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Autore: margheritanikolaevna    02/01/2021    4 recensioni
Il destino di un’aspirante principessa Disney con qualche problemino di gestione della rabbia s’intreccia – casualmente - con quello di un aspirante ragazzo-padre Disney: riuscirà la nostra eroina a coronare il suo sogno d’ammore?
Cosa NON troverete in questa fic: traduzioni filologiche mandaloriano/italiano-italiano/mandaloriano, accurati dettagli sulla fauna e la flora del mondo di STAR WARS, analisi sull’approccio junghiano al Credo mandaloriano.
Ci troverete, invece: citazioni da Balle Spaziali, situazioni improbabili, un’OC e parecchio OOC.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Din Djarin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buondì e buon anno! In questo capitolo scopriamo qualcosa di più della nostra amica, ivi compresi i suoi (discutibili) gusti letterari.  
 
 
CAPITOLO 2
 
CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO (BESKAR)
 

Albeggiava quando la Razor Crest atterrò goffamente sulla banchina del porto commerciale della Luna di Trask, destinazione finale del passeggero e delle sue amate uova.
Ys posò timidamente un piede calzato di bianco sulle lerce tavole del molo e si guardò intorno.
L’aria aveva un odore nauseabondo di pesce marcio e, nella luce livida, si scorgevano solo brutti tipi con la faccia ricoperta di tentacoli che la squadravano da capo a piedi quando le passavano vicino.
Un fremito di disgusto la scosse.
“Che posticino incantevole…” disse tra sé e sé.
“Non è di tuo gradimento?” le chiese il Mandaloriano, col suo solito tono sbrigativo.
“No, no” fece lei, scuotendo la splendida chioma, ridotta a una massa floscia e bagnaticcia “…l’umidità è un vero toccasana per i miei capelli…”
Seguitò a guardarsi intorno, il piccolo tra le braccia, mentre la Signora Rana e il marito, un grosso rospo dall’aspetto bonario, si diffondevano in ringraziamenti abbracciando il cacciatore di taglie un po’ più a lungo di quanto lui avrebbe desiderato.
“Venite!”  fece a un tratto lui “alla locanda c’è qualcuno che potrà dirmi dove trovare altri Mandaloriani su questo pianeta”.
***
 
Se il molo non era un granchè – pensò la principessa – la cosiddetta locanda era davvero una squallida topaia.
Rischiò di scivolare su una specie di aringa a tre teste marcia che giaceva sul pavimento e, con cautela, si sedette su di uno sgabello posando sul trespolo accanto a lei il Bambino, che grugniva per la fame.
Si guardò intorno e arricciò il nasino.
“Che prendete?” l’oste quarren era davvero un tipaccio, alto e massiccio.
“Per me niente” rispose il Mandaloriano “una scodella di zuppa per il mio amico…”.
Si voltò verso la ragazza, ma il locandiere lo precedette.
“E per la signorina?”
“Non c’è un menù, vero?” chiede lei con un sorrisetto.
Il tipo tentacolato la guardò senza capire.
“Ok, ok” fece allora “…io vorrei uno smoothie di mirtilli, carote e latte di mandorla. Con zucchero di canna a parte, mi raccomando”.
Il locandiere grugnì.
“Abbiamo solo il pollo spaziale e la zuppa spaziale”.
Afferrò una specie di pompa che pendeva dal soffitto e con quella versò direttamente nella scodella di Grogu una densa brodaglia giallastra che puzzava di obitorio.
A un tratto, dal liquido emerse una bestia tentacolata che schizzò sul muso del piccolo, strappandogli un gridolino.
Ys sobbalzò e per poco non cadde dalla sedia.
L’oste, frettoloso, fissò nuovamente la ragazza con aria interrogativa.
“Che ha preso lui?" domandò indicando il piccoletto.
"La zuppa spaziale" replicò l'altro con voce atona. “Ok" fece lei “penso che prenderò il pollo spaziale” .
Sotto l’elmo metallico, il Mandaloriano non riuscì a non sorridere."Bella mossa!" le sussurrò
 
***
“Che meraviglia!” esclamò la principessa “Guarda: non è stupendo?”.
Fissava con gli occhi sgranati l’oceano grigio-blu che attraversavano a bordo dell’imbarcazione dei pescatori quarren.
Sospirò e si avvicinò al cacciatore di taglie.
“Nel mare non esistono strade, né spiegazioni” disse con aria sognante “il mare tutto cancella e tutto nasconde… qui è come se non fosse mai passato nessuno…come se la guerra, il dolore,  non fossero mai esistiti…”
Gli si fece più vicina e gli posò la testa sulla spalla.
“… come se esistessimo solo io e te…”
Lui si ritrasse.
“Io veramente vedo solo una distesa di acqua gelata piena di mostri che mi vogliono morto” replicò con tono asciutto.
La principessa levò gli occhi al cielo e sospirò.
“Eccheppalle!” mormorò “Ma non ti rilassi mai?”
 “Dicevi?” domandò lui.
Prima che Ys potesse replicare, uno dei marinai fece loro segno di avvicinarsi.
Volevano mostrare loro una specie di mostro marino che nutrivano…boh…la ragazza non aveva ascoltato quando ne stavano parlando con il Mandaloriano.    
Sull’orlo di una specie di vasca ribollente, guardò l‘uomo parlare con il tipo con la faccia da calamaro.
“Ehi, Davy Jones!” si voltò a un tratto e spinse via il grosso marinaio con flosci tentacoli grigi che le si era piazzato dietro le spalle “La pianti!”.
“Questi hanno troppi tentacoli per i miei gusti!” esclamò seccata.
Gnek![1]  gorgogliò il Bambino, voltandosi verso di lei.
In quell’istante il comandante smette di parlare con Mando e colpisce con violenza la culla che accoglie il piccolo facendola finire dritta dritta tra le fauci del mostro marino; senza pensarci un istante, il cacciatore di taglie si tuffa, ma sopra di lui cala una pesante grata metallica che gli impedisce di risalire a galla.
Alla ragazza sfugge un alto grido di terrore.
“Ci prenderemo il tuo beskar!” urla il tipo e Ys fa appena in tempo a notare che la sua voce ha un che di …melmoso.
“Avanti, finitelo!” ordina ai suoi uomini, armati di aste e bastoni acuminati.
Due marinai la trattengono, lei avverte le loro viscide ventose sulla pelle…il loro sentore di decomposizione e muffa…
Chiude gli occhi.
Una frazione di secondi dopo, al suo posto c’è un mostruoso essere alto cinque metri, che si dimena e barrisce in modo spaventoso.
Due artigli da insetto afferrano altrettanti marinai e li trafiggono con punte aguzze, mentre grigi tentacoli guizzanti si avvinghiano intorno al corpo del capitano, tirando da una parte e dall’altra fino a che il poveraccio non si spacca letteralmente a metà lanciando un urlo di agonia.
Orride fauci irte di tre file di denti appuntiti stillano bava che cola sulla tolda, uno spaventoso ringhio copre le urla terrorizzate dei marinai.
Fino a che tutto tace.
Un rombo nel cielo annuncia l’arrivo di alcuni uomini vestiti di blu, che d’improvviso atterrano sull’imbarcazione. Hanno armature simili a quelle del Mandaloriano, ma a differenza di lui si tolgono l’elmo guardandosi intorno stupiti.
Dei marinai tentacolati non è rimasto quasi più nulla…nulla di vivo, s’intende.  
In piedi sulla tolda c’è una ragazza dai lunghi capelli color cipria che urla, indicando la grata sul fondo del peschereccio.
“Presto!” grida “Aiutateli! Sono lì sotto”.
 
***
 
“Resta col piccolo sulla nave e bada a lui finchè non torno!” le aveva detto mando col suo solito tono che non ammetteva repliche.
E così Ysabeau si era rassegnata a far compagnia all’esserino verde, sperando che si addormentasse al più presto: a dire il vero, non era affatto tranquilla… il suo salvatore si era infilato in un affare dannatamente complicato per aiutare quella Bo-Katan a rubare delle armi da un incrociatore imperiale. E tutto perché lei gli aveva promesso informazioni su come rintracciare altri della stessa specie di quella specie di ranocchio dallo straordinario appetito che ora giaceva, insonnolito, nella sua amaca.
Probabilmente sarebbe stato in pericolo, probabilmente avrebbe avuto ancora bisogno del suo aiuto.
Sospirò.
“Vediamo un po’…” disse la principessa tra sé e sé.   
“Ti piacciono le ninna-nanne, piccolino?” chiese a Grogu, che la fissò con i suoi grandi occhi un po' malinconici ed esalò una specie di squittio.
“Lo prendo per un sì”.
Iniziò a dondolare l’amaca e a cantare con voce dolce.
Ninna-oh, ninna-oh
Il mostrillo a chi lo do?
Lo darò a Leia Organa
Me lo tiene una settimana
Lo darò a Casco Nero
Me lo tiene un anno intero…”
Grogu sbadigliò.
***
 
Purtroppo quella volta Ys non era riuscita a far niente per lui: il piccolo ci aveva messo un’eternità ad addormentarsi e, alla fine, era crollata anche lei accanto alla sua amaca.
Fortunatamente però era andato tutto liscio e Mando era tornato alla Razor Crest tutto tranquillo, quasi…di buon umore, tanto che pareva essersi dimenticato la minaccia di abbandonarla sul primo pianeta disponibile.
Aveva avuto quel che voleva: avrebbero dovuto dirigersi su di un pianeta boscoso chiamato Corvus e trovare una tale Jedi di nome Ahsoka Tano o qualcosa di simile… lei sapeva come aiutare il piccolo.
Adesso, sulla loro astronave malconcia, la principessa guardava le stelle scorrere lente fuori dal finestrino…un salto nell’iper-spazio era probabilmente da escludere, date le condizioni del loro veicolo.
Il Bambino si agitava, aveva dormito tutto il pomeriggio e adesso non riusciva a star fermo.
“Basta!” esclamò il Mandaloriano spazientito “non è un giocattolo!”.
Gli tolse dalle mani la sfera argentata che aveva poco prima sfilato da una leva del quadro comandi.
“Ok” sospirò Ys prendendolo in braccio e sedendosi.
Lui allungò le manine a tre dita verso i suoi capelli e se ne mise una ciocca in bocca, prendendo a succhiarla come una caramella.
La principessa ridacchiò.
“Che ne dici, vuoi sentire una storia?”
Gnek[2] fece lui per tutta risposta.
“Ehi, ha detto di sì!”
“Adesso vorrei davvero capire i suoi versi per poterti contraddire…” replicò l’uomo.
“Sempre adorabile…”
Il guerriero tacque un istante. Poi, però, la sua voce risuonò stranamente pacata…quasi intenerita.
“Scherzavo” disse “Sentiamo”.
“Allora… è una vecchia fiaba molto famosa nel mio mondo, la raccontiamo sempre ai bambini per farli addormentare. Si chiama “Cinquanta sfumature di grigio”. Racconta di una bellissima ragazza, ingenua e inesperta, che incontra per caso un uomo misterioso e tormentato che veste sempre di grigio. Lui nasconde un segreto, ma alla fine si sposano…”
Mando sospirò.
“Dunque…c’era una volta, tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…”
 
 
 
 
Bene bene bene, qualche doverosa precisazione: io ho ADORATO Balle Spaziali di Mel Brooks, per me un vero capolavoro, e così – quando penso a Darth Vader o a qualcosa di simile - nella mia testa in automatico appare Rick Moranis che ansima e grida “Manca l’aria qui dentro!”. Quindi consentitemi un richiamo al caro Lord Casco Nero.
Poi…i marinai del pianeta umido erano tali e quali alla ciurma di Davy Jones! Solo che qui invece di Johnny Depp c’è solo il timido Pedro. Sigh.
Per il resto, so che il titolo vi aveva illuso, lettori mascalzoncelli… ma questa NON è una storia erotica. Ero solamente curiosa di capire cosa ne avrebbe pensato un rude guerriero delle avventure scollacciate di Ana Steele & co.
Alla prossima. Cià.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[1] “Mica scemi!”
[2]“Veramente preferirei finire il secondo volume di “Guerre e paci stellari”
  
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