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Autore: hikarigaoka    11/01/2021    3 recensioni
[Wakatoshi Ushijima x OC]
«Non credo di essere adatta per te, Wakatoshi»
[...]
Atsuko Sakai non aveva nulla da spartire con Wakatoshi Ushijima.
Era piccata, estremamente irrequieta e, con chi le andava a genio, terribilmente logorroica.
Non era particolarmente di bell'aspetto, di viso poteva anche definirsi "caruccia", ma non era certo graziosa e fatta di porcellana come le sue compagne.
Nonostante il suo distinguersi dalle coetanee, non sembrava attirare particolari attenzioni.
Era agli antipodi di Wakatoshi, silenzioso e sulle sue, che destava attenzione come se sulla sua testa vi fosse un cartello a neon con scritto "asso della Shiratorizawa e figone locale".
Chi avrebbe mai detto che di sarebbero ritrovati a chiedersi di restare?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shiratorizawa, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Volersi bene.

"AAAAH! Non ci credo che quel sito ci ha mandati a Miyajima, sono cosí emozionata!" 

Da quando la destinazione del loro viaggio di piacere era stata rivelata, Ushijima era sempre piú vicino all'esasperazione.
Vedere Atsuko cosí contenta non gli dispiaceva affatto, il problema era che l'infausto compito di gestirla toccava a lui.
Oggi era il giorno della partenza dell'improbabile quartetto composto da Atsuko, Wakatoshi, Satori e Yukari, che avevano deciso di concedersi un viaggetto inaspettato e poco pensato durante il week-end.
Atsuko aveva afferrato il braccio muscoloso di Ushijima e lo stava trascinando ovunque per la stazione, in cerca del loro treno, mentre Tendō e Yukari se la ridevano sotto i baffi alla scena comica.

"Sono pronto a scommettere che adesso Wakatoshi-kun la prende per aria, la fa roteare cinque volte e poi se ne sbarazza" dice Satori alla castana, che è da quando Atsuko glielo ha presentato che non riesce a smettere di ridere a ció che dice.

Atsuko si volta a guardarli, per poi girarsi verso l'asso che non ne poteva piú di correre a destra e sinistra con la ragazza.

"Non ci credo che hai accettato di venire per farli conoscere. Beh, sembra che il tuo sacrificio stia dando i suoi frutti" afferma soddisfatta la ragazza, con un gran sorriso sulle labbra.

"Non ho accettato per farli conoscere" dissente Wakatoshi, guardando dritto davanti a sé.

"Ah davvero?" domanda Atsuko, aprendo il terzo pacchetto di patatine della mattinata.

"Sí. Sono venuto perché mi andava. E non sto facendo un sacrificio" 

"Adesso fai il dolce? Mi commuovi! Vabbè, te la sei meritata la vacanza, dopo la vittoria contro la Karasuno. 
Mi dispiace essermela persa comunque!"

Ushijima separa gli occhi olivastri da quelli castani di lei, voltandosi completamente.
Se potesse vedere la sua faccia in quel momento, Atsuko sicuramente gli chiederebbe che cosa gli prende.

"Figurati, non importa" risponde, abbastanza sbrigativo.

"Ma va, mi sono sentita un sacco in colpa.
Vabbè, non mi perderó una partita delle nazionali" Atsuko si volta a cercare gli altri due, rimasti indietro nella folla della  stazione giapponese "ma dove sono finiti quei due? Sono già andati a sposarsi? A proposito, io e te quando ci sposiamo, Ushijima?" 

"Piantala, Sakai" ribatte il ragazzo con secchezza, ma tirando anche un sospiro di sollievo per il cambio di argomento.

Atsuko scoppia a ridere di cuore, prendere in giro Wakatoshi non falliva mai nel farla sganasciare, tanto era serio ogni volta.
Dopo averlo rimproverato un po' per chiamarla ancora con il suo cognome, fallendo nel farsi chiamare semplicemente Atsuko, la ragazza gli afferra il braccio di nuovo e indica con entusiasmo il loro binario.
Vengono raggiunti dagli altri due in fretta, e si vanno a sedere nei loro posti da quattro.
Il viaggio sarebbe durato la bellezza di 9 ore, e questo perchè avevano preso la linea piú veloce, e  avrebbero poi dovuto prendere il battello per arrivare a Miyajima, trattandosi di un'isola.
Miyajima era per l'appunto un'isoletta che ospitava il santuario di Itsukushima, famoso per il suo torii parzialmente immerso nell'acqua.
La cosa che Atsuko apprezzava maggiormente del Giappone era che sapeva conciliare il verde con la modernitá, essendo che cittá come Tokyo e isolette sperdute nella natura come Miyajima potevano coesistere.
La giovane si era giá appuntata tutte le cose che le sarebbe piaciuto visitare: l'acquario, il tempio Daisho-in dove bere il thé,  il teatro e l' onsen.
In effetti, non aveva mai fatto un bagno nelle acque calde di un onsen, e l'idea le faceva giá sciogliere i muscoli.
Durante il viaggio parlarono molto, tranne Ushijima che manteneva la sua solita apparenza stoica e ogni tanto azzardava tirare fuori qualche argomento.
Ascoltava eccome, ma ormai Atsuko era abituata al fatto che il ragazzo non fosse di molte parole.
La cosa non le dava fastidio, anzi, il silenzio del pallavolista le piaceva.
Era conciliante, si sentiva ascoltata e le dava un senso di pace che spesso da sola non riusciva a trovare.
Lo guarda, seduto nel posto di fronte a lei, le possenti braccia incrociate mentre ascolta uno sproloquio infinito di Tendō sull'ultimo capitolo di My Hero Academia.
Atsuko sorride, da poco si era accorta di quanto il suo perenne cipiglio concentrato fosse adorabile, specialmente su un ragazzo tanto grande e grosso.
A un certo punto, sente lo sguardo di Yukari, seduta alla sua sinistra, posarsi su di lei.
La ragazza scuote la testa e si gira verso l'amica.
Le stava sorridendo, vagamente maliziosa.

"Che c'è?" le domanda sottovoce.

Yukari ridacchia e scuote la testa un poco.

"Niente, niente..." fa spallucce lei.

"Eh no, ora me lo devi dire"

Battibeccó con lei per dei buoni cinque minuti, ma Yukari si rifiutó fermamente, sempre con quel sorriso sul suo volto, il sorriso di una persona che sembrava sapere troppo, o che aveva capito qualcosa che Atsuko onestamente non comprendeva.
Finalmente, dopo quelle nove ore che in compagnia sembrarono molte meno, arrivarono al porto, e da lí presero il battello che li avrebbe portati in una ventina di minuti alla loro destinazione.
Tendō era sfinito, non era abituato a viaggi cosí lunghi, e neanche Yukari, perció appena saliti sul battello si accasciarono distrutti sui sedili.
D'altra parte, Atsuko e Ushijima erano ancora abbastanza carichi, la prima perchè era troppo emozionata per scaricare le batterie e il secondo perché era abituato a fatiche ben peggiori.
Ormai il sole sta tramontando, e la sua luce arancione si riflette sulle acque del mare giapponese, creando giochi di luce straordinari.
Poi, da lontano, comincia a fare capolino il torii rosso, che immerso nell'acqua aurea sembrava una visione onirica.
Atsuko poggia la fronte sul finestrino del battello per godersi meglio la vista, i grandi occhi marrone chiaro che si illuminano di gioia, e anche Ushijima si gira ad ammirare la vista.

"È bellissimo..." sussurra la ragazza, incantata.

"Giá" 

Stavolta è Wakatoshi a voltarsi a guardare lei.
I suoi occhi si posano prima sui suoi occhi rapiti dalla vista, poi sulle sue labbra dagli angoli piegati in un sorriso sereno, e infine sulle ciocche di capelli castani illuminati dalla luce del tramonto.
Aveva sentito ragazzi fare apprezzamenti all'amica Yukari, e mentre prima di conoscere le due ragazze di quei commenti se ne infischiava, aveva cominciato a farci piú caso.
Yukari veniva costantemente riempita di complimenti di ogni genere, alcuni dolci e altri meno lusinghieri, era generalmente molto apprezzata.
Ogni tanto, quando si parlava di Yukari si parlava anche di Atsuko, dato che erano inseparabili, ma su di lei non veniva mai detto molto, era messa in ombra dalla bellezza della migliore amica.
Quel poco che veniva detto era solitamente "boh, non è il mio genere", "è una tavola", "troppo chiassosa", "non è un granché, onestamente", solo raramente veniva azzardato un "caruccia".
Ushijima non si era mai dato ai paragoni, non aveva mai fatto confronti o valutazioni personali e, diamine, neanche lo faceva con Hayakawa.
Peró, in quel preciso istante, riesce a pensare a una sola cosa.

È bella.
---

Avrebbero alloggiato a Miyajima per tre notti, la prima sostanzialmente fu utilizzata da tutti e quattro per dormire e rifocillarsi dal lungo viaggio in treno.
Il ryokan dove alloggiavano era una gioia per gli occhi.
L'arredamento giapponese antico ricordava a Ushijima casa sua, il che gli piaceva parecchio, mentre per gli altri era un sollievo da quel pugno in un occhio che spesso erano i dormitori della Shiratorizawa.
Quel giorno, avevano deciso di visitare l'acquario, il santuario di Hokoku e di salire in cima al monte Misen.
Tendō si divertiva a portare in giro Yukari, soprattutto all'acquario, dove dava un nome a ogni pesce e si inventava sul momento una storiella su di lui, per far ridere la ragazza.
Atsuko invece si trovava con il viso illuminato dal blu della grande teca che ospitava migliaia di pesci colorati che guizzavano da una parte all'altra.
Accanto a lei, anche Wakatoshi sembrava piuttosto preso.

"Non sono mai stato ad un acquario" commenta, non staccando gli occhi neanche per un secondo dalla fauna marina.

"Neanche io..." risponde in un mormorio Atsuko, altrettanto rapita.

Dopo un'oretta passata lí dentro, decidono di visitare il tempio Hokoku, anche detto il tempio dei mille tappeti, perchè a quanto pare le sue dimensioni erano quelle di mille tatami.
Nessuno dei quattro pensava che sarebbe stato in grado di apprezzare piccole cose come anche solo un tempio.
Piú che qualche offerta e preghiera di buon auspicio ai templi locali a Sendai non facevano, ma visitarne uno nella sua interezza era tutta un'altra storia e spiritualitá profonda.

"È il momento di salire il Monte Misen" afferma Yukari, controllando la mappa di Miyajima che era stata offerta dallo staff del ryokan.

"Giá, e io non sono pronto" sospira Satori, stanco alla sola idea di fare tutta quella salita.

"Ma Guess Monster dei miei stivali, tu fai il pallavolista e corri a destra e a manca e  ti permetti di lamentarti?" lo incalza Atsuko, lasciandogli un'amichevole gomitata nel fianco.

"Giá, perchè speravo di scamparmela almeno quando non ero sul campo!" 

Tutti quanti ridono, compreso Ushijima che lascia trasparire un sorriso sul suo volto severo.
Cominciano la loro camminata.
I due uomini della compagnia stavano avanti, piú che altro perchè Satori era l'unico che un minimo riuscisse a tenere testa a Wakatoshi, mentre la ragazze se la prendevano con piú calma chiacchierando del piú e del meno.

"Hoshie ribollirá dalla rabbia quando nell'articolo salterá fuori di questo viaggio!" esclama Atsuko, per poi ridere soddisfatta.

"Sei proprio diabolica"

Il monte Misen aveva un qualcosa di magico.
Immerso nel verde, totalmente lontano da ogni intervento umano se non per qualche decorazione tipicamente giapponese in pietra.
Sembrava di stare vivendo una fiaba, persi in una foresta sotto qualche forma di sortilegio che rendeva il tutto cosí fuori dal mondo e dalla vita, solo che in senso positivo.
L'aria che si respirava era cosí pulita e fresca, gli alberi e l'erba cosí verdi, e il cielo di un azzurro intenso.
Avrebbero vissuto cosí per sempre.
Tuttavia, dopo una mezz'ora di camminata, la salita e la stanchezza cominciavano a farsi sentire.
Le scale di pietra si erano interrotte, lasciando spazio a una stradicciola battuta tra gli alberi.
Tendō, per fare il galante e per gioco, aveva preso una Yukari piú stanca che mai sulla schiena e la portava su per il sentiero cosí, probabilmente sudando sette camicie ma dal loro ridere non sembrava gli importasse piú di tanto.
Atsuko getta uno sguardo su di loro, e poi su Wakatoshi, che stanco non pareva affatto.

"Ah, Ushijima! Facciamolo anche noi!" esclama la ragazza, indicando con un dito la coppia poco piú avanti.

"Non se ne parla" risponde lui, senza né se né ma.

"Sí, sí, non ti preoccupare" ribatte Atsuko, e non sembrava molto sincera nel dirlo.

Infatti, si ferma un secondo, e poi comincia a prendere la rincorsa.

"Sakai no fermati subito aspe-" 

Neanche il tempo di finire la frase, che la ragazza gli era saltato sulla schiena come un grillo, allacciando le braccia e le gambe attorno al collo e alla sua vita.
Lo schiacciatore sospira e si rassegna, poggiando le mani sotto le ginocchia della ragazza per sorreggerla, mentre lei se la rideva di gusto.
Anche a tenerla, non gli faceva troppa differenza, tanto era minuta e leggera rispetto alla forza che aveva.
Difatti, essendo che tutto il suo corpo premeva contro la schiena di Wakatoshi, Atsuko ebbe modo di sentire concretamente tutto il frutto di anni di allenamento.
Non era niente male.

"Dai tranquillo, questa volta non c'è nessuno a parte noi due che ti vede portarmi in braccio"

A quell'affermazione, Ushijima si blocca e si irrigidisce come in rigor mortis, emettendo un verso strozzato.
È la prima volta che la ragazza lo vede reagire in quel modo.

"Che c'è, ho detto qualcosa che non va?" gli domanda, preoccupata.

"No, è che non sapevo fossi sveglia in quel momento. Devo essere stato inopportuno" risponde il ragazzo, riprendendo la camminata.

"Oh no, io dormivo, sono venuta a saperlo il mattino dopo. A quanto pare delle ragazze ti hanno visto portarmi in braccio ed è per questo che quel giorno tutte quante mi guardavano male. Ma non ti preoccupare, hanno giá smesso!" 

Ushijima tira un sospiro di sollievo, almeno si era risparmiato l'imbarazzo del momento.

"Mi dispiace di averti causato questi problemi" risponde lui.

"Ma di cosa ti scusi, lasciale fare.
L'ho trovata una cosa molto carina, invece" 

Dopo aver detto questo, Atsuko sente un lieve rossore arrivare sulle sue guance, per poi poggiare il mento sulla spalla di Wakatoshi e lasciare che lui continuasse a portarla su.
Il ritmico movimento della possente schiena del ragazzo la cullava in un certo senso, tanto che era convinta che sarebbe anche potuta addormentarsi, se non fosse che erano arrivati a destinazione.
Il monte Misen era la cima piú alta di Miyajima, e da lí nei giorni soleggiati come quello era possibile ammirare il mare in tutto il suo splendore, come stava facendo il quartetto in quel momento.
Sia che Yukari che Atsuko scesero dalle spalle dei due ragazzi, ammirando quello che era il paesaggio davanti a loro.
Un'immensa distesa di alberi, ogni tanto interrotta da qualche edificio antico, e poi il mare, semplicemente quello, ma nella sua semplicitá fu in grado di togliere il fiato a tutti.
Dopo aver risposato e goduto della vista per un po', mangiando dei bento preparati prima, decidono di scendere stavolta con l'aiuto della funivia.
Tendō si era rubato il posto accanto a Yukari, furbo, lasciando Wakatoshi e Atsuko da soli.
La cosa non li turbó minimamente, e si lasciarono trasportare nella luce del calar del sole dal piccolo cabinotto.
Il silenzio tra loro due viene interrotto dal suono del telefono di Wakatoshi, era una notifica.
Il ragazzo tira fuori il cellulare, legge il contenuto del messaggio e sorride lievemente, per poi rimetterlo in tasca.
Peró era troppo tardi, Atsuko era stata giá attivata.

"Con chi scrivi che sorridi in quel modo?" domanda la ragazza, sorniona.

"A nessuno" ribatte Ushijima, cercando di stare sulle sue.

"Dai, è Hayakawa vero? Ti ha scritto!" lo incalza Atsuko, la malizia sul suo volto sempre piú evidente.

A sto punto, Ushijima decide che non puó sottrarsi da lei.

"Sí, ha detto che appena torneró dal viaggio verrá alla bakery con me" risponde lui.

"FINALMENTE! WOW CAZZO E...e.
..e wow ce ne ha messo di tempo per decidersi a uscire" 

"Lei aveva proposto prima, ma ogni volta che proponeva dovevo allenarmi" 

Atsuko scuote la testa, ridendo sottovoce.
Tipico di Wakatoshi, non saltarsi un allenamento neanche a pagarlo.

"Ma nello specifico che ti ha scritto?"

"Mi ha scritto: Comunque, appena tornerai da Miyajima mi piacerebbe andare alla bakery"

"E tu che le hai risposto?"

"Ok"

Atsuko si mette le mani tra i capelli, nel panico, facendo allarmare Ushijima.

"Sei pazzo?! Scrivile subito un altro messaggio! Prima che legga quell' ok!"

"Perchè, cos'ha che non va?"

"È triste! E annoiato! Sembra che lo fai per pietá!"

"Mi ha chiesto se va bene uscire appena torno e le ho detto di sì, che altro devo dirle?"

Atsuko si allunga per rubargli il telefono di mano, venendo fermata dalla grande mano di Ushijima che la tiene indietro.

"Dammi quel cellulare!"

"No"

"Dammelo ora o ti aggredisco!"

"Stai facendo dondolare tutto!"

Dopo essersi dimenata per cinque buoni minuti, facendo temere Ushijima per la sua vita e probabilmente preoccupare chi vedeva la funivia scendere da fuori, Atsuko riuscí finalmente a sottrarre il cellulare a Wakatoshi.

"Sakai-san, fermati subito"

Troppo tardi, messaggio inviato, e cellulare restituito.

"Si puó sapere che hai fatto?" le chiede Ushijima, premendo il pollice e l'indice sul ponte del naso.

"Le ho risposto, semplice" risponde la ragazza, e incrocia le braccia con un sorriso soddisfatto.

Non vedo l'ora ♥️

"Visto, ci ho messo anche un cuoricino. So che non è il tuo stile, ma per le ragazze è un segnale importante"

"Io non ho paro-"

Ding.

Risposta arrivata.

Neanche io ♥️

Atsuko caccia un gridolino soddisfatto, lasciando Wakatoshi inebetito a guardare il cellulare.

"Visto! Visto! Ringraziami quando ti faró mettere insieme te e Hayakawa"

Ushijima si lascia scappare un altro sorriso lieve, per poi rimettersi il cellulare in tasca.
Forse, qualcosa le doveva davvero.
---

Il giorno dopo era il turno di visitare il tempio Daisho-in e il santuario di Itsukushima.
Atsuko si era svegliata abbastanza tardi, tanto il futon sul quale dormiva era comodo, stessa cosa per Yukari accanto a lei.
D'altra parte, Ushijima e Tendō sembravano essersi vestiti ben prima.
E Tendō era distrutto.
Le ragazze si prepararono e, dopo aver fatto colazione, decisero di uscire per una passeggiata.

"Come mai cosí acciaccato di prima mattina?" gli domanda Yukari, poggiandogli una mano sulla spalla preoccupata dall'espressione sul suo volto.

Satori, senza dire niente, indica accusatore Wakatoshi, che invece sembrava fresco come una rosa.

"Perché qualcuno ha insistito per farsi alle sette del mattino di corsa, tutto il monte Misen, DI NUOVO!"

Wakatoshi lo ignora, continuando a camminare accanto ad Atsuko che lo stava riempiendo giá di domande sul suo a breve appuntamento con Hayakawa.
Lo riempiva sempre di consigli, che faticava spesso a tenere tutti a mente, ma comunque se li teneva stretti perchè fin'ora avevano sempre funzionato.
La mattina la trascorsero in tranquillitá e in compagnia, passeggiando tra il verde di Miyajima, facendo anche una capatina al museo del folklore, per poi riservare al  pomeriggio le visite ai vari santuari.
Dopo pranzo, la prima tappa era il santuario di Itsukushima, particolare per il suo galleggiare nell'acqua con l'alta marea, insieme al suo torii rosso.
Di giorno la marea era bassa ed era possibile raggiungere il torii a piedi, cosa che fecero.
La guida illustró loro delle particolaritá del santuario e del torii, dalle origini fino all'uso che ne facevano attualmente.
Spesero due belle orette lí dentro, persi tra un corridoio e l'altro, per poi, a metá giornata, decidere di dirigersi al tempio Daisho-in, alla base del monte Misen.
Era tutto il giorno che Atsuko insisteva per andare alla sala da tè del tempio, visto che era da molto tempo che non ci andava, e tutti furono d'accordo con la richiesta.
Come al solito, Ushijima finí per sedersi di fronte ad Atsuko, ormai Tendō e Yukari erano anche fin troppo affiatati.
Erano soli, immersi nel confortevole silenzio di quell'isola, mentre una cameriera versava loro il thé.
Accovacciata davanti a lui, Atsuko non si sentiva a disagio, era abituata al silenzio del ragazzo.
Dopo essersi fatti servire il thé, ne prendono entrambi un sorso, e subito dopo si scambiano uno sguardo che lasciava intendere da parte di entrambi la stessa cosa.

"È buonissimo" dicono all'unisono.

Atsuko si lascia scappare una risatina dalla scena, mentre Wakatoshi un lieve sbuffo accompagnato da un sorriso.
Dalla prima volta che lo aveva sentito ridere, la sera in cui l'aveva riportata in braccio nel suo dormitorio, non era troppo raro vederlo sorridere.
Forse gli ci voleva solo un pochino di confidenza in più, ma ad Atsuko vederlo lasciarsi un pochino andare non dispiaceva per niente.

"Come procede l'articolo?" domanda lo schiacciatore, per poi prendere un altro sorso di thè.

"Alla grande, l'ho quasi finito, credo che lo completerò domani! E poi potrò lasciarti stare per sempre. Tu hai avuto il tuo appuntamento, e io il mio articolo, prenderemo strade diverse, Ushijima"

Ushijima rimane pietrificato, in silenzio e con la tazza di thè a mezz'aria.
La bocca è semiaperta, vorrebbe dire qualcosa ma rimane con il fiato sospeso.
Atsuko non riesce a contenersi e scoppia a ridere con un certo contegno.

"Sto scherzando! Ti sto prendendo in giro come al solito su, tu saresti perso senza di me, a questo punto"

Wakatoshi riprende a respirare, poggiando la tazza sul basso tavolino, per poi riprendere colorito sul volto.

"Non era divertente" ribatte il ragazzo, fulminandola con lo sguardo.

"Allora ci tieni alla mia presenza, guarda com'eri sbiancato! Ancora mi chiami Sakai e poi reagisci così quando fingo di dileguarmi, ammettilo che non mi resisti"

Atsuko è troppo impegnata a ridere per rendersi conto del lieve rossore sulle guance di Ushijima, che per nascondersi prende un altro sorso della bevanda calda dietro alla tazza fumante.

"Appena finito ti farò leggere l'articolo, credo proprio che ti piacerà, soprattutto la parte sulla vittoria contro la Karasuno"

"Non voglio leggerlo"

Atsuko sgrana i grandi occhi color nocciola, basita.

"Eh? Come no!"

"Lo voglio leggere quando sarà uscito, non ne ho bisogno prima. Mi fido di te"

La ragazza sente non solo il calore della bevanda calda che sale sulle sue guance, ma anche il rossore causato da quella frase.

Mi fido di te.
---

Prima di mangiare, arriva il momento tanto atteso da tutti.
L'onsen.
Le acque termali erano proprio ciò di cui avevano bisogno dopo aver passato tutta la giornata in giro,  soprattutto Tendo che pensava che le sue ossa si sarebbero spezzate una ad una da un momento all'altro.
Ushijima si immerge completamente svestito da un lato della vasca, poggiando su una parete rocciosa, e Satori fa lo stesso poco di fronte a lui.
E' uno dei pochi momenti della vacanza in cui si trovano da soli, e dal sorriso sornione e vagamente sghembo del rosso, Wakatoshi sa che non si deve aspettare nulla di buono.

"Allora, con Atsuko?" gli domanda, alzando le sopracciglia per un breve secondo.

Ushijima allarga le braccia muscolose poggiandole dietro di lui, il viso che assume il suo tipico cipiglio enigmatico.

"Che intendi?" gli risponde, la voce cavernosa che rimbomba nel silenzio dell'onsen.

"Dai su, è tutta la vacanza che flirtate" ribatte il centrale, immergendosi un poco di più nell'acqua calda.

"Non stiamo flirtando" lo rimbecca con fermezza Ushijima.

Satori sospira rassegnato.

"Questa balla me la racconterai un'altra volta" 

"Al mio ritorno ho l'appuntamento con Hayakawa"

L'idea di vedere Ushijima e Hayakawa insieme aveva sempre allettato Tendo, si divertiva a punzecchiare Wakatoshi riguardo la sua cotta ed era stato da un certo punto di vista lui a fargli capire che con la ragazza voleva andare più a fondo.
Ma da quando Atsuko era piombata nella vita di entrambi con quella stramba pretesa dell'articolo, non era più sicuro delle sue preferenze.
Si sentiva quasi in colpa, ad averlo indirizzato con tanta insistenza verso Hayakawa.
Però l'asso sembrava molto convinto dei suoi sentimenti, quindi può darsi fossero tutte delle sue prefigurazioni mentali.
Tuttavia, rimaneva di un'idea.

"Lo so, Wakatoshi-kun, però ti consiglio di rivedere le tue priorità. Non mi chiamano il Guess Monster per nulla"

Questa volta Wakatoshi capisce che cosa intende il rosso, ma lascia che quella frase rimanga lì sospesa.

"Ah, altra cosa importante" riprende Satori, facendo scorrere un pugno d'acqua tra le lunghe dita "quanto vuoi continuare con questa storiella?"

"Glielo dirò, non ti preoccupare" risponde Ushijima, lo sguardo severo che incontra quello del migliore amico.

"Okay okay, l'importante è quello. La vacanza mi ha aiutato molto, comunque"

Satori rimugina un attimo, disegnando cerchi nell'acqua bollente, sul volto un sorriso vagamente malinconico.

"Anche Yukari ti aiuta molto"

Tendo alza lo sguardo, e i suoi occhi rossicci incontrano di nuovo quelli verdastri dell'amico che sedeva impassibile davanti a lui.

"Sei ironico, per caso?" domanda Satori, stavolta sorridendo genuinamente.

"Non troppo" risponde Ushijima, cercando di trattenere un sorriso divertito di rimando.

"Tu e l'ironia, questa mi è nuova!"

Oltre alla risata di Tendo, Wakatoshi sente il rumore della porta dell'onsen che scorre.
Immediatamente il suo corpo si irrigidisce, e le braccia che prima erano comodamente estese dietro di lui, vanno a finire dritte sul suo grembo.
Satori nota immediatamente quel cambio improvviso di atteggiamento, e non si meraviglia affatto.
Yukari e Atsuko avevano fatto capolino da dietro la porta, coperte soltanto da un asciugamano, e si stavano dirigendo verso la loro vasca.

"Mi avevi detto che era un onsen separato" sibila tra i denti Ushijima, cercando di non farsi sentire.

Tendou non risponde, si limita a un ghigno divertito nel vedere il volto sempre impassibile dell'amico colorarsi di scarlatto.

"Scusate il ritardo!" esclama Atsuko, avvicinandosi alla vasca "non fate i guardoni e chiudete gli occhi un attimo"

Ushijima acconsente subito alla richiesta, voltando lo sguardo e serrando le palpebre, tutto ciò che sente è il rumore degli asciugamani poggiati sulle panche e l'acqua termale che viene leggermente smossa.
Quando li riaprono, le ragazze sono già immerse e più che le spalle non si può vedere, grazie al calore che copriva bene il tutto.
Satori era rilassato, ma Wakatoshi era sempre stato piuttosto pudoroso e già non gli piaceva mostrarsi nudo davanti ai compagni di squadra, figurarsi con due ragazze.
Atsuko e Yukari si rilassano l'una accanto all'altra, chiudendo gli occhi per godersi meglio la sensazione di relax data dall'acqua calda sulla loro pelle, e i ragazzi fanno lo stesso.
Poi, Yukari comincia a conversare, seguita a ruota da Atsuko,  e anche Ushijima riesce a rilassarsi e dimenticare l'imbarazzo.
Le conversazioni vanno dalle frivole alle serie, però tutti e quattro si erano scoperti estremamente legati durante quei giorni di vacanza.
Ora, Yukari si era spostata accanto a Satori, e Atsuko era finita accanto a Ushijima
La ragazza era talmente disinvolta, che si era accorta che effettivamente era finita accanto al ragazzo solamente guardando come il braccio di Tendo si era andato ad avvolgere attorno alle spalle di Yukari, sfiorandone ritmicamente una con le dita.
Vederli così le aveva fatto ricordare della sua vicinanza con l'asso, che accanto a lei era più possente che mai.
I suoi occhi nocciola si posano un attimo sul corpo del ragazzo, ammirando le linee definite dei suoi muscoli. Solo in quel momento si rende conto di quanto effettivamente fosse fisicato, era comparabile alle statue degli dei greci.
Per altro, aveva distrattamente disteso un braccio dietro di lei lungo la base rocciosa, non con l'intento di approcciarla anche se così poteva sembrare.
Atsuko arrossisce, tra quell'immagine mentale in mente e l'estrema vicinanza al corpo nudo del ragazzo, ma poi torna a rilassarsi e a perdersi in altre conversazioni stupide.D
Dopo un po', è l'ora di uscire per la cena.

"Dovrei alzarmi" annuncia Ushijima, preparandosi per uscire "voltatevi, per piacere.

"Tranquillo, nessuno sbircerà le tue chiappe olimpiche" ridacchia Atsuko, seguita dagli altri due.

Lo schiacciatore scuote la testa, e si issa per mettere prima un piede e poi l'altro fuori dalla vasca.
Atsuko aveva le mani davanti agli occhi per precludersi la scena, ma lentamente le sue dita si aprono e scappa l'occhio.
Arrossisce immediatamente dopo aver constatato che quando diceva "chiappe olimpiche" non si sbagliava.

"Atsuko, ti vedo che guardi!" la rimbecca Yukari.

"Allora stai guardando anche tu" ribatte Atsuko.

"Ragazze, calma, il culo di Wakatoshi è off limits" le rimprovera Satori.

L'asso avvampa, la mano che avvolge l'asciugamano alla vita e le labbra serrate dall'imbarazzo mentre i tre ancora in vasca ridono a crepapelle.

"Fate schifo, tutti e tre"
---

Atsuko fa scorrere lentamente la porta della stanza di Wakatoshi, il quale era da solo e seduto sul proprio futon.
Ormai era sera inoltrata, avevano mangiato a sazietà ed erano completamente rilassati.
Lo guarda un attimo, vestito nello yukata blu scuro fornito dal ryokan, intento a leggere l'ultimo numero di Shonen Jump.
Non appena il ragazzo si accorge della presenza di lei, lo abbassa.

"Hey" le dice con la sua voce profonda "sai dov'è Tendo?"

"Chiediti perchè sono qui" risponde lei, lanciandogli uno sguardo di eloquenza.

Ushijima alza un sopracciglio.

"Satori per caso ti ha detto che usciva per andare in bagno?"

"Sì, come fai a-" 

"Perchè causalmente Yukari mi ha detto la stessa cosa poco fa"

"E quindi?"

"Ushijima, abbiamo i bagni in stanza"

"Oh..."

Fatto due più due, il ragazzo si sente un po' stupido per non aver inteso prima, mentre lei si siede accanto a lui sul futon.

"Che palle che domani dobbiamo già tornare, e tu dovrai riprendere l'allenamento per i nazionali!" sospira Atsuko, per poi stiracchiarsi.

Wakatoshi abbassa lo sguardo, puntandolo per terra.
Non guarda la ragazza negli occhi, le da il profilo, cerca di evitare il suo viso, ma lei è furba.

"Qualcosa non va, Ushijima-san?" gli chiede abbastanza sottovoce, come se lo percepisse ferito.

"C'è una cosa che devo dirti" le risponde lui, sempre evitando il suo sguardo.

Atsuko è preoccupata, una frase del genere da Ushijima non se la sarebbe aspettata.

"Dimmi" mormora.

"Non andremo ai nazionali. Abbiamo perso"

Detta in un fiato, quella frase lascia la ragazza senza parole, il fiato mozzato e il volto sbiancato.

"Che cosa?" gli domanda per sicurezza.

"Sì, ti ho mentito perchè non volevo rovinarti la vacanza. Abbiamo perso contro la Karasuno e non ci sarà nessun torneo primaverile, mi dispiace di averti mentito"

Ushijima si stringe nello yukata blu, una morsa attanaglia il suo stomaco.
Senso di colpa per aver mentito, e soprattutto delusione verso sè stesso per non essere riuscito a farcela.
Quando la palla aveva toccato il suo campo decretando la loro sconfitta, aveva realizzato molte cose.

"Quel giorno, ho scoperto di non essere invincibile, ma di essere più fragile di quanto credessi.
Ho sempre vissuto in un mondo di certezze, guardami, tutti mi danno per scontato"  stringe il tessuto dello yukata tra le dita "pensano che sia freddo, o senza personalità. Da un lato è vero, ma dall'altro preferirei non essere dato per certo. So che è plausibile pensare che io sia fatto in un certo modo, e prima di perdere ero io stesso convinto che le cose fossero sempre univoche. 
Ma da quando sono stato sconfitto, ho realizzato che vorrei essere considerato diversamente"

Ushijima parla, e lei lo ascolta, ha sempre fatto così e non potrebbe essergliene più grato.
Non vuole risposte, vuole solo sentirsi capito in quel momento, perchè Atsuko è sicuro di capirla almeno un po'.
Sente dei singhiozzi.

"Ma stai piangendo?" domanda in maniera abbastanza ovvia alla ragazza.

E' vero, Atsuko è in lacrime, mentre cerca disperatamente di asciugarsele sfregando gli occhi con le maniche dello yukata.
Ushijima non sa che fare, la guarda abbastanza preoccupato e cerca di capire il perchè di una reazione del genere.

"E' perchè ti ho mentito? Lo sai che mi..."

"No è che" lo interrompe lei tra i singhiozzi "detesto vederti così! Detesto che gli altri ti diano per scontato, e scusa se ogni tanto sembra che lo faccia anche io, ma non lo penso! Sei la persona che darei meno per scontata in vita mia!"

Il ragazzo rimane con la bocca semi aperta, le mani strette alla veste in corrispondenza delle ginocchia, e gira l'intero corpo verso Atsuko.

"Certo che sei parecchio empatica" cerca di smorzare la tensione lui, ma non è mai stato il suo forte.

Atsuko si lascia scappare una sottospecie di brevissima risata ironica tra i singhiozzi.

"Un po'...però sono seria. Non sopporto vedere le persone a cui tengo dire queste cose, sei molto di più di quello che dai a vedere!"

"Sakai..."

Improvvisamente, Ushijima sente un calore avvolgerlo.
Atsuko si era sporta verso di lui e gli aveva buttato le braccia al collo, stringendosi a lui tra i singhiozzi.
Poco importa delle lacrime che ora bagnavano il collo del ragazzo, sentirla pronunciare quelle parole lo aveva lasciato sospeso, ancora di più con quell'abbraccio.
Poi, si lascia andare, Wakatoshi rilassa i muscoli e sente il cuore appesantirsi, non di dolore, ma sono le sue emozioni che si riversano tutte nel suo petto.
Sente che deve lasciare andare, almeno per una volta.

"Non sei molto abituato ad abbracciare, eh?" domanda Atsuko, ancora la voce singhiozzante ma lievemente addolcita dal tono ironico "sto scherzando"

Ushijima scuote la testa, perchè ha comunque ragione.
Però, decide di abbandonarsi a quel peso sul petto e stringere le forti braccia attorno alla vita di Atsuko.
Nonostante sia stata colta di sorpresa dal ricambiare di quel gesto, Atsuko non lo lascia andare e affonda il viso nel suo collo tiepido.
Lo sente avvicinarla al suo corpo, lentamente ma con tenerezza, e per aderire meglio ad esso avvolge le gambe attorno alla sua vita.
Una delle sue due mani candide accarezza la nuca di Wakatoshi, lentamente, lasciandosi però scappare ancora qualche lacrima mentre lui le accarezza lentamente la schiena.
Oltre alle lacrime, qualcosa sfugge dalle sue labbra.

"Io ti voglio bene, Ushijima" sussurra.

"Wakatoshi"

Atsuko si irrigidisce un attimo.
Che cosa aveva detto?

"Chiamami Wakatoshi"

Atsuko sorride e annuisce.

"Anche io ti voglio bene, Atsuko"

Qualcosa scatta in lei.
Veloce, rapido, totalmente inaspettato.
Improvvisamente, Wakatoshi le sembra ampliato per mille.
Il suo corpo, la sua pelle e il suo odore, le sue braccia che la stringono e il calore della sua voce.
Le tornano in mente scene passate e scene presenti, lui che la tiene in braccio nei corridoi, loro due sulla loro panchina, lei che dice "piacere, Atsuko Sakai" e le loro mani che si stringono nel patto.
Loro due che parlano a mensa e decidono di approfondire la conoscenza, lei che gli sorride alla luce della luna nel loro dormitorio, le loro risate, lei che si fa portare su per il monte Misen e i loro sguardi nella sala da thè.
Pensa al mi fido di te, ai suoi occhi, il suo sorriso, tutto più chiaro come non lo era mai stato.
Il suo cuore comincia a battere forte, sente il calore salirle alle guance e il fiato farsi pesante non dalle lacrime.
Pensa a lui, a Wakatoshi, a Ushijima.
Pensa a loro due

Perchè mi sento così?
Che succede?


Si stringe ancora di più a Wakatoshi, che affonda una mano tra i suoi capelli e il viso nel suo collo.

E' strano, è molto strano, non mi è mai capitato.
Cos'è questa cosa che sento?


Poi, la realizzazione colpisce Atsuko in pieno volto, come il fulmine finale in mezzo a quella tempesta di emozioni, il termine ultimo.
Inesorabilmente, la soluzione le appare più chiara che mai, ed è solo una.

Oh no.
   
 
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