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Autore: Keyra    24/08/2009    3 recensioni
A volte capita che una ragazza si innamori davvero.
A volte capita che una ragazza si innamori davvero di un ragazzo.
A volte capita che una ragazza si innamori davvero di un ragazzo malato.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove ho visto te.

 

 

   - Sei pronta? -
   - Ma dove mi porti? -
   - Salta su, non fare domande -
Samuel era venuto a prendermi con il suo scooter.
Erano passati due giorni da quando ero andata a casa sua e avevo lasciato Alex. Non avevo più sentito nessuno dei due. Ero caduta in un turbine di paure e dubbi che mi giravano attorno per farmi paura. Una voce sottile mi sussurrava "Sei rimasta sola, sola".
Invece, quel giorno Samuel mi chiamò. Non sapevo avesse uno scooter, ma mi disse "Preparati, che vengo a prenderti con lo scooter!".
Mi porse un casco che aveva come scorta, me lo infilai in testa e saltai dietro di lui.
   - Vuoi dirmi dove andiamo? -
   - Ti ho detto che non te lo dico! Sei mai salita su uno scooter? -
   - A dire il vero, no -
   - Allora tieniti forte, stringimi in vita, qui, capito? -
   - Sì -
Era la prima volta che lo toccavo. Avevo quasi paura di farlo. Avevo paura che le mie mani scivolassero attraverso il suo corpo, avevo paura di scoprire che lui non fosse reale. Che fosse solo una mia creazione immaginaria. Me l'ero inventato io per scappare dalla monotonia in cui vivevo. Era solo un essere fittizio, tutto qui.
Invece le mie braccia si strinsero forte attorno ai suoi fianchi. Riuscivo a prendermi le mani e a incrociarle, era magrissimo.
Attraversammo il paese - sapevo che, probabilmente, Alex mi avrebbe visto con lui - e uscimmo poi verso la costiera. Sfrecciavamo sui pendii di una montagna, davanti al mare che brulicava di minuscoli puntini di luce bianca, continuavo a tenermi stretta a lui, mi sembrava di volare. A ogni curva avevo paura di cosa ci sarebbe stato dopo. 
Ci allontanammo dal paese di una trentina di chilometri, poi Samuel girò per un sentiero in salita. Non vedevo più il mare, ma solo alberi. Eravamo nel mezzo di una foresta. Lo scooter avanzava a stento per quel sentiero sterrato e in pendenza, ma Samuel diede un ultimo colpo e arrivammo alla fine del pendio.
Una pezza d'erba grande quanto due stanze, e poi un dirupo. E davanti, l'immensità del mare.
Scesi dallo scooter, mi tolsi il casco e lo appoggiai sul manubrio. Lui fece lo stesso.
Poi lo guardai stupita.
   - E'... è bellissimo -
   - Sì, non ci sono altre parole per descriverlo -
   -  E' impressionante -
   - Vieni, sediamoci -
Samuel si avvicinò al confine di terra e si sdraiò, lasciando penzolare le gambe in aria, sopra la distesa di mare che luccicava.
   - Hai paura? -
   - No! E'.. è talmente bello che.. E' incredibile come la natura sia capace di una cosa del genere -
   - Una cosa del genere cosa? -
   - Di farti provare una stretta al cuore... potrei morire guardando tutto questo -
   - Lo so. E' quello che provavo anch'io, le prime volte che venivo qui -
   - Come l'hai scoperto? -
   - Per caso... -
   - Non ci credo, come hai fatto a scoprire un posto del genere "per caso"? -
   - Ero in auto con i miei, eravamo sulla costiera. Ho intravisto questo posto da lontano e me ne sono innamorato. Ho promesso a me stesso che l'avrei trovato, a tutti i costi. Allora un giorno, sono partito con lo scooter e l'ho cercato -
   - Wao... -
Rimanemmo in silenzio, timorosi di rovinare la bellezza di quel posto con le nostre voci. Volevamo che tutto rimanesse intatto, così com'era, che l'aria ci scivolasse addosso senza però andarsene. Che non cambiasse un solo colore di tutto ciò che ci circondava.
   - Perché mi hai portata qui? -
   - Per la stessa ragione per cui ti ho fatto entrare in casa mia -
Samuel aveva la capacità di mettermi in imbarazzo, e di farmi sorridere, sempre.
   - Sai, l'altro giorno, dopo che sono stata da te... sono andata da Alex -
   - Sì, immaginavo -
   - L'ho lasciato -
I nostri respiri si fermarono, si condensarono insieme all'aria. Aspettavo che mi rispondesse, lui aspettava che dicessi qualcosa io.
   - Perché? -
Che domanda era, perché? Avrei dovuto gridargli: perché mi sono accorta che mi piaci da morire? Non era in grado, forse, di capirlo da solo? O forse, non voleva capirlo? Forse, per lui ero solamente una persona fantastica. Una persona fantastica da portare nei suoi posti segreti. Quelli che non aveva mai mostrato a nessuno. Ero solamente un'amica. Forse, non aveva mai avuto un'amica.
   - Perché? Perché.. perché le cose sono cambiate. Non lo amo più, non mi bastano i regali e le cene -
   - E cosa vorresti? -
   - Essere capita, solamente questo. E quando sto con una persona, mi piace sentirmi speciale. Mi piace che lei mi faccia credere di esserlo -
   - Non c'è bisogno che tu lo creda, tu sei speciale -
   - Ma perché dici questo? Insomma, che ho fatto di tanto speciale? Io non capisco... Non ho fatto niente che tu possa considerare speciale -
   - Non lo so, è che mi basta stare con te e sono felice. Lo sento, è come se fosse un'energia che tu scaturisci su di me, senza che te ne accorga. Mi fai un effetto positivo -
Guardai il mare davanti a noi. Era così simile ai suoi occhi. I riflessi bianchi della luce ricordavano quelli che si diramavano nell'iride.
   - Grazie... -
Tra di noi tornò il silenzio, e restammo lì per un tempo che ci parvevo ore, con le gambe penzolanti, a respirare la frescura di fine estate.
Poi Samuel si alzò, mi porse la mano e disse - Torniamo in paese? -
Non sapevo che quel posto sarebbe diventato il mio rifugio. Che lì, spesso, avrei incontrato Samuel.







Lo incontro ancora adesso, a volte.







 

 

 

 


- Grazie - gli dissi scendendo dalla sella, davanti alla porta di casa mia.
- Di cosa? -
- Di quello che fai.. è da tantissimo che non mi sentivo felice, così, come riesci a farmi sentire tu -
Samuel sorrise. - Grazie a te -







***














I giorni passarono, ma tra noi due non successe niente. O meglio, stava nascendo un rapporto bellissimo, intriso di frasi importanti e riflessioni che non ero riuscita a fare mai con nessun altro, ma tutto si fermava lì. C'erano volte che Samuel mi guardava come se volesse prendermi e baciarmi e tenermi stretta per ore, stritolarmi con tutta la sua forza, altre invece nei suoi occhi c'era una luce diversa, quasi indifferente, e a volte anche insofferente.
C'erano volte che non si faceva vivo per giorni e io avevo imparato a starmene per conto mio e aspettare. Lui sarebbe riapparso quando voleva. Si chiudeva in casa tra le mura nere del suo umore, e preferiva non rendermene partecipe. In quei momenti mi tagliava fuori completamente, come se non esistessi.
Ero tornata qualche altra volta a casa sua, ci sdraiavamo sull'erba della campagna a parlare, oppure facevamo lunghe passeggiate per i sentieri. Sua madre, giorno per giorno, si apriva sempre di più, mi mostrava ogni volta un sorriso diverso, più bello, e mi sembrava addirittura che mi guardasse con meraviglia, quando parlavo con lei, con una luce opaca negli occhi.
Ero sempre più convinta che per lui fossi solamente un'amica. Un'amica speciale. C'era qualcosa di strano in lui, come se non gliene importasse niente di amare, e di essere amato. Non mi raccontò mai di nessun altra ragazza, come se non avesse avuto un passato.
Non so dove prendevo la forza per andare avanti con quel suo comportamento incomprensibile.
Ma sentivo che l'avevo preso con me, e non potevo più lasciarlo andare.
Come aveva detto lui stesso? Gli inviavo un'energia elettrizzante, una forza positiva, che gli permetteva di vivere.
In qualche modo sentivo già che senza di me, non ce l'avrebbe fatta.































ANGOLO AUTRICE:

bè, che dire. le vostre recensioni mi commuovono. no, sul serio. sono senza parole, non so che dire..perché sono così piene di complimenti. davvero, non posso dirvi che grazie. è un onore grandissimo per me =)
sperando che vi sia piaciuto anche questo capitolo, a presto =)

  
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