ignorando il capogiro che lo colse si avviò verso il bagno della ragazza. Quando entrò notò che la vasca da bagno era già pronta. Inserì un termometro dentro per assicurarsi che l’acqua fosse abbastanza calda e fece per uscire, ma vide che c’era uno spazzolino da denti in più e dei boxer nel cesto della biancheria, a quel punto si avviò verso la cucina scuro in volto.

-Non ti sei fermato a dormire qui, vero?- sbottò a Elfman, che scosse subito la testa.
-E allora perché ci sono i tuoi boxer nel suo cesto? Lo sai che potresti prenderti la febbre anche tu?- sbottò irritato. -E non ho intenzione di badare anche a te, avevo detto esplicitamente niente baci, niente contatti, non si dorme assieme, spero che non facciate anche il bagno assieme!- esclamò. Elfman era rosso in volto e a quel punto Evergreen intervenne.

-Fried, stai delirando! Non dorme qua, figurati se lo lascio!- esclamò rossissima.

-E allora perché…-

-A casa! Via di qua! Fuori!- sbottò Evergreen.

-Non ti sei ancora ripresa…- cominciò Fried ma la ragazza lo spinse fuori di casa. Fried in un altro momento si sarebbe imposto ma si sentiva abbastanza debole e non ebbe la forza di resistere allo spintone della ragazza che lo trascinò fuori e gli chiuse la porta in faccia.

-Assicurati che abbia il pranzo pronto!- urlò Fried da dietro la porta -E che non faccia fatica! Se proprio dovete fare sesso non farla affaticare!- gridò incurante che qualcuno potesse sentirlo.

-Ho detto via di qua!- urlò isterica Evergreen lanciando dalla finestra una bottiglia di latte, che gli arrivò dritta in testa. Fried barcollò e si passò una mano tra i capelli gemendo. La sua amica sapeva diventare veramente violenta. Perlomeno aveva qualcuno che si curava di lei.

Doveva andare a fare la spesa per Laxus a quel punto e tornare da lui per preparargli il pranzo. Si avviò ma a metà strada fu costretto a fermarsi sentendo un altro giramento di testa. Forse avrebbe fatto meglio ad andare a casa, ora si sentiva davvero debole, come se tutta la fatica di quegli ultimi quattro giorni si facesse sentire solo adesso. Ma non poteva, anche se a Laxus si era abbassata la febbre non si sarebbe comunque preparato il pranzo da solo, inoltre gli aveva promesso che glielo avrebbe fatto lui. Perciò si sforzò a camminare nonostante ogni passo che facesse diventasse sempre più faticoso. Entrò in negozio e prese tutto l’occorrente, poi andò alla cassa.

-Tutto bene ragazzo? Sei pallido- commentò l’uomo alla cassa.

-Solo un po’ di stanchezza- rispose Fried sorridendo gentile, anche se perfino quel gesto gli costava fatica. L’uomo lo osservò non molto convinto.

-Faresti meglio a riposare allora. Sono 1000 jewels- Fried lo ringraziò e pagò, per poi uscire dal negozio. Valutò le parole dell’uomo, forse sarebbe stato meglio andare a casa propria e riposare almeno un’ora prima di raggiungere Laxus. In fin dei conti c’era tempo prima di pranzo e lui adesso si sentiva davvero debole e spossato. Così cambiò strada mentre sentiva un altro capogiro. Non appena entrò in casa propria sentì le forze venir meno e si buttò sul divano senza neanche preoccuparsi di sistemare ciò che aveva comprato in frigo. Guardò l’orologio appeso al muro e decise che poteva permettersi due ore di sonno.

 
*****
 
Evergreen lo stava picchiando solo perché l’aveva beccata a letto con Elfman. La ragazza aveva due artigli al posto delle mani e lo stava colpendo ripetutamente, Fried non riusciva a difendersi contro quegli attacchi e continuava a sentire di sottofondo Elfman che urlava Uomo a non finire. Cercò di alzarsi finché non sentì una voce molto familiare -Cazzo- sì, era quello che avrebbe detto lui in quella situazione, ma non era sboccato quanto Laxus. Fried corrugò la fronte muovendosi sul divano sbadigliando, rendendosi ben presto conto che era stato solo un incubo. Non aveva le forze per aprire gli occhi e voleva dormire ancora un po’.

-Cazzo- stava ancora sognando la voce di Laxus, sembrava quasi reale. Fried corrugò la fronte sentendo puzza di bruciato. Aprì gli occhi e lanciò un’occhiata all’orologio: erano le tre del pomeriggio. Oh merda, avrebbe dovuto essere da Laxus. Chissà cosa aveva mangiato senza di lui. Si alzò in fretta dal divano, troppo in fretta, perché subito capitombolò a terra urtando il tavolino e facendo cadere il vaso di fiori che stava sopra.

-Merda- imprecò. Gli girava tutto e cos’era quella puzza di bruciato?

-Sei sveglio- Fried alzò il volto confuso e si ritrovò davanti Laxus con un mestolo in mano. Stava sognando ancora? Cercò di alzarsi mentre la testa gli girava e barcollò, stava per cadere di nuovo ma fu afferrato per la vita dal biondo che se lo strinse addosso.

-Stai bene?- Oddio, doveva davvero essere un sogno. Laxus con un mestolo in mano che lo abbracciava. Poteva sentire la sua forte presa attorno a lui e se lo stava stringendo addosso, aveva la testa sul suo petto, era così bello, non avrebbe voluto svegliarsi.
-Oi, Fried?- pronunciava il suo nome preoccupato. Aveva il suo Dio del Tuono accanto che si preoccupava per lui. Voleva goderselo il più possibile. Passò una mano sul suo petto: solo nei suoi sogni poteva essere così audace e toccarlo. Ma c’era puzza di bruciato. Corrugò la fronte. C’era davvero puzza di bruciato. Si staccò dal biondo e avanzò verso la cucina. Merda! Perché c’erano delle uova rotte sul piano cottura?

-Fried, mi rispondi cazzo?- sbottò Laxus entrando in cucina dietro di lui.

-Che ci fai qui?- mormorò Fried rendendosi improvvisamente conto che quello non era un sogno. Nei suoi sogni Laxus era bravo in tutto e invece aveva appena ridotto la sua cucina a uno schifo.

-Cucino- fu la risposta. Fried si sentiva davvero confuso.

-Tu non sai cucinare- obiettò. Oddio, doveva davvero riprendersi, si sentiva tutto rincoglionito. Si sedette sulla sedia perché davvero stare in piedi gli faceva girare la testa. Rimase lì fermo un paio di minuti mentre Laxus prese un bicchiere e lo riempì d’acqua per poi passarglielo.

-Come ti senti?- gli chiese il biondo. Fried accettò il bicchiere e bevve tutto sentendosi pian piano meglio. Lanciò un’altra occhiata all’orologio: erano davvero le tre passate e quello non era un sogno.

-Laxus, hai misurato la febbre? Mi sono dimenticato di passare da te, ma ti preparo adesso il pranzo- disse a quel punto. Il biondo lo osservò con un cipiglio alzato.

-Sei svenuto in casa tua e ti preoccupi per me?- sbottò -Vuoi rispondermi, cazzo? Stai bene?-

-Certo che sto bene e tu non ti sei ancora ripreso. Ti avevo detto di non uscire da casa tua- fece Fried in risposta. Laxus prese un profondo respiro, probabilmente per non spaccargli quel dannato mestolo in testa.

-Mi sono ripreso. Sono venuto qua perché non arrivavi più e ti ho trovato mezzo morto sul divano- fece a quel punto scocciato. Fried si passò una mano tra i capelli stancamente.

-Scusa, ho dormito più del previsto. Te lo preparo adesso-

-Ma allora sei proprio un cretino!- sbottò Laxus a quel punto. Fried lo guardò confuso.
-Stai peggio di me, sai è un po’ ipocrita dirmi di stare tranquillo a casa se poi tu te ne vai in giro per mezza Magnolia. Il vecchio del supermercato mi ha detto che barcollavi, non stento a crederci dato come sei ridotto- commentò squadrando il mago delle rune. Fried sapeva che stava male e che forse aveva un po’ esagerato a passare per casa di tutti i suoi amici in quei giorni, ma era preoccupato e sapeva che se non passava da loro quei tre non si sarebbero ripresi.

-Adesso che vi siete tutti e tre ripresi riposerò- disse quindi -Prima però fammi cucinare. Non hai pranzato, vero?- gli chiese.

-No, ma cucino io- disse Laxus prendendo una padella. Fried si alzò, questa volta attento a non farlo troppo velocemente per non avere un capogiro e prese la padella dalle mani dell’amico. Onestamente non si fidava molto.

-Faccio io- chiarì ed era un ordine. Il biondo sospirò, perché davvero rischiava di riprendersi la padella e sbatterla sulla testa di quel testardo.

-Sei malato, non ti reggi nemmeno in piedi- sbottò nervoso.

-Sono malato, non morto. Posso cucinare- ribatté Fried.

-Quando lo dicevo io non eri d’accordo- obiettò Laxus. Fried si voltò verso di lui davvero stanco.

-Laxus, tu volevi andare ad allenarti. Io voglio solo cucinare, direi che c’è una grande differenza. E oltretutto, non ci tengo a morire avvelenato- fece questa volta facendo trapelare tutta la sua irritazione. Forse la febbre gli stava dando veramente alla testa per rispondere così a Laxus.

-So cucinare- disse il biondo nervoso.

-Certo, infatti hai bruciato delle uova e hai pure…senti. Cucino io- disse Fried che stava davvero perdendo la pazienza. Anche se si trattava di Laxus, odiava che qualcuno toccasse la sua cucina. Era contento che il ragazzo fosse lì, lo era davvero, ma avrebbe preferito se avesse comprato qualcosa da fuori piuttosto che ritrovarsi i fornelli sporchi di uovo.

-Come ti pare- borbottò il biondo sedendosi sulla sedia e osservandolo. Fried cominciò a preparare il pranzo lanciando qualche occhiata a Laxus, che se ne stava in silenzio con la mascella serrata e le testa poggiata al palmo della mano. Non disse una parola, Fried sapeva di averlo irritato e ora si sentiva in colpa, ma cavolo, chi gli aveva detto di venire lì e preparargli il pranzo? Avrebbe dovuto aspettare a casa il suo ritorno. Cercò di calmarsi, anche se il biondo era entrato nella sua cucina aveva avuto un pensiero gentile a cucinare per entrambi. Con quei pensieri Fried finì di cucinare e mise i due piatti in tavola, pronto a scusarsi.

-Mi dispiace- disse a quel punto. Laxus gli lanciò un’occhiata confusa -Non avrei dovuto dirti su di tutto, è che…sono stanco- ammise.

-Incredibile, anche tu puoi esserlo- fu il commento ironico del biondo -Tranquillo- aggiunse poi più calmo. I due mangiarono in silenzio e poi senza che Fried ne avesse il tempo Laxus prese i piatti e li mise nel lavello. Fried stava per dirgli che non serviva, avrebbe fatto lui dopo ma il biondo lo precedette.

-Non dirmi che non ti fidi nemmeno a farmi lavare dei fottuti piatti- sbottò. Fried rimase per un attimo allibito, non è che non si fidava, non voleva approfittare. Ma non voleva nemmeno innervosirlo.

-Se ci tieni fai pure, ma li avrei lavati dopo- rispose quindi. Laxus non rispose e cominciò a lavarli.

-Vai nel divano e stattene fermo- gli disse seccato. Fried gli lanciò un’occhiata, poi però annuì e obbedì. Si rese ben presto conto che aveva freddo, perciò entrò in camera propria a cercare una coperta. Avendo messo tutto nel cassetto più alto creò le ali runiche e si alzò in volo. Era sempre abituato a farlo, ma in quel momento era più faticoso del solito. Cercò comunque una coperta finché non sentì Laxus entrare nella stanza.

-Che diavolo stai facendo?- sbottò il biondo con un certo nervosismo nella voce.

-Cerco una coperta- fu la risposta, per poi sentirsi afferrare per i fianchi e tirare giù. Posò i piedi a terra e arrossì sentendo la sua forte presa e notando la sua vicinanza a Laxus. Erano troppo vicini.

-Togliti quelle fottute ali, non voglio badare a un morto- fece seccato. -E comunque la coperta te l’ho presa io già prima- ecco perché non la trovava.

-Sei entrato nella mia stanza?- sbottò Fried subito arrossendo.

-Tu entri sempre nella mia- gli fece notare Laxus.

-Sì, bhe…- Fried si morse la lingua. Era un po’ nervoso, Laxus non veniva spesso a casa sua perciò averlo nel suo mondo lo agitava. E ora Laxus aveva ancora le mani nei suoi fianchi, tutto quello lo mandava fuori di testa e Fried si scostò in fretta da lui prima che potesse saltargli addosso.

-Qualche problema?- fece il biondo irritato.

-No, nessuno- disse subito Fried mascherando la sua agitazione -Dove hai messo la coperta?- chiese.

-Proprio lì- fece Laxus indicando il suo letto. Fried si chiese come avesse fatto a non notarle prima. Ne prese una e tornò in salotto. Si stava agitando troppo e stava sfogando tutta la sua agitazione su Laxus innervosendolo. Non andava bene, doveva calmarsi. Si sedette sul divano e si coprì, per poi lanciare un’occhiata a Laxus che si era seduto poco distante da lui.

-Sicuro di esserti ripreso?- gli chiese. Laxus si voltò scocciato verso di lui.

-Sul serio Fried, tra un po’ ti lancio un fulmine in testa- fece.

-Mi preoccupo soltanto- borbottò il mago delle rune.

-Bhe, anche io- fece irritato Laxus. Fried arrossì di botto. Laxus si stava preoccupando per lui? Certo che lo stava facendo, era venuto lì. Ma quando lo aveva visto in casa sua Fried aveva pensato fosse lì solo per avvertirlo che aveva fame e che voleva mangiare. In effetti però, a ripensarci, Laxus avrebbe potuto prendere qualcosa da asporto o chiedergli direttamente di cucinare. Invece si era preoccupato per lui offrendosi di preparare il pranzo e lavargli i piatti. Adesso Fried sentiva davvero caldo e si tolse la coperta. Stava sudando.

-Scusa- fece agitato. Il pensiero che Laxus potesse preoccuparsi per lui e fosse venuto lì non solo per il pranzo ma proprio per aiutarlo lo agitava, ora Fried sentiva tutto lo stomaco in subbuglio. Laxus gli posò una mano sulla fronte.

-Sei veramente caldo- commentò. Caldo, cazzo, faceva caldo sì. Fried si spostò di colpo e cadde all’indietro dal divano.
-Cazzo, stai bene?- fece Laxus preoccupato. Fried avrebbe voluto uccidersi per quella terribile figura di merda. Si stava agitando troppo. Il biondo gli si avvicinò e lo prese in braccio.
-Meglio se vai nel letto a dormire- commentò portandolo in camera. Il mago delle rune ora si sentiva davvero tutto il corpo bruciare e non per la febbre. Era tra le braccia di Laxus e il ragazzo lo stava portando in camera e…fermò i pensieri prima che potessero diventare troppo espliciti e lasciò che il biondo lo mettesse sul letto.

-Non sono bravo in ste cose- disse Laxus a quel punto e Fried lo guardò confuso, chiedendosi di cosa stesse parlando. Era arrossito? Laxus era arrossito? Doveva davvero stare male per avere quelle allucinazioni.
-Devo prepararti una tisana? Un bagno caldo? Dove tieni il termometro?- gli chiese. Fried lo guardò spaesato e si sentì accaldare. Doveva essere un sogno, perché Laxus non poteva essere così gentile.

-Il termometro è nel cassetto in corridoio- si limitò a dire. Laxus annuì e uscì dalla stanza. Fried cercò di recuperare il respiro e si portò la coperta sopra la faccia. Perché tutta quella situazione stava diventando così imbarazzante? Poco dopo il biondo tornò e si sedette sul letto accanto a lui. Gli fece misurare la febbre.

-Cazzo, sei veramente messo male, lo sai? Dovresti preoccuparti più per te stesso e meno per gli altri- gli disse. Fried non sapeva davvero che rispondere e stava ancora cercando di riprendere la calma e evitare di fare altre figure di merda. Era malato, non un idiota. Riuscì a riprendere un po’ di lucidità e chiuse gli occhi stancamente. Sentì la mano di Laxus sulla guancia e aprì subito gli occhi. Il biondo lo guardava e sembrava davvero preoccupato, Fried si sentì arrossire.

-Hai bisogno di qualcosa?- gli chiese il biondo gentilmente.

-No, io…devo solo dormire- balbettò Fried. Laxus annuì.

-Ti chiudo le finestre allora- gli disse -Rimango in salotto, se hai bisogno chiama- fece e poi chiuse le tapparelle in modo che fosse buio nella stanza e uscì. Fried si addormentò praticamente subito. Dormì un’oretta e quando si svegliò si sentiva ancora rincoglionito, ma forse la febbre gli si era abbassata. Si alzò dal letto e uscì dalla propria camera avviandosi verso il bagno. Quando entrò notò che Laxus era lì e stava parlando nella Lacrima con qualcuno.

-A che temperatura ti ho chiesto- stava dicendo nervoso. Si voltò immediatamente sentendolo entrare e Fried lo guardò confuso: il biondo era seduto sul bordo della vasca e la stava riempiendo con un termometro in mano e la Lacrima poggiata lì vicino. Fried notò la faccia di Mirajane sulla Lacrima.

-E io ti ho detto che te lo dirò solo se mi dici dove sei- stava dicendo la ragazza. Il biondo chiuse la Lacrima buttandola dentro la borsa.

-Ti sei svegliato- commentò.

-Uhm…sì, perché stavi parlando con Mira?- gli chiese, era ancora un po’ confuso.

-Nulla, mi ha chiamato per una stronzata. Ti ho preparato la vasca, spero che vada bene- disse. Fried annuì e si voltò verso lo specchio: aveva un aspetto terribile. Era pallido in volto, aveva due occhiaie scure attorno agli occhi e i capelli erano un disastro.

-Grazie, direi che un bagno mi serve proprio- disse quindi Fried. Si sarebbe spogliato, ma Laxus non accennava a uscire -Puoi andare a casa, hai fatto già tanto- gli disse quindi.

-Posso lavarti la schiena- propose il biondo. Fried deglutì nervoso. Doveva stare nudo mentre Laxus gli lavava la schiena? Quello era assolutamente fuori discussione, avrebbe avuto un’erezione e Laxus se ne sarebbe accorto.

-Non serve, ce la faccio- disse quindi.

-Bhe, lo faccio lo stesso. Tu lo fai per me, io ricambio- disse Laxus. Fried lo guardò spaesato.

-Laxus, davvero non…-

-Fried muoviti e ficcati in quella vasca- sbottò. Fried prese un profondo respiro, non voleva innervosirlo ma sarebbe stato imbarazzante. Cominciò comunque a spogliarsi e entrò subito nella vasca. L’acqua era calda e Fried la riempì subito con tanto, tanto sapone, in modo da creare una marea di bolle che coprissero tutto.
-Che esagerato- commentò Laxus.

-Io…mi piace così- fece Fried imbarazzato. Il biondo scrollò le spalle.

-Pensavo solo fossi più attento a non sprecare sapone. Comunque, rilassati- gli disse. Fried annuì e prese il proprio shampoo cominciando a passarselo sui capelli cercando di non pensare al fatto che fosse nudo a pochi centimetri da Laxus. Di solito era il contrario, questa situazione non gli piaceva affatto. Il biondo cominciò a lavargli la schiena e subito Fried si sentì accaldare ancora di più. Cercò di concentrarsi sui propri capelli e di ignorare le mani del biondo, anche se era piuttosto difficile dato quanto erano grandi e dato che stavano scendendo verso la parte bassa della schiena. Era incredibile, non credeva che avrebbe mai avuto l’onore di ricevere quelle attenzioni dal Dio del Tuono. Non si rese conto che si stava rilassando troppo e che aveva smesso di strofinarsi i capelli finché Laxus non parlò.

-Posso lavarti i capelli- propose. Fried rimase per un attimo in silenzio. Nessuno gli toccava i capelli e, soprattutto, nessuno glieli lavava.

-Non serve- disse quindi ricominciando a strofinare. Laxus non obiettò e dopo un po’ Fried sentì che il ragazzo aveva cominciato a fargli un massaggio.

-Non…-

-Non serve, lo so- disse Laxus prima che potesse finire la frase continuando a massaggiare. Fried tenne chiusa la bocca, quello era anche meglio di farsi lavare da lui. Era davvero rilassante e quella situazione era come un sogno. Forse davvero stava sognando. Se fosse stato un sogno Laxus avrebbe potuto scendere con la mano e massaggiargli la mezza erezione che aveva tra le gambe. Non si rese conto di aver chiuso gli occhi e di aver rilasciato un gemito inclinando la testa di lato. Ormai aveva completamente dimenticato di lavarsi i capelli, voleva solo godersi quel momento. Le mani di Laxus massaggiavano bene le sue spalle e si preoccupava di passare sopra ogni suo muscolo sciogliendolo. A un certo punto Fried sentì il respiro del ragazzo sul proprio collo.

-Finalmente ti vedo rilassato- gli disse. Solo la sua voce fece passare un lungo brivido lungo la schiena del mago, mentre un certo calore gli si diffondeva sul volto.

-Mh…è bello…- mormorò inclinando ancora di più la testa. Le mani di Laxus raggiunsero il suo collo e Fried mugolò ancora. Era davvero fantastico il suo tocco.

-Ora posso lavarti i capelli?- chiese Laxus. Fried annuì.

-Puoi farmi…tutto quello che vuoi- mormorò. In quel momento davvero non gliene poteva importare nulla, che gli rovinasse i capelli, voleva solo sentire quelle mani su di sé. Per un attimo gli sembrò di sentire la presa del ragazzo farsi più forte, ma passò subito.

-Cosa devo metterti?- gli chiese all’orecchio. Dio, era eccitante. Fried aprì gli occhi e si voltò appena per ritrovarsi il volto di Laxus a pochi centimetri da sé, si sentì arrossire terribilmente. Laxus si allontanò subito.
-Hai almeno cinque barattoli, non so nemmeno cosa siano- spiegò mostrando i prodotti di Fried, che deglutì nervoso e gli passò il balsamo.

-Solo questo- gli disse. Laxus annuì e cominciò a passargli il prodotto lungo tutti i suoi capelli.

-Hai dei capelli davvero lunghi- commentò il Dragon Slayer.

-Corti non mi piacciono- disse Fried -Su di me- aggiunse subito dopo.

-Una volta te li eri tagliati- disse Laxus districandogli qualche nodo. Fried annuì. Lo aveva fatto subito dopo la battaglia di Fairy Tail. Non gli piaceva ricordare quel momento, non gli piaceva quel taglio.
-Non ti ho mai visto con i capelli corti, non riesco a immaginarti- commentò il ragazzo mentre passava il balsamo fino alla fine.

-Meglio così- disse Fried.

-Penso staresti bene- disse Laxus. Fried si irrigidì di colpo. Mica era una richiesta di tagliarsi i capelli? Forse se glielo avesse chiesto Laxus lo avrebbe fatto, ma l’idea non gli piaceva affatto.
-Non è fastidioso curarli?- gli chiese.

-In realtà mi rilassa- ammise Fried voltandosi appena per vedere il biondo armeggiare con la parte finale dei suoi capelli mentre districava pazientemente un nodo. Sorrise appena a vederlo così premuroso e attento a non fargli male.

-Puoi tirare sai- gli disse. Gli parve di vedere un leggero rossore sulle guance del ragazzo.
-Non voglio rovinarli- fece il biondo alzando lo sguardo. Fried gli sorrise.

-Grazie per essere qua- gli disse sinceramente, e adesso davvero vide che le guance del ragazzo si stavano facendo rosse. Ora ne era veramente sicuro. Non voleva metterlo in imbarazzo.

-Tu lo fai sempre per me- borbottò Laxus abbassando di nuovo lo sguardo sui suoi capelli e continuando il suo lavoro. Fried non voleva voltarsi, aveva sempre pensato che non avrebbe mai fatto lavare a nessuno i suoi capelli. Ma questo era bello, vedere Laxus prendersi cura di sé era davvero…intimo. Qualcosa che non avrebbe mai pensato potesse succedere.
-Devi fissare ancora per molto? Non te li strappo se è questo il tuo problema- sbottò a un certo punto il biondo. Fried sobbalzò a quell’improvviso cambio di tono.

-No, io…stai facendo bene- disse.

-Penso di poterteli risciacquare, ho tolto tutti i nodi- fece poi il biondo più calmo. Fried annuì e lasciò che lo facesse, facendosi coccolare ancora un po’ dal ragazzo. Aveva sperato che potessero restare così ancora per un po’. Quando l’amico finì si alzò.
-Puoi stare qua ancora un po’ a rilassarti, posso preparare la cena- gli disse tornando al suo tono burbero.

-Stai tranquillo, faccio io- fece Fried.

-Dovresti davvero fidarti di me- commentò Laxus ironico, perlomeno questa volta non se l’era presa troppo.

-Mi fido- disse Fried -Ma la mia cucina non si tocca, solo io posso usarla- aggiunse e accennò a un piccolo sorriso -Puoi prepararmi un tè- gli disse. Laxus sorrise e annuì.

-Te lo porto subito-

-Quando l’acqua bolle spegni il gas e metti dentro la bustina-

-So come si prepara un tè- sbottò il biondo cambiando improvvisamente espressione. Fried sorrise e lasciò che il ragazzo uscisse. Se Laxus era sempre così premuroso si sarebbe ammalato più spesso.
   
 
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