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Autore: hikarigaoka    03/01/2021    4 recensioni
[Wakatoshi Ushijima x OC]
«Non credo di essere adatta per te, Wakatoshi»
[...]
Atsuko Sakai non aveva nulla da spartire con Wakatoshi Ushijima.
Era piccata, estremamente irrequieta e, con chi le andava a genio, terribilmente logorroica.
Non era particolarmente di bell'aspetto, di viso poteva anche definirsi "caruccia", ma non era certo graziosa e fatta di porcellana come le sue compagne.
Nonostante il suo distinguersi dalle coetanee, non sembrava attirare particolari attenzioni.
Era agli antipodi di Wakatoshi, silenzioso e sulle sue, che destava attenzione come se sulla sua testa vi fosse un cartello a neon con scritto "asso della Shiratorizawa e figone locale".
Chi avrebbe mai detto che di sarebbero ritrovati a chiedersi di restare?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shiratorizawa, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Amici.


Il rumore delle scarpe che sfregano contro il pavimento di legno e dei cori delle squadre avversarie riempiono la palestra.
La Shiratorizawa si sta scontrando contro un altro liceo di Miyagi, per contendersi un posto ai nazionali.
Atsuko siede in prima fila, il taccuino tra le mani per prendere qualche appunto sulla partita da mettere nel suo articolo, ma anche per controllare una certa ragazza.
Yasuko Hayakawa è in piedi, appoggiata alla ringhiera degli spalti, ad osservare l'andamento della partita con un sorriso dipinto sul volto.

Ma non le fa male la faccia a sorridere sempre? si domanda Atsuko, guardandola di sottecchi.

Mancava solo un ultimo punto per decretare la vittoria della Shiratorizawa, e ogni giocatore sembrava nel massimo delle sue energie.
Wakatoshi era concentrato come non mai, leggermente piegato in avanti e con le mani poggiate sulle ginocchia, gli occhi olivastri che sembravano potessero oltrepassare la rete con il solo sguardo.
È dietro la linea di campo, in attesa che gli venga passata la palla per effettuare il servizio che, se fosse andato a buon fine, avrebbe segnato la vittoria.
Atsuko abbandona il taccuino per un attimo, e si concentra sul ragazzo.
È un momento di forte tensione.
Poi, Ushijima riceve la palla, che prende tra le grandi mani, per poi batterla un paio di volte sul pavimento di legno lucido.
La tensione è talmente tanta, che quelle battute sembravano assordanti.
Lo sguardo di Wakatoshi si posa su Hayakawa per un attimo.
Poi, lancia la palla con la mano destra, e prende la rincorsa.
Il silenzio cala nell'enorme palestra, Hayakawa stringe le dita attorno alla ringhiera e Atsuko rimane con lo sguardo sospeso.
E poi, la mano sinistra di Ushijima si scontra contro la palla, che supera la rete a velocità supersonica e si scontra prepotentemente contro il pavimento della squadra avversaria, che non ha avuto il tempo di fare nulla.
E per la Shiratorizawa è vittoria.
Mentre gli studenti si slanciano in esultanze e grida, Atsuko non perde tempo e rimane fissa sullo schiacciatore.

Dai, fai quella cosa, sono qui per questo.

Ushijima volta lo sguardo verso il pubblico e subito i suoi occhi penetranti incontrano quelli di Hayakawa.
Si guardano per qualche secondo, e poi lui le fa un cenno con il capo.
Atsuko vede immediatamente gli occhi della ragazza illuminarsi, e il sorriso sul suo volto diventa il doppio piú ampio.
Prima che Ushijima potesse distogliere lo sguardo, lei lo saluta con un ampio gesto del braccio.

"Vai, Waka-chan! Bravissimo!" gli grida Hayakawa, incoraggiante.

E bravo ragazzo.
---

"Sei stato bravo ieri, con Hayakawa, mi fa piacere che tu segua i miei consigli" dice Atsuko, sedendosi accanto a Ushijima a mensa.

"Grazie, era un bel consiglio" risponde il ragazzo, per poi prendere un boccone del suo enorme bento.

"Come tu riesca a far entrare tutto quel riso in pancia..no, lascia stare, sei grande e grosso è molto plausibile" commenta Atsuko.

"Ma tu mangi panini che sono il doppio dei miei" ribatte Wakatoshi, estremamente confuso.

Atsuko scoppia a ridere, e gli ruba qualche chicco di riso.

"Allora sai anche essere spiritoso" 

"Perchè, sarebbe strano?"

"No è che, sei sempre cosí serioso, e incentrato sulla pallavolo..."

Non sbagliava, il mondo di Wakatoshi girava attorno alla pallavolo, anzi, probabilmente il suo mondo aveva la forma di una palla Mikasa.
Atsuko non sapeva spiegarsi come fosse anche riuscito a prendersi una cotta, con tutte le energie mentali e fisiche che spendeva in quello sport.
Ma non poteva dire di conoscerlo veramente, passava solo qualche oretta con lui ogni tanto per riempire le pagine del suo taccuino.

"Peró non so molto su di te, forse potremmo conoscerci meglio" aggiunge Atsuko, guardando distrattamente una delle bacchette che teneva in mano.

"Conoscerci meglio?" le domanda Ushijima.

"Sí, sai, cioé...ah Dio, premessa, lo sai che non ci sto provando con te, vero?" e mette le mani avanti.

"Perchè dovrei pensarlo?"

Ogni tanto, la completa inettitudine sociale di Wakatoshi le tornava utile.

"Lascia stare. Conoscerci da amici intendo, non ne hai molti, vero?"

Ushijima corruga le sopracciglia, Atsuko non sa dire se è confuso o incazzato a morte.
In effetti non aveva fatto un'affermazione troppo lusinghiera.

"Okay, scusami, suonava molto male.
Hai i tuoi compagni di squadra, ma insomma, a parte loro non hai...okay, sto zitta, non parlo" 

"Se vuoi che ci conosciamo meglio, io non ho problemi"

Atsuko si mette a ridere per la battuta di Ushijima, ma il secondo dopo realizza.
Non sembrava stesse scherzando.

"Aspetta, che hai detto?" gli domanda, incredula.

"Non sono mica uno stronzo" ribatte Wakatoshi, suonava sempre vagamente passivo-aggressivo.

"Oh, beh hai ragione. Beh è un po' imbarazzante decidere di essere amici, sembra di essere alle elementari"

"Ancora non lo abbiamo deciso, vediamo come va" 

"Si, non fa una piega. Certo, sarebbe strano, tu ed io..."

Atsuko si mette a rimuginare.
Lei e Ushijima, amici.
Lei e il migliore asso liceale del Giappone.
Chi lo avrebbe mai detto?
Lei a scuola non faceva grandi figure, anzi, era reputata piuttosto stramba per i suoi modi di fare.
Perchè, a differenza delle compagne, non aveva modi di fare aggraziati e femminili, perchè non sapeva tenere la bocca a freno e perchè era anche fin troppo estroversa.
Non aveva un posto in una scuola di snob del genere, figurarsi ad essere amica di Wakatoshi.

"Tu ed io cosa?" le chiede Ushijima, curioso.

"Beh, tu sei tipo, il piú gran figo di questa scuola, e non lo dico per quei bicipiti" e gliene punzecchia uno con la bacchetta "ma perchè...no, beh, è per i bicipiti, sei oggettivamente bello e fortissimo a pallavolo, e fai tutto l'orgoglio di questa scuola.
Io non sono nessuno, diciamo, al massimo sono la tavola da surf della Shiratorizawa"

"Mi sembrano cose molto stupide a cui appigliarsi" afferma Ushijima.

Atsuko sussulta e si volta a guardarlo, le guance già puntellate da qualche lentiggine che si fanno rosse.

"Non sono chissá chi, e tu non sei un nessuno. Nessuno è un nessuno, fine della storia"

Dette queste parole, Ushijima si pulisce le labbra dal bento appena finito e si alza.

"Domani continuiamo con l'articolo, comunque?" le chiede, piegandosi leggermente verso di lei.

Atsuko era rimasta imbambolata dalle affermazioni del ragazzo, che erano uscite dalle sue labbra in maniera cosí spontanea e...gentile.
Non se lo sarebbe minimamente aspettata.
Forse lo stava veramente sottovalutando.

"Sí, domani continuiamo" risponde con un filo di voce.

"Bene, allora ci vediamo Sakai-san"

"Ci vediamo, Ushijima-san" 
---

Passó del tempo da quella conversazione, e ora Atsuko e Ushijima potevano propriamente definirsi amici.
Gli incontri per l'articolo finivano per divagare sempre di piú, lasciando spazio anche per conversazioni piú personali e meno professionali.
Era stata Atsuko, ovviamente, a cominciare i suoi sproloqui una volta presa piú confidenza.
Gli parlava delle sue giornate, di come nel club di giornalismo fossero dei totali stronzi, e delle cazzate che faceva con Yukari.
Ushijima non si apriva piú di tanto, ma a poco a poco aggiungeva sempre qualcosa di piú.
Le parla della pallavolo, ovviamente, ma da un punto di vita piú personale, e di come si trovava alla fin fine bene con i compagni di squadra, per poi parlarle delle sue giornate.
Spesso finivano a parlare di come il ragazzo avrebbe potuto invitare Hayakawa ad uscire, e poi facevano una partita a carte (per la cronaca, Atsuko vinceva sempre).
Ogni giornata, si trovavano bene.
Certo, le loro lentezze le avevano, come che ancora si chiamassero per cognome, ma formavano una bella coppia affiatata.
Anzi, anche un bel trio quando si aggiungeva Satori, ma poi il tutto diventava molto piú stancante per Wakatoshi.
La cosa che piaceva di piú ad Atsuko di Ushijima, era che fosse la persona piú sincera che conoscesse.
Certo, ogni tanto anche un po' troppo sincera, fino a sembrare anche involontariamente stronzo, ma l'importante era che non fosse intenzionale. Era fatto cosí, Atsuko lo apprezzava.
La cosa che piaceva di piú ad Ushijima di Atsuko, era che fosse una grande ascoltatrice.
Era sempre emotivamente coinvolta da ció che le raccontava, anche se si trattava della pallavolo della quale lei capiva poco o niente.
Lo faceva sempre sentire ascoltato e, di conseguenza, lui si apriva sempre un po' di piú con lei.
Era un bel rapporto, ancora in crescita, ma un bel rapporto.
In quel momento peró, mentre Atsuko era agli incontri del club di giornalismo, Ushijima era occupato a ripetizioni.
Si sforzava parecchio di capire ció che Hayakawa gli stava insegnando, ma la matematica era tutta un mistero enorme.

"Allora, se la x del limite tende a infinito..." gli spiega Hayakawa, pazientemente.

Ecco, il suo rapporto con Yasuko invece, era diverso anche quello.
Lei era sempre gentile con lui, peró non sembrava mai capisse veramente ciò che lui le diceva.
Ci provava, a parlare di altro o ad aprirsi, ma ogni volta sembrava sempre piú difficile perchè lei non sembrava capire.
Con Atsuko era diverso, lei lo ascoltava appieno e anche lui riusciva a capirla.
Ma con Hayakawa, spesso era difficile comprendersi a vicenda.
Lei non capiva niente di pallavolo e non sembrava neanche si sforzasse a capire, annuiva e sorrideva semplicemente, mentre lei parlava di frivolezze spesso senza né capo né coda.
Peró Wakatoshi ci passava sopra, del resto era sempre una bella ragazza ed era cosí gentile e dolce con lui.
Dopo un paio di orette di ripetizioni, i due terminarono il loro incontro nella biblioteca.
Ma prima che se ne potesse andare, Hayakawa afferra Ushijima per la manica dell'uniforme.

"Waka-chan, aspetta" gli dice, prima che se ne andasse.

Lui, in tutta la sua imponenza, la fa sembrare veramente piccola piccola nel momento in cui la ragazza gli si para davanti.

"Hai programmi dopo pranzo?" gli chiede, i grandi e tondi occhi azzurri che si posano innocentemente su quelli verdi del ragazzo.

"A dire il vero, ho allenamento, mi spiace Yasuko"
---

"Non. Ci posso. Credere!" esclama Atsuko, buttandosi di schiena sul materasso.

Ora si trova nella stanza di Ushijima e Tendō, il primo sdraiato sul letto di sotto, il secondo seduto alla sua scrivania perchè sfrattato dalla ragazza.

"Wakatoshi-kun, tu mi sconvolgi" scuote la testa il rosso, ma non riesce a trattenere una risata.

"Hayakawa ti ha chiesto palesemente di uscire, perchè fidati, non gliene frega un cazzo di cosa devi fare dopo scuola, e tu dici che hai allenamento! Sono basita" 

Da un lato, l'estrema innocenza del ragazzo la faceva ridere.
Era tanto grande e grosso ma era innocente e ingenuo come un bambino, era veramente comico.
Ma anche snervante, visto che spesso faticava a capire certi concetti base, come quando una ragazza ci sta provando con te.

"Yasuko mi ha chiesto che avevo da fare e le ho risposto, non ho pensato che mi stesse chiedendo di uscire. Poteva chiedermelo direttamente" ribatte Ushijima, cercando di restare sulle sue, ma anche lui aveva capito di aver fatto uno sbaglio.

Nulla di irreparabile, ma era veramente esasperante e comico allo stesso tempo.

"Che poi, tu la chiami Yasuko, e a me ancora chiami Sakai-san?" domanda Atsuko, fingendosi arrabbiata.

Poi, si sporge dal letto superiore e si mette a penzoloni a testa in giú, come un pipistrello, per guardare in faccia per bene Wakatoshi con sguardo di finto rimprovero.
Lui non sembra volersi giustificare.

"Bene, allora da adesso ti chiameró Waka-chan" annuncia, anche se quel soprannome ricollegava ad Hayakawa e la cosa le faceva storcere il naso.

"Vacci piano" risponde l'asso, secco.

"Okay, allora Ushiwaka, è carino"

"No-"

"AH! CI SONO! Bakatoshi!" esclama soddisfatta Atsuko, per poi scoppiare in una risata piena.

"Mi piace!" risponde dalla sua sedia Tendō, per poi scoppiare anche lui a ridere.

Wakatoshi incrocia le braccia ed emette quello che sembrava un profondo e silenzioso ringhio di dissenso.

"Va bene, va bene, prima o poi avró la tua benedizione per chiamarti Bakatoshi" sospira Atsuko, ritornando sdraiata sul materasso di Satori "a proposito, Sato-chan, Yukari è interessata a te"

Il rosso salta sulla sua sedia, sbattendo le ginocchia contro la scrivania e facendo sussultare tutti gli altri presenti.

"Mi prendi per il culo!" esclama incredulo, e si volta di scatto verso Atsuko strabuzzando i grandi occhi rossicci.

"Eh no che non ti prendo per il culo, perchè dovrei?" 

"Ma lei è tipo...È..È COSÍ CARINA. No, che dico carina, È BELLISSIMA, LA VORREBBERO TUTTI, e tu mi hai visto, no?"

Vedo che abbiamo lo stesso complesso, Satori.

Atsuko sente come una scossa attraversarle tutta la spina dorsale.
Era stato quel pensiero a provocarle quella reazione.
Che cosa intendeva pensare con abbiano lo stesso complesso?
Certamente si riferiva a Ushijima, a chi altri sennó, peró Tendō e Yukari erano una cosa diversa, erano reciprocamente interessati l'uno all'altra.
Lei e Ushijima, tutta un'altra storia, perció non c'era proprio nessun complesso.
Peró, quel pensiero apparentemente irrazionale aveva un fondo di verità.
Lei ogni tanto pensava a che coppia improbabile fossero, e glielo aveva anche espresso tempo prima quando avevano considerato l'idea di conoscersi meglio.
Lui era veramente fantastico, bellissimo e che portava sulle sue enormi spalle tutto l'orgoglio della Shiratorizawa, perchè, per Dio, era l'asso liceale migliore del Giappone.
Mentre lei era invisibile, e per quel poco per cui era visibile, semplicemente veniva schernita da qualche compagna di club o da qualche ragazzo per la sua assenza di forme o di qualche traccia di grazia ed eleganza.
Atsuko aveva sempre creduto di essere superiore a tutto ció e che in realtá non le importasse proprio nulla di quello che pensassero i compagni, e, in effetti, un po' era cosí.
Ma era quando si metteva a confronto con Ushijima, o anche Hayakawa, che cominciava a sentirsi vagamente inadatta, un po' come Tendō in comparazione a Yukari.

Odio le gerarchie.

Il trio resta nella stanza dei due ragazzi, a perdersi in conversazioni varie che vanno dalla prossima partita fino a quale prof era probabile fumasse le canne da giovane.
Atsuko trovava tenero il modo in cui Ushijima provava a entrare anche nelle conversazioni in cui aveva piú difficoltà, sembrava che ci tenesse.
Finirono per sproloquiare sul nuovo numero di Shōnen Jump, che appassionava tutti e tre, e poi Atsuko provó a insegnare ai due ragazzi la meditazione.
Nessuno dei due si aspettava che la ragazza potesse essere in grado di stare calma per anche solo un'ora e concentrarsi sulla sua mente, ma prima o poi avrebbe dovuto staccare da tutta l'energia che aveva costantemente in corpo, no?
Si fecero le nove, poi le dieci, fino a mezzanotte.
Il buio era calato nella stanza, e l'unica fonte di luce erano i raggi lunari che penetravano dall'ampia finestra del dormitorio.
Raggi che andavano a posarsi proprio sul letto a castello, dove sotto era sdraiato Ushijima e sopra Atsuko.
Tendō si era addormentato sulla sedia davanti alla scrivania, le braccia penzolanti lungo i fianchi, la bocca aperta e il capo chinato all'indietro, non sembrava comodo.

"Satori dorme?" sussurra Atsuko.

"Si" mormora di rimando Ushijima, per non svegliare l'amico.

Atsuko rotola su un fianco e si sporge per non perdersi la scena, e non perde occasione per scattare una foto e ridacchiare tra sé e sé.

"Quando dorme sembra posseduto, insomma, piú del solito" sussurra, tentando di non ridere.

"Pfff"

I grandi occhi di Atsuko sgranano di nuovo, increduli.
Rotola sul fianco destro e pende a testa in giú dal letto, incontrando lo sguardo stanco di Ushijima affondato nel cuscino, ma c'era un dettaglio in piú.
L'ombra di un sorriso sul volto.

"Hai riso per caso?"

"Cosa?"

"Ti ho sentito ridere, e quello era un sorriso"

"Anche io sono in grado di ridere, non sono mica un robot" 

"Lo so, è che non ti avevo mai sentito ridere, dammi il beneficio dello stupore!"

In realtà, non era raro che la ragazza facesse ridere Ushijima, ogni tanto la trovava piuttosto divertente, ma non lo esternava mai.
Piú che divertente, metteva allegria, Atsuko.
Era sempre cosí ottimista e piena di energie, era difficile tenerle in broncio, ma lui era bravo a tenere il broncio a tutti e quindi Atsuko non era esclusa.
Non voleva darle troppe soddisfazioni.

"Comunque, oggi sono riuscita a scrivere qualcosa della tua giornata tipo, andrà bene per l'articolo.
Se ti...se non ti va che...posso aggiungere al..."

Silenzio.
Atsuko si era addormentata cosí, dal nulla.
Del resto prima o poi si doveva pure spegnere.
Ushijima, d'altra parte, resta sveglio, e non riesce a dormire.
Ormai è mezzanotte, e non sa perchè ma non riesce proprio ad assopirsi.
Si sentiva stanco, ma per quanto provasse a chiudere gli occhi, di prendere sonno proprio non se ne parlava.
Passó mezz'ora, niente di niente, aveva provato in qualche modo ad addormentarsi ma alla fine aveva rinunciato e si era sdraiato su un fianco a guardare distrattamente il telefono.
Poi, il letto di sopra comincia a cigolare, Atsuko si sta agitando.
Non riusciva proprio a stare ferma un secondo, neanche mentre dormiva, era un continuo cambiare posizione.
Dopo aver emesso un enorme sbadiglio, rotola a destra tanto quanto basta da far penzolare un braccio fuori dal letto.

Ushijima finisce con il viso davanti alla sua mano.

Dal fianco si sdraia supino, come se sentisse il suo spazio invaso da quella mano piccola e sottile, peró non riesce a smettere di guardarla.
In confronto alla sua, sembrava veramente minuscola, era un po' piú chiara di carnagione.
Una sottospecie di istinto, un impulso contro la razionalità che tanto lo contraddistingueva, lo porta ad allungare la mano destra verso quella di Atsuko.
Molto lentamente, la mano grande e callosa del ragazzo, avanza in direzione di quella sospesa di lei.
Erano rare le volte in cui Ushijima agiva senza un perchè, e lo sfiorare la mano di Atsuko sembrava proprio fare parte di quelle.
La punta delle dita di Ushijima toccano quelle della ragazza, piano, per poi scorrere lungo tutta la lunghezza delle sue dita affusolate.
Ha la mano fredda, e gli viene d'istinto allungare il braccio ancora un po' per coprirla con il palmo della sua, di mano, molto piú calda.
Agire d'istinto non è mai stato nel suo stile, eppure perchè adesso si comportava cosí?
Perchè le sue dita si erano allungate a sfiorare quelle di Atsuko, senza un apparente motivo?

"Oi, Wakatoshi..." 

Con uno scatto repentino, Ushijima ritira la mano da quella di Atsuko, che rimane a penzoloni inerme.
A parlare era stato Tendō, ancora girato di spalle e seduto sulla sua sedia.

"Senti, mi dispiace svegliare Atsuko-chan, ma credo che a dormire qui i miei organi interni finiranno per scambiarsi di posizione..." mugugna il ragazzo, la voce impastata dal sonno scomodo che aveva appena fatto.

"Okay, la porto via" annuisce Ushijima, alzandosi dal letto.

"Cosí suona male" 

Wakatoshi si alza, attento a non toccare la mano di Atsuko, si dá una stiracchiata e poi si posiziona davanti a lei.
Le mani del ragazzo scivolano sotto al suo corpo, l'attirano al suo petto e, attento a non svegliarla, Ushijima la prende in braccio.
Mentre si dirige verso la porta, si accorge dei due occhi enormi di Tendō che lo guardano nello sconvolgimento totale.

"Cosa c'è?" gli domanda Wakatoshi, alzando un sopracciglio.

"No è che...che scena ragazzi, potrei aver cambiato idea su te e Hayakawa" sussurra Tendō, non riuscendo a trattenere un sorriso.

Ushijima non dice niente, lo lascia nel suo brodo di giuggiole, e silenziosamente esce dal dormitorio.
Il dormitorio femminile era in un edificio separato, opposto a quello maschile, e non voleva lasciarla andare da sola.
Ma da sveglia si sarebbe sicuramente opposta, tanto vuole fare la figura della ragazza indipendente.
Appena varcata l'uscita, i due vengono accolti da un freddo pungente, non abbastanza da svegliare Atsuko, ma almeno da farla stringere al petto del ragazzo ulteriormente.
È una scena un po' patetica, lo deve ammettere, ma lui non prestava tanta attenzione a dettagli come questo, non ci vedeva nessun secondo fine.
Peró, lo sguardo di Wakatoshi vaga qualche secondo sul corpo minuto della ragazza, fragile in confronto al suo corpo che ora la stava portando.
Per altro, quando dorme non sembra cosí esagitata come da sveglia.

È carina.

Immediatamente, Wakatoshi scuote la testa e si desta da quel pensiero, che gli era saltato in mente solo per qualche secondo fugace.
Finalmente, entra con il massimo silenzio possibile nel dormitorio femminile.
Si ricordava che la sua camera fosse la 143, glielo diceva ogni tanto, perció non appena la trova bussa pian piano sperando di non disturbare troppo la coinquilina.
Poco dopo, una figura gli apre la porta. 
È Yukari, in camicia da notte e con i capelli castani spettinati, intenta a stropicciarsi gli occhi assonnati

"Atsuko-chan, ma a che ora...oh" 

È costretta a fermarsi non appena si accorge che non solo davanti a lei c'è un' Atsuko addormentata, ma che a tenerla in braccio c'è proprio il capitano della squadra di pallavolo.

"Scusa se ti ho svegliata, ma Sakai-san si era addormentata sul letto di Tendō e lui doveva dormire" mormora lui, cercando di non svegliare nessuna ragazza nei paraggi.

Yukari non sa cosa dire, rimane basita e si limita ad annuire rapidamente.
Rimangono in un silenzio vagamente teso per qualche secondo, non sapendo cosa dire o cosa fare, tanto la ragazza è presa dalla soggezione.
Nel dubbio, Ushijima cerca di porgerle il corpo inerme dell'amica.

"Dubito di riuscire a prenderla in braccio" mette le mani avanti Yukari "sai, non ho tutti quei m...mus..." 

I suoi occhi vagano come se gli stesse facendo una lastra, per quanto provasse a tenersi a bada.
Si sente un'idiota.

"Lascia stare, portala dentro" gli dice poi, facendogli cenno di entrare.

Ushijima entra a passo silenzioso, per quanto consentitogli dal suo corpo tonico e massiccio.
Yukari si trova davanti a una scena surreale.
È mezzanotte e mezza, e in camera sua c'è il tipo indiscutibilmente piú bello di tutta l'accademia, e porta in braccio la sua migliore amica addormentata.
Che cosa aveva bevuto prima di dormire?

"Dove dorme, su o giú?" domanda a Yukari.

"Sei pazzo? Giú, altrimenti quella casca come un sacco di patate"

Ushijima annuisce e, chinandosi leggermente, posa la ragazza sopra alle lenzuola ancora ordinate.
Poi, si dirige verso l'uscita.

"Scusami ancora per il disturbo" le dice, inchinandosi "beh, dalle la buonanotte da parte mia"

"Ma sta giá dormendo"

"Ah, giusto...allora buonanotte a te"

"Buonanotte..."

Dopo che Yukari si richiude la porta alle spalle, Ushijima rimane vagamente confuso in mezzo al corridoio.
C'è qualcosa che non va.
Si tocca il petto.
Sta palpitando.
   
 
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