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Autore: _Layel_    13/01/2021    1 recensioni
Quando Touya ferma sua madre dall’ustionare Shouto, decide che quando è troppo è troppo. Deve uscire da quella casa e portare il suo fratellino con sé. 
[AU! Canon Divergence, Dabi è Touya Todoroki] [No manga spoiler]
Dabi/Hawks, Bakugou Katsuki/Midoriya Izuku/Todoroki Shouto
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Dabi, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prima Parte: Capitolo Tre

 

Ci volle più di un mese perché Touya pianificasse tutto e guarisse abbastanza da poter partire. Nonostante i suoi sforzi, Fuyumi si rifiutò persino di considerare l’idea di lasciare casa Todoroki e si oppose fermamente al portare Natsuo con lui. “Staremo bene,” continuava a dire, testarda. “Non ci farà niente. Porta Shouto via da qui finché non si calmano le acque.”

 

Qualsiasi cosa lui dicesse, Fuyumi non sembrava realizzare che Touya non sarebbe tornato. Dopo settimane passate a litigare, Touya lasciò finalmente perdere. Si sarebbe assicurato che Fuyumi potesse contattarli in qualche modo se avessero avuto bisogno di lui, ma sapeva che, a meno che lei non avesse capito di essere nel torto, sua sorella non avrebbe mai cambiato idea. Francamente, non avrebbe messo Shouto in pericolo solo perché Fuyumi era testarda.

 

Essere il fallimento della famiglia aveva i suoi pregi. Suo padre detesta perfino guardalo, quindi, purché non gli intralci la strada per proteggere Shouto, lo ignora. E ora che sua madre è stata rinchiusa in ospedale per i suoi disturbi mentali, non c’era più nessuno che notasse la sua assenza da casa.

 

“Sei sicuro di volerlo fare?”

 

Touya potè a malapena guardare l’uomo mentre annuì fermamente. Lo odiava, lo odiava quasi quanto odiava Endeavor. Suo zio aveva protestato contro il matrimonio di sua madre ma non aveva mai, nemmeno una volta, provato a liberare sua sorella da quell’uomo nonostante fosse chiaro che stesse subendo digli abusi. Gli stessi abusi che lui aveva passato…

 

Ma era stata l’unica persona cui Touya era riuscito a pensare che non avrebbe detto ad Endeavor dove sarebbero andati.

 

“D’accordo,” suo zio sospirò prima di passargli una borsa. Touya la aprì, vedendo non solo i soldi e i documenti richiesti ma anche scatole di colore per capelli e quelle che sembravano lenti a contatto colorate. Touya sollevò le sopracciglia e alzò lo sguardo. “I tuoi capelli sono molto… appariscenti. Senza contare il… tutto di Shouto. Ascolta, hai almeno un’idea di dove andrete?”

 

“No,” Touya rispose francamente. Suo zio sospirò dall’altra parte del tavolo ma Touya lo ignorò, tirando fuori i documenti e sfogliandoli. L’uomo lavorava per il governo ed era capace di provvedere documenti che provassero le loro false identità. “Yamada?”

 

“Lavorava con me, è morto in un incidente stradale con sua moglie un paio di mesi fa,” arrivò la risposta istantanea. “Ho messo te e Shouto nel suo registro familiare. Ne lui ne sua moglie avevano famiglia che potesse dire il contrario. Tutte le informazioni sono nel fascicolo. Ecco,” fece scivolare un piccolo cellulare attraverso il tavolo. “Cellulare usa e getta. Il mio numero è già registrato. Contattami se hai qualche problema.”

 

“Bene.”

 

“Dì lo stesso a tua sorella,” sbuffò mentre si alzava. “Se le cose si mettono male-“

 

“Fuyumi chiamerà me,” scattò Touya, rimettendo i documenti nella borsa e chiudendola.

 

“D’accordo,” sospirò. “Buona fortuna.”

 

Touya lo guardò allontanarsi, chiedendosi se avrebbe dovuto dirgli qualcosa. Dovrebbe ringraziarlo? Ora lo stava aiutando ma non lo aveva mai fatto in passato. Non aveva mai aiutato sua madre. Non voleva ringraziarlo. Quindi non lo fece. Lo seguì con lo sguardo mentre scompariva lungo la strada. Quando fu fuori dalla vista, Touya si mise la borsa in spalla e si diresse verso casa, andando silenziosamente nella sua stanza e nascondendo la borsa in fondo all’armadio. L’avrebbe esaminata a fondo quella notte quando tutti stavano dormendo, ma ora doveva andare a controllare il suo fratellino.

 

“Sho?” chiese Touya mentre scivolava nella stanza di suo fratello. Lo vide subito in un angolo della stanza, le ginocchia al petto e il viso rigato di lacrime. Alzò lo sguardo verso Touya appena entrò nella stanza e si mise velocemente in piedi. Touya emise un forte grugnito quando il piccolo corpo si schiantò contro il suo stomaco. “Stai bene?”

 

“Dove sei stato? Te n’eri andato e non sapevo se tu..”

 

Touya chiuse gli occhi e si abbassò per abbracciare il bambino. “Scusami. C’erano alcune cose che dovevo fare.” Trasalì quando sentì la maglietta bagnarsi. “Sho, hey,” allontanò Shouto leggermente, abbastanza da potersi inginocchiare e guardarlo in volto. Shouto distolse lo sguardo e Touya gli asciugò le lacrime dalle guance. “Shouto, guardami.” Aspettò finché suo fratello non lo guardò negli occhi, sperando che Shouto non fosse troppo piccolo per capire quanto fosse serio. “Shouto, non ti lascerò. Non ti lascerò mai. E se per qualche ragione non sarò con te, tornerò sempre. Capito?”

 

Shouto annuì lentamente e Touya sospirò mentre stringeva il suo fratellino in uno stretto abbraccio. “Detto questo, voglio avvisarti che farò tardi domani.”

 

Shouto si liberò dalla stretta, occhi pieni di paura, ma Touya scosse la testa. “Cosa ti ho appena detto? Tornerò domani notte. Lo prometto.”

 

Touya guardò Shouto deglutire e annuire lentamente. “Bene. Ora, hai bisogno di un bagno prima di dormire. Hai mangiato?” Al cenno affermativo di Shouto, Touya lo accompagnò verso il bagno con un pigiama. Quando Shouto ritornò in camera, Touya gli rimboccò le coperte e aspettò finché il respiro di Shouto si facesse regolare prima di chiudere dolcemente la porta dietro di lui. 

 

Come previsto, Fuyumi lo stava aspettando. “Quindi?”

 

“Ho quello che mi serve,” le disse.

 

Lei si corrucciò ed emise un lungo sospiro. “Vorrei che non pensassi di dovertene andare.”

 

Touya ribatté ringhiando. “Ah si? Beh, io vorrei che nostro padre non fosse un abusivo bastardo ma non possiamo avere tutto quello che vogliamo.”

 

Avrebbe dovuto sentirsi in colpa per il modo in cui gli occhi di Fuyumi si riempirono di lacrime, ma non lo fece. Lei non ha mai dovuto sopportare ciò che lui e Shouto avevano sofferto e il suo costante bisogno di giustificare tutto lo faceva impazzire. Amava sua sorella ma desiderava anche che aprisse gli occhi e vedesse il mondo per com’era veramente, invece dell’ideale visione che si era creata. “Domani non ci sarò,” la informò. “A seconda di cosa succede, io e Shouto dovremmo essere fuori di qui questo weekend.”

Fuyumi assunse un’espressione indecifrabile e annuì prima di girare i tacchi e correre verso la sua stanza. Touya alzò gli occhi al cielo e andò nella sua camera. Tirò fuori la borsa e studiò il colore per capelli e le lenti a contatto. Erano una buona idea. I suoi accesi capelli rossi sicuramente davano nell’occhio e i suoi occhi erano uguali a quelli di Endeavor. E Shouto… beh, suo zio aveva ragione: Shouto era peculiare. Non era sicuro di come avrebbe convinto suo fratello a indossare lenti ogni giorno ma Shouto era intelligente, avrebbe capito.

 

Mise le scatole da parte e tirò fuori i soldi. Erano molti, sicuramente molti più di quelli che sperava quel tizio gli avrebbe dato, e non poté fermare il sorriso soddisfatto che gli spuntò in viso. Si alzò e andò verso la sua scorta segreta. Aveva fatto diversi lavoretti negli scorsi anni, di nascosto da Endeavor, e aveva risparmiato un po’. Fuyumi gli aveva dato anche una parte dei suoi soldi. Ce n’erano più che a sufficienza perché lui e Shouto potessero iniziare di nuovo da qualche parte. Dovrà trovarsi un lavoro, ma quello lo avrebbe fatto ugualmente.

 

Dopo aver nascosto i soldi, tirò fuori l’ultimo oggetto dalla borsa- il fascicolo che conteneva le loro nuove identità. Touya e Shouto Yamada. L’età di Touya era stata aumentata di due anni, rendendolo un diciannovenne invece che un diciasettenne. Vi erano prove che aveva finito le superiori (cosa che non aveva ancora fatto), documenti che mostravano che aveva la custodia legale di suo fratello dopo la ‘morte’ dei loro genitori, documenti di identità… era tutto lì. Suo zio disse che c’era anche un riassunto sui suoi ‘genitori’, con nomi, occupazioni, cose che gli piacevano e che non gli piacevano e informazioni sulla loro morte.

 

Era tutto ciò che gli serviva.

 

Touya sorrise vittorioso e prese i suoi nuovi documenti di identità. Gli sarebbero serviti per domani… così come un po’ di soldi. Avrà bisogno di aprire presto un conto bancario, probabilmente domani mattina prima di fare il resto dei suoi affari. Non voleva mettere tutti i soldi su quel conto, nel caso qualcosa andasse storto e avessero bisogno di una rapida fuga. Gli servirebbe del contante in quella circostanza.

 

Touya sospirò mentre pensava ai suoi prossimi passi. Era una seccatura ma voleva essere sicuro che Shouto avesse tutto ciò che si meritava. Touya aveva sognato per anni di andarsene, di prendere le poche cose a cui teneva veramente e di scomparire fuori dalla porta. Non si sarebbe disturbato con tutti questi preparativi, non gli sarebbe importato. Ma con Shouto…

 

Con Shouto era diverso.

 

Se ne andò il mattino presto, prendendo il treno con i pendolari mattinieri. Dopo vari cambi e molte ore, scese dal treno e si guardò intorno. Era una bella zona- una era tranquilla e con bassi livelli di criminalità. C’erano eroi ma non tanti quanto nelle grandi città.

 

Per ora, sembrava perfetto.

 

Camminò un po’ in giro, facendosi un’impressione della zona, prima di infilarsi in una banca e richiedere di aprire un conto. Gli iniziarono a sudare le mani quando il banchiere chiese i suoi documenti ma apparentemente era tutto a posto e lui se ne andò poco dopo con un conto aperto al nome di Yamada Touya.

 

Passò il resto del giorno passando da un condominio all’altro. Aveva i soldi per poter affitare qualcosa di bello, non troppo bello, ma bello. Abbastanza bello perché Shouto avesse la propria stanza. Non voleva far crescere il suo fratellino in un edificio infestato di scarafaggi. Voleva per lui un’infanzia normale, dove potesse andare fuori e giocare con bambini della sua età.

 

Era al dodicesimo edificio quando trovò quello che cercava. Probabilmente l’esca era stata il parco sotto casa, dove vide molti bambini dell’età di Shouto che giocavano o magari perché l’appartamento era grande ma non troppo grande. Aveva una sola camera da letto e un piccolo salotto connesso ad una cucina ancora più piccola, ma dava una sensazione di casa. Touya, comunque, non aveva bisogno di una stanza propria. Era arredato con mobili usati ma andava bene. Era completamente opposto alla casa in cui erano cresciuti.

 

Firmò il contratto d’affitto quel giorno.

 

“Enji sarà fuori questo weekend per una campagna pubblicitaria o simili.” Touya disse a Fuyumi dopo essere rientrato. “Io e Shouto ce ne andremo sabato mattina. Quando tornerà a casa, noi saremmo ben lontani.”

 

“Touya-“

 

“Ti darò un numero per contattarmi,” la interruppe Touya, non volendo che lei provasse di nuovo a fargli cambiare idea.

 

Fuyumi prese un respiro profondo e chiuse gli occhi. “Okay. Io… Io mi assicurerò che Shouto abbia fatto i bagagli e che sia pronto a partire. E parlerò con Natsuo-“

 

“No, parlerò io con Natsuo,” le disse Touya. “Assicurati solo che Shouto sia pronto, d’accordo?”

 

Fuyumi annuì, lacrime che le scendevano lentamente lungo le guance. Touya sorrise tristemente e abbracciò sua sorella prima di andare a parlare col fratello minore.

 

“Quindi… te ne vai?”

 

“Si, me ne vado,” disse Touya lentamente, guardando l’insieme di emozioni che passarono sul viso di Natsuo.

 

“E porti via anche Shouto?”

 

“Si.”

 

Natsuo strinse le mani in piccoli pugni. “E  stai… mi stai lasciando qui?”

 

Touya fece un respiro profondo. “Natsuo, sai perché io e Shouto dobbiamo andare?” Natsuo annuì. “Fuyumi vuole rimanere. Lei non vuole andarsene e non puoi lasciarla sola, capisci?” Annuì di nuovo. “Ho bisogno che tu rimanga qui e che ti assicuri che lei sia sana e salva, okay? Se succede qualcosa, qualunque cosa, a te o a lei, devi chiamarmi. Tornerò indietro e vi porterò con noi, non importa quello che dice Fuyumi.”

 

Natsuo si morse il labbro ma annuì lentamente. “La proteggerò.”

Touya sorrise e gli scompigliò i capelli. “Questo è mio fratello. Ma non fare nulla che ti possa mettere in pericolo. D’accordo?”

 

Dopo un altro cenno del capo Natsuo si lanciò verso Touya, stringendolo in un abbraccio. Touya fece un gran sorriso, anche se un po’ triste, e lo tenne vicino. Non si sarebbe staccato finché Natsuo non lo avrebbe fatto. Se non sarebbe potuto essere lì a consolare suo fratello, gli avrebbe lasciato prendere quello che voleva mentre ancora poteva farlo.

 

   
 
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